LA STRATEGIA DELLA TENSIONE

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DI NAFEEZ MOSSADEQ AHMED
The Cutting Edge

Siamo in guerra contro il Terrorismo Internazionale

per difendere i nostri Valori

e la nostra Civiltà.

La legislazione anti-terrorismo occidentale non permette che lo stato sia considerato in qualsiasi modo colpevole di attività terroristiche. Per quanto riguarda i nostri rappresentanti eletti, il terrorismo è un problema di gruppi associati in modo impreciso di fanatici reazionari che “attaccano le nostre libertà”. Il presupposto, mai dichiarato esplicitamente perché allora verrebbe rivelato e facilmente e definitivamente ridicolizzato, è che lo stato sia innocente, immune dall’abbandonarsi a tali barbare pratiche. Scritto nel diritto stesso, questo presupposto assume lo stato come paterno Fuhrer, una figura divina alla quale dobbiamo tutti affidare le nostre vite e le nostre libertà.

Nondimeno, da tutti i punti di vista, il terrorismo internazionale ha origine nello stato stesso. Vi sono molti modi per comprenderlo, ma forse il più attinente ai nostri scopi è la storia contemporanea. Non abbiamo neppure bisogno di andare molto indietro. Solamente venti e rotti anni, all’era della Guerra Fredda, quando ricevevamo anche esami di grilletto facile per difendere il “mondo libero” dall’ “impero del male” del comunismo internazionale, come disse così a proposito Ronald Reagan.La “strategia della tensione” rappresenta una serie altamente riservata di operazioni coperte interconnesse condotte congiuntamente durante questo periodo dalla CIA e dal MI6 in gran parte in Europa occidentale. Ben documentata da diversi stimati storici, confermata da inchieste ufficiali e corroborata da ex funzionari di intelligence, la “strategia della tensione” è uno di quei disgustosi momenti della storia contemporanea dei quali non apprendiamo a scuola e neppure all’università.

Il mio libro preferito sull’argomento e secondo la mia opinione il più autorevole è: NATO’s Secret Armies: Operation Gladio and Terrorism in Western Europe (2005) del Dr. Daniele Ganser (edizione italiana Gli eserciti segreti della Nato. Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale) Prima pubblicato nel Regno Unito come parte della serie “Studi sulla sicurezza contemporanea” della stampa accademica Frank Cass di Londra e più tardi ripubblicato da Routledge, lo studio di Ganser è la prima importante opera storica a portare la “strategia della tensione” nella corrente principale della dottrina.

Durante la Guerra Fredda, in realtà per tutta la stessa fino alla fine degli anni ’80, i governi ed i servizi segreti degli Stati Uniti, il Regno Unito e dell’Europa occidentale parteciparono ad una sofisticata operazione appoggiata dalla NATO per architettare attacchi terroristici in Europa occidentale da addebitare all’Unione Sovietica. L’obiettivo era di galvanizzare l’opinione pubblica contro partiti e politiche di sinistra ed in definitiva mobilitare il sostegno popolare per politiche presumibilmente anti-sovietiche in casa ed all’estero – la maggior parte delle quali erano in realtà progettate per legittimare brutali interventi militari contro i movimenti di indipendenza nazionalisti nel “Terzo Mondo”.

Ganser è stato ricercatore anziano al Centro per gli Studi sulla Sicurezza dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia a Zurigo, prima di trasferirsi all’Università di Basilea per insegnare storia. Citando le trascrizioni delle inchieste parlamentari europee, i pochi documenti segreti che sono stati declassificati, le interviste a funzionari governativi, militari e dei servizi segreti e così via, Ganser mostra come fossero intimamente coinvolti i britannici.

Di fatto, non è neppure stata un’idea americana – è stata proprio nostra. La strategia della tensione iniziò per ordine del primo ministro britannico Winston Churchill, che nel luglio del 1940 incitò alla costituzione di un esercito segreto per “mettere in fiamme l’Europa aiutando i movimenti di resistenza ed eseguendo operazioni sovversive in territorio tenuto dal nemico”. (p. 40) Per l’ottobre del 1945, il capo di stato maggiore britannico e la sezione Operazioni Speciali del MI6 diressero la creazione di ciò che Ganser descrive come una “rete scheletrica” capace di espansione in guerra o per dare assistenza alle operazioni clandestine all’estero: “Nell’eseguire questi compiti venne data priorità ai paesi che probabilmente dovevano essere invasi nei primi stadi di qualsiasi conflitto con l’Unione Sovietica, ma non ancora sotto dominazione sovietica”. (p. 41) Negli anni seguenti, la sezione Operazioni Speciali del MI6 del col. Gobbins cooperò strettamente con il dipartimento azioni clandestine della CIA, Ufficio di Coordinamento politico (OPC), di Frank Wisner su ordini della Casa Bianca ed a sua volta coordinò le Forze Speciali USA e del Regno Unito per costituire degli eserciti segreti dietro le linee per tutta l’Europa occidentale”. (p. 42)

Tra i documenti che Ganser porta all’attenzione vi è il classificato Field Manual 30-31, con le appendici FM 30-31A e FM 30-31B, creato dalla Defense Intelligence Agency (DIA) del Pentagono per addestrare migliaia di ufficiali dietro le linee in tutto il mondo. Il manuale di campo venne pubblicato nel rapporto parlamentare del 1987 dell’inchiesta parlamentare italiana sulle attività terroristiche della “P2”, la rete anticomunista italiana sponsorizzata da CIA-MI6. Come osserva Ganser: “FM 30-31 istruisce i soldati segreti ad eseguire atti di violenza in tempo di pace e quindi incolpare di essi il nemico comunista per creare una situazione di paura e di vigilanza. Alternativamente, i soldati segreti sono istruiti ad infiltrare i movimenti di sinistra e quindi spingerli ad utilizzare la violenza”. Nelle parole del manuale:

“Vi possono essere dei momenti nei quali i governi delle nazioni ospitanti mostrano passività o indecisione di fronte alla sovversione comunista e secondo l’interpretazione dei servizi segreti USA non reagiscono con efficacia sufficiente… L’intelligence militare USA deve avere i mezzi per varare operazioni speciali che convinceranno i governi delle nazioni ospitanti e l’opinione pubblica della realtà del pericolo degli insorti. Per raggiungere questo scopo l’intelligence militare USA dovrebbe cercare di penetrare l’insurrezione per mezzo di agenti con incarico speciale, con il compito di formare gruppi speciali d’azione tra gli elementi più radicali dell’insurrezione… Nel caso non sia stato possibile infiltrare con successo tali agenti nel comando dei ribelli può essere utile strumentalizzare le organizzazioni di estrema sinistra per i propri scopi al fine di raggiungere i sopra descritti obiettivi… Queste operazioni speciali devono restare rigorosamente segrete. Solamente quelle persone che agiscono contro l’insurrezione rivoluzionaria conosceranno il coinvolgimento dell’esercito USA…” (p. 234-297)

L’esistenza di questa operazione segreta fece scoppiare una polemica pubblica quando nell’agosto del 1990, subito dopo le ammissioni in parlamento del primo ministro italiano Giulio Andreotti, venne rivelata l’esistenza di ‘Gladio’ come sub-sezione segreta dei servizi di intelligence militare italiani, responsabili di attentati esplosivi nel paese addossati ai comunisti italiani. Ganser documenta in complesso dettaglio dome una rete sovversiva creata da elementi dei servizi di intelligence occidentali – specialmente quelli di USA e Regno Unito – orchestrarono devastanti ondate di attacchi terroristici addebitati all’Unione Sovietica, non soltanto in Italia, ma anche in Spagna, Germania, Francia, Turchia, Grecia, cioè per tutta l’Europa occidentale. Nonostante numerose inchieste parlamentari, una risoluzione dell’Unione Europea sul fenomeno Gladio, l’ammissione a porte chiuse della NATO agli ambasciatori europei, conferma delle operazioni internazionali da parte di funzionari superiori della CIA ed altre prove documentarie incriminanti, la NATO, la CIA ed il MI6 si sono assieme costantemente rifiutati di rilasciare i loro archivi segreti sull’argomento.

Semplicemente, la Strategia della Tensione non fa parte della nostra consapevolezza storica. Pochissimi storici della Guerra Fredda pienamente bene informati sulla stessa, tanto meno gli accademici che lavorano sulle relazioni internazionali e la scienza politica. Questo nonostante il fatto che essa abbia giocato un ruolo strumentale nel fabbricare fisicamente una minaccia, progettata nella URSS, che in definitiva non esisteva. Immediatamente la Strategia della Tensione appartiene al cestino della storia.

L’immensa paura e caos generati dall’impatto del fenomeno dell’Operazione Gladio per tutta l’Europa occidentale sono stati strumentali per legittimare le politiche interventiste dell’alleanza anglo-americana nel Sud, per tutto il periodo della Guerra Fredda. Sebbene si supponesse che l’Unione Sovietica fosse la vera minaccia e fonte del terrore e quindi l’oggetto finale di più di 70 interventi militari condotti dal 1945 [vedi William Blum’s Killing Hope (Londra: Zed, 1995)] la minaccia sovietica veniva di fatto attivamente esagerata ideologicamente – e persino fisicamente fabbricata attraverso operazioni clandestine – per organizzare la completa militarizzazione delle società occidentali. Ciò non significa che molti funzionari governativi non credessero alla loro propaganda. Ma ora sappiamo che vi era una sub-sezione riservata della comunità di intelligence occidentale, nota solamente a pochissimi membri dei governi eletti, che era coinvolta in questo.

Il numero di persone che sono state uccise da una parte all’altra del “Terzo Mondo” come conseguenza di questo processo di militarizzazione è scioccante, le sue implicazioni veramente difficili da digerire. Secondo il Dr. J. W. Smith,un economista dello sviluppo USA che dirige l’Istituto per la Democrazia Economica in Arizona, nella nostra gloriosa e, lapalissianamente nobile lotta per difendere il “Mondo Libero” da imminenti attacchi ed invasioni sovietici e la incredibilmente generale pura, ostinata, irrazionale malvagità, gli stati occidentali:

!,,, sono stati responsabili della selvaggia uccisione da 12 a 15 milioni di persone dalla II Guerra Mondiale e di avere provocato la morte di altre centinaia di milioni quando le loro economie sono state distrutte o a quei paesi è stato negato il diritto di organizzarsi diversamente per prendersi cura dei loro popoli. Per quanto non noto e riconoscendo che questa è stata pratica standard per tutto il colonialismo, questo è il resoconto dei centri imperiali occidentali del capitale dal 1945 al 1990″ [Smith, Economic Democracy: The Political Struggle of the 21st Century (2003)]

Da 12 a 15 milioni di persone dal 1945 al 1990.

Devo ripetere queste cifre per a me stesso per assumerne mentalmente le implicazioni.

Ripetete queste cifre a voi stessi.

Sei milioni di ebrei nella II Guerra Mondiale ed ora da 12 a 15 milioni di innocenti nel periodo post-bellico. I primi in nome del lebensraum tedesco. Gli ultimi in nome del libero mercato.

Nondimeno come società, come Civiltà, siamo ignari, assolutamente ciechi della nostra complicità storica nella sistematica distruzione di “Altre” società che non si conformano alla nostra (illusa) autoimmagine di prosperità.

E’ una cecità della quale restiamo afflitti.

Considerate la rappresentazione di Blair all’inizio del 2007 della “Guerra al terrorismo” come “non uno scontro di civiltà” ma piuttosto “sulla civiltà”. La guerra al terrorismo è perciò una continuazione della “secolare battaglia tra progresso e reazione, tra coloro che abbracciano il mondo moderno e coloro che rifiutano la sua esistenza”.

E che cosa è questo “progresso”, questa “modernità” che dovrebbe essere abbracciata? Il “progresso” che ha massacrato milioni di uomini, donne e bambini attraverso continenti, in Nicaragua, El Salvador, in Somalia, Ruanda, Kenia, Malesia, in Oman, Iraq ecc. ecc. (in nessun ordine particolare e con significative omissioni)?

Se questa è modernità allora devo essere un arretrato, semifeudale ignorantone. Insieme alla maggior parte della popolazione del mondo intero. Ma allora, chi se ne importa di ciò che dice il mondo? Siamo quelli civilizzati e moderni. Finché facciamo quel che riteniamo sia giusto. Giusto???

Versione originale:

Nafeez Mosaddeq Ahmed
Fonte: http://nafeez.blogspot.com
Link: http://nafeez.blogspot.com/2007/05/strategy-of-tension.html
14.05.2007

Versione italiana:

Fonte: http://freebooter.interfree.it/
Link: http://freebooter.interfree.it/tst.htm

VEDI ANCHE:
Il terrorismo non rivendicato della NATO

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