FONTE: ILSIMPLICISSIMUS2
Letta non aveva ancora finito di magnificare a Wall Street l’Italia “giovane, virtuosa e credibile” che tra i sobri sghignazzi del Financial Times è dovuto precipitarsi a Roma dove il virtuoso, giovane e credibile alleato di governo dava di matto per la paura che uno dei patti scellerati delle larghe intese, ossia la salvezza del Cavaliere, alla fine non venisse onorato.
Certo ci vuole coraggio a vendere come credibile un governo dove il ministro dell’Economia dice che occorre aumentare l’Iva perché ne va della propria reputazione, gli altri negano e si servono di questo spauracchio per i loro baracchini al mercato delle vacche, ben sapendo che il provvedimento è inevitabile nelle logica dell’austerità, ma delegando il teatrino dei media a rendere credibile la finzione. Con effetti comici perché mentre dappertutto si deplora Berlusconi perché mette in pericolo le nuove “necessarie” tassazioni, da noi Letta finge che siano le mattane del Cavaliere a renderle inderogabili. Disgraziatamente questo è il sistema messo in piedi dalla giovane Italia di Napolitano, una zattera della medusa agli ordini di Bruxelles che si prefigge di salvare il sistema politico, di manomettere la Costituzione in senso autoritario, di riciclare il berlusconismo agonizzante in una neo Dc e controllare che tutte le imposizioni europee e finanziarie vengano rispettate. Solo che la cosa non funziona perché l’intreccio costruito dal Quirinale per nome e per conto della vecchia classe dirigente, è troppo cagionevole: deve, per sua natura, tradire l’elettorato, fare patti segreti e mentire in continuazione per non rivelare ai cittadini ciò che li aspetta.
Questo crea una stabilità fasulla, attraversata da continue fibrillazioni, da una rabbia crescente e alla fine rischia di rivelarsi un cattivo affare sia per i suggeritori esteri, sia per gli sponsor interni oltre che una catastrofe per i cittadini. Ma soprattutto rischia di non raggiungere lo scopo principale: “abituare” gradualmente gli italiani all’impoverimento, alla castrazione di diritti e di welfare in modo da evitare l’esplosione del malcontento. No, la cosa non funziona e se ne è accorta anche la padrona del vapore, anzi della barca a remi che siamo diventati: ora anche la Merkel pensa che sia meglio “tornare immediatamente alle urne”.
Anzi la cancelliera avrebbe già spiegato al suo fiduciario del Colle i vari passaggi: far decadere da senatore il culo flaccido (scambi di cortesie obbligati in questa Europa) dopodiché si può andare in termini strettissimi alle elezioni. Naturalmente il piano si basa sul presupposto che Forza Italia non vinca nelle urne e per la bisogna la cancelliera suggerisce un Pd guidato da Renzi, il Berlusconi 2 al cui lancio come personaggio nazionale provvide a suo tempo la fedelissima e ultra liberista Ursula von der Leyen, allora ministro del lavoro, in accordo con la J.P. Morgan cui danno notoriamente fastidio le costituzioni poco fasciste.
Sono “consigli” che non piacciono troppo a Napolitano che è lì proprio come garante degli equilibrismi e tanto meno a Letta che vuole persistere nell’opera di governo, ma ai quali non si può dire facilmente di no. Di certo la cancelliera di elezioni se ne intende e sa che un governicchio di minoranza o di precarissima maggioranza che dovrà inevitabilmente imporre nuovi durissimi sacrifici avrebbe vita breve e sarebbe destinato alla sconfitta nelle urne. Anzi secondo alcune narrazioni, il colpo di testa di Berlusconi 1 con la balzana idea delle dimissioni di massa sarebbe stato dovuto proprio a questo intervento esterno che mette a rischio i patteggiamenti intercorsi: fosse vero i reali contendenti sarebbero l’evasore fiscale conclamato e la Merkel che in Italia nessuno si è sognato di eleggere. Non c’è che dire ci va proprio di culo.
Fonte: http://ilsimplicissimus2.wordpress.com
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28.09.2013