Secondo quanto riportato dal quotidiano svizzero Tages-Anzeiger Berna avrebbe ostacolato i piani tedeschi di riesportare munizioni di fabbricazione svizzera in Ucraina, citato il suo status di neutrale e la legislazione che vieta le consegne di armi nelle zone di conflitto.
Secondo la ricostruzione , la Rheinmetall, azienda tedesca con sede a Dusseldorf che costruisce veicoli da combattimento di fanteria (IFV) Marder per l’esercito tedesco, utilizza munizioni prodotte in Svizzera, e questo fatto si è rivelato un ostacolo per gli ultimi piani di Berlino di fornire munizioni all’Ucraina.
“Il Seco – la Segreteria di Stato per gli Affari Economici – ha ricevuto due richieste dalla Germania di passare all’Ucraina le munizioni ricevute in precedenza dalla Svizzera” ed entrambe le richieste “sono state respinte con un riferimento alla neutralità svizzera e ai criteri di rifiuto vincolanti della legislazione sul materiale militare” avrebbe affermato la Segreteria di Stato rispondendo alle domande del quotidiano svizzero.
La legge svizzera infatti esige che Berna dia il suo consenso a qualsiasi riesportazione di armi e vieta le consegne di armi in zone di conflitto. La Svizzera ha aderito alle sanzioni anti-russe in un raro allontanamento dalla sua rigida politica di neutralità dopo che Mosca ha lanciato la sua operazione militare in Ucraina, ma è stata ancora irremovibile nella sua neutralità quando si tratta di qualsiasi aiuto militare all’Ucraina.
Secondo i media, il veto svizzero sulla riesportazione di munizioni ha scatenato la rabbia della Germania per aver reso impossibile l’invio dei veicoli Marder all’Ucraina. Berlino però non ha mai annunciato ufficialmente alcun piano del genere e anzi, più di una volta in questi mesi il governo tedesco è stato criticato dai membri della NATO, in particolare dalla Polonia, per non aver fatto abbastanza per sostenere l’Ucraina.
Massimo A. Cascone, 24.04.2022
Fonte: https://www.tagesanzeiger.ch/schweiz-verhindert-deutsche-waffenlieferung-in-die-ukraine-629977578442