DI ERIC SCHLOSSER
New York Times
Quest’autunno abbiamo assistito ad una sequela di cattive notizie riguardanti intossicazioni alimentari. Più di 200 persone in 26 stati hanno contratto l’Escherichia coli 0157:H7. In 21 stati per lo meno 183 persone si sono prese la salmonella mangiando nei ristoranti pomodori andati a male. A New York, nel New Jersey ed in altri stati, più di 160 individui si sono dovute curare per l’E.coli dopo aver assunto cibo nei locali della catena Taco Bell.
I consumatori rischiano sempre più di prendersi una qualche intossicazione alimentare. L’idea che ogni pasto sia immune da rischi di contaminazione, cioè privo di germi e assolutamente sterile è una fantasia che potrebbe far sorridere perfino Howard Hughes. Ma la sicurezza del nostro cibo potrebbe migliorare più di quanto avvenga oggi.
Ogni anno, secondo il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie, l’ingestione di alimenti avariati fa ammalare 76 milioni di Americani, è causa di ricovero ospedaliero per 325.000 individui e per 5.000 persone è spesso causa di morte.Il problema è che il governo non finanzia adeguatamente un sistema preposto alla sicurezza alimentare, quindi scarsamente organizzato è più interessato a servire gli interessi privati che a tutelare la salute pubblica. E’ ora che il nuovo Congresso a maggioranza democratica inverta la oramai decennale carenza legislativa in fatto di sicurezza alimentare, fronteggiando le minacce del 21 secolo.
Un centinaio di anni fa, le aziende si facevano le regole da sé. Potevano vendere caramelle colorate con pericolosi metalli pesanti. Le aziende addette alla conservazione della carne quotidianamente macellavano “bestiame caratterizzato dalle 4M”, trattavano indifferentemente animali morti, morenti, malati o menomati.
La pubblicazione, avvenuta nel 1906 del romanzo di Upton Sinclair, “La Giungla” – con descrizioni di mattatoi pieni di carne rancida e infestati da ratti – ebbe il merito di sollevare un’ondata di indignazione pubblica riguardo al problema della sicurezza alimentare. Anche se l’autore del libro era un provocatore socialista, un presidente repubblicano, Theodore Roosvelt, lo lesse con vivo interesse.
Roosvelt, dopo aver verificato la fondatezza delle denunce di Sinclair, iniziò la sua battaglia contro le aziende alimentari, di trasformazione e conservazione con l’intento di proteggere i consumatori americani dal comportamento irresponsabile delle aziende. Egli infatti sosteneva che una cattiva pratica commerciale è nociva agli affari. Dopo essersi battuto in Congresso, Roosvelt ottenne l’approvazione della Legge Ispettiva sulla Carne e La Legge quadro sulle sostanze alimentari del 1906.
I decenni successivi non furono certamente caratterizzati da una situazione idilliaca e si assistette a regole non propriamente prive di difetti. Eppure, il variegato sistema nazionale dell’industria alimentare insieme ai diversi tipi di agricoltura, hanno limitato in un certo qual modo la diffusione di epidemie. Il fatto stesso che la macellazione avvenisse in migliaia di piccoli mattatoi mentre i diversi ristoratori, per preparare i pasti, facessero ricorso ai freschi prodotti locali riduceva la possibilità per delle persone di ammalarsi.
Al contrario nel corso degli ultimi 40 anni, la spinta all’accentramento da parte della industria alimentare ha aumentato di gran lunga la possibilità di diffusione di gravi epidemie. Attualmente negli Stati Uniti gran parte della carne di manzo consumata da circa 300 milioni di americani viene macellata in 13 mattatoi.
L’industria del fast-food per avere a disposizione prodotti omogenei ha favorito la centralizzazione in ogni settore agricolo. Frutta e vegetali vengono coltivati, e quindi impacchettati e trasportati alla stregua di beni industriali. A causa di ciò, una piccola contaminazione può diffondersi facilmente a macchia d’olio e colpire molto lontano rispetto al punto iniziale. La presunta fonte di E.Coli è stata riscontrata in New Jersey, nel centro di distribuzione della Taco Bell, che rifornisce infatti più di 1.100 ristoranti del Nord-est del paese.
Mentre crescono le minacce alle scorte alimentari, non si assiste ad un rafforzamento delle misure di sicurezza alimentare. Dal 2000, le industrie addette all’impacchettamento di carne e di alimenti destinati ai fast-food hanno contribuito con circa 4/5 delle loro donazioni alla campagna elettorale dei Repubblicani. In cambio di ciò, queste industrie hanno ottenuto il controllo delle agenzie create per regolare il loro operato.
L’attuale capo dello staff del Dipartimento dell’Agricoltura, era in precedenza a capo dell’industria produttrice di carne bovina. Il responsabile della Food and Drug Administration, si occupava fino a qualche tempo fa dell’associazione nazionale degli industriali addetti alla trasformazione alimentare.
Nella F.D.A. i tagli nello staff e nei bilanci hanno prodotto una riduzione nelle ispezioni passando dalle 35 mila degli anni 70 alle attuali 3.400. Lo stesso numero di ispettori alle dipendenze del Dipartimento dell’Agricoltura ha subito un ridimensionamento passando da 9.000 unità a 7.500.
Una relazione effettuata dai Consumatori e pubblicata la scorsa settimana, ha evidenziato l’effetto di tali politiche commerciali: l’85 per cento del pollame acquistato nei supermercati diffusi su tutto il territorio nazionale è stato trovato contaminato da pericolosi batteri.
A parte l’inadeguato finanziamento e talvolta lo scorretto comportamento delle aziende, il sistema di sicurezza alimentare americano è ostacolato da controlli burocratici che si sovrappongono l’uno con l’altro. Attualmente una dozzina di agenzie federali si occupano di verificare le inosservanze delle norme sulla sicurezza alimentare. Il Dipartimento dell’Agricoltura è responsabile sia della carne, del pollame e di alcune prodotti avicoli, mentre la F.D.A. è responsabile per quasi tutti gli altri prodotti.
Strani regolamenti in conflitto spesso tra loro, indicano quale agenzia debba esercitare il controllo. Quando si tratta di controllare le uova, interviene la F.D.A.; se le uova sono lavorate interviene allora il Dipartimento dell’Agricoltura. Se ad esempio un sandwich con il prosciutto è preparato con due fette di pane, scatta il controllo della F.D.A. – se si tratta di un sola fetta di pane, è il Dipartimento dell’Agricoltura ad occuparsene. Un’industria produttrice di sandwich regolata dal Dipartimento dell’Agricoltura viene solitamente ispezionata ogni anno, invece la F.D.A. effettua i suoi controlli ogni cinque anni.
Nessuna delle due agenzie però ha il potere di bloccare la distribuzione dei prodotti (ad eccezione di quelli destinati all’infanzia) o multare le industrie per la scadenza dei prodotti o per altre inadempienze. Quando poi la causa dell’epidemia è incerta, non si capisce quale sia l’agenzia incaricata di condurre le indagini.
Lo scorso anno, la rappresentante Rosa DeLauro del Connecticut ed il Senatore Richard Durbin dell’Illinois, entrambi Democratici, hanno apportato un importante contributo legislativo disciplinando e cercando di risolvere questi problemi. La loro legge, “Alimenti Sicuri (Safe Food)” prevede un’unica agenzia preposta alla sicurezza alimentare in grado di esaminare ed individuare, in ogni fase della produzione alimentare, sostanze patogene pericolose, e capace di formulare richiami e sanzionare multe a quelle aziende che intenzionalmente mettono in commercio cibo contaminato.
Grazie al lavoro di questa agenzia verrebbero eliminati gli ostacoli burocratici ed in America sarebbe così possibile avere, un unico responsabile della sicurezza alimentare. Ciò faciliterebbe una veloce ed effettiva risposta non solo alle epidemie verificatesi lo scorso autunno ma riuscirebbe a controllare preventivamente qualsiasi atto di deliberato bioterrorismo diretto alle risorse alimentari.
Il Safe Food Act merita un forte sostegno bipartisan. A parte i pareri contrari dei lobbyisti dell’industria alimentare e dei loro alleati in Congresso, c’è ovviamente poco sostegno per chi vende cibo contaminato. Del resto, quale che sia la scelta politica di ognuno, repubblicano o democratica, tutti dobbiamo pur sempre mangiare.
Eric Schlosser è l’autore di Fast Food Nation e Reefer Madness.
Eric Schlosser
Fonte: http://www.nytimes.com/
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11.12.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di A.G.