LA GUERRA NEL VENTESIMO SECOLO

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DI HEATHER GRAY
Counterpunch

L’esperienza di una famiglia canadese

Due anni fa, nel 2004, mia madre raggiunse la venerabile età di 90 anni. La nostra famiglia l’ha onorata festeggiando le sue nove decadi. Cominciai a pensare ai suoi 90 anni e agli enormi cambiamenti del 20esimo secolo, c’erano alcuni eventi che apparivano più rilevanti. Uno è che mia madre ha visto una vasta gamma di cambiamenti tecnologici, dall’uso dell’elettricità e dei combustibili fossili e di conseguenza automobili, aeroplani, lavatrici automatiche, computer… e così di seguito. Ma il fattore principale che ha formato la sua vita nel secolo passato è la guerra. Le due cose sono collegate, naturalmente; la guerra viene generalmente intrapresa per favorire il mercato e le materie prime, compresi i carburanti per le nuove tecnologie. Ma quale impatto ha la guerra sulle nostre famiglie e sulla società?Nel suo libro “Century of War”, lo storico Gabriel Kolko descrive eloquentemente l’impatto delle guerre del secolo scorso sulla società. Così ho pensato che potrei descrivere brevemente l’esperienza della mia famiglia con la guerra. Migliaia di famiglie nel Nord America potrebbero raccontare una storia identica ripercorrendo le guerre del ventesimo secolo. L’esperienza della mia famiglia, siamo Canadesi, potrebbe non essere così ricca come quella delle migliaia che negli Stati Uniti hanno storie di guerra nelle Filippine, in Corea, Vietnam, America Centrale etc… Ma prima di lanciarmi nel ventesimo secolo bisogna che cominci col diciottesimo.

La famiglia di mia madre migrò dallo Yorkshire, Inghilterra, alla costa est del Canada nel 1774, per fuggire alla destabilizzazione economica dell’Inghilterra di quel tempo — quasi come i Messicani che migrano oggi. Si stabilirono in Nuova Scozia. Appena due anni più tardi, nel 1776, restarono coinvolti nella Guerra di Rivoluzione Americana o, come la chiamano alcuni, “Guerra di Indipendenza” e, stando al racconto del mio prozio, la nostra famiglia combatté per la corona Britannica. Alcuni coloni americani volevano che la Nuova Scozia diventasse parte del New England e usarono l’alibi della guerra per i loro scopi imperialisti. In Nuova Scozia molte persone, compresi i miei antenati, resistettero con successo a questi tentativi. Questo è stato l’incontro della mia famiglia con il Nord America. E adesso di corsa al 21esimo secolo.

Quando gli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq nel 2003, mio figlio trentenne ha detto: “Mamma, pensavo che il progresso ci avesse portato oltre la guerra”. Come potevo rispondergli? Desideravo così tanto che il genere umano sarebbe riuscito finalmente a vivere senza la guerra. Più di ogni altra cosa, mi sarebbe piaciuto lasciare questa eredità a mio figlio.

Mia madre nacque nel 1914 nel Canada occidentale all’inizio della Prima Guerra Mondiale. L’Inghilterra dichiarò guerra alla Germania il 4 agosto e il primo ottobre 1914 il Canada inviò 33,000 soldati in Inghilterra perché fossero addestrati, e così cominciò. Mio nonno era un chirurgo dell’esercito canadese in Turchia. Quando tornò dalla Turchia dopo essersi ammalato di malaria, mia madre aveva quasi 2 anni. Poiché era stata solo con donne adulte nella sua giovane vita, all’inizio, non si abituò facilmente a questo maschio gregario che piombò all’improvviso nel suo mondo. Quattro dei miei prozii combatterono nella guerra. Uno dei fratelli di mio nonno fu ucciso in Europa. Desiderava diventare dentista. La mia bisnonna, 82 anni, si fece una fama per la quantità di calzetti che aveva preparato a maglia per i soldati canadesi, 260 paia in tutto.

Oltre a curare i feriti nella battaglie turche, mio nonno passò molto del suo tempo a disintossicare soldati alcolizzati. Credo che bere fosse l’unica maniera per molti di questi soldati per sopravvivere alla paura e all’angoscia della guerra. Tornò sostenendo che nella sua famiglia non si sarebbe mai bevuto alcol. Non fu però pienamente soddisfatto in questa richiesta. Mi ricordo che quando ormai il nonno aveva ottant’anni le mie zie e gli zii tiravano fuori vino e whisky appena andava a dormire. Non avrebbero mai bevuto in sua presenza.

Nel 1939, l’anno in cui mia madre si sposò, Il Canada si unì all’Inghilterra nella guerra contro la Germania il 10 settembre. Gli Stati Uniti non lo fecero fino all’8 dicembre 1941, quando dichiararono guerra al Giappone in seguito all’attacco di Pearl Harbor. Anche il Canada dichiarò guerra al Giappone l’8 dicembre. Tre giorni più tardi gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Germania e all’Italia.

[Propaganda dell’esercito canadese]

Nel settembre del 1939 mio padre, dentista, curava i minatori dei territori del Nord-ovest, a nord del Canada, e qualche volta gli capitava di spingersi fin quasi all’Artico. Lavorò addirittura sulle chiatte. La voce del suo imminente arrivo si spargeva in fretta. C’erano Eschimesi, Europei, Canadesi, ogni genere di persone che lo attendeva al porto. Diceva di essere probabilmente l’unico dentista al mondo i cui pazienti attraversavano l’Artico. Descriveva la “Terra del Nord”, come la chiamavamo noi, piena di ogni sorta di persone. Oltre alla Nazione Indiana originaria di quelle terre, c’erano quelli che avevano scelto di abbandonare le affollate città canadesi, o che desideravano la difficile ma solitaria e tranquilla vita delle vaste distese dell’Artico. Alcuni erano pariah della società, diceva, altri scappavano dalla giustizia, altri ancora erano probabilmente idealisti ed avventurieri, e molti erano lavoratori che cercavano un impiego nelle miniere di carbone o qualunque altro impiego.

Tutti sapevano che in quanto stato membro del Commonwelth Britannico, il Canada sarebbe entrato in guerra. Con l’aumentare dei bombardamenti tedeschi sull’Inghilterra si aspettavano che la dichiarazione di guerra fosse imminente. Mio padre diceva che la maggior parte degli uomini dichiarava che non avrebbe combattuto, ma si sarebbe invece nascosta nei cespugli. Il giorno che l’Inghilterra dichiarò guerra, sentirono il rumore del motore di una barca che arrivava lungo il lago accanto alla miniera. Era scuro e non potevano immaginare chi fosse. Quando la barca attraccò, due uomini della Polizia Reale Canadese balzarono fuori coi fucili in spalla. Andarono direttamente ad arruolare i minatori nell’esercito canadese. “Quei poliziotti erano coraggiosi” diceva mio padre “I minatori erano gente rude”. A me sembrava solo una maniera aggressiva per arruolare e regnare sulle classi lavoratrici durante la guerra. Alla fine il Canada mandò più di 600,000 uomini in guerra, compreso mio padre che stava per partire per l’Europa quando la guerra finì nel 1945.

Uno dei compagni di scuola di mia madre, che era stato il suo ragazzo alle superiori, veniva da una famiglia di quattro fratelli. Partirono tutti in guerra. L’amico di mia madre fu catturato dai Tedeschi e messo in una prigione di massima sicurezza, tuttavia ebbe la possibilità di ricevere lettere. Quando sua madre seppe che il corpo di uno dei suoi figli fu ripescato al largo della costa irlandese, avvertì la famiglia di non scrivere di questa perdita al figlio prigioniero. Temeva che se l’avesse saputo avrebbe voluto vendicarsi coi Tedeschi e avrebbe fatto qualche follia. Ma lui apprese della morte di suo fratello da altri amici e compagni di prigionia. Riuscì a fuggire e si nascose presso alcuni contadini tedeschi, i quali però erano troppo spaventati e lo cacciarono. Poco dopo i Tedeschi lo uccisero. Mia madre mi ha detto che molti dei suoi compagni di scuola sono stati uccisi in guerra.

Il fratello più giovane di mio padre era nell’Aviazione Canadese insieme ad altri 200,000. Fu ucciso nel 1942 quando il suo aereo venne abbattuto dopo un raid sopra la Germania. Avevamo ricevuto le lettere che mandava dall’Inghilterra prima di questi raid, spesso contenenti piccole quantità di denaro che mio padre metteva da parte. Mio zio voleva diventare farmacista come suo padre. Lo stesso anno mio nonno morì per un attacco di cuore. Il dolore di mia nonna non riesco ad immaginarlo.

Mio padre rifiutò di accettare che suo fratello fosse stato ucciso e dopo la fine della guerra nel 1945 cercò freneticamente una prova definitiva della sua morte. Fino al giorno in cui morì, negli anni ’80, non perdonò mai i Tedeschi. La guerra porta sempre dei pregiudizi a lungo temine. Gli Iracheni detesteranno gli Stati Uniti per le grandi perdite e la destabilizzazione che hanno provocato per i prossimi cent’anni almeno. Circa 150 anni dopo la Guerra Civile migliaia di sudisti sono ancora arrabbiati con l’Esercito dell’Unione e rievocano le battaglie. Come disse una volta Williams Faulkner, “Il passato non muore mai. E non è nemmeno passato”.

Nel 1950 la mia famiglia si spostò negli Stati Uniti. Negli anni ’60 mio padre disse che se mio fratello fosse stato arruolato per il Vietnam l’avrebbe rimandato in Canada. Ne aveva avuto abbastanza di guerra.

Il 20esimo secolo fu definitivamente caratterizzato dalla guerra e gli Stati Uniti, purtroppo, stanno cominciando il 21esimo alla stessa maniera. Questo ha un effetto brutalizzante su tutti noi. Sessanta anni dopo la guerra ho visto uomini piangere mentre descrivevano la loro esperienza. E’ difficile dire quali fantasmi rimangono con chi ha partecipato alla guerra, però sappiamo che durano a lungo. Ma sono preoccupata che sarà peggio per i soldati di oggi visto l’addestramento aggressivo che ricevono, che è cambiato dopo la II° Guerra Mondiale.

Guerra significa uccidere. Tuttavia, molti esseri umani, grazie al cielo, non sono assassini efficienti e non desiderano fare del male agli altri. E’ questo che ci salva! Nel suo affascinante libro “On Killing”, lo psicologo Colonnello Dave Grossman dedica un intero capitolo a “Coloro che non sparano nella storia”. Delle ricerche hanno scoperto che nella storia in ogni guerra, solo il 15-20% dei soldati è desideroso di uccidere. Questa bassa percentuale è universale e si applica ai soldati di ogni paese e in ogni periodo storico. E’ interessante che nemmeno la distanza fisica tra i nemici incoraggi ad uccidere. Grossman nota che “Anche con questo vantaggio, solo l’1% dei piloti da combattimento Americani abbatté il 40% dei piloti nemici abbattuti durante la II° Guerra Mondiale; la maggior parte non ha colpito nessuno o non ci ha provato”.

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[On Killing]

Sfortunatamente, la politica militare dell’Occidente e il complesso militare industriale non rispecchiano questa tendenza naturale. Invece, secondo Grossman, in particolare a partire dalla II° Guerra Mondiale, gli addestramenti militari tentano a renderci assassini più efficienti attraverso addestramenti ripetitivi così che al momento della guerra del Vietnam circa il 95% dei nostri soldati era pronto ad uccidere — anche se molti usavano farmaci per facilitare la cosa, e probabilmente i farmaci vengono usati anche in Iraq. Grossman dice che quella del Vietnam è stata la prima guerra farmacologica.

E’ questo che vogliamo per i nostri giovani? Che diventino bravi assassini? Che tracce lascia una cosa come questa? Che impatto avranno questi addestramenti sulle nostre famiglie? Dobbiamo farci queste domande.

I nostri antenati hanno permesso che la guerra predominasse troppo sulle nostre vite per generazioni e generazioni, e noi stiamo continuando con questo terribile sistema. Mia madre e la sua generazione hanno sofferto enormemente nel tentativo di risolvere i conflitti con la violenza, come se fosse la cosa più normale da fare. Io personalmente rifiuto questa logica distorta. Mentre onoro il servizio della mia famiglia, molti di noi sono pedine nelle mani del governo e delle elite dei nostri paesi e diventano merci per la guerra — niente di più, niente di meno. Spero che l’esperienza di mio figlio non sia una replica dell’esperienza di sua nonna. Tutto sommato mio figlio in questo giovane stadio della sua vita, ha pensato che sia possibile vivere senza la guerra. E sono veramente grata per questo.

Heather Gray è la produttrice del programma radiofonico “Just Peace” su WRFG-Atlanta 89.3 FM notizie locali, regionali, nazionali ed internazionali. Vive ad Atlanta, Georgia e può essere contattata via mail: [email protected]

Fonte: http://www.counterpunch.org/
Link: http://www.counterpunch.org/gray06052006.html
05.06.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ARJAM

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