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La Redazione

 

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La Mezzaluna Rossa bloccata a Falluja

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A cura di Truman
Il 17 Novembre 2004
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di Giacomo Orlandini da www.warnews.it

lunedì 15 novembre 2004
Un convoglio della Mezzaluna Rossa Irachena (IRCS), composto da 50 volontari, 3 ambulanze e 3 camion pieni di cibo e medicinali è stato bloccato per due giorni dalle Forze Usa alle porta di Falluja e poi fatto tornare indietro. I militari americani, che sabato avevano dato il permesso al convoglio di entrare nell’ospedale situato alle porte della città, lunedì mattina non hanno consentito al convoglio di procedere oltre per ragioni di sicurezza, ed hanno assicurato che si assumeranno direttamente il compito di provvedere ai bisogni della popolazione. “Non c’è nessun bisogno di portare i soccorsi, perché abbiamo già i nostri soccorsi per la popolazione”, ha dichiarato il colonnello dei marines, Mike Shupp, che, riporta l’Ap, nega ci sia rimasto qualche civile intrappolato nella città.“Abbiamo fatto del nostro meglio, non potevamo fare di più” ha dichiarato la portavoce della Mezzaluna Rossa Irachena, Firdoos al-Abadi all’Afp, facendo notare come 15 operatori della Mezzaluna abbiano cercato di convincere per due giorni i comandanti Usa a far entrare il convoglio nella città, assediata ormai da 8 giorni.

Grave situazione umanitaria
In una Falluja blindata, i pochi testimoni della battaglia parlano di una situazione umanitaria di estrema gravità. “Ho perso il mio nipotino di 3 anni perché suo padre non è potuto uscire in cerca di acqua. E questa è solo una delle tragedie che si vivono in questo momento a Falluja”. Sono le parole di Fadhel Abu Ray, un residente della città irachena intervistato dalla IRIN.
I residenti dichiarano che la sete e la fame hanno ucciso almeno 4 bambini negli ultimi giorni. “I bambini stanno bevendo l’acqua sporca per le strade, stanno muorendo per la mancanza di acqua e cibo”, ha sottolineato al-Abadi.
A questa storia se ne aggiungono molte altre, come quella riportata da Amnesty International, secondo cui un bambino di 9 anni è morto dissanguato poche ore dopo essere stato colpito allo stomaco da alcuni proiettili perché i genitori non lo hanno potuto portare all’ospedale. Il bambino è stato poi seppellito dai suoi genitori nel giardino di casa perché era troppo pericoloso uscire in strada. Episodi di questo genere sono all’ordine del giorno a Falluja, e Amnesty, in un recente comunicato ha espresso preoccupazione per il mancato rispetto delle norme basilari del diritto internazionale umanitario volte a tutelare i civili nei conflitti armati.

Emblematici sono casi riportati dalla stessa Amnesty, della morte di una donna e delle sue tre figlie a causa del bombardamento della loro casa da parte delle truppe americane, ma anche quella di un soldato statunitense, ucciso dai ribelli mentre andava incontro ad un gruppo di iracheni che sventolavano bandiera bianca. Ahmed Rawi, portavoce del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) racconta di una moschea usata come clinica e di feriti civili che non vengono portati negli ospedali perché i cittadini hanno paura dei cecchini. Parla anche di 150 famiglie rimaste intrappolate nel cuore della città, senza possibilità di fuga. Secondo fonti della Mezzaluna irachena, molte famiglie fuggite si trovano a Tikrit, Daura, Baiji e Sayniya, tutte città a nord di Baghdad e sono in corso delle trattative per aprire un campo profughi nella stessa capitale. Il villaggio di Habaniyah ospita circa 1500 rifugiati, mentre la città di Amiriyat al-Fallujah a nordest della città, dove secondo la Mezzaluna si sarebbe diretto il convoglio bloccato a Falluja, ospita circa 4000 famiglie e ha urgente bisogno di cibo e medicinali. Sia la Mezzaluna che l’ICRC hanno confermato che riforniranno la zona di aiuti umanitari. Il portavoce della Mezzaluna è soprattutto preoccupata per la mancanza di coperte, antibiotici e tende da campo ed ha mandato delle lettere a molte ONG richiedendo il materiale necessario, senza ottenere ancora nessuna risposta.

Secondo il Ministero della Sicurezza Nazionale, le forze armate statunitensi e irachene, dall’inizio dell’assedio, hanno ucciso più di 1000 “terroristi e Saddamisti”. Secondo i residenti e la Mezzaluna Rossa, invece, tra i deceduti ci sarebbero molti civili tra cui donne e bambini colpiti nelle loro case dai bombardamenti aerei statunitensi.

Giacomo Orlandini

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