Come sappiamo e abbiamo più volte accennato, la guerra che il mondo occidentale, o meglio la politica occidentale, ha deciso di combattere contro la Russia sta avendo e avrà ripercussioni sulle vita soprattutto dei popoli europei.
La Russia rappresenta il 17% delle forniture globali di gas e il 12% della produzione di petrolio e adesso dovremo rinunciare alla nostra fetta. I primi allarmanti segnali già sono sotto i nostri occhi, con un aumento vertiginoso nelle ultime settimana sia dei prezzi del gas che della benzina, ma il peggio deve ancora arrivare.
Come riporta l’articolo del The Guardian in fonte, se l’Europa continuerà a sanzionare la nazione più grande del mondo allora non ci sarà da stupirsi se la stessa chiuderà i rubinetti (gasdotti), portando la situazione ad un critico stallo. Non sorprende perciò che i principali destinatari del gas russo in tutta Europa abbiano trascorso l’ultima settimana a cercare fonti alternative.
E così, mentre l’Italia cerca nuove forniture di gas in Algeria e Azerbaigian e i tedeschi annullano i piani per la chiusura delle centrali nucleari – costringendo entrambe le nazione nel frattempo a ripensare alla produzione di elettricità dai generatori a carbone – alcune delle industri pesanti europee e inglesi già stanno adottando strategie conservative per far fronte all’aumento dei prezzi, come l’orario di lavoro ridotto o, in molti casi, addirittura chiusure settimanali.
In questo marasma generale, che provoca non poca incertezza sul futuro energetico dell’Europa, gli analisti concordano su un punto: non sarà il gas naturale liquefatto (GNL) americano a salvarci. L’analista energetico Ano Kuhanathan ci spiega in poche parole perchè:
“La maggior parte del gas in Europa è trasportato da gasdotti. Potrebbe esserci un passaggio al gas naturale liquefatto, ma non c’è la capacità di stoccaggio. […] e comunque, il Giappone e la Cina sono tra le molte nazioni che vogliono enormi quantità di GNL, il che significa che la fornitura extra non c’è al momento”
Europei il messaggio è chiaro…la bella vita appartiene al passato oramai.
Massimo A. Cascone, 06.03.2022