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La Redazione

 

“RIVOLUZIONE” – Il film documentario

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LA NUOVA FISICA DELLE NOTIZIE

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A cura di Davide
Il 16 Aprile 2005
45 Views

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DI JOHN PILGER

Potreste immaginate la BBC o qualunque altra grande rete tv che chiede scusa ad uno stato canaglia dedito a razzismo e pulizie etniche; che ha di fatto “legalizzato l’uso della tortura” (Amnesty); che se ne infischia della legge internazionale, avendo violato centinaia di risoluzioni ONU e costruito un muro per l’apartheid, alla faccia della Corte Internazionale di Giustizia; che ha demolito centinaia di abitazioni civili e dato ai propri soldati il diritto di assassinare; e il cui leader è stato giudicato “personalmente responsabile” per il massacro di più di 2000 persone?
Vi immaginare la BBC che si scusa con l’Iraq di Saddam Hussein, o con altri demoni ufficiali, per aver trasmesso un’intervista integrale con un coraggioso dissidente di quel paese, un uomo che ha passato 19 anni in prigione, la maggior parte in isolamento? Certo che no. Tuttavia, il mese scorso, la BBC si è “confidenzialmente” scusata con un regime con un curriculum del genere, tanto che al corrispondente da quel paese è stato dato il permesso di tornarvi dopo aver promesso di accondiscendere ad un sistema di censura che continua ad imbavagliare il dissenso. Il regime è quello di Ariel Sharon in Israele, i cui crimini di Guerra, i record nella cancellazione dei diritti umani e la persistente illegalità continuano ad avere la garanzia d’esenzione non solo su certificazione dell’occidente dominato dagli USA, ma anche dal giornalismo autorevole. La combutta del governo Blair con la banda di Sharon si riflette nell’ “equilibrata” copertura che la BBC fa di una repressione che Nelson Mandela ha descritto come “la più importante questione morale dei nostri tempi”. Simon Wilson, il corrispondente che si è dovuto scusare per un’accurata, importante e dovuta intervista a Mordechai Vanunu, farà meglio a stare attento in futuro. Questa non è una novità.

La pressione esercitata sulla BBC e su altre televisioni dalla “lobby” di Israele ha avuto un tale successo, come ha rivelato uno studio dell’Università di Glasgow, che molti spettatori televisivi in Gran Bretagna pensano che i “coloni”, i cui insediamenti illegali e spesso violenti sul territorio palestinese hanno minato la speranza di una vera pace, siano palestinesi. La novità è la portata della penetrazione della propaganda di stato nei media, che fino a poco tempo fa il grande pubblico considerava indipendenti. Per comprendere questo bisogna applicare la Legge degli opposti e la Legge del silenzio.

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La Legge degli opposti può oggi venir applicata a quasi tutti i telegiornali. La lunga attesa per morte del papa ne è un esempio chiave. Invertendo il corso del fiume sciocchezze dette a proposito del papa – “il Papa della gente” (l’hanno detto quasi tutti), “l’uomo che ha cambiato la storia” (Bush) “una figura eminente, riverita dai fedeli di tutte le religioni e dai non credenti” (Blair) – avrete la verità. Quest’uomo profondamente reazionario ha frenato la storia e rovinato vite con la sua opposizione fanatica a basilari convenzioni come il controllo delle nascite.

Lo definiva “abominevole”, condannando così milioni di persone, dai bambini affamati a quelli nati con l’Aids. In America Latina ha pubblicamente umiliato coraggiosi preti la cui “preferenza per i poveri” osava ostacolare la gerarchia medievale da lui sostenuta. Anche l’affermazione che abbia “fatto cadere il comunismo” è esattamente il contrario della realtà dei fatti. Come ho appreso quando ho riportato il suo ritorno papale nella nativa Polonia nel 1979, la chiesa in quel paese, della quale lui incarnava il conservatorismo, era astuta alleata del regime stalinista, finché non è cambiato il vento.

La Legge degli opposti può essere applicata all’attuale modalità salvataggio dell’Africa ad opera dei governi e dei media occidentali, con l’Anno dell’Africa. La BBC ha ospitato una conferenza speciale su questo argomento, così come Blair ospiterà a luglio il summit del G8 sul tema “sradicare la povertà in Africa”. Questa è la “grande svolta della Gran Bretagna”, ha scritto Polly Toynbee sul Guardian, “per impegnare i ricchi nella cancellazione dl debito, nell’aiuto, nel commercio equo, nelle emissioni di carbone e nell’Africa indebolita dall’Aids”.

Ha aggiunto, “su debito e commercio il partito laburista ha agito bene”. È vero l’esatto contrario. Come il resto del mondo povero, i paesi africani si qualificano per essere illuminati dai riflettori solo se accettano di imporre alla propria gente le mortali catene del WTO, del FMI e della Banca Mondiale – come l’abbattimento delle tariffe che proteggono economie sostenibili e la privatizzazione di risorse naturali come l’acqua.

Allo stesso tempo sono “incoraggiati” a comprare armi dalle aziende produttrici britanniche, in particolare se c’è una guerra civile in corso o se ci sono tensioni con i paesi vicini. La Legge del silenzio si applica ai crimini non commessi dai demoni ufficiali – – Saddam, Milosevic et al – ma dai governi occidentali. Eric Campbell, corrispondente di una TV australiana, durante la promozione del suo libro, ha così descritto la copertura televisiva dell’Iraq: “la diretta dal satellite è un imbroglio. In pratica i reporter non hanno visto nulla.

Ai corrispondenti viene letto il lancio d’agenzia e viene loro detto quel che devono ripetere quando sono in onda – questo nella maggioranza dei casi”. Questo aiuta a comprendere come mai gli orrori dell’attacco americano a Fallujah non è ancora stato raccontato dalle principali reti televisive. In contrasto, giornalisti indipendenti come Dahr Jamail hanno riportato le voci di medici che descrivono lo sterminio dei civili che impugnavano bandiere bianche davanti ai marines degli Stati Uniti. Questo è stato registrato, compresa la decimazione di una famiglia di 12 persone.

Un testimone ha descritto come a sua madre abbiano sparato in testa e a suo padre nel petto e come un bambino di sei anni è stato ammazzato mentre piangeva in piedi accanto ai genitori morti. Nulla di tutto ciò è apparso sulle TV britanniche. Quando interrogato, un portavoce della BBC ha dichiarato: “la condotta delle forze di coalizione è stata attentamente esaminata dai programme della BBC”. È dimostrabile che questa è una bugia.

Similmente, la Legge del silenzio si applica alla probabilità di un attacco americano dell’Iran. Scott Ritter, l’ispettore ONU che nel 1999 rivelò che Saddam Hussein non possedeva armi di distruzione di massa e fu dopodiché virtualmente bocciato, ha recentemente rivelato che, secondo il Pentagono, l’Iran sarà attaccato in giugno. Ancora una volta è stato ignorato dalla maggior parte dei media. Mentre “la democrazia – di Bush e Blair – avanza in Medio Oriente”.

La propaganda viene acriticamente trasmessa, la Legge del silenzio si applica alla campagna di regime sostenuta da Bush per rovesciare Hugo Chavez in Venezuela, che si può dire il leader più democraticamente eletto dell’America Latina, se non del mondo (con nove elezioni), la cui “preferenza per i poveri” ha dirottato l’avanzata dei quattro maggiori fornitori di petrolio dalla maggioranza dei venezuelani.

L’anno scorso ho fatto una lunga intervista con Jeremy Bowen, un giornalista della BBC che stimo, per un programma sui corrispondenti di guerra. Anche se immaginavo che quello che volevano erano le mie storie di gesta giornalistiche in prima linea, io ho cominciato a raccontare come i giornalisti spesso producano velata propaganda per il potere occidentale – accettando la “nostra” versione o omettendo quel che non si può dire, come le atrocità commesse dal terrorismo di stato dell’Occidente: un super-taboo. Ho sottolineato che questa censura non è una cospirazione, ma è spesso inconsapevole, persino subliminale: siamo stati addestrati ed allevati per questo. Il mio contributo non è andato in onda.

John Pilger
Fonte: www.newstatesman.com
Link: http://www.newstatesman.com/200504110009
Segnalato da: www.canisciolti.info

Traduzione di Tumblingleaf – Cani Sciolti
11.04.2005

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