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di Agata Iacono
Nel nome della scienza divulgata dai virologi cooptati dal sistema mediatico a diffusori dell’unica e sacra verità assoluta, agli italiani è stata negata l’intelligenza del dubbio e la possibilità di informarsi.
Sono stati addirittura esclusi dalle TV i portatori di pensiero e razionalità alternative, è stata censurata qualsiasi controinformazione sui social proveniente dai colleghi dei cooptati. Sono stati, infine, cacciati fuori dalle università i docenti universitari (oggi più di mille) che hanno osato fare appello alla Costituzione, alla democrazia, contro l’obbligo di lasciapassare, l’apoteosi della vergognosa gestione della pandemia in Italia.
È stata imposta la religione dogmatica ortodossa della “scienza”. Però la ruota gira e tra i sacerdoti che hanno condizionato le nostre vite per quasi due anni c’è sicuramente il virologo del Sacco di Milano, la videostar Massimo Galli, e altri 32 persone accusate per associazione a delinquere, turbativa d’asta e falso in atto pubblico, come da decreto di perquisizione e sequestro eseguito dai carabinieri del Nas. La maxi-indagine sulla nuova concorsopoli lombarda riguarda decine di bandi truccati per l’assegnazione di titoli di professore o ricercatore prevalentemente presso la Statale di Milano, l’università Bicocca e lo stesso ospedale Sacco.
Sotto inchiesta sono finiti professori universitari, dirigenti pubblici e ricercatori.
Coinvolte varie università a Milano, la Cattolica, Torvergata e La Sapienza di Roma e l’università degli Studi di Torino. Tra gli indagati importanti cariche direttive della Società italiana per le Malattie infettive e tropicali (Simit), praticamente i tecnici della gestione dell’emergenza covid. Non solo Galli: tra gli indagati pure Massimo Andreoni, ordinario alla Sapienza di Roma, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico Tor Vergata.
Scrive il Fatto Quotidiano: “Secondo il decreto firmato dalla Procura di Milano, “la situazione che emerge dall’analisi delle conversazioni intercettate è a dir poco sconcertante”. Fin dall’inizio dell’inchiesta “gran parte dei concorsi banditi sono stati oggetto di condotte di addomesticamento. Trattasi di collusioni e altri metodi di turbativa che hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione in esame, sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità, che dovrebbero orientare le scelte dell’amministrazione pubblica per espresso dettato costituzionale”.
Metodo meritocratico e imparzialità ai “tecnici”, agli esperti, agli autoproclamati sacerdoti della “scienza” ufficiale mancava. Del resto la “scienza” sono loro e sono loro che decidono chi può continuare a divulgarla. Titoli o meriti accademici a parte.
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_scienza_siamo_noi/39130_43342/
Pubblicato il 05.10.2021