Mail di Paolo Barnard al sito:
Come talvolta accade nella vita, la verità si offre da sé. Mi è arrivata la più cristallina conferma che quanto vado dicendo di certi nuovi ‘paladini’ di questa povera Italia è vero. Essi necessitano adulazione, ma una volta sottoposti a critica reagiscono esattamente come i personaggi del Sistema-Potere, quelli cioè che proprio loro così alacremente contestano.
Marco Travaglio non mi ha ovviamente risposto, ma ha replicato a un cittadino che gli chiedeva del caso Censura Legale e di cosa pensasse della mia ‘Lettera aperta’ a lui destinata. Ora leggete: To: “travaglio” marco.travaglio@****
Cc :
Date : Wed, 30 Apr 2008 10:23:20 +0200
Subject : Lettera aperta a Marco Travaglio. Di Paolo Barnard
Caro Travaglio
La leggo e la seguo in tutti i modi possibili per la chiarezza di esposizione e per la mancanza di peli sulla lingua. Ricevo però da Barnard l’allegata (Lettera aperta, nda) e sarei anch’io felice se assieme
allo staff di “Anno Zero”, avesse il coraggio, fin quì negato, di trattare la questione Gabanelli/Barnard. Ho piu’ volte scritto alla redazione della trasmissione senza avere riscontro (siamo in un regime democratico o piu’ o meno tutti hanno imparato dal Caimano?). Non mi deluda e dipani questa intricata matassa che doverosamente gli uomini liberi e giusti, come io La intendo, dovrebbero sentire il dovere forte di fare. Con stima Le invio i piu’ cordiali saluti.
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Sent: Thursday, May 01, 2008 2:18 PM
Subject: Re:Lettera aperta a Marco Travaglio. Di Paolo Barnard
SONO TUTTE BALLE.
SALVE
MT
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To: marco.travaglio@****
Cc :
Date : Thu, 1 May 2008 15:24:50 +0200
Subject : Re: Re:Lettera aperta a Marco Travaglio. Di Paolo Barnard
Grazie per il riscontro ma non per la frettolosa risposta. In certi casi anche la forma richiede di essere onorata e la sostanza giustificata. Cordialmente
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From: <marco.travaglio@****
Sent: Thursday, May 01, 2008 3:31 PM
Subject: Re: Re:Lettera aperta a Marco Travaglio. Di Paolo Barnard
è che non ho tempo da perdere dietro ai delirii di uno squinternato che mi diffama su internet senza avermi mai visto nè coniosciuto con processi alle intenzioni. ciao m,t
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“Sono tutte balle”. Ho fornito le prove nero su bianco in atti giudiziari pubblici della collusione di Milena Gabanelli con la RAI in Censura Legale. Inoltre io e il gruppo di cittadini censurati da Report e da Beppe Grillo abbiamo fornito le prove nero su bianco di quella censura. A montagne. Abbiamo lanciato un allarme perché quei fatti, incontestabili, colpiscono al cuore la libera informazione italiana, e proprio per mano di coloro che si autoproclamano i suoi ultimi bastioni. Ho scritto che “il giorno in cui dovessimo scoprire che ‘Il nemico marcia alla nostra testa’, quello sarebbe il giorno più tragico per le speranze della società civile italiana”.
Marco Travaglio, attento esaminatore di documenti, non ha letto nulla e non si è documentato su nulla in questo caso, e spara sentenze esattamente come faceva Berlusconi quando gli contestavano i suoi misfatti prove alla mano: “Tutte balle”. Questa è ignoranza e tracotanza, Travaglio come Berlusconi, come Ferrara o Feltri. Vedete quanto poco ci vuole a replicare il Sistema?
“I delirii di uno squinternato”. Sono giornalista da quando Travaglio era al liceo. Ho co-fondato Report e ho lavorato in RAI per 14 anni partendo da Samarcanda, poi Report per arrivare a RAI Educational; sono scrittore e saggista pubblicato da alcune delle maggiori testate italiane; sono ideatore e membro di una Consulta presso il Ministero della Salute.
Giovanni Minoli ha detto pubblicamente di me: “Su un giornale e anche su un blog, leggevo di una polemica di un socio fondatore di Report, Paolo Barnard, che è stato sicuramente uno che a Report ha dato tantissimo, che ha fatto la maggior parte delle inchieste di grande successo dei primi anni di Report e anche successivamente. E lui era severo, severo con Milena . Però mi colpiva che un uomo etico come Barnard, una persona che dedica molto del suo tempo, della sua vita, ad assistere i malati terminali, quindi un uomo e una persona che ha un impegno sociale e civile di primissimo ordine, chiedeva conto a Milena del perché è stato abbandonato”.
L’ex magistrato di Mani Pulite Gherardo Colombo mi ha definito per iscritto “una persona molto stimata nella società civile”.
Giuliano Amato mi ha telefonato per commentare così il mio ‘Per un Mondo Migliore’: “Lei ha finalmente detto ciò che lo fa accadere (il cambiamento, nda). L’ho citata e la citerò”.
Alex Zanotelli ha scritto di me “Ho sempre ammirato il lavoro giornalistico di Paolo Barnard. Penso che le sue puntate su Report siano le più belle del giornalismo italiano”.
Ma soprattutto migliaia di cittadini mi hanno scritto per esprimermi la loro gratitudine e il loro apprezzamento.
Io ho posto a Marco Travaglio una questione che va al cuore dell’etica del nostro mestiere: il rapporto fra fama/potere e libertà di espressione. Lui non mi risponde e mi insulta volgarmente per interposta persona con, di nuovo, una tracotanza impressionante. L’impasto di ignoranza del tema trattato e di arroganza volgare sono in Marco Travaglio, qui, la replica esatta di come hanno sempre reagito i peggiori personaggi del Sistema Potere a chi li criticava o a chi ne esponeva le ipocrisie.
“I processi alle intenzioni”. Sabina Guzzanti ha replicato così alla lettura della mia Lettera aperta a Marco Travaglio: “Tu dici che Marco starà in tv 20 anni? Che si corromperà? Può darsi, ma è un pò prematuro darlo per certo non ti pare? Tua Sabina”.
Le ho risposto: “Marco si è già corrotto. Come fa a stare nel salotto di uno che ha fatto scempio del mandato elettorale di tanti italiani per scendere da Strasburgo (dove ha soggiornato a spese dei cittadini) a riprendersi il suo ‘giocattolo’ preferito? Cos’è un mandato elettorale? Un parcheggio temporaneo? Una cura ricostituente? E costui, cioè Santoro, oggi sta in TV a bacchettare il malcostume della politica (sic). Può Marco dire quanto sopra in faccia a Santoro in diretta ad Anno Zero? Eppure è un fatto, conclamato. Può? Lo ha fatto?
Può Travaglio dire che la sua casa editrice Chiarelettere è diventata il fans club di un magistrato e della magistratura con tanto di striscione e motto sul sito (caso unico in occidente), facendo così a pezzi il più sacro dei principi dei checks and balances nel giornalismo? Può? Lo ha fatto?”.
E aggiungo qui: può Travaglio spiegarci cosa ci sta facendo in prima serata TV dopo aver perentoriamente dichiarato nel 2006 quanto segue:
“In televisione è vietato tutto ciò che è libero, indipendente e autonomo. Perché? Perché non si sa mai cosa può dire uno libero, che non risponde, non si sa mai cosa potrebbe fare, non si sa mai cosa potrebbe raccontare… Se uno è asservito è controllabile, si conoscono le dimensioni del suo guinzaglio, e si sa anche chi lo tiene in mano il guinzaglio. Chi non ha il guinzaglio in televisione in questo momento non lavora e chi ci lavora in un modo o nell’altro un suo guinzaglio ce l’ha.
Si tratta a volte di scoprirlo, per quelli più furbi, che lo nascondono meglio, per altri si tratta di capire quanto è lungo, ma non c’è dubbio che chiunque lavori in televisione nei posti chiave, che si occupano di informazione, di attualità, o che si occupano disettori limitrofi, il guinzaglio c’è e lo tiene in mano qualcuno. Poi ci può essere qualcuno che ha il guinzaglio e pure è bravo (sic, nda), non è mica escluso, è difficile, ma non è escluso; la regola è comunque che ciascuno deve essere controllabile e ciascuno deve essere prevedibile , ciascuno deve avere qualcuno che garantisce per lui altrimenti sulla base delle proprie forze e delle proprie gambe lì dentro non ci si entra”?
Quanto sopra, dovrebbe in un pubblico sano destare una profondissima preoccupazione e molte domande.
Nel mio Considerazioni sul V-day (http://www.disinformazione.it/lettera_paolo_barnard.htm) e nelle mie interviste su Arcoiris TV ho lanciato appelli alla società civile organizzata, cioè all’ultimo residuo di speranza dell’Italia di emergere dal buio. Potete leggerli e ascoltarli, ma ripeto qui alcuni punti fondamentali.
Primo. Non esistono spiriti liberi nel circo delle Star e della fama. La fama dà potere e, una volta acquisito, il suo mantenimento diviene prioritario rispetto alla libertà d’espressione (come dimostrato sopra). Inoltre il potere e la fama inducono spesso a comportamenti meschini. Nell’estate del 2006, per fare un esempio, Beppe Grillo negava al cineamatore Pietro Campoli il permesso di diffondere su Arcoiris Tv le immagini del suo intervento alla marcia di Quarrata “perché non ricordo ciò che ho detto e non posso più sostenere le cause che mi arrivano” (sic). Grillo denuncia un reddito di 4,2 milioni di euro all’anno. Arcoiris vive di contributi volontari.
Secondo. Il lavoro di Travaglio e soci nella ‘Industria della Denuncia e della Indignazione’ che hanno fondato è inutile. Inutile perché 16 anni dopo Mani Pulite, e dopo 16 anni di denunce e di indignazione sfornati a ritmo ossessivo, con decine di libri fotocopia, l’Italia è messa peggio di prima. E sapete chi lo ha scritto questo? Marco Travaglio nel suo libro ‘Mani Sporche’. E qui sta l’ironia: Travaglio ha scritto di suo pugno che quello che fa non serve a un accidenti. Ma non se nè accorto. L’‘Industria della Denuncia e della Indignazione’ ha fallito interamente i suoi scopi, e naturalmente i suoi ‘industriali’ sono ben lontanti da qualsiasi autocritica su questa evidenza. E ben lontani dal pensare di fare altro.
Terzo, lavoro di Travaglio e soci è anche dannoso. Dannoso perché i Travaglio, Grillo, Stella e co., con gli attacchi ossessivi alla Casta, stanno fornendo agli italiani un alibi colossale per fuggire dall’unica verità che sarebbe utile all’Italia: e cioè che la Casta siamo noi, tutti noi, noi mafiosi, parrocchiali, omertosi, e ladri di 270 miliardi di euro di sola IVA, confronto ai quali il mantenimento della Casta politica, la mafiosità di un pugno di amministratori, l’omertà dei furbetti italici sono ben poca cosa. Va riportato il cittadino al centro, al centro delle sue responsabilità per il Paese che ogni giorno crea con le sue azioni, e gli va detto che Berlusconi, Mangano, Consorte, Pio Pompa, Bossi e gli altri sono solo la proiezione sul muro della sua ombra. Null’altro.
Ma dannoso soprattutto perché questi nuovi Personaggi/eroi della nuova Italia hanno finito per replicare lo Star system del sistema commercial-mediatico. Sono oggi vere celebrità. Ponendosi come tali, inevitabilmente trasmettono alle persone la sensazione di sapere sempre più di loro, di contare più, di avere più carisma, più coraggio, più visibilità. E più sapere, capacità, importanza, carisma, coraggio e visibilità le persone gli attribuiscono, meno ne attribuiscono a se stessi. Il paragone inevitabile fra la (generalmente fragile) autostima della gente comune e l’immagine di ‘grandezza’ dei Personaggi, fra il limitato potere della gente e quello invece di chi è famoso, è ciò che finisce per annullare tantissimi. E infatti in assenza dei Personaggi, la maggioranza dei loro seguaci non osa più esporsi, anzi, scompare. Ecco perché le migliaia che si riversano nelle piazze ogni anno sembrano regolarmente sparire nel nulla all’indomani.
I Travaglio, Grillo e soci dovrebbero rimpicciolisi, sgonfiare la loro ipertrofica presenza e aiutare invece i cittadini a ingrandirsi, a divenire infatti i Personaggi di se stessi, i Travaglio-Grillo-Ciotti-Zanotelli ecc. di se stessi, a ‘scrivere’ cioè il ‘libro’ della propria denuncia dei fatti, a fare loro personale Tg, a credere solo nella propria verità, senza mai, mai e mai aderire acriticamente alla verità di alcuno, chiunque esso/a sia, qualunque sia la sua fama, provenienza, carisma o potere. Insomma, a scintillare non dovrebero essere i Grillo e i Travaglio, ma ogni singola persona comune, per sé, in sé.
Solo il percorso sopraccitato avrebbe garantito la nascita di un insieme di cittadini capaci di agire sempre, indipendentemente da qualsiasi cosa, capaci di combattere anche da soli, anche in assenza dei trascinatori, per sé e con sé, dunque potenti, affidabili e durevoli, protagonisti. Questo avrebbe fatto tremare i palazzi, questo li avrebbe spazzati via, questo e solo questo avrebbe cambiato la nostra Italia.
Sono queste le riflessioni che da due anni pongo a Marco Travaglio e ai suoi colleghi ‘paladini’. Le risposte non sono mai venute. Da loro ho unicamente censure, insulti, disprezzo.
Ma il punto è ben altro. Il punto siete voi che leggete. Le domande che non vi fate. L’affettività del tutto irrazionale con cui difendete questo triste stato di cose e i suoi ‘eroi’. Dopotutto le evidenze di quanto poco distanti siano alcuni di questi ‘paladini’ dai modi del Sistema-Potere che vorrebbero abbattere sono davanti ai vostri occhi. Perché non fate qualcosa per voi stessi? Perché non aprite gli occhi e non vi mettete voi sui palchi da centomila, dietro ai tavoli coi microfoni, al centro del mondo delle idee per cambiare?
Paolo Barnard
2.05.08