La fabbrica di messaggi terroristici falsi

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DI COBRA JIHAD

Andate indietro con la memoria. Una notizia come tante altre che scorrono ormai come un fiume in piena. Era un anno fa. La stampa riporta alcuni comunicati di temibili gruppi terroristici islamici che affermavano che le “due Simone” erano state uccise.

Su Repubblica.it si leggeva:

“Il caso eclatante sarebbe quello del 22 settembre scorso, con l’annuncio della morte delle due volontarie di “Un ponte per”. La rivendicazione comparve sul sito Yaislh.org [il sito, scritto in maniera scorretta, è di un gruppo di opposizione saudita in Gran Bretagna, n.d.r.], ma più tardi la Farnesina annunciò che si trattava di un messaggio non attendibile. Da lì gli uomini dei servizi segreti avviarono le indagini, trovando riscontri e conferme.”

(fonte: www.repubblica.it )

Due ragazzi qualificati dai servizi italiani come “anarchici” (sic!), aiutati da un marocchino, presi dalla noia di un’afosa giornata di fine estate, si sono inventati un messaggio di sana pianta e l’hanno mandato su un sito islamico, messaggio nel quale, chiamandosi “Brigate Tizio Caio” (non ricordo con precisione) davano per morte Simona Pari e Simona Torretta. Tutto chiaro?

La notizia, ovviamente, passò alla stampa. Pane per i denti di questa gente. Ed ecco partirono i soliti titoli cubitali in prima pagina: “Minacce islamiche all’Italia”.

Passò un mese e si scoprì la magagna. Grossa, di quelle da far licenziare a calci nelle natiche tutti i direttori di giornale.

Un titolone in prima pagina, smentito dai fatti, avrebbe meritato un altro titolone oppure no? Tipo: “Erano false le minacce all’Italia”. E invece no. Alla magagna furono dedicate poche righe. Chiusa la storia. Che sarà mai, i terroristi cattivi restano!

Ora, noi (che non siamo anarchici, ma solo un po’ curiosi) questa storia la riapriamo per spiegarvi come si fa a scrivere un comunicato per poi porci alcune domande inquietanti su questa realtà . Se volete imitarci lo fate a vostro rischio e pericolo. Almeno usate un proxy!

Iniziamo dunque col creare un comunicato dal nulla e pubblicarlo su un temibile “sito islamico”. Unica condizione per compiere questa pericolosa operazione: conoscere l’arabo e un po’ di Corano.

1. Registrazione al sito islamico

Premessa. Spesso si sente parlare di “sito islamico”. Cos’è? E’ un forum in cui persone più o meno incazzate parlano di politica ed attualità pubblicando sermoni o lezioni di capi religiosi islamici famosi negli ambienti jihadisti. Spesso ci scappa anche l’insulto all’America… soprattutto quando vengono pubblicate foto di bambini iracheni uccisi “per sbaglio”.

Di solito i famosi comunicati appaiono su pochi forum, sempre più o meno gli stessi. I più famosi ultimamente erano alqal3ah ( www.qal3ah.net ) oppure altajdeed ( www.altajdeed.com ), tornato all’onore delle cronache con le rivendicazioni degli attentati di Londra. Un altro è Yaislah.org del Movimento di Riforma saudita.

Noi, invece, utilizzeremo il sito jihadistico Mojahedon ( http://www.mojahedon.com/vb ) che mantiene ancora aperte le registrazioni (alqal3ah, ad esempio, dopo il “ritrovamento” di comunicati sul suo sito ha deciso di chiudere le registrazioni…)

Fase 1, dunque: iscrizione. Trattasi di una normalissima iscrizione ad un forum come si fa su tutti i forum internet del mondo.

Vado sul sito http://www.mojahedon.com/vb

Vado su ISCRIVITI ( http://www.mojahedon.com/vb/register.php ), spunto la casella che indica che sono d’accordo con le condizioni di registrazione e clicco su ISCRIVIMI. Pochi secondi di attesa ed ecco apparire la pagina nella quale inseriremo i dati.

ESEM EL-MOSTAKHDEM (nome utente): cobra_jihad (ho scelto un nome volutamente non credibile… spesso i nomi degli utenti che inviano comunicati o rivendicazioni sono nomi di battaglia islamici come Abu Bakr, Rayat el-Islam ecc.)

KALEMET EL-MUROOR (password): operazionecobra

ONWAN EL-BARID EL-ELEKTRONY (indirizzo e-mail): metto un indirizzo fico creato per l’occasione: [email protected].

Clicco OK e… voilà , fatto! Wow, sono diventato un pericoloso terrorista! Sono il terrorista cobra_jihad, un po’ americano un po’ islamico come al-Qaeda. Ora non dobbiamo far altro che proseguire con la tappa 2 e cioè la pubblicazione.

2. Come pubblicare un comunicato

Un forum tratta più argomenti. Quello dell’AS Roma calcio tratta di “campionato”, “coppa italia”, “calciomercato”. Qui su Mojahedon si parla di “Ultime notizie, novità e fatti”, “Vite di santi”, “Vite di martiri”, “Materiale audio, video e foto” e tante sezioni islamiche più qualche sezione “militare”.

Mi piace “Forum dell’opinione e della opinione altra”, anche perchè poco frequentato. Clicco. Mi si apre la finestra.

Clicco su MAWDOO JDEED (NUOVO ARGOMENTO). E metto (in gergo “to post”) il mio messaggio assassino che deve essere connotato così:

1. Titolo del messaggio che fa riferimento all’Italia… mettiamo “Al Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi”;

2. nel corpo del messaggio, all’inizio, un versetto coranico (“Combatteteli finchè non ci sia più scandalo e il culto sia reso solo a Dio”): ancora meglio se il versetto è avulso dal contesto della sura (‘capitolo’) cui appartiene…;

3. sotto, le minacce: “Attento Berlusconi, noi siamo le Brigate di Cobra Jihad!”, in arabo, ovviamente, mica in ebraico!

4. poi scrivo “Questo messaggio è stato inventato per scopi che interessano il pubblico”.

5. infine, data islamica: 18 Jumada II 1426.

Vai!

Ecco fatto. Questo il testo in arabo:

(وَقَاتِلُوهُمْ حَتَّى لَا
تَكُونَ فِتْنَةٌ وَيَكُونَ الدِّينُ لِلَّهِ
)

حذار
يا برلوسكوني نحن كتائب الكوبرا جهاد
.

كتائب
الكوبرا جهاد

18 جمادى الثاني 1426هـ

ملحوظة هامة : هذه الرسالة اختلقها أصحابها لأسباب صحفية
تهم العامة
.

Avrei potuto premere OK e pubblicare il messaggio sul sito ma non lo faccio per due considerazioni:

1. per evitare noie;

2. perchè comunque prima o poi gli amministratori del sito (che ormai stanno molto attenti a questi messaggi!) lo cancelleranno vanificando il tutto.

In ogni caso, vi ho dimostrato come sia ESTREMAMENTE facile, anzi persino stupido, pubblicare un pericolosissimo messaggio su internet con tutte le minacce più paurose che vi vengono in mente. Unica condizione, ripetiamo: conoscere bene l’arabo e, un minimo, l’islam (ovviamente sapere anche usare internet!)

3. Come arriva il messaggio nelle redazioni. Alcuni quesiti.

Questione numero 1. Come arriva questo minaccioso messaggio nelle redazioni dei giornali? Solitamente il sistema funziona così.

Prendiamo un grande giornale “indipendente” (c’è parecchia gente che crede alla storia dell’ “indipendenza” dei giornali). Il redattore degli esteri apre le agenzie nel suo computer. Scorre le varie agenzie e su una di esse legge: “Messaggio sul web, minacce all’Italia”. Apre la notizia con un clic di mouse e avvisa i capi settori. I capi settore, per farsi belli con il capo supremo, si mobilitano e la portano al direttore. Questi, nel disegno globale di terrorizzare la popolazione (tanto “l’Islam ci ha dichiarato guerra”!), decide di non verificare la notizia e di metterla in prima o in seconda. Semplicemente, si dice: “mettiamola”! Il redattore si è fatto bello con il caposettore, il caposettore con il direttore, il direttore con le alte sfere… non si sa mai, magari ci scappa una medaglietta per meriti civili, o una più prosaica promozione…

Ora, regola d’oro del giornalismo è la “verifica della fonte”. Qui non solo ciò non avviene ma si mette una fonte non verificata in prima pagina!!! Ci chiediamo: come mai? E’ come se io leggessi una notizia su www.bufale.com e la pubblicassi ad occhi chiusi e per giunta in prima. Un motivo ci sarà perchè lo faccio, o no?

Questione numero 2. La notizia arriva ai quotidiani attraverso le agenzie internazionali che quasi mai riportano il sito da cui è tratta la rivendicazione o il tal proclama. A volte riportano l’indirizzo sbagliato, come per il caso degli “anarchici”.

Ora – piccola parentesi – ciò rientra in un discorso più ampio riguardante le condizioni pessime in cui si muove la stampa quotidiana, che ormai non fa più giornalismo ma un ameno copia e incolla delle agenzie, unica (o quasi) vera fonte della maggior parte degli articoli di un quotidiano. Chiusa parentesi.

Questione numero 3: Nelle redazioni dei quotidiani non ci sono giornalisti che parlano arabo, per cui non solo si accetta la notizia del ritrovamento del messaggio ma persino la traduzione del comunicato fatta dall’agenzia, traduzione spesso scorretta o falsata perchè mirante a suscitare odio e paura. Tutto ciò avviene volutamente o no?

Questione numero 4. Chi c’è dietro le agenzie? Può un’agenzia con uno o due traduttori arabi setacciare tutto il web arabo alla ricerca di messaggini minatòri? No, non può, con tutta la buona volontà . Ecco che allora intervengono “agenzie di antiterrorismo” come l’israeliana Debka (che ha appena sparato nei circuiti stampa un comunicato terroristico poi verificatosi “vecchio”!), o l’israeliana Memri (sempre attenta a recensire tutto il “meglio” della rete araba… in merito si legga http://www.informationguerrilla.org/come_far_odiare_gli_arabi.htm ), o il sito israeliano Internet Haganah con la sua sezione speciale sui siti jihadisti ( http://haganah.org.il/jihadi )… oppure i classici servizi segreti internazionali, quelli mitici come l’americana CIA, il britannico Mi5, l’israeliano Mossad che passano le notizie ai più piccoletti, come quelli nostrani (tra i quali ci auguriamo si aggiri ancora qualcuno che lavora nell’interesse dell’Italia). Cosa ci impedisce di pensare che non siano, allora, proprio i servizi a creare questi messaggi? Se un fesso come me ha pensato a questo ed è riuscito a pubblicare il suo messaggino pieno di minacce, è mai possibile che i servizi non lo abbiano mai pensato?

Dopo tutto il gioco è semplice. Io, servizio del tale grosso e influente paese, creo il messaggio di minaccia. Lo pubblico sul sito www.mojahedon.com con un nick fresco di creazione, anzi no, ne uso uno già esistente che ha all’attivo un numero preesistente di messaggi (un utente nuovo suscita sospetto tra gli altri utenti e gli amministratori). Dopo tutto sono un servizio segreto, mica una salumeria! Dopo aver compiuto l’ “operazione sito” per bene, invio subito un’e-mail anonima ad un’agenzia di stampa. A volte possono essere le agenzie stesse a “pescare” per caso il comunicato su internet… Il tempo, in ogni caso, è poco perchè si rischia che l’amministratore del sito cancelli il messaggio! L’agenzia di stampa chiama il suo traduttore e fa tradurre il messaggio. Poi il redattore dell’agenzia ci mette del suo, falsificando la traduzione. La notizia d’agenzia che gira in un circuito internazionale, viene raccolta dai quotidiani di tutto il globo terrestre che ci fanno la prima pagina con titoloni a 3 colonne. Ehi, in fondo basta un’agenzia ed il gioco è fatto!

E così l’indomani: TITOLONE: “ITALIA NEL MIRINO, SUL WEB MINACCE A BERLUSCONI”. Facile, no?

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