LA PENTOLA LA PAGA BUSH

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DI MARTIN SAMUEL

Islam Karimov, il Presidente dell’Uzbekistan, getta persone vive nell’acqua bollente. Perché? Per la stessa ragione per la quale Saddam Hussein gettava i suoi nemici nel tritacarne: perché, all’epoca, lo poteva fare.
Quando siete compari dell’Occidente ve la caverete sempre, anche se siete degli omicidi. E che omicidi!

E’ sorprendete come Karimov abbia tempo per governare, dal momento che passa tutta la giornata a inventarsi nuovi metodi per andare a caccia, arrostire, ammorbidire, affumicare, mettere alla fiamma i propri cittadini fino alla morte. Oggi l’Uzbekistan di Karimov è leader mondiale nel campo della tortura, la scelta è molto ampia: acqua bollente, scosse elettriche, maschere a gas, annegamenti, stupri, fucilazioni, pestaggi a morte.

La CIA non può trovare un negozio migliore, ecco perché c’è un misterioso jet Gulfstream 5 che consegna regolarmente i terroristi dell’Afghanistan per farli interrogare e, forse, farli cucinare.

Craig Murray, ex ambasciatore inglese, l’anno scorso ha rivelato tutto e così il noto socialista Tony Blair ha agito immediatamente, licenziandolo.

Gli avvertimenti di Murray oggi sono più validi che mai, dal momento che vengono confermati e amplificati dalle centinaia di cadaveri che si trovano nelle strade di Andijan. Venerdì scorso l’esercito uzbeko ha aperto il fuoco sulla folla disarmata con tale ferocia brutale che il mondo finalmente si è svegliato davanti alla malvagità del miglior nuovo alleato nella guerra al terrore.

Jack Straw, segretario per gli affari esteri, ha definito gli avvenimenti “un chiaro abuso dei diritti umani”, sto dicendo sul serio. Ma ha evitato di far sentire la sua voce agli alleati americani. Nessuna sorpresa. Se avessero voluto conoscere la sua opinione, glielo avrebbero certamente chiesta.

Vivi e non impari, sembrerebbe la morale di questa storia. Karimov può anche essere un despota maligno, omicida, brutale però si tratta del nostro despota maligno, omicida e brutale così, come Saddam, può mettere a bollire, nel tritacarne, nelle camere a gas chi vuole, fino a quando non ci saremo stancati di lui. Saddam si trovava nel posto giusto, condivideva con noi la sua ostilità contro l’Iran nel momento giusto e così l’Occidente lo ha armato fino ai denti nel nome della causa.

Karimov, un losco individuo della gerarchia sovietica regionale ancora prima dell’indipendenza del 1991, si trova sotto un’altra bandiera di convenienza. Ha paura dell’islam, è ricco di gas e petrolio e si trova a poca distanza dall’Afghanistan. Una base americana, costruita con il permesso di Karimov
a Khanabad, ora sta proteggendo l’oleodotto americano che porta l’oro nero dall’Asia Centrale attraverso l’Afghanistan al mare. Non è strano che tutti i compari dell’Occidente abbiano qualcosa in comune? Come le celebrità finiscono con il legarsi ad altre celebrità così anche l’Occidente si trova sempre legato con personaggi immersi fino al ginocchio nelle quattro stelle.

L’unica ragione per la quale l’Occidente ha dovuto liberare il popolo iracheno era che il suo aiuto militare e economico al corrotto governo di Saddam Hussein aveva impedito loro di liberarsi da soli. Così è anche per l’Uzbekistan. Quando Kabuljon Parpiyev, uno dei leaders della fallita protesta a Andijan, ha parlato con Zakir Almatov, ministro uzbeco dell’interno, gli è stato risposto, “Non ci importa se 200, 300 o anche 400 persone verranno sacrificate, noi abbiamo la forza.”. E’ quindi il sostegno che gli viene accordato dall’Occidente che rende Karimov arrogante e sicuro. Nel mondo ci sono molti paesi che vorrebbero scegliere la libertà e la democrazia se soltanto i drogati-della-libertà glielo permettessero.

Nel 2002 gli Stati Uniti hanno fornito all’Uzbekistan 500 milioni di dollari in aiuti, rispetto a 36 milioni di dollari di quattro anni prima, di cui 120 milioni sono andati all’esercito e 79 milioni alla famigerata SNB, e cioè alla polizia segreta di Karimov. E’ stata la SNB che ha immerso Muzafar Avazov nell’acqua bollente, fino a farlo morire, dopo averlo picchiato e avergli strappato le unghie.

Il destino del suo compagno Husnidin Alimov non può essere nemmeno immaginato, dal momento che il governo non ha dato il permesso di vedere il suo corpo.

E’ stato sempre la SNB che ha condannato a sei anni di lavori forzati la madre di Avazov, di 63 anni, Fatima Mukhadirova, perché ha rivelato al mondo l’assassinio del figlio. (E’ stata rilasciata il giorno precedente alla visita di Rumsfeld che ha esaltato: “la meravigliosa cooperazione che abbiamo ricevuto dal governo dell’Uzbekistan” nella guerra contro il terrore.)

Così la libertà che la preziosa coalizione dice di esportare nel mondo non è proprio la vera libertà.

Piuttosto la libertà viene respinta indietro, dal momento che si cospira con i sadici che la tolgono. La libertà di cui hanno goduto gli iracheni durante le elezioni di gennaio era una libertà dettata dagli alleati, non da loro. Considerato lo spaventoso costo umano si potrebbe pensare che Bush e Blair dovrebbero avere imparato dai loro errori per non ripeterli, invece no, nelle ultime elezioni in Uzbekistan non esistevano partiti di opposizione e i loro governi non hanno imposto nessuna restrizione alle armi.

L’Occidente ha creato questi piccoli mostri, Saddam, Karimov e il generale Manuel Noriega, i quali hanno fanno il lavoro sporco per suo conto, solo fino al momento in cui non è più conveniente, dopo di che l’Occidente si vendica e si veste di indignazione morale, o di “enduring freedom”. C’è gente che crede ancora che la guerra in Irak, quali che siano i veri motivi, possa essere giustificata con le libere elezioni e la sostituzione di Saddam.

Si, però se si trattasse di una politica coerente. Se l’agenda occidentale comprende la diffusione della democrazia in tutto il mondo, allora non può andare a letto con un tiranno come Karimov. Se invece è così, allora ogni buona intenzione dell’Irak è superata dal fetore di morte e ipocrisia che emana dall’Asia Centrale.

Le cose stanno così, la guerra al terrore riserva un posto di riguardo per un uomo la cui idea di governo consiste nell’allestire una pentola per dissidenti.

Martin Samuel
Fonte:www.unison.ie/

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da VICHI

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