LA FILANTROPIA E LA CRISI ECONOMICA

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DI JOAN ROELOFS
counterpunch.org

Negli Stati Uniti sono state create importanti fondazioni a scopo umanitario, le quali hanno per così dire sostenuto il mondo negli ultimi 100 anni. Ci si potrebbe chiedere in che modo le attivitá di tali associazioni siano collegate con l’ attuale crisi. Notizie riguardanti questo argomento non si trovano nelle ultime pagine dei giornali, figuriamoci nelle prime pagine: si da piú attenzione ai dettagli trascurabili che alle strutture veramente importanti che sostengono il nostro sistema.

Nella foto: David RockfellerSi dovrebbe ricordare che questi istituti, prendendo a cuore le critiche del barone ladrone [robber baron, ndt], non erano stati creati per fini caritatevoli, ma bensí per l’ utilizzo di risorse anche legate alla cosiddetta ingegneria sociale, al fine di combattere il male del capitalismo. La Sage Foundation creò così l’ assistenza sociale professionale, e la fondazione Rockfeller contribuì, sia direttamente che tramite una sua filiale, la Social Science Research Council, a creare i cosiddetti programmi New Deal, tra cui la previdenza sociale, il cui lunghissimo testo, il Recent Social Trends ha segnato i presupposti per la riforma del capitalismo senza regole. La Fondazione Ford ha creato i presupposti per la guerra alla povertá e di recente è stata creatrice di Individual Development Accounts [risparmio per lo sviluppo autonomo, ndt] al fine di procurare fondi per la fascia di popolazione a basso reddito.

Oltre alle donazioni miliardarie a favore di organizzazioni non-profit per lo sviluppo economico e di think tanks [letteralmente ‘’serbatoi di pensiero’’, ndt] rivolti alla politica, le fondazioni sono state le maggiori creatrici di organizzazioni internazionali designate a promuovere e difendere il capitalismo contro eventuali minacce. Dopo la prima guerra mondiale le fondazioni Rockfeller e Carnegie crearono il Council on Foreign Relations, che è ancora molto forte anche grazie alle filiali estere. Nel secondo dopoguerra venne istituito il gruppo Bilderberg (dal nome dell’ albergo olandese dove si tenne la prima assemblea nel 1954), un meeting informale e segreto (la stampa non è quindi ammessa) che si tiene ogni anno in un luogo diverso e di massima sicurezza. Questo ospita le elite del Nord America e dell’ Europa Occidentale e tra i primi a prendervi parte ci furono David Rockfeller, Dean Rusk (leader della fondazione Rockfeller), Joseph Johnson (della Carnegie Endowment) e John J. McCloy (presidente della Fondazione Ford), insieme ad altre personalità europee. Anche se queste riunioni non si concludono con piani o azioni concrete, i potenti che vi partecipano hanno tutti i mezzi per dare al gruppo un valore che investe campi sempre maggiori; la lista dei partecipanti fornita da giornalisti che hanno fatto delle ricerche dettagliate e consultabile nel sito www.bilderberg.com da un’ idea del potere e dell’ influenza esercitati dal gruppo. Con partecipanti di questo calibro il Bilderberg è un’ arena dove dei novizi vengono scelti per consolidare importanti alleanze; perfino Tony Blair, Bill Clinton e Mary Robinson furono invitati quando erano ancora aspiranti politici.

Col sorgere di nuovi giganti economici a oriente il Bilderberg è diventato troppo ristretto. A partire dal 1973 la Commissione Trilaterale (Europa, America del nord e Giappone), voluta da Rockfeller, cominciò ad interessarsi della stabilità politica ed economica in un mondo ormai capitalistico. Divenne così necessaria una comunione di interessi ancor maggiore da parte di fondazioni e aziende, cosicché il Forum Economico Mondiale vide la luce nel 1974. Questo include, oltre che capi di governo ed esecutivi di aziende e fondazioni, anche divi del rock, giovani leader emergenti, rappresentanti di associazioni non governative come Greenpeace, Amnesty International ed il Third World Network. Nonostante alcune delle riunioni del forum siano segrete, questo ha una componente pubblica molto vasta che include la presenza della stampa, trasmette via internet il contenuto delle tavole rotonde e così via. Il tema ridondante del forum riguarda la felicità ed il benessere diffuso che la globalizzazione e la crescita economica favoriranno, anche se comunque i partecipanti si dividono tra i favorevoli ad un mercato senza regole ed i favorevoli invece all’ intervento dello stato come regolatore dell’ economia e quindi del mercato stesso.

In particolare le fondazioni si preoccupano delle disfunzioni della globalizzazione e di conseguenza sostengono diversi gruppi attivi in summit alternativi come il Forum Sociale Mondiale, creato come risposta al Forum Economico Mondiale. Le organizzazioni di protesta al FSM ricevono fondi dalle fondazioni ed aziende pro-globalizzazione, le quali inoltre supportano il forum ed i suoi affiliati a livello regionale. Esiste ora anche un network dei sostenitori del commercio e della globalizzazione [Funders Network on Trade and Globalization, ndt] che è stato creato soprattutto per il FSM e che include le fondazioni Ford, Rockfeller, Mott, Tides e Levi Strauss, insieme a sostenitori progressisti come il Funding Exchange ed il Unitarian Universalist Veatch Program; i 160 finanziatori sono rappresentati al FSM da una delegazione speciale. La partecipazione di finanziatori e donatori ha permesso un’ analisi comune delle cause strutturali che stanno alla base dei problemi della comunità, le istituzioni coinvolte, il giro di soldi, la limitazione della democrazia ed altri fattori.

Le fondazioni non solo promuovono il capitalismo a lunga durata, ma sono anche ancorate nelle aziende, nel complesso militare e nel capitalismo finanziario attraverso garanti ed investitori.
Nel 1971 la Fondazione Ford creò un fondo comune atto a gestire gli investimenti delle universitá private, delle scuole e delle fondazioni; il fine era quello di rompere con le politiche tradizionali di investimento di stampo conservatore per poter così ottenere maggiori profitti.

Di conseguenza le grosse fondazioni divennero centri di potere [powerhouses, ndt] per gli investimenti, atti ad accrescere le rendite attraverso fondi speculativi, debiti insoluti, venture capital, buyout, il settore immobiliare ed accordi su risorse internazionali ed energia. Il comitato per gli investimenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Ford è presieduto da Afsaneh Beschloss, ceduta dal gruppo Carlyle, dove era specializzata in fondi speculativi. Stando ad un comunicato del Fondo Comune, circa il 40% delle fondazioni nascondono la natura dei propri investimenti.

Raramente le fondazioni vengono esaminate criticamente, soprattutto dai maggiori media. Un’ eccezione degna di nota riguarda la ricerca da parte di Charles Piller nel 2007 sugli investimenti della Fondazione Gates (pubblicata sul Los Angeles Times); la conclusione fu che “la Fondazione Gates raccoglie fondi ogni anno da quelle societá che contrastano con la missione di migliorare la societá negli USA e nel mondo intero, in particolare la massa di persone afflitte da povertá e malattie”.

Le fondazioni sono sempre pronte a pubblicizzare i loro investimenti per la causa comune, ma per riempire i portafogli queste seguono generalmente la massa.

Joan Roelofs è professoressa emerita di scienze politiche al Keene State College, New Hampshire. Ha tradotto I principi del socialismo di Victor Considerant (Maisonneuve, 2006), ed ha inoltre pubblicato Foundations and Public Policy: The Mask of Pluralism (SUNY Press, 2003) e Greening Cities (Apex-Bootstrap Press, 1996).

Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/roelofs05282009.html
28.05.2009

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO ORRU’

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