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La Redazione

 

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LA MADRE DEGLI IMBECILLI E’ SEMPRE INCINTA

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A cura di Davide
Il 3 Settembre 2007
51 Views

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DI CARLO BERTANI

Le buffonate non hanno mai fine. Adesso ci tocca pure ascoltare l’ennesimo tormentone della manifestazione di Ottobre, quella nella quale i leader dei partiti di sinistra si metteranno alla testa dei cortei per guidarli alla conquista del Palazzo d’Inverno, per gettare nell’immondezzaio della storia l’assolutismo degli zar. Ottobre, mica per caso: quella è gente che vive ancora nel mondo dei sogni.

Pardon…forse ci siamo sbagliati?
Non è, per caso, che quegli stessi ministri fanno parte del governo dello zar?
Ma, allora: che problema c’è!
Basterebbe, se la matematica non è un’opinione, votare contro quei provvedimenti antipopolari, dettati rigo per rigo dai banchieri e da Confindustria, per vanificare tutto! Che bisogno c’è di scomodare tanta gente che si diletta – si fa per dire – alzandosi ogni giorno per recarsi al lavoro? Perché quei poveracci, che già provano sulla loro pelle ogni giorno che passa la magnificenza del nuovo liberismo, devono correre in aiuto a coloro che sono stati regolarmente eletti per rappresentarli? Francamente, non capisco: se i tovarish Giordano e Diliberto sono seduti alla Duma, perché dobbiamo giungere noi, miseri proletari, a premere il bottone della disapprovazione?
Perché dopo cadrebbe il governo “popolare” dei vetero-cattolici e dei tardo-marxisti, la riedizione in salsa decadente di Peppone e Don Camillo?
Ma: si sono accorti, i due solerti arruffapopoli, che il loro destino è già segnato?

La nascita del nuovo partito democratico (minuscolo) non è forse il sogno di tanti sedicenti comunisti del tempo che fu? Ossia, entrare finalmente nella stanza dei bottoni? Detto in altri termini: nascere rivoluzionari e morire democristiani?
Lo hanno già dichiarato a chiare lettere tutti, da monsignor Mastella al cardinal Rutelli, dal chierico Veltroni all’abate Casini: le carte stanno per essere rimescolate!
Non hanno capito, i due penosi emuli di Lenin e di Trotzkij, che stanno per sostituirli con una “corazzata” di centro-sinistra, che accoglierà nel suo grembo i transfughi di Alleanza Nazionale, i “pentiti” dipietristi, i “saltatori” del grande centro e (domani) gli acrobati di Forza Italia? Il tutto in salsa rosso-verde, per copiare penosamente qualcosa anche dai tedeschi?
Non è forse vero che l’ex ministro Scajola (quello che definì Biagi “un rompicoglioni”), si vantava – nella scorsa legislatura – di “controllare” circa 80 parlamentari di Forza Italia?
Non hanno ascoltato i richiami a monsignor Marini – giunti da Telese – per un “rimescolamento delle carte” (ossia nuove elezioni) per la prossima primavera, qualora i due segretari comunisti si mettessero alla testa dei marinai di Kronstadt?

Puntualmente, il signore di Milano – dal suo castello di Arcore – ha fatto sapere d’essere pronto a guidare l’armata, insieme ad un’accozzaglia di senza terra che, agitando i forconi, sognano d’imbracciare i fucili.
Qui, i due poveracci (non trovo altro termine…) ci sono cascati come due pollastri.
In realtà, la “Bismarck” del nuovo centro-sinistra è ancora sullo scalo: necessita ancora di mesi, forse anni di lavoro per prendere il mare. Soprattutto, è necessario che si faccia da parte proprio il signore di Milano, per dar modo all’ala destra (rinforzata e scompaginata a sua volta) di trovare nuova linfa per rendere possibile il sogno nazionalpopolare: una sola, grande alleanza, benedetta dal Vaticano e dalla Banca d’Italia, mediante la quale governare la nazione con una “sana” alleanza, dai “pentiti” del berlusconismo ai “penitenti” della “Bolognina”, per terminare con gli sfaccettati clown del nuovo potere democristiano.
No, ditemi voi cosa c’entra con i democristi un tizio come Rutelli, nato radicale, divenuto verde per convenienza ed oggi biancofiore per sudditanza?

Se i due “sub-comandanti” sanno ancora interpretare il sottile lessico della politica (non quel penoso proscenio d’avanspettacolo che è diventata la classe al potere), non capiscono che abbattendo questo mostruoso governo – che ha usato i voti del lavoratori per fare gli interessi della finanza – compirebbero un’azione degna proprio nei confronti di chi li ha eletti?
Non sono mica quattro gatti: rappresentano il 10% dell’elettorato italiano, il 20% della coalizione!
Che provino, con decisione, a mettere a nudo gli “altarini” del nuovo partito democratico, che provino a costringerli alla conta, per verificare quanti elettori del PDS sono disposti a “morire democristiani”!

Cos’abbiamo da perdere?
Berlusconi fa paura a chi vuole crederci: ma, veramente, qualcuno crede che domani sarebbe pronto un nuovo governo di centro destra? Magari con i numeri, ma con una politica fallimentare: vogliamo rivedere le “acrobazie” di Tremonti a Bruxelles? Oppure, visto che anche il centro destra è schiavo degli stessi poteri, potremmo osservare per quanto ancora riuscirebbero ad indebitare il paese con i banchieri.
Questo spiazzerebbe i terrificanti cedimenti del sindacato italiano – divenuto oramai non solo cinghia di trasmissione, bensì pietra angolare del potere – e metterebbe a nudo le impudicizie che ha firmato.
Una riforma delle pensioni che è peggio di quella di Maroni? Quella del lavoro che è impresentabile? E i cinque miliardi di euro regalati agli industriali con il taglio del cuneo fiscale, dove li mettiamo? Tutti si scandalizzano ed affermano che la nuova riforma delle pensioni è una “voragine” finanziaria, perché richiederebbe (a dire del chierichetto Damiano) un miliardo l’anno.
Sanno che i conti dell’INPS, per i primi cinque mesi del 2007, sono in attivo per 1,6 miliardi di euro[1] ? Da dove tirano fuori certe balle? Forse perché da quei soldi devono “defalcare” le loro sontuose pensioni e le liquidazioni dei boiardi di stato?

Allora, rilanciamo.
Invece di mettersi alla testa di retorici cortei, per poi chinare le testa in parlamento (minuscolo) e votare secondo santa madre banca, perché non provano a darsi un colpo di reni e ad essere dei veri comunisti?
Vogliono dei riferimenti teorici?
Ma per carità! Noi, umile volgo, siamo pronti a segnalare loro il carteggio fra Rosa Luxemburg e Lenin, dove la grande rivoluzionaria tedesca demolisce l’assurda credenza che i primi “derivati finanziari” dell’epoca – in pratica, il nascente mercato obbligazionario – fossero il toccasana per il futuro delle classi lavoratrici. In alternativa, c’è sempre il primo libro del Capitale, dove Marx stesso (non Groucho) mette a nudo gli “altarini” della Banca d’Inghilterra. Se non hanno tempo per recarsi in libreria, digitino semplicemente sul Web “critica al programma di Gotha”, oppure “al programma di Kautsky”. Se sono comunisti, questo dovrebbe essere l’ABC.

Se il comunismo è oramai fuori moda…va bene, possiamo capirli, sono abituati alle cravatte di Bertinottolo…si domandino perché il governo che appoggiano continua il programma del precedente governo, ossia la trasformazione delle centrali dal petrolio al carbone. Se la prossima utilitaria FIAT utilizzerà la legna e non l’Idrogeno per muoversi, li aspettiamo al Quirinale per la cerimonia di presentazione.
Non è che – per caso – hanno sentito parlare di un progetto chiamato “solare termodinamico”, il quale è stato assegnato, per la prima realizzazione, all’ENI? No, perché sarebbe come nominare Barbablù all’assistenza per le giovani disadattate. Approvano anche questo?

E i giovani che continuano a lavorare – con l’eterno pericolo d’essere licenziati – per 500 euro nei Call Centre? E’ forse questo il “salto tecnologico italiano” che ci proposero quando stesero il programma?
Perché, a fronte di tutto ciò, nessuno applica il programma dove si afferma di trarre risorse dalle rendite finanziarie per alleggerire la pressione sul lavoro? Perché, signori miei, che si tratti di contratti-capestro o di “studi di settore”, sempre su chi lavora s’abbatte la vostra scure. E il popolo dei palazzinari? E le comode scappatoie dei paradisi fiscali?

Insomma, noi non vi crediamo così fessi. Ah, ma allora siete dei furbacchioni. Non è così? Dimostratelo.
Vi proponiamo alcune scelte, ossia come vi schierereste di fronte a queste richieste:

* Nazionalizzazione della Banca d’Italia, perché è ora di finirla di cedere il frutto del nostro lavoro ai banchieri con l’inganno del signoraggio.

* Un “conto energia” senza contributi, ma liberato di tutte le pastoie che avete creato all’eolico, al termodinamico, al piccolo idroelettrico, ecc. Se produco energia me la paghi, se la consumo te la pago. Vogliamo vedere, come in Austria, la nuova tecnologia in vendita nei supermercati per l’hobbistica, pronta per essere utilizzata senza le minchiate da Medio Evo che ci avete costruito attorno.

* Una politica che tenga conto che la “bufala” dello sviluppo infinito è una cazzata senza fine. Dobbiamo restituire allo Stato la dignità di decidere come si producono i beni, e questo per la difesa dei consumatori. Come? Basterebbe prolungare i termini di garanzia dei beni: a fronte del pericolo di pagare sonore multe, produrrebbero mobili che durano secoli ed automobili che sfidano i lustri. L’alternativa? Andare avanti ancora qualche anno, per poi scegliere se crepare sommersi dai rifiuti o da qualche accidente climatico.

* Riportare a casa i nostri soldati all’estero, perché non è rischiando la loro pelle che risolviamo i dilemmi geopolitici di Bush e di tutta la masnada che si spaccia per essere la “crema” del sapere politico. Sono soltanto dei pietosi spacciatori, oggi di petrolio e domani di chissà che altro: gente che mangia noccioline mentre scorre il sangue altrui. Se votate per mantenere i nostri soldati all’estero, è come se steste reggendo il sacchetto dei pop corn a George. Attenti: ogni tanto, sputa.

* Ricondurre allo Stato le grandi tematiche collettive: trasporti, sanità, scuola. Non diteci che già ci sono…per favore…non fateci incazzare. Ne abbiamo le tasche piene di un ministro dei trasporti che si presenta come il fautore (finalmente!) delle “Autostrade del Mare”, e finisce per decidere soltanto quanta birra puoi bere prima di metterti al volante. Sulla sanità, smettiamola di raccontare frottole sulla “prevenzione”, quando sappiamo che in ospedale – oramai – ti mandano soltanto se rischi. Di nascere o di crepare: il resto, poco importa. Sulla scuola, basta l’icona del ministro Fioroni: dopo gli esami di riparazione, a quando il ripristino delle punizioni corporali?

* Iniziare a meditare che l’unica strada che ancora ha il genere umano è una politica di decrescita, perché con le attuali politiche finiremo non sul binario morto (già ci siamo), ma contro il respingente. E Dio sa quanto è duro.

* ……………

Non è nemmeno il caso di sprecare altro spazio per indicarvi cosa dovreste fare: non siamo così stupidi da credere che voi lo siate altrettanto. Ora, vi resta una scelta: come votare. Del resto: manifestazioni, ordini del giorno, sparate televisive, adunate oceaniche (organizzate con i clientes) e tutto il resto con ci fa una sega.
Decidete, oppure abbiate la dignità d’andarvene.

Carlo Bertani
[email protected]
www.carlobertani.it
3.09.07

Se desiderate metterli al corrente: (basta selezionare i due indirizzi (non il mio!), premere il tasto destro del mouse e scegliere Copia, poi da File, Invia, Pagina per posta elettronica, copiare i due indirizzi nella casella A: della mail, con il tasto destro Incolla) [email protected] [email protected]

[1] Fonte: Giampaolo Sassi, presidente dell’INPS, comunicazione all’ANSA del giugno 2007.

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