DI AMBROSE EVANS PRITCHARD
“Il patto di sicurezza ha la precedenza sul patto di stabilità. La Francia è in guerra”, ha dichiarato il Presidente Hollande
La Francia ha invocato i ‘poteri d’emergenza’ per mettere da parte le regole sul deficit pubblico dell’Unione Europea e riprendere il controllo sulla sua economia, dopo le atrocità terroristiche di Parigi, promettendo un massiccio miglioramento della sicurezza e della difesa qualunque cifra possa costare.
Il Presidente Francois Hollande ha detto che sono in gioco gli interessi vitali della nazione francese e che non ci può più essere alcuna giustificazione per le ulteriori strette al deficit imposte da Bruxelles. “Il ‘patto di sicurezza’ ha la precedenza sul ‘patto di stabilità’. La Francia è in guerra”, ha dichiarato al Parlamento Francese.
Fino al 1919 i tagli alla difesa saranno cancellati, perché il paese si prepara ad intensificare la sua campagna per ‘sradicare’ l’ISIS dal Sahel (Africa Occidentale), dal Maghreb, dalla Siria e dall’Iraq.
Saranno reclutate almeno 17.000 persone per rinforzare l’’apparato di sicurezza’ e il ‘Ministero degli Interni’, che diventeranno rapidamente il centro nevralgico di tutte le operazioni di guerra condotte dal paese contro la rete dell’ISIS.
Le nuove forze saranno costituite da 5.000 nuovi poliziotti e gendarmi, da 1.000 nuovi doganieri e 2.500 nuove guardie carcerarie. “Presumo che ci sarà un aumento delle spese”, ha detto il Presidente.
Gli effetti combinati costituiscono uno stimolo fiscale che, in ultima analisi, potrebbe attenuare i danni economici procurati dagli attentati terroristici all’industria del turismo.
Ma ‘la corsa al riarmo’ segna anche la fine del tentativo di restare entro il limite del disavanzo di bilancio [3pc del PIL] sancito dal ‘Patto di Stabilità e Crescita’. Con la Francia in aperta sfida, questo patto è ora effettivamente morto.
La Commissione Europea si aspettava che il deficit francese potesse essere del 3.4pc del Pil, il prossimo anno, e del 3.3pc nel 2017. Ma il deficit reale sarà probabilmente molto più alto e durerà fino alla fine del decennio.
La preoccupazione è che questo disavanzo possa spingere il debito del paese ancora più in alto, dal 96.5pc a oltre il 100pc del Pil, peraltro aggravato dagli effetti della deflazione sulla dinamica del debito.
Il Sig. Hollande ha detto che la Francia invocherà l’art. 42.7 del ‘Trattato di Lisbona’ – la clausola di solidarietà che obbliga gli altri stati-membri a correre in aiuto del suo paese con ‘tutti i mezzi a loro disposizione’ – superando di slancio le pagliacciate di Bruxelles che, in un contesto così politico, pretende di insistere sulle ‘regole di bilancio’ .
L’economia francese sta lentamente riprendendosi. Il triplice effetto costituito dall’euro debole, dal petrolio a buon mercato e dal ‘Quantitative Easing’ della Banca Centrale Europea ha generato uno stimolo economico a breve termine. Ma rimane ancora notevolmente depressa dopo ben sei anni dall’inizio del ciclo di espansione globale del post-Lehman.
Nel 3° trimestre la crescita è arrivata allo 0.3pc, dopo lo stallo della prima parte dell’anno. La disoccupazione è ancora bloccata al 10.7pc ed è effettivamente aumentata, negli ultimi mesi. “Lo slancio potrebbe perdere vigore nel 2017, man mano che il ‘vento in poppa’ andrà ad esaurirsi”, ha sostenuto la Commissione Europea.
La Prof. Brigitte Granville, della ‘Queen Mary University’ di Londra, ha detto che la Francia ha perso competitività per così tanto tempo, all’interno dell’Unione Monetaria Europea (non aiutata da un ‘codice del lavoro’ di ancora 3.648 pagine), che ora è caduta nella ‘trappola della stagnazione’, con un tasso di cambio intra-UEM assolutamente inadeguato [palese il riferimento al differenziale cumulato di competitività, che imporrebbe una svalutazione della moneta francese, se fosse ancora esistente].
La Prof. Granville ha avvertito che il paese sta lentamente scivolando verso la ‘catastrofe economica’.
Uno studio condotto dal Nobel per l’economia, Gary Becker, ha rilevato che “la paura creata dal terrorismo ha effetti enormi e duraturi sul comportamento umano”, spesso sproporzionati rispetto al rischio effettivo.
Questo rende estremamente difficile prevederne gli effetti economici. Il turismo in Israele, ad esempio, è sceso dei 2/3 durante i diciotto mesi dell’Intifada di Al-Aqsa, mentre i viaggi aerei negli Stati Uniti sono diminuiti del 15pc l’anno successivo all’attentato del 2001 alle Torri Gemelle.
Tuttavia, il documento di Becker ha concluso che le persone sono razionali e che, in ultima analisi, imparano a controllare la loro paura. La vita [dopo un po’ di tempo] continua normalmente.
Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: www.telegraph.co.uk
16.11.2015
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO