Tra le conseguenze dell’invasione della Ucraina da parte dell’esercito russo c’è sicuramente l’accelerazione del processo di compattamento del “blocco Occidentale” sotto l’egida della NATO. A confermarlo è la palesata volontà nelle ultime settimane del governo finlandese di entrare nella grande famiglia di quello che all’epoca venne definito Patto Atlantico.
Ricordiamo che già agli inizi di marzo Stoltenberg annunciò che la NATO stava condividendo tutte le informazioni sulla guerra in Ucraina con Svezia e Finlandia, con entrambi i paesi che oramai partecipavano da tempo regolarmente alle riunioni. Non a caso, in quei giorni, nel pieno della crisi diplomatico-militale a pochi chilometri da loro, le forze armate di Finlandia e Svezia si erano anche unite alla compagine NATO, in un’esercitazione programmata da tempo nella Norvegia artica nota come “Risposta fredda”, nonostante nessuno dei due paesi ne sia membro.
Adesso, ad avvalorare questo processo di compattamento, arrivano le dichiarazioni del Ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto, che nei giorni scorsi ha annunciato la presentazione al Parlamento di un progetto sulla possibile adesione alla NATO entro la metà di questo mese, in conseguenza dei colloqui telefonici avvenuti il 28 marzo tra il presidente del paese Sauli Niinisto e il Segretario Generale, riguardanti i dettagli sui principi e le misure per accettare nuovi membri.
Pekka Haavisto ha annunciato inoltre che il governo finlandese ha già discusso della possibile adesione con “quasi tutti” i 30 membri della NATO, non trovando particolari resistenze.
Resistenze e dubbi che invece permangono maggiormente nel governo di Stoccolma, disabituato alle guerre fin dal 1814.
Massimo A. Cascone, 05.04.2022
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