DI FUNNYKING
rischiocalcolato.it
Nota di Rischio Calcolato: direi che la seguente è la notizia dell’anno, la Germania ha preso accordi con la Cina per commerciare direttamente in Yuan senza passare dal dollaro. Ovviamente l’accordo prevede da parte di Pechino una maggiore apertura dello sterminato mercato interno cinese. Ora comincio a comprendere meglio a chi fosse rivolto il “fuck the EU” recentemente pronunciato da un funzionario USA.
Signore e signori, è tempo di grandi cambiamenti, il dollar standard è certamente sulla via del tramonto e si intravede un mondo multipolare anche per quanto riguarda le valute. Sono pronto a scommettere che si scoprirà a breve che in realtà la vera sede di al-Qaeda è proprio la Germania e che la Merkel in realtà è la sorella segreta di Bin Laden.
Siate MOLTO consapevoli e siate preparati.
p.s. Germania vuole dire Europa, dunque non mi stupirei se a breve anche Ignazio Visco volerà a Pechino.
BANK OF CHINA E BUNDESBANK SI ACCORDANO SULLO YUAN (nel frattempo, Obama va in Arabia saudita)
Non ho prestato troppa attenzione al ritardo degli accordi tra la Cina e le altre nazioni riguardo l’estensione dell’uso dello yuan (renminbi) a livello internazionale, perche’ a riguardo le valutazioni dei commentatori del mercato sulle implicazioni a breve termine mi sono sempre sembrate esagerate. Detto questo, data l’importanza della Germania all’interno dell’economia globale, e della UE in particolare, l’accordo tra la Banca Popolare della China (PBOC) e la Bundesbank tedesca mi sembra abbastanza significativo:
Via BusinessWeek:
“La Bundesbank tedesca e la PBOC cinese hanno accettato di cooperare nella compensazione e nella liquidazione dei pagamenti in renmimbi, spianando la strada a Francoforte per accaparrarsi una quota del mercato off-shore. Le due banche centrali hanno firmato un memorandum d’intesa oggi a Berlino, quando il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il cancelliere tedesco Angela Merkel, da Francoforte la Bundesbank ha rilasciato una dichiarazione ufficiale via email.
La capitale finanziaria della Germania ha prevalso su Parigi e Lussemburgo in una gara all’interno della zona euro per conquistarsi la leadership del commercio di renminbi, moneta che secondo la “Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication” superera’ in ottobre l’euro come seconda moneta piu’ usata nella finanza e nel commercio globale.
Il Ministero del Tesoro del Regno Unito il 26 marzo ha dichiarato che la Banca d’Inghilterra avrebbe firmato per il 31 marzo un accordo iniziale con la PBOC per chiarire e regolare a Londra le transazioni in yuan.
«Francoforte è uno dei centri finanziari piu’ importanti d’Europa ed e’ la sede di due banche centrali, che ne fanno un luogo particolarmente adatto» – ha detto Joachim Nagel, membro del comitato esecutivo della Bundesbank, e poi ha aggiunto: «Regolare qui il renminbi rafforzera’ gli stretti legami economici e finanziari tra la Germania e la Repubblica Popolare Cinese».
Secondo l’Ufficio Federale di Statistica di Wiesbaden, l’anno scorso la Cina era il terzo partner commerciale estero della Germania, con 140 miliardi di euro di interscambio commerciale tra i due paesi. La Cina si colloca al quinto posto tra gli importatori di merci tedesche ed e’ il secondo piu’ grande esportatore verso la Germania.
Le aziende tedesche, tra cui la Siemens AG, la piu’ grande societa’ di ingegneria del paese, e la Volkswagen AG, stanno integrando il renmimbi come terza valuta per le transazioni commerciali trans-frontaliere. «il potenziale e’ enorme» – ha detto Stefan Harfich, il Manager per i Servizi Finanziari della Siemens, che a ottobre ha gestito l’introduzione dello yuan nella societa’ di Monaco di Baviera, e poi ha aggiunto: «l’introduzione del renmimbi come valuta ufficiale della societa’ avra’ un impatto importante sugli affari della Siemens dei prossimi anni».
Daimler AG, il produttore della Mercedes che ha venduto 235.644 auto in Cina l’anno scorso, il 14 marzo ha emesso 500 milioni di yuan nell’economia piu’ grande dell’Asia, nel cosidetto panda-bond di una societa’ estera non finanziaria.”
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Tenendo questo a mente, non dimentichimoci che Obama adesso e’ in Arabia Saudita a cercare di ripristinare i legami col regno medievale, ovvero, sta cercando di trovare un modo per armare Al-Queda in Siria senza che l’opinione pubblica americana lo sappia:
Via Wall Street Journal:
“La visita di Barack Obama in Arabia Saudita e’ il tentativo di riaccendere rapporti che i regnanti sauditi sperano si concretizzino nell’impegno da parte del Presidente degli Stati Uniti di aumentare la fornitura di armi sofisticate ai ribelli siriani. La sosta di Obama dopo il tour europeo siglera’ la sua prima visita al Regno Saudita da quando le relazioni USA-Arabia Saudita erano state messe a dura prova dalla scelta americana di rinnovare i contatti statunitensi d’alto livello con l’Iran e di cancellare gli attacchi aerei pianificati contro il regime del presidente siriano Bashar Al-Assad.
I funzionari sauditi sperano anche che Obama porterà ad una svolta nell’opposizione di USA e Giordania ad armare i ribelli siriani con armi piu’ tecnologicamente avanzate, inclusi lanciamissili a spalla – conosciuti come manpads – che secondo i Sauditi, un diplomatico occidentale e degli analisti della sicurezza regionale che conoscono la situazione in Siria, sarebbero capaci di abbattere i caccia dell’aviazione siriana.
La Giordania ha bloccato la consegna di armi supplementari ai ribelli attraverso il suo territorio per paura di ritrovarsi ancora piu’ coinvolta nel conflitto siriano (uno dei motivi per cui le forze governative stanno recuperando terreno, ndt).
Un diplomatico occidentale e due funzionari dell’opposizione siriana hanno detto che il governo ad Amman e’ in attesa che gli Stati Uniti approvino la distribuzione dei lanciamissili a spalla acquistati dai sauditi e attualmente sono custoditi nei magazzini giordani. I reali sauditi hanno smesso con la rabbiosa retorica dalla spaccatura di autunno.
Il principe Turki Al Faisal, la cui critica della politica dell’amministrazione Obama sull’Iran e la Siria ha fatto il giro delle prime pagine nel mese di dicembre, non ha praticamente fatto menzione del Governo Americano durante il discorso sull’Iran che ha fatto questo mese negli Stati Uniti. L’ambasciatore saudita che a dicembre ha scritto sul New York Times che l’Arabia Saudita dovrebbe rompere le relazioni con gli Stati Uniti e’ stato pubblicamente messo a tacere.
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Sembra che l’ipotesi di invischiarsi di piu’ nella Guerra Civile Siriana sia ancora seriamente sul tavolo… Ci sono un sacco di cose sul cammino del fronte Macro in questo momento, i prossimi mesi dovrebbero essere molto interessanti, per non dire altro. Per la Liberta’
MICHAEL KRIEGER (tradotto da @FedericoNero)
Rischio Calcolato
30.03.2014