LA PALESTINA VERSO L’ORA DELLA TECNICA CILENA DEL COLPO DI STATO

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DI JOSEPH MASSAD
Reseau Voltaire

Il colpo di Stato dell’11 settembre 1973 in Cile non è stato fatto in un giorno, ma è stato preceduto da un lungo lavoro preparatorio degli Stati Uniti. Per il professore Joseph Massad, un processo simile si svolge attualmente in Palestina, la direzione di Fatah vi sta giocando il ruolo un tempo assegnato alla destra cilena.

Prima che il governo statunitense subappaltasse ai militari cileni il rovesciamento del governo eletto democraticamente di Salvador Allende nel 1973, ha condotto a buon fine un certo numero di manovre importanti nel paese in vista del colpo di Stato dell’11 settembre.Questo includeva degli importanti scioperi, in particolar modo quelli dei camionisti che paralizzarono l’economia, delle manifestazioni di massa alle quali parteciparono le casalinghe e i bambini delle classi medie brandendo dei vasi e dei tegami esigendo cibo, la purga degli ufficiali dell’armata cilena che si opposero alla sospensione della democrazia ed all’introduzione di un governo fascista sostenuto dagli Stati Uniti, ed un’importante campagna mediatica contro il regime con la CIA che controllava le storie attraverso i giornali come El Mercurio e altri. Questo movimento poteva beneficiare dell’aiuto involontario del Partito Comunista e del Movimento Rivoluzionario di Sinistra ( MIR ) che criticavano e qualche volta attaccavano il regime di Allende per il suo allontanamento dalle posizioni di sinistra.
E’ importante preservare lo spirito dell’esempio cileno quando si guarda la situazione palestinese d’oggi, in quanto essa funziona come una sorta di video di formazione per dei colpi di Stato antidemocratici pianificati dagli Stati Uniti nelle altre parti del mondo.

Non solamente gli Stati Uniti ed Israele sostengono finanziariamente la preparazione pubblica di un colpo di Stato mediante la direzione di Fatah ( e nel caso d’ Israele, permettendone il trasferimento di armi alla Guardia Pretoriana del Presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas ), ma anche dei servizi di informazione di un certo numero di paesi arabi amici d’ Israele e degli Stati Uniti si sono recentemente installati a Ramallah, mostrando così apertamente e senza vergogna, la loro importante implicazione di lunga data nella gestione dei territori palestinesi.

La “delegazione” dei servizi d’ informazione di uno di questi paesi arabi ha affittato un edificio di diversi piani alfine di condurci le sue operazioni. Israele ha aiutato questo progetto fermando e arrestando i membri di Fatah che resistono alla politica collaborazionista di responsabili di alto livello.

Quanto alla direzione della stessa Fatah, essa ha periodicamente purgato i membri di Fatah che si opponevano alla sua politica e emarginato questi fra la Diaspora che continua a resistergli.

I responsabili del colpo di Stato di Fatah/Autorità Palestinese sono composti da Abbas e da un triumvirato : Mohamed Dahlan, Yasser Abd Rabbo e Nabil Amr.

– Dahlan è universalmente conosciuto come essere stato un militare corrotto, l’uomo degli Stati Uniti e d’Israele sul campo.

– Abd Rabbo ( o Yasser Abd Yasser, letteralmente “Yasser, fedele di Yasser” a causa della propria sottomissione ad Arafat ) è l’architetto degli Accordi di Ginevra, che riconoscono il diritto d’ Israele ad essere uno stato razzista e rigettante i diritti al ritorno dei rifugiati palestinesi. Egli ha recentemente confermato la posizione israeliana quando si è battuto con il ministro degli Affari Esteri del Qatar e della sua équipe al momento della loro ultima visita nei Territori occupati.

– Amr è l’anziano ministro dell’Informazione dell’ Autorità Palestinese, ed un anziano membro del Washington Institute for Near East Policy. E’ ugualmente lui che scrive i discorsi di Abbas e di Dahlan.

Abbas e questi tre uomini non hanno solamente organizzato i massicci scioperi dei delinquenti delle forze di sicurezza di Fatah che hanno armato per mantenere l’ordine nei territori a nome d’ Israele, e gli scioperi dei burocrati dei ministeri dell’ Autorità Palestinese, ma hanno ugualmente costretto un gran numero di Palestinesi, ivi compresi degli insegnanti e dei professori, sotto la minaccia delle armi, a fare scioperi contro Hamas, quando la maggior parte di loro aveva votato per Hamas e si rifiutavano di fare sciopero.

I Palestinesi che hanno combattuto nei decenni scorsi per vedere aperte le loro scuole e le loro università malgrado i blocchi draconiani degli Israeliani e la sospensione dell’educazione palestinese, sono in questo momento costretti a fermare il processo educativo palestinese con degli scioperi contro Hamas imposti da Fatah e dalle sue gang armate.

Inoltre, Abbas ed il triumvirato hanno organizzato a Ramallah delle manifestazioni di Palestinesi dei ceti medi, ivi comprese le donne di casa (casalinghe), che hanno portato i loro vasi ed i loro tegami, in una scena improntata a Santiago 1973, al momento delle manifestazioni contro Hamas.

La stampa controllata da Fatah, in particolar modo Al-Ayyam, fomenta la maggior parte della campagna di propaganda anti-Hamas in vista del colpo di Stato e gioca così lo stesso ruolo di El Mercurio in Cile. Al-Ayyam è aiutata nei suoi sforzi dall’intellighenzia palestinese anti-Hamas, di cui la maggior parte dei membri sono pagati dalle finanziarie del processo di Oslo. Questi vecchi Palestinesi di sinistra, come i loro alter-ego del Libano, sono meglio conosciuti oggi come dei sinistrorsi di destra, in quanto prendono delle posizioni di destra quando insistono sul fatto che sono sempre dei sinistrorsi che si basano su delle posizioni che tenevano negli anni ’80 e prima.

Il piano è che i dirigenti di Fatah/Autorità Palestinese facciano l’impossibile alfine di provocare Hamas. Essi sperano che quest’ultimo comincerà la guerra e che Fatah, con l’aiuto dei servizi d’informazione dei paesi arabi amici, e l’aiuto d’ Israele e degli Stati Uniti, schiacci Hamas e prenda il potere.

Il primo tentativo (non riuscito) ha avuto luogo quando il governo israeliano ha rimosso un terzo del governo di Hamas, dei ministri del Consiglio e dei membri del Parlamento, e li ha rinchiusi nelle prigioni israeliane. Questo non è stato sufficiente per far cadere Hamas. Poi ha avuto luogo l’incendio dell’edificio del Consiglio legislativo. I delinquenti di Fatah hanno anche incendiato l’ufficio del Primo Ministro, sparato sulla sua automobile, incendiato gli uffici di differenti ministeri a più riprese, ha minacciato senza tregua i ministri ed i parlamentari di Hamas che Israele non aveva fermato ed arrestato, e così via. Tuttavia, Hamas è saggiamente risoluta a non rispondere con la forza e che sia Fatah a lanciare una guerra globale per provocare il suo previsto colpo di Stato , ma non prima.

Il colpo di Stato previsto da Fatah inciampa non solamente sulla popolarità di Hamas e della sua vittoria elettorale ma ugualmente sulle capacità accresciute di Hamas a difendersi contro le forze di Fatah. Se gli Stati Uniti ed Israele hanno armato i delinquenti di Fatah sotto la regia di Arafat per superare la prima Intifada palestinese lasciando tutto invariato dalla resistenza all’occupazione dal 1994, oggi, Hamas è quasi ben armata come Fatah e può difendere i diritti dei Palestinesi resistendo all’occupazione israeliana ed ai collaboratori palestinesi.

E’ la che la situazione differisce considerevolmente da quella dei primi anni ’90.

Per compensare questo nuovo equilibrio di forze, il governo statunitense, secondo il giornale israeliano Ha’aretz, sta formando la Guardia Pretoriana di Abbas a Jericho da più di un mese con degli istruttori d’armi statunitensi, britannici, egiziani e giordani e fornisce loro delle armi in vista del confronto con Hamas. Il governo israeliano ha, a sua volta, recentemente approvato il trasferimento di migliaia di fucili dall’Egitto e dalla Giordania alle forze di Abbas. Gli Israeliani hanno ugualmente risposto alla domanda degli Stati Uniti affinché Israele autorizzi la Brigata Badr – una parte dell’armata di Liberazione della Palestina attualmente posta in Giordania – a dispiegarsi in Gaza. Queste tappe sono state concepite dal Generale Keith Dayton, il coordinatore statunitense della sicurezza nei territori occupati, che vuole che la Brigata Badr funzioni tanto come la forza di reazione rapida di Abbas all’interno di Gaza.

Più recentemente, gli israeliani hanno intensificato i loro bombardamenti ed i loro massacri in Gaza, l’ultimo a Beit Hanoun, assassinando più di 50 Palestinesi in qualche giorno.

Mahmoud Abbas ed il suo triumvirato di dirigenti esitano , attualmente, a lanciarsi in una guerra aperta per timore di una reazione pubblica. Essi preferiscono aggirare Hamas imponendo un governo”d’unità nazionale” che metterebbe Hamas progressivamente e pacificamente in disparte. Ma, Abbas ed il suo triumvirato perderebbero rapidamente la pazienza e non potrebbero contare su tutti i loro tradizionali sostenitori.

In effetti, nel corso di una riunione organizzata di fretta dal Comitato centrale di Fatah incentrato sulla diaspora che doveva svolgersi ad Amman tre settimane prima per ratificare i piani del colpo di Stato, i membri del comitato si sono opposti al colpo di Stato di Abbas, sostenuto dagli Stati Uniti e da Israele. Questo ha obbligato Abbas ad annullare la riunione utilizzando come pretesto menzognero l’assenza del quorum dei partecipanti.

Abbas è disperato e deve organizzare il colpo di Stato senza una preparazione preliminare. Così, gira voce che nei Territori occupati gli attacchi disperati commessi recentemente contro delle chiese cristiano-palestinesi sono state il lavoro di Fatah. I mandanti di queste azioni vorrebbero che i cristiani palestinesi ed il mondo nel suo insieme pensino che questi sono atti di Hamas in risposta alle dichiarazioni razziste del Papa contro l’Islam. Ora, Hamas ha duramente condannato gli attacchi. Alcuni nei Territori occupati pensano che Hamas stava dietro queste aggressioni ma la maggior parte sanno che questo è stato il lavoro di agenti clandestini.

Il piano di Fatah è semplice : laddove Israele ed i suoi alleati libanesi non hanno schiacciato gli Hezbollah nella sesta guerra, Fatah ed i suoi alleati israeliani riusciranno a schiantare Hamas, come se l’incessante guerra israeliana contro Hamas ed i Palestinesi divenisse una settima guerra globale. Le numerose visite di Condoleeza Rice nella regione in queste ultime settimane avevano la speranza di mettere la parola fine a questo piano. La direzione di Fatah ed i suoi delinquenti affilano i coltelli per la prova di forza. Hamas è rimasta calma a dispetto della pressione subita.

Attendendo, Ramallah propriamente detta ( all’esclusione dei villaggi circostanti ), continua ad essere una sorta di Zona Verde palestinese, e protetta, inoltre da squadre d’informazione israeliane e dei paesi arabi amici d’israele, dai Palestinesi pagati e protetti dal processo di Oslo, che si tratti della burocrazia di Oslo, dei suoi tecnici, ed i suoi intellettuali remunerati, o degli uomini d’affari e le classi dei ceti medi recentemente abituate al nuovo consumismo che la Zona verde può offrire. Questa vita opulenta differisce dalla vita del resto dei Palestinesi al di fuori di Ramallah che vivono nella miseria, nella fame, e sotto i bombardamenti degli Israeliani e gli attacchi dei selvaggi coloni israeliani, per non menzionare poi il non dare tregua da parte delle canaglie di Fatah. Ugualmente, alcuni degli intellettuali laici che si degnano di opporsi a Fatah dall’interno di Ramallah, sono tormentati in differenti maniere. Alcuni di loro subiscono l’esperienza di furti misteriosi che sono ripetuti ogni qual volta ch’essi fanno delle dichiarazioni anti-Fatah.

Il mantenimento di Ramallah in quanto Zona Verde è fondamentale per Abbas e per il triumvirato di Fatah/Autorità Palestinese, che temono che una riforma presentata da Hamas possa spogliare l’élite dei vantaggi che traggono dalla loro corruzione.

Al momento degli interminabili negoziati che Hamas ha tenuto con Fatah alfine di evitare una prova di forza, ed ogni volta che Hamas era d’accordo su una richiesta di Fatah, Fatah rialzava la posta ed insisteva per ottenere un’altra concessione o pretendeva che alle loro richieste iniziali fossero sempre incluse delle condizioni supplementari, altrimenti non avrebbero accettato. Questo assomiglia molto a ciò che Israele ha fatto prima degli accordi di Oslo. Abbas è andato ad oltranza per chiudere le negoziazioni, ed ha rifiutato di parlare ai capi di Hamas, tutto come spesso avevano fatto gli Israeliani con l’Autorità Palestinese in passato. La foglia di vite che copriva da sempre l’intera collaborazione e la sottomissione della direzione di Fatah agli interessi israeliani è ora tramontata.

Joseph Massad, assistente professore di politica e di storia intellettuale araba contemporanea presso la Columbia University. E’ l’autore del recente The Persistence of the Palestinian Question.

Joseph Massad
Fonte: http://www.voltairenet.org
Link: http://www.voltairenet.org/article144007.html
14.11.2006

Traduzione per wwww.comedonchisciotte.org a cura di CICE

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