DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero pensiero
“Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero delle guerre, e perdono le guerre come se fossero delle partite di calcio”. – Winston Churchill. Londra. 1946
Sono contento che Ugo La Malfa e Pietro Nenni siano morti.
Sono contento anche che siano morti Enrico Berlinguer e Aldo Moro.
Sono contento che non ci siano più Leonardo Sciascia, nè Italo Calvino, nè Indro Montanelli.
E la lista sarebbe davvero lunga, lunghissima.
Sono contento per loro, non per noi.
Non oso pensare a ciò che avrebbero detto, scritto, urlato, con la bava alla bocca schiumante di indignazione civica rabbiosa, nell’aprire il Corriere della Sera -il più importante quotidiano nazionale- del 26 Giugno 2014 e a pagina 26 trovare una intera pagina a pagamento (la cui immagine vedete riprodotta in bacheca) dove intellettuali, portaborse, professionisti, imprenditori, manager di stato e privati, amici degli amici, manifestano il loro affetto e deferente, nonchè devota, solidarietà nei confronti dell’eroe del giorno: Marcello Dell’Utri.
Costui è stato condannato in Assise per concorso esterno in associazione mafiosa: una valanga di prove a carico. “E’ un mafioso” sosteneva l’accusa.
Marcello Dell’Utri è stato condannato anche in appello.
Marcello Dell’Utri è stato condannato anche in Cassazione.
La sentenza è definitiva.
Adesso sta in galera.
Perchè è un amico dei mafiosi.
Perchè ha appoggiato i mafiosi.
Perchè ha promosso, sostenuto, veicolato e introdotto l’ingresso della mafia siciliana dal portone principale dentro il sistema mediatico italiano.
Che cosa fa il Corriere della Sera? (ricordiamo che è proprietà della Fiat, la grande industria italiana)
Ospita una pagina a pagamento richiesta dalla consorte di Dell’Utri nella quale gli amici di Dell’Utri manifestano il loro affetto, presentandolo come un intellettuale sofferente vittima di un sistema malvagio.
In un paese normale gli osservatori sarebbero divisi tra chi lo ritiene una follia totale e chi lo ritiene un atto di ignominia civica.
Ma questo non è un paese normale.
Questo è un paese dove la criminalità organizzata detta, promuove, stabilisce, concorda la presenza, la posizione e l’affermazione dei media sul mercato e dentro l’imprenditoria, quindi chiama a raccolta intellettuali, manager, servi di svariata natura a metterci la faccia e la firma.
Fanno la conta per vedere il livello del loro potere.
Il Corriere della Sera si inchina.
Ve lo immaginate la reazione del corriere se la consorte di un normale ergastolano assassino chiedesse una pagina a pagamento per coccolare il maritino autore di omicidi diabolici?
Avere appoggiato e sostenuto la mafia siciliana negli anni’90 -e ciò che più conta essere stati in grado di provarlo al di là di ogni ragionevole dubbio nei tre gradi di giudizio- vuol dire essersi schierati dalla parte di animali assassini, quelli che hanno rubato la vita al giudice Falcone, al giudice Borsellino, agli uomini della loro scorta a tutte le vittime innocenti assassinate dai criminali mafiosi. Vuol dire aver promosso delinquenti e mascalzoni dentro la vita politica, mediatica, imprenditoriale, della nazione.
E’ per questo che è stato condannato.
Ma il Corriere della Sera (cioè Marchionne e la Rizzoli) si rendono conto di ciò che hanno fatto?
Non c’è nessuno che protesta?
Secondo un alto dirigente di Sky a Londra (volutamente e dichiaratamente anonimo) se ne rendono perfettamente conto. “Si tratta di un pizzino. Oggi, 26 Giugno 2014 c’è la decisione ufficiale da parte della Federazione di calcio italiana per stabilire a chi attribuire i diritti televisivi per trasmettere le partite di calcio dal 2015 al 2018. Si trattava di un’asta pubblica che doveva rispettare i parametri europei. Ci sono due concorrenti: Mediaset e Sky. Il termine scade a mezzanotte di oggi. La nostra proposta è la migliore, e abbiamo già protestato in ogni sede legale per salvaguardare i nostri diritti di competitors che sono stati negati. Io la vedo così: quella pagina, proprio oggi, qualifica l’Italia professionale per ciò che essa è, ponendola fuori dalle nazioni civili, ma non penso che gli italiani se ne rendano conto”.
A Londra, in Usa, in Germania, corre la voce oggi “l’Italia è ancora un paese totalmente nelle mani della mafia” e si riferiscono alla concomitanza tra la pagina 26 del Corriere della Sera e le decisioni della Lega Calcio, il tutto nello stesso giorno, nelle stesse ore.
Penso che non sia necessario aggiungere nient’altro.
La gloriosa Arnoldo Mondadori Editore sta fallendo.
Mediaset è decotta, ogni mese perde centinaia di milioni: ha bisogno di quel contratto, con tutti i mezzi.
Renzi lo sa benissimo ed è contento come una Pasqua: ha in pugno Berlusconi, disponibile ad accettare qualunque condizione a qualunque livello purchè i dirigenti della Lega (amici di vecchia data di Marchionne & co.) pensino alla patria.
E per Silvio Berlusconi, la patria equivale alle sue aziende private e personali.
Perchè questa gente ha identificato Cosa Nostra con il mercato della concorrenza, con il bene pubblico e con gli interessi della collettività.
Altro che Expo o Mose: in confronto quella è robbetta. Qui c’è in gioco c’è la sopravvivenza di Mediaset, che in questo momento può garantirsi l’alleanza di ferro con il premier.
Sono consapevoli i dirigenti del PD di ciò che stanno facendo?
Se la grande industria italiana, se i i media, se il Corriere della Sera, intendono partecipare alla vita politica nazionale con questi mezzi, i cittadini italiani si rendono conto dell’impatto che avrà sulla nostra economia, sulla nostra immagine, sul nostro presente e sul nostro futuro?
Ci chiedevamo spesso: ma dove sono andati a finire gli imprenditori e gli intellettuali italiani?
Eccola la risposta.
E’ la risposta dell’Italia rivoluzionaria renziana, la nuova Italia del cambiamento: stanno lì a far la fila per incollare il loro pizzino su una pagina a pagamento del più importante quotidiano nazionale per chiarire al paese con sfacciata arroganza chi davvero detta l’agenda politica, qual è l’interpretazione da parte degli imprenditori italiani della competizione di mercato e avvertire tutti i lettori che le decisioni importanti le prendono gli amici degli amici.
E quando serve, dalla galera, parte un ordine e quelli eseguono.
Questa è l’Italia che dovrebbe attirare gli investitori internazionali.
Su su siamo seri.
Quella pagina sul Corriere della Sera è una campana a morto per tutta l’industria italiana, per tutta l’imprenditoria, per tutta l’economia, per i conti pubblici, per l’immagine del paese.
Ci condanna a essere identificati per ciò che siamo.
Nè più nè meno.
E se c’è qualcuno che mafioso non si sente, ebbene, che lo dica, che si esponga, che lo manifesti adesso, oggi, prima della mezzanotte, chiedendo e pretendendo che la decisione relativa all’attribuzione della concessione sui diritti televisivi del calcio rispetti ogni parametro legale, ogni normativa europea, ogni regola di mercato e che tutto venga sottoposto ad adeguato, rigoroso, diligente controllo..
Protestare domani, a giochi fatti, sarà del tutto inutile: piatta retorica ipocrita.
E’ l’ultima grande battaglia di Marcello Dell’Utri, che conduce con la sua consueta abilità riconosciuta, dalle patrie galere.
Facciamo in modo che non vinca anche questa.
Sergio di Cori Modigliani