Un Bush fuori dalla realtà dirige una guerra estera ormai persa ed è impantanato in una pletora di chiacchiere
DI ERIC MARGOLIS
I filosofi maoisti cinesi ammonivano a non diventare ciò che si odia. Possiamo osservare questo paradosso a Washington, dove l’attuale amministrazione assomiglia sempre più ad una dell’Unione Sovietica. L’URSS andò in bancarotta dopo aver speso il 40% del reddito nazionale per gli armamenti. L’amministrazione del Presidente George Bush spenderà la somma sbalorditiva di 419,3 miliardi di dollari nell’anno fiscale in corso. Ulteriori 130 miliardi sono stati preventivati nel 2006 per l’occupazione di Iraq e Afghanistan. Ciò equivale a 10,8 miliardi di dollari al mese, il 40% in più rispetto a quanto previsto e più di quanto costò al mese la guerra in Vietnam al suo culmine.
Aggiungete poi a questa somma enorme il previsto miliardo e mezzo al mese di spese segrete per intelligence di CIA e Pentagono in Iraq ed Afghanistan.
Incredibilmente la spesa militare degli Stati Uniti nel 2006 sarà uguale alla spesa militare collettiva di tutto il resto del mondo.
Ho appena visto la pubblicità del nuovo caccia invisibile Raptor F-22 (nella foto sotto), costato 115 milioni di dollari, in cui si strombazzava la capacità del radar di “intercettare le comunicazioni dei rivoltosi”. Usare un aereo del valore di 115 milioni di dollari per ascoltare una manciata di jihadisti in Waziristan che parlano al cellulare lascia esterrefatti.
Nel frattempo Mosca sul Potomac (il riferimento è agli intrighi di Washington in un serial televisivo n.d.t.) è in tumulto per via dello spionaggio governativo sui cittadini, delle torture e di quella che sembra la madre di tutti gli scandali. Le rivelazioni secondo cui la super segreta National Security Agency e l’FBI hanno monitorato le telecomunicazioni interne ed internazionali hanno irritato perfino i fannulloni del Congresso e i media asserviti al potere. Da quanto viene riferito, gli agenti dell’FBI stanno spiando temibili terroristi come vegetariani e attivisti per i diritti degli animali.
Bush (ricordi di Leonid Brezhnev) rivendica il diritto di scavalcare le leggi perché gli Stati Uniti sono in guerra: i “terroristi” (nel gergo dei Soviet i “nemici dello stato”) minacciano gli Stati Uniti, quindi tutto è lecito.
Cos’altro ci aspetta? Che vengano cancellate le prossime elezioni d’autunno a causa della minaccia della fantomatica al-Qaida?
Intanto scoppia uno scandalo proprio negli ultimi giorni della corrotta Unione Sovietica. Un sinistro burocrate repubblicano di nome Jack Abramoff ha ammesso di aver distribuito 4,4 milioni di dollari in tangenti a senatori, uomini del congresso e portaborse. Pezzi grossi come Bush, il presidente della Camera Tennis Hastert, il repubblicano Tom DeLay, il predicatore armato di Bibbia Ralph Reed, Hillary Clinton e una frotta di legislatori disonesti sono stati implicati in questa cultura della corruzione.
Abramoff (nella foto sotto) ha ricevuto più di 30 milioni di dollari da varie tribù indiane per promuovere le loro attività legate ai casinò. Lui e i suoi amici hanno ripulito le tasche dei loro clienti indiani, racimolando mazzette per 11 milioni di dollari. Ci chiediamo stupiti dove abbiano trovato una simile somma di denaro i nativi americani da sempre perseguitati.
I repubblicani (ed anche alcuni democratici) sono terrorizzati dallo scandalo; molti legislatori potrebbero essere diretti alla Casa Bianca.
Tutti i partiti che restano al potere troppo a lungo diventano profondamente corrotti; sta agli elettori avveduti cacciare regolarmente le persone in carica dal momento che la longevità negli uffici è sinonimo di malgoverno. I repubblicani, sostenuti dalla febbre di questa falsa guerra, sono diventati corrotti più velocemente del solito.
Il tallone d’Achille
Il denaro è il tallone d’Achille della democrazia. In America vincere e mantenere un incarico significa spendere per la pubblicità televisiva somme enormi di denaro. I lobbisti e i portaborse di Washington che raccolgono milioni per finanziare i politici sono diventati più potenti dei legislatori eletti. E’ così che prosperano parassiti come Abramoff.
Un odore di “fine del regime” aleggia su Washington, proprio come accadeva negli ultimi giorni della decadente oligarchia sovietica.
Un Bush fuori dalla realtà dirige una guerra estera ormai persa ed è impantanato in una pletora di chiacchiere e tangenti mentre la polizia segreta lotta per tenere sotto silenzio un dissenso crescente.
Eric Margolis
Fonte: www.commondreams.org
Link: http://www.commondreams.org/views06/0108-24.htm
8.01.06
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LOREDANA D’ELIA