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La Redazione

 

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LA RETORICA OCCIDENTALE DELLA DEMOCRATIZZAZIONE

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A cura di Davide
Il 17 Giugno 2006
134 Views
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blankRESEAU VOLTAIRE intervista NATALIA NAROCHNITSKAYA

La retorica statunitense della democratizzazione globale nasconde delle antiche ambizioni strategiche. Washington persegue gli obiettivi dell’Impero britannico nel suo modo di controllare l’Europa, di nuocere alla Russia e di dominare il mondo, assicura in un’intervista al Réseau Voltaire, Natalia Narochnitskaya, vicepresidente della Commissione Affari esteri della Duma.

Natalia Narochnitskaya è uno storico, membro dell’Istituto di storia dell’Accademia delle scienze della Federazione di Russia. È deputato del partito Rodina alla Duma, dove riveste la funzione di vicepresidente della Commissione Affari esteri. Ha anche un seggio all’’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Infine, pubblica la rivista Russian Analytica.Réseau Voltaire: L’amministrazione Bush ha riorientato l’essenziale delle risorse del bilancio federale nello sviluppo delle sue forze armate a detrimento delle spese sociali. La strategia di sicurezza pubblica della Casa Bianca erige a nemico principale il terrorismo internazionale. Eppure, nello stesso tempo, in un articolo pubblicato da Foreign Affairs, il Council of Foreign Relations ventila la possibilità di un primo attacco nucleare USA contro la Russia. Secondo lei, a quale nemico gli Stati Uniti devono far fronte ?

Natalia Narochnitskaya: Il maggiore nemico degli Stati Uniti è il loro pseudo-universalismo politico. Riallacciandosi ad una lunga tradizione, essi si presentano come « la Nazione redentrice » (Redeemer Nation). Già alla conclusione dalla prima guerra mondiale, il presidente Woodrow Wilson aveva choccato il presidente della Conferenza di Versailles, il francese George Clemenceau, affermando che gli Stati Uniti avevano avuto l’onore di salvare il mondo.

Come all’epoca della III Internazionale comunista, essi sognano d’imporre un modello al mondo, senza riguardo per le altre forme di civiltà. Lungi dal cercare l’armonia nella diversità, essi pensano l’umanità in termini semplicistici. Ignorano il dubbio cartesiano e le angosce di Amleto per accontentarsi di Mickey Mouse.

Condoleezza Rice si esprime con la stessa sicurezza di sé di Nikita Krutchev alla tribuna del Comitato centrale del Partito comunista dell’Unione sovietica. Ignora o fiaschi economici e militari del suo paese per promettere al mondo un futuro che lei ritiene radioso. Eppure il loro sistema è un fallimento. Essi stampano montagne di carta-moneta per colmare deficit abissali. Attraverso il dollaro, fanno pagare le loro spese ai loro alleati come un tempo l’Impero romano raccoglieva un tributo nelle sue province. I loro eserciti subiscono sconfitte quotidiane in Afghanistan e in Iraq. Mentre Cuba, il Venezuela e la Bolivia insorgono vittoriosamente contro il loro imperialismo in America latina. Il loro imperialismo è troppo pesante, si affloscia, ma loro sono gli ultimi a rendersene conto.

Réseau Voltaire: Questo comportamento degli Stati Uniti, benché radicato nella dottrina del Destino manifesto, non è per molti versi nuovo ? Vi si deve vedere l’influenza di politici e di giornalisti provenienti dall’estrema sinistra, come Paul Wolfowitz o Richard Perle?

Natalia Narochnitskaya: Ha ragione. Non si tratta solo di un’infiltrazione di trotskisti nel Partito repubblicano, ma di una continuazione del marxismo scientifico da parte dei neoconservatori. Persistono gli stessi strumenti di pensiero. È del resto il morivo per cui i nostri aparatchiki si sono adattati così bene ai loro nuovi padrini statunitensi. In quella retorica si sentono spontaneamente a loro agio.

Durante la guerra ideologica [la Guerra fredda], dovevamo apprendere un catechismo. Alla domanda « In quale epoca viviamo ? », dovevamo rispondere « In un periodo di transizione dal capitalismo al comunismo ». Oggi i dirigenti e i giornalisti occidentali pensano e parlano con lo stesso semplicismo. Hanno solo sostituito degli slogan con altri. Se chiedete loro « In quale epoca viviamo ? », essi vi rispondono con lo stesso automatismo « In un periodo di transizione dal totalitarismo alla democrazia ».

Questo universalismo da quattro soldi, che si esprima in termini marxisti scientifici o neoconservatori, va di pari passo con una super-globalismo. Tutte le differenze devono scomparire ed il mondo deve essere governato da un unico organo.

Réseau Voltaire :Lei appartiene ad un partito politico, Rodina, che la stampa occidentale volentieri denigra definendolo « nazionalista » e oggi il suo paese viene presentato come un ostacolo alla democratizzazione dei nuovi Stati dell’Europa orientale e dell’Asia centrale. Qual è la sua concezione di universalismo ?

Natalia Narochnitskaya: Riconoscere le comuni aspirazioni del genere umano, non è negare le culture. La Federazione di Russia deve contestare quella filosofia politica. Ed è legittimo da parte nostra proporre una coabitazione delle identità.

La nostra federazione è eurasiatica. Il nostro simbolo è l’aquila a due teste. Da secoli siamo sia europei che asiatici, russi e tatari, cristiani e musulmani. Oggi siamo in maggioranza russi ortodossi, ma ai tempi del Medio Evo eravamo asiatici convertiti. Questa non è una risposta dilatoria, ma una realtà indiscutibile che ha formato la nostra identità.

All’epoca in cui i Russi erano uno Stato religioso, spostammo la nostra capitale da San Pietroburgo, europea, a Mosca, eurasiatica, in omaggio ai Tatari e ai Caucasici che ci avevano difeso. I loro capi furono nobilitati. Essi non furono trattati come colonizzati, ma come uguali agli aristocratici russi. Avevano pure servi russi. Gli Anglosassoni non sono mai stati capaci di concepire questo. Lei immagina dei Lord indiani con domestici inglesi ?

Réseau Voltaire: Se il progetto anglosassone di democratizzazione globale non è per lei che un’impostura, come analizza la politica estera degli Stati Uniti?

Natalia Narochnitskaya: La politica estera degli Stati Uniti è anglosassone. Essa prosegue, in forma moderna, la politica dell’Impero britannico. È un espansionismo ossessionato dalla questione degli stretti. Una prima linea di penetrazione parte dai Balcani all’Ucraina per il controllo del mar Egeo e del mar Nero. Una seconda linea parte dall’Egitto all’Afghanistan per il controllo del mar Rosso, del Golfo persico e del mar Caspio. Non c’è niente di nuovo in questa strategia, se non la posta petrolifera che l’ha rilanciata.

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[Benjamin Disraeli, riferimento ideologico dei neo-conservatori]

Réseau Voltaire: Come spiega che l’Unione Europea si sia unita a questa strategia che serve unicamente agli interessi anglosassoni?

Natalia Narochnitskaya: Si tratta di un accecamento collettivo. Una sorta di rivincita degli Asburgo e di Napoleone. Gli Europei non hanno nulla da guadagnare e tutto da perdere in questo schema. Il solo mezzo per l’Europa occidentale di continuare a svolgere un ruolo politico di primo piano sulla scena mondiale, è allearsi alla Russia. È tanto più facile in quanto noi siamo culturalmente molto più vicino gli uni agli altri di quanto voi lo siate con gli Anglosassoni.

Réseau Voltaire: Certo. Tuttavia, gli Europei non hanno nulla in più da guadagnare nell’abbandonare la subordinazione ad un imperialismo per cadere in balia di un altro.

Natalia Narochnitskaya: Lei s’inganna. Noi non siamo un’altra potenza bellicista. Non cerchiamo lo scontro con nessuno, tanto meno con gli Stati Uniti. Come voi, noi vogliamo essere liberi nelle nostre decisioni ed avere buone relazioni con gli Stati uniti.

Del resto, è nostro interesse essere pacifici. La nostra economia non richiede che noi facciamo la guerra. E, nella situazione attuale, una potenza forte e pacifica sarà sempre più attraente di un’alta bellicosa. Il mondo è interdipendente ed è giunto il momento di ritrovare un equilibrio delle potenze.

Réseau Voltaire: Mi permetta di ritornare alla questione dell’adozione da parte degli Europei della politica estera anglosassone. Come analizza l’impegno della NATO in Jugoslavia ?

Natalia Narochnitskaya: La politica anglosassone sul continente europeo è un perpetuo va e vieni tra la Francia e la Germania. Essa si è sempre appoggiata alternativamente sull’una e sull’altra per combattere la Russia e le ha spinte al conflitto l’una contro l’altra per indebolirle. La politica della NATO è basata sull’alleanza degli Anglosassoni con la Germania. Le adesioni alla NATO si fanno secondo la carta delle ambizioni dell’Imperatore Guglielmo II. È la continuazione della politica di Benjamin Disraeli al Congresso di Berlino del 1878. All’epoca, gli Inglesi ci avevano costretto a rivedere il trattato di Santo Stefano. Aveva creato artificialmente degli Stati balcanici per soddisfare la Germania. Avevano separato popolazioni mescolate per creare degli Stati etnici e, inoltre, avevano deciso di creare una colonia ebrea in Palestina. Allo stesso modo, la NATO ha polverizzato la Jugoslavia per farla finita con le vestigia del blocco sovietico. Ha creato artificialmente degli Stati etnici. Ha ricreato il Montenegro del 1878 e preso avremo il Kosovo.

In tale strategia, la Germania non è che una vittima, uno Stato a sovranità limitata. In effetti, esiste un Trattato tedesco-statunitense imposto alla Germania occidentale durante il periodo di occupazione e che con la riunificazione non è stato abrogato. Esso comprende delle clausole segrete che subordinano la politica estera e di difesa della Germania alla benevolenza di Washington. Queste clausole non furono applicate pubblicamente che al momento della Guerra del Kippur. Gli Stati Uniti crearono un ponte aereo per sostenere Israele contro gli Arabi. Per questo, utilizzarono le loro basi aeree in Germania. Quando Walter Scheel vi si oppose facendo valere la neutralità tedesca in quel conflitto, Henry Kissinger lo mise a tacere. E la Germania cedé.

Réseau Voltaire: Lei pensa che la Federazione di Russia possa far vacillare la dominazione anglosassone sul mondo?

Natalia Narochnitskaya: Per riprendere la celebre formula del Principe Aleksandr Gorciakov, « La Russia medita ». Noi modernizziamo la nostra società. Risolleviamo la nostra economia. Ci prepariamo.

Intervista realizzata in inglese l’1 giugno 2006. Argomentazioni raccolte da Thierry Meyssan.

Versione originale

Rèseau Voltaire intervista Natalia Narochnitskaya
Fonte: http://www.voltairenet.org/
Link: http://www.voltairenet.org/article139863.html
09.06.2006

Versione italiana

Fonte: www.eurasia-rivista.org
Link: http://www.eurasia-rivista.org/cogit_content/articoli/La_retorica_occidentale_de.shtml
13.06.06

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