Non è più il momento dei grandi proclami propagandistici, da ovunque provengano.
La pazienza degli utenti dei vari social e delle persone comuni è davvero finita. A nessuno viene più permesso di raccontare frottole, perché i fatti che caratterizzano la nostra quotidianità hanno ormai preso il sopravvento, e ci danno un quadro chiaro di come stanno veramente le cose.
Dalle questioni legate all’immigrazione selvaggia, e il disagio che provoca nelle nostre città e le reazioni “fai da te” di sempre più cittadini, o dalla propaganda della EU sulla guerra russo-ucraina, alla quale però pare evidente che nessuno presti più ascolto e infatti la classe politica italiana ha fiutato l’aria, per passare attraverso la rabbia di chi si è visto inondare la casa dalle piene dei fiumi da un anno all’altro, e arrivare a non comprare manco mezza auto elettrica perché le politiche green sono indigeste a tutti, fino ad arrivare alle censure applicate dai social per tacciare i dissenso (e il buonsenso) di chi poneva dubbi sui vaccini covid, che ormai si inoculano in ben pochi, tutto alla fine ci parla di italiani che basta, non ne possono più e lo dicono a chiare lettere, senza freni e in ogni modo possibile.
E così si moltiplicano video di denuncia, di protesta, post sarcastici se non aggressivi nei confronti di chi, ancora una volta, vorrebbe raccontare le cose come NON stanno. E tutti con larghissimo seguito.
I giornali, le televisioni caricano la dose di verità non dette, se non addirittura di menzogne, seguendo tutti la stessa velina. Vorrebbero distorcere i fatti, gli autorevoli commentatori televisivi e del web. Ma il risultato, ormai, va oltre la loro previsione: pochi li ascoltano, molti li incalzano, taluni li insultano.
Le persone comuni, quelle che davvero vivono le difficoltà del quotidiano, non accettano più sermoni e predicozzi, e lasciano soli, nella loro torre d’avorio, coloro che pretendono di avere la verità in tasca. Si dimezza a dire poco la fiducia nei confronti delle classi dirigenti di ogni settore, incapaci troppo spesso di un pensiero che abbia concretezza e qualità.
La reazione è sotto gli occhi di tutti: le cosiddette fonti autorevoli, classe politica compresa, vengono ormai quotidianamente sommerse da un gigantesco, liberatorio e provvidenziale “Pernacchio” alla De Filippo, protagonista del celeberrimo episodio dall’Oro di Napoli, film diretto da Vittorio de Sica nel 1954.
Di questo parliamo nel dibattito di oggi, che verrà trasmesso sabato 28 settembre alle 14:30, su Lombardia TV, canale 80.
Buona visione!