DI PEPE ESCOBAR
La prima cosa da fare , dobbiamo togliere di mezzo i falsi miti. L’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico non è altro che un Consiglio di Sicurezza dell’Impero del Caos.
Non c’è bisogno di essere un novello-Foucault, abituato ad osservare il mondo con uno sguardo orwelliano o con il Panopticon per notare quell’ “anello d’acciaio” – iper-democratico che si snoda per le strade, nei parchi e che si arrampica perfino sulle mura del castello per “proteggere” decine di ministri e capi di Stato e della NATO: 10.000 persone che ruotano tutte intorno a loro, insieme a 2.000 giornalisti inviati da tutto il mondo reale a Newport, Galles.
Inoltre il vertice della NATO in Galles offre al Segretario Generale uscente, Anders “Fogh of War” Rasmussen, l’occasione per tirare fuori tutto il suo repertorio da cane-da-attacco. E’ come se stesse facendo un provino per un ruolo da protagonista in un remake di un film epico come Mars Attack ! di Tim Burton!
Il “cane da guerra” arriva dappertutto , parla di “pre-posizionamento delle forniture, di attrezzature” – tutti eufemismi per dire armi – parla di rafforzare le basi militari e le sedi nei paesi di accoglienza, per essere pronti ad una reazione immediata forte di 10.000 uomini che costituirebbe “la punta della freccia” – per rispondere alla “aggressione-russa” da scoccare entro un massimo di cinque giorni.
Nel frattempo, con tutto il menefreghismo di un poliziotto indolente, il Presidente uscente della Commissione Europea, dall’alto della sua eccezionale mediocrità, José Manuel Barroso, ha lasciato trapelare che il Presidente russo Vladimir Putin gli ha detto al telefono non più tardi della scorsa settimana che, se avesse voluto, avrebbe potuto prendersi Kiev in una quindicina di giorni.
Beh, Putin avrebbe potuto farlo. Se avesse voluto.
Ma Putin non vuole prendersi l’Ucraina. Quello che conta è, invece, quello che ha detto alla TV di Stato – Rossiya: Kiev dovrebbe promuovere dei colloqui tra tutte le parti per decidere sul futuro statuto dell’Ucraina orientale. Ancora una volta, gli spin occidentali hanno raccontato che Putin aveva sostenuto la nascita di uno stato in Novorussia. Qui (trad. italiana) The Saker analizza in dettaglio le implicazioni di quello che vuole davvero la Russia e che vuole davvero la Novorussia.
Insieme al Presidente lituano Dalia Grybauskaiteche che, come era prevedibile, ha detto che la Russia è “in guerra con l’Europa”, e al Primo Ministro britannico David Cameron che ha evocato – addirittura – una Monaco del 1938 (con Chamberlain che “placava Hitler”), Fogh- cane da guerra – ha messo insieme tutte le munizioni di cui aveva bisogno per vendere il suo “Einsatzgruppen“ .
Saremmo tentati di scusare quei cinici, che credono che la forza delle frecce della NATO sia in realtà la stessa forza dei sicari del Califfo che stanno facendo un inferno in “Syraq”.
Ma il sentimento da guerrafondaio, però, non è una vendita facile da fare in questi giorni di crisi che colpiscono la UE. Non solo la Germania, ma anche la Francia, l’Italia, la Spagna, la Romania, l’Ungheria e persino la Polonia hanno espresso “riluttanza”, in un modo o nell’altro nel dover sostenere la strategia NATO che vuole una presenza più “robusta” in Europa orientale e nel Mar Baltico. Ma non basta, l’Impero del Caos e il suo partner minore britannico nel “rapporto speciale” vorrebbero far sborsare ancora più soldi (minimo 2% del PIL) e questo anche se l’UE sta affondando nella sua terza recessione in cinque anni.
La “bottom line” dovrebbe indicare che non ci sarà più una rotazione sul fronte orientale della NATO. Legalmente, nessun posizionamento potrebbe essere definito “permanente”, perché andrebbe contro il patto NATO-Russia del 1997. Ma “sarà permanente”. Come lo è a Szczecin, in Polonia, vicino al Mar Baltico, e nella cosiddetta Zona-di-terra-aria-mare-multinazionale del Corps Nordest. Per questo motivo Estonia e Lettonia – per mettere le mani avanti- già vengono indicate come “prossimi obiettivi di Putin”. E per difenderle dalla “aggressione russa” sarà bene spostare le una nuova linea rossa della NATO.
Oltretutto, Finlandia e Svezia possono firmare accordi come nazione ospitante della NATO e questo significa che le forze della NATO, in futuro, potranno utilizzare il territorio svedese e finlandese per qualsiasi attività che possa essere, almeno vagamente, definita “operazione”. Per lo meno, il dispiegamento di truppe straniere sul proprio territorio ha ancora bisogno di una approvazione parlamentare – e qualche svedese o qualche finlandese potrebbe anche sollevare un sopracciglio su questo fatto.
Amico, per te non c’è nessuna R2P !
Malgrado tutta questa isteria da Mars Attacks! l’agenda della NATO in Galles non discuterà dell’Ucraina in modo approfondito – e nemmeno di una imminente R2P (“responsabilità a proteggere”) l’Ucraina contro un remixato “Impero del Male” (copyright di Ronnie Reagan). Ma ci saranno “consultazioni militari” e si deciderà di sborsare un pò di denaro per i militari di Kiev – che stanno in bancarotta (leggi : prendendo un sacco di calci in culo dalle forze separatiste dell’Ucraina orientale), per quanto la NATO avesse già preso un sacco di calci anche da un gruppo di pashtun con kalashnikov in Afghanistan.
Tra l’altro, l’ultimo prestito da 1,4 miliardi di dollari del Fondo Monetario Internazionale sborsato per l’Ucraina – il totale con gli interessi arriverà dopo – sarà utilizzato da una Kiev già fallita, in gran parte per pagare i carri armati T-72 comprati dall’Ungheria.
Soldi buttati, i serbatoi sono vuoti.
L’Ucraina, va sottolineato, non è membro della NATO. Tecnicamente, ogni burocrate della NATO di Bruxelles potrebbe confermare che ogni paese per candidarsi deve richiedere l’adesione ed i paesi con una parte del loro territorio impantanato in una controversia internazionale non vengono accettati. Così l’Ucraina sarebbe presa in considerazione solo se Kiev rinunciasse alla Crimea. Cosa che non succederà.
Eppure, il gioco ossessivo di Washington per far entrare l’Ucraina nella NATO continuerà nella sua marcia (in materia di adesione, tra l’altro, l’Unione Europea avrebbe già detto un fermo “no”). Il Primo Ministro uscente Arseniy “Yats” Yatsenyuk nonché il Presidente Poroshenko, sono alla disperata ricerca di un intervento della NATO, o almeno che l’Ucraina venga accettata sotto forma di alleato privilegiato. Yats si aspetta “decisioni monumentali dei nostri partner occidentali al vertice“. Lasciamolo aspettare.
La NATO in qualche modo è già in Ucraina. Un gruppo del centro cyber-NATO è già a Kiev dallo scorso marzo, e lavora nel palazzo del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale. Quindi si tratta di un gruppo di burocrati della NATO che concretamente determinano l’agenda delle notizie che riguardano l’Ucraina – e la demonizzazione-non-stop di tutte le cose-che-riguardano-la-Russia.
Per l’Ucraina in questo momento dipende tutto dalla Germania. Berlino vuole una soluzione politica. Veloce. Berlino vuole che il gas russo passi attraverso l’Ucraina e che scorra di nuovo. Velocemente. Berlino non vuole una difesa con missili americani nell’Europa orientale – non importa se qualche Stato baltico si metterà ad urlare. Ecco perché l’ultima maniaca invocazione “Invasion! Invasion! Invasion!” di Poroshenko non è altro che pura disperazione di un umile vassallo in bancarotta nell’Impero del Caos. Naturalmente tutto questo non impedirà a Fogh – cane-da-guerra – quello che ha preso l’incarico alla NATO solo perché era stato una cheerleader entusiasta dello stupro dell’Iraq – di continuare a piangere per la “Invasion” fino a quando tutti i retrievers danesi – come lui – non se ne saranno tornati a casa.
Un Vero Affare
E poi ci sono i risultati più recenti registrati dalla NATO. Una sconfitta ignominiosa in Afghanistan. Un bombardamento “umanitario”, che ha ridotto la Libia, che una volta era un paese stabile, in un misero stato fallito, immerso in una anarchia totale e devastato da milizie rabbiose. Non è esattamente una splendida immagine per le PR, per il futuro della NATO, che vorrebbe presentarsi come una coalizione, una catena di montaggio, con “vocazione” globale, capace di prevedere ed evitare le guerre in tutto il mondo, creando una immagine militare ed un consenso politico unificato che – altro non è – che un impero basato sulla dottrina del Caos: Un “concetto strategico” della NATO approvato al vertice di Lisbona del 2010. (Vedere USA un bimbo in un negozio di caramelle NATO , 25 novembre 2010)
Fin dagli anni a go-go di “BubbaClinton”, passando per l’ “era preventiva di Dubya”; e ora sotto la demenza del “R2P” della medusa-da-guerra Obama (Rice, Power, Hillary), il Pentagono ha sempre sognato una NATO-Robocop globale, in cui potesse impersonare tutti i ruoli delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea per quanto riguarda la sicurezza. Questo non ha assolutamente niente a che fare con la difesa collettiva contro possibili attacchi territoriali, che doveva essere l’impegno originale dei firmatari della NATO.
Oh, mi dispiace: abbiamo dimenticato gli attacchi da parte di quegli (inesistenti) missili nucleari dispiegati da quei diavoli del male di Iraniani!
Il campo di battaglia in Ucraina, ha avuto almeno il merito di farci vedere una alleanza nuda. Per effetto di un dominio a pieno Spectrum del Pentagono, quello che conta davvero è soprattutto quello che sta continuando effettivamente da subito dopo la caduta dell’Unione Sovietica : una espansione illimitata della NATO fino ai confini più occidentali della Russia.
Il vero affare di questo mese non è la NATO. E’ il summit della SCO. Aspettatevi degli spostamenti tettonici proverbiali delle placche geopolitiche nella prossima riunione della Shanghai Cooperation Organization – uno spostamento di vasta portata come quando l’impero ottomano fu bloccato alle porte di Vienna nel 1683. A quel vertice Russia e Cina inviteranno a partecipare come membri permanenti l’India, il Pakistan, l’Iran e la Mongolia.
Ancora una volta, le linee di guerra sono già tracciate.
La NATO contro la SCO.
La NATO contro i BRICS.
La NATO contro il Sud Globale.
Per questo gli attacchi alla NATO !
Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere raggiunto a [email protected]
Fonte : http://www.atimes.com
Link : http://www.atimes.com/atimes/World/WOR-02-030914.html
3.09.2014
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