FONTE: DEDEFENSA
L’agenzia di rating statunitense Standard & Poor (S&P) ha declassato la Russia da BBB a BBB-, quasi a “Paese marcio” (“a meno di una tacca di distanza dallo status di spazzatura”). Tale iniziativa ha chiaramente un carattere politico direttamente legato alla crisi ucraina e all’ostilità sempre più aggressiva verso la Russia del sistema americanista (più entità che potenza organizzata). S&P giustifica la decisione, mostrando come la sua prospettiva sia legata alla visione effettivamente antagonista della Russia: “A nostro avviso, la situazione geopolitica di tensione tra Russia e Ucraina potrebbe vedere ulteriori deflussi significativi sia di capitali esteri che nazionali dall’economia russa e quindi ulteriormente minare le già indebolite prospettive di crescita”.
ZeroHedge.com commenta il 25 aprile 2014 la notizia concentrandosi sulla reazione ovviamente furiosa della Russia. Tyler Durden dice che la reazione iniziale del Ministero dell’Economia russo minimizza la decisione di S&P. Ma ancora più importante, prevedendo l’imminenza ormai sempre più vicina, in questo contesto e anche nel peggioramento della situazione, di nuove sanzioni preparate dagli Stati Uniti, la Russia prepara la sua risposta.
Dipende dal consigliere economico di Putin, Sergej Glazev, economista sostenitore di una politica molto rigorosa contro il blocco BAO (Blocco Americanista-Occidentalista, nota CdC) . Durden descrive ciò che chiama strategia della “terra bruciata” della Russia, in cui saranno invitati a partecipare i BRICS. “…Ma molto più importante, e prima di altre sanzioni occidentali che appaiono imminenti, a meno che Obama voglia apparire ancora più debole di quanto lo sia attualmente (concedo, sarebbe difficile), il consigliere del presidente russo Sergej Glazev ha proposto un piano di 15 misure volte a proteggere l’economia del Paese dalle sanzioni, se applicate. Il giornale Vedomosti cita la lettera di Glazev al Ministero delle Finanze. Secondo Vedomosti, come riferisce Bloomberg, Glazev ha proposto:
• La Russia dovrebbe spostare tutti i beni e depositi in dollari ed euro dai Paesi della NATO a quelli neutrali.
• La Russia dovrebbe iniziare a vendere i titoli sovrani dei membri della NATO prima che i depositi in valuta estera della Russia siano congelati.
• La banca centrale dovrebbe ridurre le attività in dollari e vendere le obbligazioni sovrane dei Paesi che sostengono le sanzioni.
• La Russia dovrebbe limitare le attività delle banche commerciali estere per evitare speculazioni sul rublo e deflussi di capitale.
• La banca centrale dovrebbe aumentare l’offerta di denaro in modo che compagnie statali e banche possano rifinanziare prestiti esteri.
• La Russia deve utilizzare monete nazionali nel commercio con i membri dell’Unione doganale e con altri partner, non dollari ed euro.
In altre parole, una campagna di terra bruciata in piena regola da parte della Russia. Certo, i buoni del Tesoro degli Stati Uniti detenuti da società russe non sono così sostanziali (e potrebbero essere monetizzati interamente in tre mesi dal POMO della FED), e i legami finanziari occidentali con la Russia, oltre che commerciali, non sono in pericolo, ma se la Russia prendesse il testimone, e gli altri Paesi BRICS, già furiosi per la recente decisione degli Stati Uniti di non accrescerne lo status nel FMI, seguissero l’esempio, allora la vita di Obama diventerebbe un incubo. Soprattutto se il più importante membro dei BRICS, la Cina, facesse una qualsiasi delle molte cose che può fare, indicando, in questa nuova guerra fredda, se è con o contro gli Stati Uniti...”
Versione originale:
Fonte: www.dedefensa.org/
25.04.2014
Versione italiana:
Fonte: http://aurorasito.wordpress.com
26.04.2014
Traduzione a cura di Alessandro Lattanzio – SitoAurora