Ancora crimini di guerra
DI BRIAN CLOUGHLEY
Consentitemi una breve descrizione. C’è un soldato americano ferito, disarmato, inoffensivo, sanguinante e semisvenuto sul pavimento di una chiesa di un paese con il quale gli USA sono in guerra. Ecco che un soldato del paese nemico si avvicina al ferito. Si dà il caso che sia presente anche un cameraman, il quale riprende il soldato nemico che grida: “Il maledetto fa finta di essere morto!” Gli fa eco un commilitone: “Respira ancora.” L’altro ripete: “Il maledetto fa finta di essere morto.” E gli manda una raffica di mitra che gli fa saltare la testa facendo schizzare sangue ossa e carne in tutta la stanza. Un soldato commenta: “ Adesso si che è morto.”Domanda n. 1: Quale pensate possa essere la reazione degli americani davanti all’assassinio di un proprio soldato ferito, disarmato, inoffensivo, semisvenuto, disteso sul pavimento di una chiesa di un paese straniero?
Domanda n. 2: Quale pensate sia stata la reazione degli americani davanti all’assassinio di un combattente iracheno ferito, disarmato, inoffensivo, semisvenuto, disteso sul pavimento di una moschea del suo paese?
Risposta alla prima domanda: Quella della massima indignazione pretendendo che il colpevole venga giudicato e giustiziato, non importa che cosa per prima.
Risposta alla seconda domanda: Nessuna reazione.
La scena descritta è vera ed è stata ripresa da un giornalista della CBS. E’ tutto registrato. Senza dubbio si è trattato di un crimine di guerra. Il filmato è stato trasmesso da tutti i canali televisivi mondiali, (1)meno la parte finale dell’omicidio, perché era troppo orribile anche per un pubblico ormai abituato alle scene di omicidio più esplicitamente brutali. A nessuno è venuto in mente di condurre un sondaggio per conoscere come gli americani avrebbero giudicato l’accaduto. Le emittenti TV hanno parlato solo di “un incidente”, e poi non se ne è parlato più. Perché, a dirla brutalmente, la vita di un americano vale molto di più della vita di un iracheno. Per molti americani il marine che ha compiuto il gesto è da considerarsi un eroe. Se non ci credete continuate a leggere.
___________________________
Torniamo a un altro “incidente”. La notte del 4 marzo una pattuglia di soldati USA ha aperto il fuoco contro un’automobile che si dirigeva verso l’aeroporto di Baghdad, causando la morte di un funzionario italiano. Le menzogne sono scattate immediatamente, e non c’è possibilità di scoprire come sono andate realmente le cose perché la versione dei testimoni è stata subito smentita da quella dei militari. Sicuramente questa sarà la versione ufficiale diffusa dai maggiori mezzi di informazione. Non c’è da meravigliarsi se i nostri mezzi di informazione si allineano subito alle versioni ufficiali. Il motivo è che i loro ascoltatori e lettori dubitano automaticamente di tutto ciò che proviene dall’esterno o dai pochi mezzi indipendenti oggi rimasti, e non si sentono a proprio agio quando qualcosa fa ombra al comportamento dei loro soldati. Qualunque critica, anche se si tratta di un brutale omicidio comprovata da testimonianze di prima mano, viene considerata imperdonabile e anti-patriottica. E se ai lettori non piace che certe cose vengano loro ricordate, agli inserzionisti pubblicitari piace ancora meno e sono subito pronti a ritirare le loro pubblicità. In breve: la diffusione delle notizie negli USA è condizionata da due grossi fattori: gli introiti pubblicitari e, in premessa, i pregiudizi del pubblico. I pubblicitari, a loro volta, ricevono le pagine di pubblicità da fanatici veramente sgradevoli.
Si tratta di gente come la bell’anima che ha commentato l’omicidio del funzionario italiano e il ferimento della giornalista che stava scortando verso la libertà (si tratta della libertà di Bush, accompagnata da libere schegge e pallottole) in questo modo:
“Peccato che i soldati non abbiano ficcato una pallottola in testa anche alla giornalista facendola finita con questa gente che procura solo guai…Postato da bpb901, 5 marzo.”
Basta dare un’occhiata all’inondazione di messaggi deliranti nei blogs della destra per rendersi conto che in America ci sono milioni di persone che la pensano esattamente come bpb901. Lui, o lei, non rappresentano certo una eccezione. Disconnessi e dementi, si; bisognosi di un trattamento psichiatrico immediato, certamente; ma eccezioni: proprio no. (Teniamo presente The Economist del 5-11 marzo, dove appare una statistica in base alla quale risulta che “ si può diagnosticare che un americano su cinque soffra di disturbi mentali”.)
L’incidente in gennaio di Tal Afar dove soldati americani uccisero il padre e la made di sei figli. Foto di Chris Hondros
Torniamo a un altro “incidente” accaduto a gennaio a Tal Afar, (2) quando i soldati hanno ucciso i genitori di sei figli che viaggiavano con loro. Era presente il fotografo della Getty Images, Chris Hondros, che ha descritto così il massacro:
“Mentre ci avvicinavamo a un incrocio qualcuno ha gridato “Sta arrivando una macchina”. La macchina si trovava a circa 100 metri di distanza. La macchina continuava a avanzare, dal mio posto non potevo vedere niente però si capiva dal motore che stava accelerando anziché rallentando. Ora si trovava a circa 50 yarde da noi. Qualcuno ha urlato: “Fermata quella macchina.” contemporaneamente sono partiti dei colpi che sembravano di avvertimento—uno staccato, una corta raffica. Però la macchina ha continuato il suo cammino. E poi, in meno di un secondo, un cacofonia di spari, proiettili che rimbalzavano, fischiavano da tutte le parti. Sceso sul marciapiedi potevo vedere chiaramente il tergicristallo della macchina pieno di colpi. L’autista era un uomo colpita da tanti proiettili che la testa si era staccata, il suo corpo appariva orribilmente mutilato. A fianco giaceva morta anche una donna… i figli allineati su un muro continuavano a piangere e a gridare, mentre alcuni soldati cercavano di calmarli o di occuparsi delle loro ferite… la figlia adolescente ha cominciato a gridare: “Perché ci avete sparato? Non abbiamo armi. Stavamo solo tornando a casa!”
Siamo al corrente di quanto è accaduto perché era presente alla scena un fotografo che ci ha fornito la prova di quello che è successo. La stessa cosa vale per il prigioniero ferito e ucciso. L’episodio del funzionario italiano è diventato pubblico perché aveva con sé un ex ostaggio di alto profilo che è sopravissuto e ha potuto raccontare quello che è successo. Se però questi episodi non avessero avuto testimoni indipendenti nessuno avrebbe saputo niente. Sarebbero svaniti nel nulla come innumerevoli altri episodi di simili atrocità che si sono verificati dentro e fuori di molte città. Secondo il Washington Post del 7 marzo le autorità americane “ si sono rifiutate di calcolare quanti civili… sono stati uccisi per sbaglio nei posti di controllo o altrove da parte delle loro truppe”. Non c’è da meravigliarsi dal momento che, malgrado un numero imprecisato di iracheni sia stato vittima dei tiri colpevoli degli americani, le testimonianze degli iracheni relative a episodi terribili come questi vengono sistematicamente ignorati. C’è troppa gente con la mentalità del mentecatto che ha scritto: “Peccato che i soldati non abbiano ficcato una pallottola in testa anche alla giornalista facendola finita con questa gente che procura solo guai…” o che non venga nemmeno sfiorata dall’idea che l’assassinio di un combattente ferito da parte di un eroico marine sia condannabile. Non pensano nemmeno che siano criticabili i soldati che hanno tolto i genitori a sei bambini. E’ una cosa terribile ma bisogna riconoscere che ci sono milioni di americani che lo nascondono, o lo fanno, ma vorrebbero applaudire a gesti come questi. Comunque nel caso del funzionario italiano sembra che si trovino un po’ fuori sintonia con il loro squilibrato eroe, Bush.
Dopo l’incidente che ha provocato la morte del funzionario e il ferimento dell’ostaggio sia Bush che Rumsfeld si sono umiliati con l’inquisito Primo Ministro Italiano, Berlusconi,. Non appena diffusa la notizia dall’Air One è partita una telefonata di scuse per Roma, mentre i mezzi di informazione al servizio di Bush trasmettevano la solita immondizia sulla macchina che era stata attaccata dalle “forze della coalizione”. (Questa definizione viene utilizzata correntemente dai seguaci di Bush per nascondere che i soldati USA si sono dimostrati ancora una volta incompetenti.). Bush ha espresso all’inquisito Berlusconi “il suo rammarico per l’incidente che si è verificato” assicurandolo “che ci sarà un’indagine completa sull’accaduto.” Però nel caso di iracheni non si è mai parlato di indagini. Per l’esercito e per milioni di americani tragicamente alienati gli iracheni non sono persone.
La vita degli iracheni non conta nulla. La stessa cosa accadeva nella Germania di Hitler, quando i Nazisti consideravano alcuni settori della popolazione (Ebrei, zingari e altri elementi antisociali)
come “untermenschen” (3) — sub umani – la stessa cosa fanno le nostre truppe e i pazzi fanatici assetati di sangue quando definiscono gli iracheni “teste di stracci” – sub umani. Il regime nazista è stato fondato e costruito da gente che la pensava sul tipo ““Peccato che i soldati non abbiano ficcato una pallottola in testa anche alla giornalista facendola finita con questa gente che procura solo guai…” Se la gente procura guai, bene, non bisogna cercare di vivere con loro; non bisogna cercare di capirli; non bisogna trattarli come esseri umani: basta sparargli, o torturarli. O tutte e due. Ma che diavolo? Il ragionamento è che sono diversi dal popolo superiore americano e quindi non devono esistere.
L’atteggiamento di milioni di americani è esattamente quello dei sostenitori del fascismo negli anni ’30 e ’40. Essi pensavano di appartenere a una Razza Superiore con il diritto di trattare le popolazioni di intere nazioni da esseri inferiori, e nel fare ciò si sentivano orgogliosi.
L’attuale ondata di isterismo intollerante, fa apparire i lunghi anni delle persecuzioni Maccartiste un fenomeno benigno, perché l’idea che Bush e i suoi accoliti hanno instillato negli americani è che i cittadini americani sono superiori a tutti e che non devono rispondere a nessuno. Non è ammessa nessuna debolezza né l’idea di uguaglianza. La legge internazionale e i trattati vengono ignorati o trattati con disprezzo, mentre la dignità umana ha perso ogni valore. L’isterismo ultra-nazionalistico ha ormai preso piede e sta guadagnando terreno.
L’artefice della scivolosa strada verso il totalitarismo ha chiamato a raccolta i suoi cittadini e essi hanno risposto con entusiasmo al suo incitamento. Le truppe USA e i loro accoliti stanno commettendo crimini di guerra in tutto il mondo su una scala senza precedenti, ma il crimine più grosso sta avvenendo a Washington: stanno pervertendo l’anima degli americani.
Brian Cloughley
Fonte:www.informationclearinghouse.info
Link:http:/www.informationclearinghouse.info/article8214.htm
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Vichi