La Finlandia si prepara a vivere senza gas russo
Le importazioni potrebbero arrestarsi il 21 maggio a causa del rifiuto del paese di pagare come stabilito dal Cremlino
Secondo quanto riferito dal quotidiano Helsingin Sanomat, il governo finlandese e le aziende di tutto il paese si stanno preparando per la fine delle forniture di gas naturale russo, che potrebbe avvenire esattamente tra tre settimane, il 21 maggio.
Come riferiscono le fonti al quotidiano, il gigante russo dell’energia Gazprom avrebbe infatti fissato la scadenza al 20 maggio, ultimo giorno utile per Helsinki per dare una risposta definitiva sulla possibilità di pagare il gas come richiesto da Putin.
Il 28 aprile, la Ministra degli Affari Europei finlandese Tytti Tuppurainen, commentando le richieste, ha detto che la Finlandia non accetterà “questo ricatto” e che la sua compagnia energetica nazionale Gasum, si sarebbe attenuta ai precedenti accordi con la Russia.
A differenza delle nazioni dell’Europa centrale e orientale, la dipendenza della Finlandia dal gas russo è relativamente piccola. Il gas ha rappresentato solo il 5% circa del consumo totale di energia l’anno scorso, e le famiglie che fanno affidamento sul gas sono state protette da misure di emergenza. Le imprese tuttavia, specialmente quelle chimiche e del legno, che usano il gas come materia prima, potrebbero trovarsi in una posizione più vulnerabile secondo Helsingin Sanomat. Per questo motivo si stanno preparando da tempo per lo scenario peggiore.
La Neste Oyj – compagnia finlandese di raffinazione, trasporto e vendita di petrolio e biodisel – la cui raffineria di Porvoo è uno dei maggiori consumatori di gas del paese, sta testando la sostituzione del gas naturale con il propano. Secondo l’amministratore delegato di Neste, Peter Vanacker, l’azienda è “sempre più fiduciosa” di essere in grado di gestire un’interruzione della fornitura.
Come dimostrato in questi ultimi giorni, se lo vogliono, i Paesi europei possono continuare a usufruire del gas russo accettando il metodo di pagamento deciso da Putin a fine marzo, senza che ciò contrasti con le sanzioni. Tuttavia, alcuni di loro come Polonia e Bulgaria hanno rifiutato di farlo, dicendo che non vogliono “finanziare la guerra di Putin”. La prossima sarà la Finlandia?
Massimo A. Cascone, 01.05.2022
Fonte: https://www.hs.fi/talous/art-2000008785133.html
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