DI URIEL
Wolfstep
Quella che ci avviamo a vivere e’ la piu’ grande ristrutturazione economica della storia. Sebbene io pensi che il risultato finale sara’ positivo, e’ inutile farsi delle illusioni: sara’ dolorosa. Moltissimo. Vediamola in fasi.
E’ necessaria, prima, una premessa. L’economia industriale dell’occidente si e’ basata su un fenomeno mai visto prima: il gigantesco disavanzo commerciale americano.
Di fatto, l’intero occidente ha lavorato per sostenere il ritmo assurdo dei consumi americani. Gli americani hanno prodotto sempre di meno, e comprato sempre di piu’. Poiche’ producevano di meno si sono strutturati per abbandonare i vecchi lavori (o farli fare ad altri) e si sono inventati nuovi lavori, il cosiddetto “nuovo terziario”.
L’industria militare e’ stata l’unica industria ancora totalmente americana, ed e’ stata l’unica a produrre vere innovazioni, che si sono poi riflettute sul resto dell’industria.
I paesi che vendevano prodotti sofisticati agli americani poi dovevano comprare manodopera e materie prime da altri paesi, quelli in via disviluppo. Si e’ creato qualcosa di simile ad una catena alimentare, che potrei chiamare catena consumistica. In cima gli americani che consumano chomp chomp chomp stampando dollari a non finire, seguiti dal resto dell’occidente che produce quello che gli americani consumano e mangia anche lui chomp chomp chomp, anche se di meno. Poi il terzo mondo, che vende materie prime e manodopera ai paesi che producono, e mangia assai poco.
Questa filosofia, nel tempo, ha letteralmente affondato l’economia americana, perche’ stampare soldi non funziona.
L’anno prossimo Obama dovra’ mettere mano a tutto questo. Ha gia’ annunciato che lo fara’. Le prime 200 leggi sono gia’ in visione dei relatori del senato, e parlano di “protezionismo”. Che non e’ protezionismo, e’ semplicemente un ritorno ad un regime normale.
Cioe’, una maggioranza di prodotti fatti in loco, e una minoranza di prodotti di importazione. Che effetti avra’ questa riconversione sul resto del mondo? E specialmente, sull’ Italia?
Andiamo anno per anno.
2009:
Le PMI italiane moriranno come mosche. E’ inutile illudersi: la PMI non e’ un modello vincente ma un modello distorto. Essa rinuncia ai vantaggi economici della produzione su scala perche’ il mercato e’ cosi’ distorto dalla domanda di 300 milioni di americani chomp chomp chomp, e produrre su scala risparmiando sui costi e’ secondario rispetto all’agilita’ con cui si inseguono i capricci di un mercato schizofrenico.
Ma questo mercato distorto da soldi falsi stampati dalla finanza e’ finito. Presto i consumatori compreranno meno, e compreranno prodotti che considerano duraturi. Il che significa obsolescenza minima. Il che significa produzione di scala in qualita’.
Non ci illudiamo quindi: il triveneto con le sue PMI sta per passare una pessima annata. L’intero modello PMI sta per darci una bruttissima notizia: che non funziona se non droghiamo l’economia con una valanga di soldi falsi.
La seconda brutta notizia del 2009 verra’ dalla grande distribuzione. Si tratta di un business legato alla globalizzazione, cioe’ alla possibilita’ di comprare beni a basso costo in quantita’ qualsiasi. Non appena scatteranno le barriere protezioniste, e le relative ritorsioni a catena, questa cuccagna finira’.
Se fossi uno che ha un “conto coop”, ritirerei i soldi. Tra parentesi lo farei comunque, perche’ la coop non essendo una banca non ha garanzia di fondo interbancario. Certo, poi i soldi finiscono alla Unipol Banca, ma ce li mette coop. Insomma, se coop va in merda Unipol caccia i vostri soldi per pagare i creditori di coop. E voi, ciccia.
Comunque, per la grande distribuzione il 2009 sara’ un bagno di sangue. Chiuderanno quasi tutti i punti vendita periferici. Il che significa che stanno per tornare i negozi. Ma non i negozi stile “sgommata etnica solidale”, parlo dei negozi tipo “Da Ciccio”, quello che vi da’ la mortadella e due etti di parmigiano.
Questa contrazione si fara’ sentire fortissima nel 2009 ma continuera’ sino al 2012. Ma il bagno di sangue sara’ il 2009. Vedrete fallire e chiudere come se piovesse.
E i servizi, si. L’attuale distribuzione di manodopera e’ assolutamente drogata. Drogata da fiumi di soldi falsi stampati dalle banche. Il 5% di addetti all’agricoltura, il 30% di addetti all’industria e il 65% di addetti ai servizi e’ una cosa che puoi permetterti solo se stai stampando soldi falsi. Cosa che abbiamo fatto.
Una nazione normale, cioe’ sensatamente materialista, ha qualcosa come un 20% di addetti all’agricoltura, un 40% di addetti all’industria e un altro 40% di addetti ai servizi. Se intendiamo anche produrre energia e carburanti per via agricola, allora contiamo tranquillamente un 30% di addetti all’agricoltura e prime trasformazioni varie, un 40% di addetti all’industria e un 30% di servizi.
Il che significa che la meta’ delle aziende del settore “servizi”, cioe’ il terziario, e’ spacciata. Sin da ora, e la strage avverra’ sempre nel 2009.
Come potete vedere, il 2009 sara’ doloroso. Dolorosissimo. Ci saranno tensioni sociali di ogni genere. Certo, tutti quelli che sono spacciati proveranno a salvarsi in tutti i modi.
Chiederanno soldi allo stato. Tenteranno di importare manodopera a costo ancora piu’ basso. Ma non servira’ a nulla, perche’ manchera’ loro la liquidita’ , e specialmente la domanda.
Questa e’ la prima fase. Se ne intravedono i prodromi, iniziera’ veramente con la presa di potere di Obama, quando iniziera’ a firmare i 200 provvedimenti dei primi cento giorni. Fara’ un male boia.
2010:
dal marzo del 2010 la ristrutturazione iniziera’ la fase risalente. Le PMI dei cantinari saranno quasi scomparse, quelle “medie” saranno state comprate da grandi gruppi, quelle “buone” si saranno aggregate a grandi gruppi o saranno state comprate a loro volta.
Questo permettera’ all’industria di dedicarsi alla vasta scala, il che significa che si saturera’ il mercato nazionale e ricominceranno alcune esportazioni. Ma essendo produzione su vasta scala non assorbira’ cosi’ tanti addetti, e la guerra sara’ sui prezzi, cioe’ sull’automatizzazione della produzione. Si’, aumentera’ di qualcosina, ma non troppo.
Gli addetti all’industria inizieranno ad aumentare, ma non quanto vorremmo, e specialmente non saranno in grado di sostenere il crollo del terziario.
In compenso iniziera’ a crescere il comparto agricolo, si vedranno i primi giovani aprire aziende agricole, e si vedranno calare le importazioni di prodotti agricoli stranieri. Attenzione: non sto parlando dell’agricoltura sgommotronic da 50 euro a pannocchia ecologica biologica fighetta, parlo di quella che vende mais a tonnellate.
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2011-2012
Entro questa data la ritrasformazione sara’ almeno arrivata ad essere evidente, e i suoi termini saranno noti. Piu’ piccoli negozi ovunque, piu’ piccoli artigiani ovunque, (spesso stranieri) , meno PMI e piu’ industrie, un ceto medio di piccoli commercianti ed artigiani, e per la prima volta un ceto medio di agricotori.
Non sara’ ancora completa, ovviamente, perche’ richiedera’ 10-15 anni. Paradossalmente, il maggiore ostacolo sara’ culturale. Mi riferisco a tutti quei giovani cresciuti nel mondo del grande sogno drogato da soldi falsi, che hanno creduto nel mondo sgommotronico che vedono su MTV.
Parlo dei loro genitori, di quelli che “mio figlio a zappare la terra? MAI!”. Di quei milioni che si sentono naturalmente destinati alla ricerca. All’arte. Alla musica. Allo spettacolo.
Bene, guardate quella zappa. E’ con ogni probabilita’ il futuro. Nostro, e forse anche mio. Potete farci ricerca sopra, potete dipingerla o cantarla, ma una cosa e’ quasi certa: finiremo con l’usarla.
Oh, visto il mio lavoro e’ probabile che con la zappa ci finiro’ anche io: la differenza tra voi e me e’ che io non mi ci oppongo culturalmente. Non trovo che fare il contadino sia umiliante rispetto a fare l’informatico. Non mi sento umiliato o diminuito in questo. E quindi, saro’ tra i primi a convertirmi alla zappa, senza troppi mugugni.
E quando arriverete voi, i posti migliori saranno gia’ occupati. Da quelli che non hanno creduto al sogno.
Ovviamente tutte queste previsioni sono soggette alle consuete variabili imprevedibili. Per esempio, il crollo della domanda mondiale (lo stesso che sta riducendo i costi del petrolio) dara’ un durissimo colpo alle economie emergenti come quella cinese.
Questo nella storia e’ stato causa di conflitti regionali, cioe’ di guerre. Una guerra in Asia e’ un’incognita, se pensiamo che potrebbe riguardare la Russia, che ci fornisce di energia.
E questa e’ solo una delle incognite. Ce ne sono altre, ovvero la nascita di qualche ideologia politica, piuttosto che qualche scoperta scientifica.
Cosi’ come mi lascia perplesso il perdurare di scarsa liquidita’ in Europa. Non c’e’ alcun motivo strutturale o materiale perche’ questo accada. Che cosa stanno aspettando? Tengono i soldi nel cassetto PERCHE’?
Temono davvero il crollo delle carte di credito? O quello degli Hedge Funds? Ecco, queste variabili sono sufficienti a stravolgere quanto detto prima.
Su questi fattori, ovviamente, non e’ possibile fare previsioni.
Uriel
Fonte: www.wolfstep.cc
Link: http://blog.wolfstep.cc/index.php?subaction=showfull&id=1227229842&archive=&start_from=&ucat=48&
20.11.2008