Berlino ha dichiarato un “preallarme” a causa di una possibile interruzione nelle forniture di gas, a causa dello stallo nei pagamenti con la Russia.
Come annunciato infatti, alla richiesta del presidente russo Putin di far pagare ai paesi “ostili” il gas in rubli dal 31 marzo, l’UE, che paga ovviamente principalmente in euro, ha respinto l’idea e adesso siamo in attesa di vedere le conseguenze di questa presa di posizione sulla nostra pelle.
A farne le spese saranno prima di tutto le aziende, che ovviamente sono in cima alla lista nel caso in cui iniziassero i razionamenti. A essere tutelate infatti saranno le famiglie e i servizi di emergenza. Per questo motivo, in attesa delle mosse di Mosca, il governo tedesco ha annunciato un “preallarme” diretto agli imprenditori.
Difatti, questa fase mira ad aiutare le imprese a pianificare eventuali carenze future: per questo motivo un gruppo di crisi è stato istituito dal governo per valutare giornalmente gli sviluppi di questa situazione.
La Germania ottiene circa la metà del suo gas e un terzo del suo petrolio dalla Russia e ha avvertito che potrebbe affrontare una recessione se le forniture si interrompessero improvvisamente. Tale ipotesi per ora non è la più probabile poichè il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che la Russia non chiederà pagamenti in rubli fin da subito:
Come abbiamo discusso in precedenza, i pagamenti e la consegna sono un processo che richiede tempo […] da un punto di vista tecnologico, questo è un processo più lungo.
Nonostante ciò, Vyacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato, questa mattina, mercoledì 30 marzo, ha dichiarato:
I politici europei devono interrompere i discorsi, smettere di cercare di trovare una giustificazione sul motivo per cui non possono pagare in rubli. Se vuoi benzina, trova i rubli.
Il Cremlino ha anche affermato che la Russia potrebbe iniziare a chiedere il pagamento in rubli per altre materie prime come fertilizzanti, grano, metalli e legname.
Massimo A. Cascone, 30.03.2022