La distruzione del World Trade Center. Perch la versione ufficiale non pu essere vera (Parte I)

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di David Ray Griffin

In “The New Pearl Harbor: Disturbing Questions about the Bush Administration and 9/11” [La nuova Pearl Harbor: domande scomode sull’amministrazione Bush e l’11 Settembre”] (2004) ho riassunto dozzine di fatti e resoconti che gettano dubbi sulla storia ufficiale dell’11-9. Poi, in “The 9/11 Commission Report: Omissions and Distortions” [Il rapporto della Commissione sull’11-9: omissioni e distorsioni] (2005a), ho discusso il modo in cui questi vari fatti e resoconti sono stati trattati dalla Commissione sull’11-9, cioè distorcendoli o semplicemente omettendoli.
Ho inoltre tenuto questo approccio ad ampio respiro, con le sue argomentazioni cumulative, nei miei precedenti saggi e lezioni sull’11-9 (Griffin, 2005b and 2005d).[1] Questo approccio, che mostra come ogni aspetto della storia ufficiale sia problematico, costituisce un’efficace sfida alla versione ufficiale.
Ma questo modo di presentare le prove ha una grande limitazione, specialmente quando usato in lezioni e saggi: implica che il trattamento di ogni particolare questione deve essere piuttosto breve e quindi superficiale. La gente può perciò essere portata a sospettare che un più completo trattamento di ogni particolare questione potrebbe mostrare che la storia ufficiale è, dopo tutto, plausibile.
Nel presente articolo mi concentro su un interrogativo: perché le Torri Gemelle e l’edificio 7 del World Trade Center sono crollati.
Un vantaggio di questa focalizzazione, oltre al fatto che ci consente di entrare in considerevole dettaglio, è che la distruzione del World Trade Center fornisce una delle migliori finestre sulla verità riguardo all’ 11-9. Un altro vantaggio di questo focalizzarsi è che ci permetterà di guardare alle rivelazioni contenute nei racconti orali dell’11-9, che furono registrati dal New York Fire Department poco dopo l’ 11-9 ma rilasciati al pubblico solo nell’agosto 2005.

Inizierò dal problema del perché le Torri Gemelle sono crollate e poi solleverò lo stesso problema a riguardo dell’edificio 7.

1. Il crollo delle Torri Gemelle

Poco dopo l’11-9, il Presidente Bush avvertì la gente di non tollerare “oltraggiose teorie del complotto sugli attacchi dell’11-9” (Bush, 2001).[2] Philip Zelikow, che ha diretto il lavoro della Commissione sull’11-9, ha allo stesso modo messo in guardia contro “oltraggiose teorie del complotto” (Hansen, 2005). Cosa intendono tali persone con questa espressione? Non possono voler dire che dovremmo rifiutare tutte le teorie del complotto sull’11-9, perchè lo stesso resoconto del governo è una teoria del complotto, dove i cospiratori sono tutti membri di al-Qaeda. Vogliono solo dire che dovremmo rifiutare teorie oltraggiose.

Ma cosa distingue una teoria oltraggiosa da una non oltraggiosa? Questo è uno dei problemi centrali nella filosofia della scienza. Quando si confrontano su teorie rivali – poniamo l’evoluzione Neo-Darwiniana e il Disegno Intelligente — scienziati e filosofi della scienza si chiedono quale teoria è migliore e perchè. Il segno distintivo di una buona teoria è che può spiegare, in modo coerente, tutti o almeno la maggior parte dei fatti rilevanti e non è contraddetta da nessuno di essi. Una teoria cattiva è contraddetta da alcuni fatti rilevanti. Una teoria oltraggiosa sarebbe una teoria contraddetta da quasi tutti i fatti rilevanti.

Con queste definizioni in mente, diamo un’occhiata alla teoria ufficiale sulle Torri Gemelle che afferma che esse sarebbero collassate a causa dell’effetto combinato dell’impatto degli aerei e dei risultanti incendi. Il rapporto rilasciato dalla FEMA dice: “Il danno strutturale sostenuto da ciascuna torre nell’impatto, combinato con i susseguenti incendi, diede come risultato il collasso totale di ciascun edificio” (FEMA, 2002).[3] Questa teoria fa parte chiaramente della categoria delle teorie oltraggiose perchè è contraddetta da quasi tutti i fatti rilevanti. Sebbene questa affermazione possa sembrare eccessiva, spiegherò perchè non lo è.

Nessun precedente crollo causato dal fuoco

La teoria ufficiale è resa implausibile soprattutto da due problemi. Il primo è il semplice fatto che il fuoco non ha mai — prima o dopo l’11-9 — fatto crollare alti edifici con struttura interna in acciaio. I difensori della storia ufficiale menzionano raramente, o mai, questo semplice fatto. Infatti, il rapporto rilasciato dal NIST — National Institute for Standards and Technology (2005)— presumibilmente definitivo, implica persino che i crolli indotti da incendi in grandi edifici con struttura di acciaio sono eventi normali (Hoffman, 2005).[4] Tutt’altro che normali, invece, questi crolli non sono mai occorsi tranne che nei presunti casi dell’ 11-9.

I difensori della teoria ufficiale naturalmente dicono che i collassi non furono causati semplicemente dall’incendio ma dal fuoco combinato col danno causato dai velivoli. Le torri comunque, furono progettate per resistere all’ impatto di aerei all’ incirca delle stesse dimensioni di un Boeing 767.[5] Hyman Brown, il direttore della costruzione delle Torri Gemelle, ha detto: “Furono interamente progettate per resistere a praticamente qualunque cosa, inclusi uragani,…bombardamenti e l’urto di un aeroplano” (Bollyn, 2001). E pure Thomas Eager, un professore all’MIT di ingegneria dei materiali che appoggia la teoria ufficiale, dice che l’impatto degli aerei non sarebbe stato significativo, perchè “il numero di colonne perse nell’impatto iniziale non fu grande e i carichi furono spostati sulle rimanenti colonne in una tale struttura che è altamente ridondante” (Eagar and Musso, 2001, pp. 8-11). Allo stesso modo il rapporto del NIST, discutendo come l’impatto degli aerei abbia contribuito al crollo, si concentra in primo luogo sull’affermazione che gli aerei hanno rimosso molte delle protezioni anti-incendio dall’ acciaio.[6]

La teoria ufficiale del crollo perciò è essenzialmente una teoria riguardante gli incendi, perciò non è mai troppo continuare a sottolineare il fatto che il fuoco non ha mai provocato il crollo di grandi edifici con struttura in acciaio — mai, prima o dopo l’11-9, o da qualche parte nel mondo l’11-9, eccetto presumibilmente a New York City — mai.

Qualcuno potrebbe dire naturalmente che c’è una prima volta per tutto e che un incendio veramente straordinario potrebbe causare un crollo. Esaminiamo questa idea. In cosa consisterebbe un incendio straordinario? Date le proprietà dell’acciaio, un incendio dovrebbe portare a temperature molto elevate, essere esteso e di lunga durata. Ma gli incendi nelle torri non hanno avuto nemmeno una di queste caratteristiche, figuriamoci tutte e tre contemporaneamente.

Ci sono state affermazioni, per la verità, che gli incendi portarono allo sviluppo si alte temperature. Alcuni speciali televisivi hanno affermato che le torri sono crollate perché gli incendi furono così intensi da sciogliere l’acciaio. Per esempio, un vecchio speciale della BBC News ha citato Hyman Brown che diceva: “l’ acciaio si scioglie, e 24.000 galloni di carburante per aerei l’hanno sciolto”. Un altro uomo, presentato come un ingegnere strutturale, ha detto: “E’ stato il fuoco ad uccidere gli edifici. Non c’è nulla sulla terra che può sopravvivere a quelle temperature con quella quantità di carburante che brucia…Le colonne si sarebbero fuse” (Barter, 2001).[7]

Queste affermazioni però sono assurde. L’acciaio non inizia nemmeno a fondersi sino a che non si raggiungono all’incirca i 2800° Fahrenheit [8]. E incendi aperti alimentati da idrocarburi, come il kerosene — che è il combustibile dei jet — possono al massimo raggiungere 1700° Fahrenheit, che è quasi 1100 gradi al di sotto del punto di fusione dell’acciaio.[9] Possiamo dunque mettere da parte l’ affermazione che le torri sono crollate perché le loro colonne di acciaio si sono sciolte.[10]

Molti difensori della teoria ufficiale, infatti, non fanno questa affermazione assurda. Dicono semplicemente che gli incendi hanno scaldato l’acciaio sino al punto in cui esso ha perso gran parte della sua forza tanto da piegarsi.[11] Per esempio, Thomas Eagar, dicendo che l’acciaio perde l’80% della sua forza quando è scaldato a 1300° F, sostiene che questo è ciò che è successo. Ma perché almeno questa affermazione sia plausibile, gli incendi sarebbero comunque dovuti essere parecchio “caldi”.

Ma non lo erano. Sono state fatte affermazioni, come abbiamo visto, sul carburante per i jet. Ma gran parte di esso è bruciato molto velocemente nelle enormi palle di fuoco prodottesi quando gli aerei hanno colpito gli edifici, e il restante si è esaurito entro 10 minuti, [12] dopo i quali le fiamme si sono spente. Fotografie delle torri 15 minuti dopo che furono colpite mostrano poche fiamme e molto fumo nero, un segno che gli incendi erano a corto di ossigeno. Thomas Eagar , riconoscendo questo fatto, dice che gli incendi erano “probabilmente solo intorno a 1.200 o 1.300°F” (Eagar, 2002).

Ci sono ragioni per credere, inoltre, che gli incendi non erano nemmeno così “caldi”. Come mostrano le fotografie, gli incendi non ruppero le finestre e nemmeno si diffusero molto oltre il loro punto di origine (Hufschmid, 2002, p. 40). Questa prova fotografica è supportata da studi scientifici condotti dal NIST, che hanno trovato che delle 16 colonne perimetrali esaminate, “solo tre colonne mostrano l’evidenza che l’acciaio abbia raggiunto temperature sopra i 250°C [482°F],” e nessuna evidenza che alcuna delle colonne centrali abbia raggiunto nemmeno quelle temperature (2005, p. 88).

Il NIST (2005) dice che “non ha generalizzato questi risultati dal momento che le colonne esaminate rappresentano solo il 3 percento delle colonne perimetrali e l’1 percento delle colonne centrali dei piani incendiati”. Che solo una percentuale così esigua delle colonne fosse disponibile fu dovuto naturalmente al fatto che i funzionari del governo vendettero e spedirono immediatamente via gran parte dell’acciaio. In ogni caso, i risultati del NIST, sulla base di questa esigua percentuale delle colonne, non sono irrilevanti: vogliono dire che tutte le speculazioni riguardo al fatto che le colonne centrali hanno raggiunto temperature molto più alte sarebbero solo ciò — pure speculazioni non supportate da alcuna evidenza empirica.

Inoltre, anche se gli incendi avessero raggiunto 1.300°F, come suppone Eagar, ciò non vuol dire che parte dell’acciaio abbia raggiunto quella temperatura. L’acciaio è un eccellente conduttore di calore. Se si mette un fuoco in una parte di una lunga sbarra di acciaio, il calore si diffonde velocemente alle altre parti e ad ogni altro pezzo di acciaio a cui la sbarra è connessa. [13]

Perché gli incendi abbiano potuto scaldare alcune delle colonne a temperature simili alla loro, sarebbero dovuti essere molto grandi relativamente alla dimensione degli edifici e alla quantità di acciaio in essi contenuta. Le torri, ovviamente, erano grandi e avevano un enorme quantità di acciaio. Un piccolo, localizzato, incendio di 1.300°F non avrebbe mai scaldato alcuna delle colonne nemmeno ad una temperatura prossima a quella, perchè il calore si sarebbe velocemente disperso attraverso l’ edificio.

Alcuni difensori della teoria ufficiale hanno affermato che gli incendi erano in effetti molto grandi trasformando gli edifici in “inferni torreggianti.” Ma ogni evidenza è contro questa affermazione, specialmente a riguardo della torre sud, che è crollata per prima. Questa torre fu colpita tra il 74esimo e l’84esimo piano, perciò in quella regione l’incendio sarebbe dovuto essere più grosso. Eppure Brian Clark, un sopravvissuto, quando scese dall’80esimo piano, ha detto: “Potevi vedere attraverso il muro e le crepe e vedere fiamme…solo sfiorare, non un inferno scrosciante, solo calme fiamme che sfioravano e fumo che fuggiva con difficoltà attraverso il muro.”[14] Allo stesso modo, uno dei vigili del fuoco che ha raggiunto il 78esimo piano ha trovato solo “due isolate sacche di fuoco.” [15]

La torre nord, per certo, ha avuto incendi che erano abbastanza grandi e “caldi” da costringere molte persone a saltare verso la morte. Ma come sa chiunque abbia un griglia sul camino o una grossa stufa, il fuoco che non danneggia l’acciaio o persino il ferro può bruciare la carne umana. Inoltre in molti casi potrebbe essere stato più il fumo che il calore a spingere la gente a saltare. In ogni modo, per indebolire le colonne d’acciaio gli incendi sarebbero dovuti essere non solo davvero grandi e “caldi” ma anche di lunga durata. [16] Al pubblico è stato detto che le torri hanno avuto incendi di questo tipo, con la CNN che afferma che incendi “molto intensi hanno bruciato per un lungo periodo di tempo.”[17] Ma non fu così. La torre nord è crollata un’ora e 42 minuti dopo che fu colpita; la torre sud è crollata dopo solo 56 minuti.

Per vedere quanto siano ridicole le affermazioni che questi brevi incendi nelle torri possano avere indotto un collasso strutturale possiamo paragonarli ad altri incendi. Nel 1988, un incendio nel First Interstate Bank Building di Los Angeles è durato 3,5 ore sbudellando 5 dei 62 piani di questo edificio ma non ci furono significativi danni strutturali (FEMA, 1988). Nel 1991, un grosso incendio nel One Meridian Plaza di Philadelphia è durato 18 ore svuotando 8 dei 38 piani dell’edificio ma, afferma il rapporto FEMA, sebbene “fasci e travi si sono incurvati e girati…sotto una grave esposizione al fuoco…, le colonne hanno continuato a supportare i loro carichi senza evidenti danni” (FEMA, 1991). A Caracas nel 2004, un incendio in un edificio di 50 piani è imperversato per 17 ore, sbudellando completamente i 20 piani superiori dell’edificio che pure non è crollato (Nieto, 2004). Eppure noi dovremmo credere che un incendio di 56 minuti ha fatto crollare la torre sud.

A differenza degli incendi nelle torri, inoltre, gli incendi a Los Angeles, Philadelphia e Caracas furono abbastanza “caldi” da rompere le finestre.

Un altro importante paragone è permesso da una serie di esperimenti fatti in Gran Bretagna a metà degli anni ’90 per vedere che genere di danno può essere causato ad edifici con struttura in acciaio sottoponendoli ad incendi estremamente “caldi e divoranti” che durino mote ore. La FEMA, avendo recensito questi esperimenti, ha detto: “Nonostante la temperatura dei sostegni di acciaio abbia raggiunto 800-900°C (1,500-1,700°F) in tre test…, nessun crollo è stato osservato in alcuno dei sei esperimenti” (1988 Appendice A).

Questi paragoni portano alla luce l’assurdità dell’affermazione del NIST che le torri sono crollate perchè gli aerei hanno staccato dalle colonne di acciaio le protezioni anti-incendio. Le protezioni ignifughe durano solo poche ore, perciò l’acciaio negli edifici di Philadelphia e Caracas sarebbe stato direttamente esposto ad incendi violenti per 14 ore o più, ma questo acciaio non si è piegato. Eppure il NIST afferma che l’ acciaio della torre sud si è piegato perché è stato direttamente esposto alle fiamme per 56 minuti.[18]

Un’affermazione fatta da alcuni difensori della teoria ufficiale è quella di avere supposto che ci fosse qualcosa a riguardo delle Torri Gemelle che le rendesse particolarmente vulnerabili al fuoco. Ma queste speculazioni non sono supportate da alcuna evidenza. E, come ha puntualizzato Norman Glover: “Quasi tutti i grandi edifici subiranno nel corso del loro utilizzo un grande incendio. Nessun importante grande edificio è mai crollato per il fuoco. Il World Trade Center ebbe un tale incendio nel 1975: eppure l’edificio sopravvisse subendo danni di minore importanza, fu riparato e ritornò in servizio” (Glover, 2002).

Numerose prove di demolizione controllata
C’è una verità opposta al fatto che, a parte gli ipotizzati casi dell’11-9, il fuoco non abbia mai provocato il crollo di grossi edifici con struttura in acciaio. Questa verità opposta è che ogni precedente crollo totale è stato provocato dalla procedura nota come “demolizione controllata”, in cui esplosivi capaci di spezzare l’acciaio sono stati posti in punti cruciali in tutto l’edificio e poi innescati in un ordine particolare. Solo dal sapere che le torri sono crollate, perciò, l’assunzione naturale sarebbe che siano state buttate giù con l’esplosivo.

Questa assunzione a priori è, inoltre, supportata da un esame empirico della particolare natura del collasso. Qui arriviamo al secondo grande problema della teoria ufficiale, cioè che il crollo ha presentato almeno 11 caratteristiche che ci si sarebbe aspettati se, e solo se, fossero stati usati degli esplosivi. Descriverò brevemente queste 11 caratteristiche.

Inizio improvviso: nelle demolizioni controllate, l’inizio del collasso è improvviso. Un istante prima l’edificio è perfettamente immobile: il momento dopo, inizia improvvisamente a crollare. Ma l’acciaio, quando viene scaldato, non si piega o rompe d’improvviso. Perciò, in incendi provocati dal fuoco — se ne avessimo qualche esempio — l’ inizio sarebbe graduale. Le fasce orizzontali e le travi inizierebbero a incurvarsi: le colonne verticali, se soggette a grandi forze, inizierebbero a piegarsi. Ma, come mostrano nei video delle torri, [19] non vi erano segni di piegamento o incurvamento, nemmeno nei piani appena sopra il danno causato dall’impatto degli aerei. Gli edifici erano perfettamente immobili sino al momento in cui hanno iniziato il crollo.

Verticalità: La cosa più importante nella demolizione controllata di un alto edificio vicino ad altri edifici è che venga giù direttamente sulle sue fondamenta, o almeno vicino, in modo da non danneggiare gli altri edifici. Tutta l’arte, o scienza, della demolizione controllata è orientata in primo luogo verso questo obiettivo. Come ha spiegato Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc., “per buttare giù un edificio come vogliamo, in modo che…nessuna altra struttura sia danneggiata,” la demolizione deve essere “completamente pianificata,” usando “il giusto esplosivo e il giusto disegno di disposizione delle cariche” (Else, 2004).[20] Se le Torri Gemelle, di 110 piani, si fossero rovesciate avrebbero causato un enorme quantità di danni agli edifici su molti isolati della città. Ma le torri sono crollate dritte. Quindi, la teoria ufficiale ha necessità di un miracolo, e cioè che l’incendio abbia prodotto crolli che simulano perfettamente il collasso che si sarebbe prodotto con l’uso di esplosivi piazzati con precisione.[21]

Velocità prossima a quella di caduta libera: Edifici buttati giù con la demolizione controllata crollano quasi con la velocità di caduta libera. Questo può accadere perchè gli appoggi dei piani inferiori sono distrutti, così quando i piani superiori vengono giù non incontrano alcuna resistenza. Il fatto che il crollo delle torri somigliasse a quello caratteristico delle demolizioni controllate è stato menzionato indirettamente dal Rapporto della Commissione sull’ 11-9, che dice che “la Torre Sud è crollata in 10 secondi” (Kean and Hamilton, 2004, p. 305).[22] Gli autori del rapporto evidentemente hanno pensato che la rapidità del collasso non è in conflitto con la teoria ufficiale, nota come la teoria “pancake”. Secondo questa teoria, i piani sopra a quelli indeboliti dall’ impatto degli aerei sono caduti sul piano sottostante che ha iniziato una reazione a catena così che i piani sono andati verso il basso a formare un pancake [i.e. a schiacciarsi l’uno sull’ altro N.d.T.].

Ma se è questo ciò che è successo, i piani inferiori, con tutto il loro acciaio e il loro cemento, avrebbero offerto resistenza. I piani superiori non vi sarebbero caduti sopra alla stessa velocità con cui sarebbero caduti attraverso l’aria. Eppure, le riprese del crollo mostrano che i detriti che cadono entro il profilo dell’edificio scendono alla stessa velocità dei detriti all’esterno[23] (Jones, 2006).

Come spiega il fisico e architetto Dave Heller (2005): i piani non sarebbero andati a formare un pancake. Gli edifici sono caduti troppo velocemente. I piani devono essere caduti tutti simultaneamente per raggiungere la terra in un così breve lasso di tempo. Ma come?… Nel [metodo noto come demolizione controllata], ciascun piano dell’ edificio è distrutto esattamente nell’istante in cui il piano di sopra lo sta per colpire. Perciò, i piani cadono simultaneamente, e praticamente in caduta libera. (Garlic and Glass 6)

Crollo totale: La teoria ufficiale è esclusa in maniera ancora più decisiva dal fatto che il crollo delle torri sia stato totale: questi edifici di 110 piani sono crollati in cumuli di macerie alti solo pochi piani. Come è stato possibile? Il nucleo di ogni torre conteneva 47 massicce colonne portanti. [24] Secondo la teoria del “pancake”, gli appoggi orizzontali di acciaio si sono separati dalle colonne verticali. Ma se questo è ciò che è successo, le 47 colonne centrali sarebbero dovute rimanere in piedi. La Commissione sull’ 11-9 ha trovato una soluzione ardita a questo problema. Ha semplicemente negato l’esistenza delle 47 colonne centrali, dicendo: “La parte interna degli edifici era un fusto di acciaio vuoto, in cui erano raggruppati scale e ascensori” (Kean e Hamilton, 2004, 541 nota 1). Voilà! Senza le 47 colonne centrali il problema è tolto.

Il rapporto del NIST ha affrontato questo grave problema affermando che, quando i piani sono crollati, hanno spinto le colonne, facendo diventare instabili le colonne perimetrali. Questa instabilità ha poi aumentato il carico gravitazionale sulle colonne centrali, che erano state indebolite dai tremendi incendi nel nucleo che, afferma il NIST, raggiunsero 1832°F, e questa combinazione di fattori ha in qualche modo prodotto il “collasso globale” (NIST, 2005, pp. 28, 143).

Questa teoria comporta due problemi. Primo l’affermazione del NIST riguardo gli incendi terribilmente caldi nel nucleo non è affatto supportata da prove. Come abbiamo visto prima, i loro stessi studi non hanno trovato prova che alcuna delle colonne centrali avesse raggiunto temperature nemmeno di 482°F (250°C), per cui la loro teoria implica un aumento puramente ipotetico di 1350°F.[25] Secondo, se anche questa sequenza di eventi fosse avvenuta, il NIST non fornisce spiegazione del perchè avrebbe prodotto un collasso globale, cioè completo. Il rapporto del NIST asserisce che il “cedimento delle colonne” è avvenuto nelle colonne centrali così come in quelle perimetrali. Ma questa rimane una semplice affermazione. Non c’è una spiegazione plausibile del perchè le colonne si sarebbero rotte o almeno sforzate, così da produrre un collasso globale praticamente alla velocità di caduta libera, nemmeno se avessero raggiunto tali temperature.[26]

Acciaio affettato: nella demolizione controllata di edifici con struttura in acciaio, gli esplosivi sono usati per tagliare in pezzi travi e colonne di acciaio. Un rappresentante della Controlled Demolition, Inc., ha detto che l’ RDX, uno dei potenti esplosivi comunemente usati, affetta l’acciaio come “una lama di rasoio attraverso un pomodoro.” L’ acciaio non è, inoltre, semplicemente tagliato; è tagliato in pezzi ‘maneggevoli’. Come la Controlled Demolition, Inc., dice nella sua pubblicità: “Il nostro sistema DREXSTM … taglia gli elementi di acciaio in pezzi adeguati alla capacità di sollevamento dell’ equipaggiamento disponibile.”[27]

Il crollo delle Torri Gemelle, sembra, ha in qualche modo imitato anche questa caratteristica delle demolizioni controllate. Jim Hoffman (2004), dopo avere esaminato varie foto del luogo del crollo, ha detto che gran parte dell’ acciaio sembrava essere “sminuzzato in … sezioni che potevano essere facilmente caricate sulle attrezzature che stavano pulendo Ground Zero”[28]

Polverizzazione del cemento e di altri materiali: un’altra caratteristica delle demolizioni controllate è la produzione di molta polvere, perchè gli esplosivi abbastanza potenti da spezzare l’acciaio polverizzeranno il cemento e molti altri materiali non metallici in minute particelle. E, Hoffman (2003), riporta, “quasi tutti i componenti non metallici delle torri sono stati polverizzati in polvere fine.”[29] Questa osservazione è stata anche fatta dal Colonnello John O’Dowd dello US Army Corps of Engineers. “Nei siti del World Trade Center” ha detto a History Channel, “sembrava che tutto fosse polverizzato”(History Channel, 2002).

Questo fatto crea un problema per la teoria ufficiale, secondo la quale l’unica energia disponibile era quella gravitazionale. Questa energia sarebbe stata sufficiente a rompere gran parte del cemento in pezzi piuttosto piccoli. Ma non sarebbe stata nemmeno vicina alla quantità di energia necessaria per trasformare il cemento e, in pratica, tutto il contenuto non metallico degli edifici, in piccole particelle di polvere.

Nubi di polvere: ancora un’ altra comune caratteristica delle demolizioni controllate è la produzione di nubi di polvere, che si ottengono quando le esplosioni espellono con grande energia la polvere dagli edifici. E, come si può vedere paragonando i video nel Web, i crolli delle torri hanno prodotto nubi che sono molto simili a quelle prodotte dalla demolizione controllata di altre strutture, come il Kingdome di Seattle. L’unica differenza è che le nubi prodotte durante il crollo delle torri sono state proporzionalmente molto più grandi.[30]

Il problema della sorgente dell’energia necessaria si pone di nuovo. Hoffman (2003), concentrandosi sulla espansione della nube di polvere della Torre Nord, calcola che l’energia richiesta semplicemente per tale espansione — ignorando l’energia necessaria a spezzare l’acciaio e polverizzare cemento e altri materiali — supera di almeno 10 volte l’ energia gravitazionale disponibile.

Il resoconto ufficiale, perciò, implica una grande violazione delle leggi della fisica — una violazione che diventa anche più enorme una volta che contiamo pure l’energia richiesta a polverizzare il cemento (per non parlare di quella richiesta a rompere l’acciaio) .

Oltre alla vera quantità di energia necessaria, un altro problema con la teoria ufficiale è che la sola energia gravitazionale è totalmente inadatta a spiegare la produzione di queste nubi di polvere. Questo è ancora più ovvio nel caso dei primissimi secondi. Nelle parole di Hoffman : “si possono vedere nubi spesse di cemento polverizzato che vengono espulse entro i primi due secondi. Questo è successo quando il moto relativo della sommità della torre rispetto alle altre parti era solo di pochi piedi al secondo.”[31] Jeff King (2003), allo stesso modo, dice :“[una grande quantità di] polvere di cemento molto fine viene espulsa dalla sommità dell’ edificio molto presto durante il crollo… [quando] le lastre di cemento si sarebbero urtate a [solo] 20 o 30 miglia all’ora.”

L’ importanza della puntualizzazione di King può essere apprezzata sovrapponendola all’affermazione di Shyam Sunder, l’investigatore capo del NIST, che sebbene le nuvole di polvere create durante il crollo delle Torri Gemelle potrebbero creare l’impressione di una demolizione controllata, “è il crearsi del ‘pancake’ dei vari piani che porta a questa percezione”(Popular Mechanics, 2005). Il crearsi dell’ effetto pancake, secondo la teoria ufficiale difesa da Sunder, iniziò ai piani al di sotto dei buchi creati dall’ impatto degli aeroplani. Come fa notare King, questa teoria non può spiegare il fatto, rivelato dalle fotografie e dai video, che nubi di polvere vennero create molto al di sopra delle zone di impatto.

Espulsioni orizzontali: un’ altra caratteristica comune delle demolizioni controllate è l’espulsione orizzontale di altro materiale, oltre alla polvere, da quelle zone dell’ edificio in cui vengono innescati gli esplosivi. Nel caso delle Torri Gemelle, fotografie e video mostrano che “pesanti pezzi di acciaio furono espulsi in tutte le direzioni sino a distanze di 500 piedi, mentre il rivestimento di alluminio è stato esploso sino a 700 piedi di distanza dalle torri” (Paul and Hoffman, 2004, p. 7). Ma l’energia gravitazionale è, naturalmente, verticale, così che non può nemmeno iniziare a spiegare queste espulsioni orizzontali.

Anelli di demolizione: ancora un’ altra caratteristica comune dei crolli indotti da esplosioni sono gli anelli di demolizione, in cui una serie di piccole esplosioni corrono rapidamente attorno all’ edificio. Questa caratteristica si è presentata anche nel crollo delle torri.[32]

Suoni prodotti dalle esplosioni: l’uso di esplosivi per provocare il crollo, produce, naturalmente, rumori originati dalle esplosioni. Come tutte le precedenti caratteristiche, tranne l’affettamento delle colonne di acciaio dentro l’edificio, questa può essere osservata da testimoni. E, come vedremo sotto, c’è un’ abbondante quantità di testimonianze dell’esistenza di tali suoni prima e durante il crollo delle torri.

Acciaio fuso: un’undicesima caratteristica che ci si aspetta solo se sono stati usati esplosivi per tagliare le colonne di acciaio è la presenza di acciaio liquefatto, e la sua presenza sul sito del WTC è stata infatti riportata da diversi testimoni, incluse le due maggiori figure coinvolte nella pulizia, Peter Tully, presidente della Tully Construction, e Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition, Incorporated. Tully ha detto di avere visto sul luogo pozze di “acciaio letteralmente fuso”. Loizeaux ha detto che parecchie settimane dopo l’11-9, quando le macerie erano state rimosse, “macchie calde di acciaio fuso” venivano trovate “in basso alle condotte degli ascensori delle torri principali, sotto sette livelli [seminterrati]”(entrambe le affermazioni sono citate in Bollyn, 2004).[33]

Inoltre, Leslie Robertson, il capo ingegnere strutturale delle Torri Gemelle, ha detto: “a 21 giorni dall’ attacco gli incendi bruciano ancora e scorre ancora acciaio fuso”(Williams, 2001). La giornalista del Knight-Ridder, Jennifer Lin, discutendo con Joe “Toolie” O’ Toole, un vigile del fuoco del Bronx che ha lavorato per molti mesi agli sforzi di soccorso e pulizia, ha scritto:“Gli incendi sotterranei hanno imperversato per mesi. O’Toole ricorda di avere visto in febbraio una gru sollevare una fascia di acciaio da dentro le catacombe di Ground Zero. ‘Gocciolava per l’ acciaio fuso,’ ha detto”(Lin, 2002). Greg Fuchek, vicepresidente delle vendite per la LinksPoint, Inc., che ha fornito alcuni degli equipaggiamenti elettronici usati per identificare i resti umani sul luogo, ha descritto come “infernali” le condizioni di lavoro, in parte perchè per sei mesi, la temperatura del terreno variava tra i 600 e i 1500 o più gradi Fahrenheit . Fuchek ha aggiunto che “a volte quando un operaio spingeva una trave di acciaio da sotto i rottami, l’ estremità gocciolava acciaio fuso” (Walsh, 2002). E altre testimonianze ancora parlano di acciaio fuso.[34]

Questa testimonianza è di grande significato, dal momento che sarebbe difficile immaginare cosa, oltre agli esplosivi, potrebbe aver fatto fondere parte dell’ acciaio.

L’ importanza della natura dei crolli, riassunta in queste 11 caratteristiche, è mostrata dal fatto che i tentativi di difendere la teoria ufficiale solitamente ignorano molte di esse. Per esempio, un articolo in Popular Mechanics (2005), cercando di screditare quelle che chiama alcune delle più persistenti leggende sull’ 11-9, fabbricate dai “teorici del complotto,” ignora completamente la verticalità, la rapidità, la totalità e la maniera improvvisa in cui è avvenuto il crollo e non menziona neanche le testimonianze a riguardo dell’ acciaio fuso, degli anelli di demolizione, e dei rumori delle esplosioni.[35]

NOTE

[1] Entrambi i seminari sono disponibili in DVD curati da Ken Jenkins ([email protected]). Vedi anche Griffin, 2005c.
[2] L’ affermazione completa di Bush è stata: “Dobbiamo dire la verità sul terrore. Non dobbiamo mai tollerare oltraggiose teorie del complotto riguardanti gli attacchi dell’ 11 Settembre — maligne bugie che cercano di spostare la colpa lontano dagli stessi terroristi, lontano dai colpevoli.” Ottimo consiglio.
[3] Questo rapporto è stato pubblicato dalla American Society of Civil Engineers (ASCE) per conto della Federal Emergency Management Agency (FEMA). Questa teoria fu presentata al pubblico precedentemente, quando, poco dopo l’ 11-9, la CNN ha affermato: “Il crollo, quando è avvenuto, è stato provocato dal fuoco…Il fuoco ha indebolito la parte di struttura rimasta dopo l’ impatto… al punto di non poter più reggere il carico”(CNN, 24 Settembre 2001)
[4] Il NIST descrive il crollo delle torri come esempio di “crollo progressivo”, che avviene quando “un edificio o una parte di edificio crolla a causa di una sproporzionata diffusione di un cedimento inizialmente locale” (NIST Report, p. 200). Il NIST perciò implica falsamente che il crollo totale dei tre edifici del WTC siano casi specifici di una categoria generale avente altri casi. Il NIST afferma addirittura che i crolli erano “inevitabili”.
[5] L’ ingegnere strutturale capo, Leslie Robertson, ha detto che le Torri Gemelle erano progettate per resistere all’ impatto di un Boeing 707, che a quel tempo (1966) era l’aereo più grande. Vedi “The Fall of the World Trade Center,” BBC 2, March 7, 2002 (http://www.bbc.co.uk/science/horizon/2001/worldtradecentertrans.shtml). Per un paragone tra i 707 e i 767, vedi “Boeing 707-767 Comparison,” What Really Happened (http://www.whatreallyhappened.com/boeing_707_767.html). E’ anche significativo il fatto che nel 1945, un bombardiere B25 ha colpito l’ Empire State Building al 79esimo piano, creando un buco alto 20 piedi. Ma non c’è mai stata il minimo indizio che questo incidente potesse provocare il crollo dell’ edificio (vedi Glover, 2002).
[6] Il Rapporto del NIST (2005, pp. xliii e 171) dice: “le torri hanno resistito agli impatti e sarebbero rimaste in piedi se non fosse stato per l’ isolamento anti-incendio dislocato e i successivi incendi a molteplici piani.”
[7] Supportato da queste autorità, lo spettacolo è andato avanti affermando che “ come gli incendi sono divampati nelle torri, alimentati dal carburante per aerei, i nuclei di acciaio in ogni edificio hanno alla fine raggiunto 800°C [1472°F]— abbastanza da iniziare a piegarsi e crollare.”
[8] In Griffin, 2004, pp. 12-13, cito l’ affermazione di questo fatto da parte di Thomas Eagar.
[9] Dato che l’affermazione che gli incendi nelle torri abbiano sciolto l’acciaio è all’ incirca assurda, da un punto di vista scientifico, quanto lo può essere un’ affermazione, è sconcertante vedere come alcuni giornali scientifici sembrassero smaniosi di correre in stampa con tale affermazione. Il giorno dopo l’ 11-9, per esempio, il New Scientist ha pubblicato un articolo che diceva: “Ogni torre [dopo che è stata colpita] è rimasta in piedi per circa un’ ora. Alla fine gli incendi in corso hanno sciolto le strutture di supporto in acciaio” (Samuel e Carrington, 2001). Il titolo dell’ articolo, “Design Choice for Towers Saved Lives” [“Scelte progettuali per le torri hanno salvato delle vite” n.d.t] , riflette sull’ affermazione altrettanto assurda— attribuita a “John Hooper, principale ingegnere nella compagnia che ha fornito consulenza ingegneristica quando fu progettato il World Trade Center”— che “la maggior parte degli edifici sarebbe crollata subito.”
[10] Affermare questo punto ovvio potrebbe, naturalmente, costare caro ad impiegati di compagnie con stretti legami col governo. L’ 11 Novembre 2004, Kevin Ryan, Site Manager per gli Environmental Health Laboratories, che è una divisione dei Underwriters Laboratories, ha scritto una e-mail al Dr. Frank Gayle, Deputy Chief della Metallurgy Division, Material Science and Engineering Laboratory, al National Institute of Standards and Technology (NIST). In Tale lettera, Ryan affermava: “Sappiamo che le compnenti in acciaio furono certificate ASTM E119. La curva tempo-temperatura per questo standard richiede che i campioni vengano esposti per diverse ore a temperature attorno ai 2000°F. E, come d’accordo, l’acciaio si conformava a queste specifiche. Inoltre, penso che siamo tutti d’accordo che anche dell’ acciaio non a prova di incendio non si scioglierebbe sino a che non raggiunge temperature roventi di circa 3000°F. Non ha proprio alcun senso che il Dr. Brown supponga che 2000°F scioglierebbero l’ acciaio di alta qualità usato in questi edifici” Dopo che Ryan ha permesso che la sua lettera diventasse pubblica è stato licenziato. La sua lettera è reperibile a http://www.septembereleventh.org/newsarchive/2004-11-11-ryan.php .
[11] Un ben noto tentativo di difendere il resoconto ufficiale è stato fatto tentando di usare l’assurda affermazione dello scioglimento dell’acciaio contro coloro che rifiutano il resoconto ufficiale stesso. Nel suo numero ufficiale di Marzo 2005, la rivista Popular Mechanics ha pubblicato un pezzo intitolato “9/11: Debunking the Myths” [11-9: screditare i miti](http://www.popularmechanics.com/science/defense/1227842.html?page=1&c=y). Questo articolo comincia con lo screditare quelle che definisce essere le “16 prevalenti affermazioni fatte dai teorici del complotto.” Una di queste “velenose affermazioni,” secondo Popular Mechanic, risulta dal fatto che questi “teorici del complotto” hanno creato un argomento fantoccio — fingendo che la teoria ufficiale affermi che gli edifici sono crollati perchè il loro acciaio si è sciolto— per poterlo poi abbattere. Popular Mechanics “rifiuta” questo argomento fantoccio insegnandoci che “il carburante per aerei brucia tra gli 800° e i 1500°F, non abbastanza per fondere l’ acciaio (2750°F). Comunque, gli esperti sono d’ accordo che, per far crollare le torri, non ci fosse bisogno che le loro strutture di acciaio fondessero, dovevano solo perdere un po’ della loro forza strutturale”. Come abbiamo visto, però, l’idea che le torri siano crollate perchè il loro acciaio si è fuso è stata messa nella testa del pubblico da alcuni precedenti difensori della teoria ufficiale. Per i critici di questa teoria mostrare l’ assurdità di questa affermazione non era perciò attaccare un uomo di paglia. L’idea che la teoria ufficiale è basata su questa affermazione assurda non è in ogni caso “una delle affermazioni prevalenti” di coloro che rifiutano la teoria ufficiale.

[12] Persino Shyam Sunder, investigatore capo dello studio del NIST, ha detto: “Il carburante dei jet è probabilmente bruciato tutto in meno di 10 minuti”(Field, 2004). Lo stesso Rapporto NIST dice (pag 179) “ Gli incendi iniziali del carburante degli aerei sono durati al massimo pochi minuti.”

[13] Il Rapporto NIST (2005, p. 68), cercando di argomentare che l’ acciaio è molto vulnerabile a meno che non sia protetto da isolanti, dice: “Componenti strutturali di solo acciaio possono scaldarsi velocemente quando esposti a fuochi anche di moderata intensità. Perciò una qualche sorta di isolamento o protezione termica è necessaria”. Come Hoffman (2005) fa notare, tuttavia: “Queste affermazioni sono senza senso, perchè ignorano l’effetto della conducibilità termica dell’ acciaio, che porta via il calore, e la notevole massa termica di 90,000 tonnellate di acciaio in ciascuna torre.” Inoltre, posso solo chiedermi se gli autori del Rapporto NIST abbiano riflettuto sulle implicazioni della loro teoria per le graticole in ferro o in acciaio dei loro camini. Vi spruzzano sopra nuovo isolante antincendio dopo avere goduto per qualche ora di un caldo fuoco scoppiettante?

[14]Citato in WTC 2: There Was No Inferno,” What Really Happened (http://www.whatreallyhappened.com/wtc2_fire.html).

[15] Citato in Tape Sheds Light on WTC Rescuers,” CNN, August 4, 2002 (http://archives.cnn.com/2002/US/08/04/wtc.firefighters/ ). Le voci dei pompieri viene detto “non mostrano alcuna paura, nessuna impressione che gli eventi stessero correndo fuori dal loro controllo.”(Dwyer and Fessenden, 2002)

[16] Come dice Eric Hufschmid (2002, p. 33) : “ Un incendio non avrà affetti sull’ acciaio a meno che esso non vi sia esposto per un lungo…periodo di tempo”

[17] CNN, 24 Settembre 2001.

[18] Kevin Ryan, nella sua lettera a Frank Gayle (vedi nota 10 sopra), ha scritto come critica del rapporto preliminare del NIST: “Questa storia non torna proprio. Se l’acciaio di quegli edifici si è ammorbidito o fuso, sono sicuro che possiamo essere d’accordo che ciò non è dovuto certamente ad incendi del carburante per aerei di qualche tipo, tanto meno i brevi incendi in quelle torri… Per favore faccia ciò che può per eliminare la confusione riguardante la capacità di incendi di carburante per jet di ammorbidire o sciogliere l’acciaio delle strutture.”

[19] Vedi, per esempio, “Painful Deceptions” di Eric Hufschmid (reperibile a www.EricHufschmid.Net); Il sito di Jim Hoffman (http://911research.wtc7.net/index.html); il sito di Jeff King (http://home.comcast.net/~jeffrey.king2/wsb/html/view.cgi-home.html-.html ), specialmente “The World Trade Center Collapse: How Strong is the Evidence for a Controlled Demolition?”.

[20] Incredibilmente, dopo avere spiegato quanto gli esplosivi possano essere fatti esplodere in maniera precisa per assicurarsi che un edificio crolli dritto giù, Lozeaux dice che avendo visto gli incendi nelle Torri Gemelle, aveva capito che le torri stavano “per crollare a pancake [esattamente “to pancake down” n.d.t.] quasi verticalmente. Era l’unico modo in cui potessero cadere. Era inevitabile.” Dato il fatto che il fuoco non ha mai causato il crollo di edifici in struttura di acciaio, tanto meno in un modo che mimasse la demolizione controllata, l’ affermazione di Lozieaux causa meraviglia. Incidentalmente la sua compagnia è stata assunta per rimuovere l’acciaio dal luogo del WTC dopo l’ 11-9.
[21] La teoria dell’ incendio è resa ancora più improbabile se le prime due caratteristiche sono prese assieme. Perché gli incendi possano avere indotto un crollo che iniziasse improvvisamente e fosse interamente simmetrico, tale che avvenisse in maniera direttamente verticale, essi avrebbero avuto bisogno di far cedere simultaneamente tutte le parti cruciali dell’ edificio sebbene gli incendi non fossero diffusi uniformemente attraverso gli edifici. Come ha scritto Jim Hoffman: “Tutte le 287 colonne sarebbero dovute essere indebolite sino al punto di crollare allo stesso istante” (“The Twin Towers Demolition,” 9-11 Research.wtc7.net, n.d., http://911research.wtc7.net/talks/towers/slides.html ).
[22] Questa affermazione è probabilmente una leggera esagerazione, dato che le riprese, secondo gli studenti sembrano suggerire che i crolli sono durati qualcosa tra gli 11 e i 16 secondi. Ma questo sarebbe ancora prossimo alla velocità di caduta libera attraverso l’ aria.
[23] Come viene detto dal fisico Steven Jones, “Le torri sono cadute molto rapidamente a terra, con la parte superiore che cadeva quasi altrettanto rapidamente delle macerie espulse che fornivano il riferimento di caduta libera…Dove è il ritardo che ci si attenderebbe per la conservazione della quantità di moto—uno delle leggi fondanti della Fisica? Cioè, appena i piani superiori in caduta colpiscono i piani inferiori—e le colonne di acciaio intatte—la caduta dovrebbe essere significativamente ostacolata dalle masse urtate…Ma non è questo il caso…Come fanno i piani superiori a cadere così velocemente e conservare comunque la quantità di moto nei palazzi che stanno crollando? La contraddizione è ignorata dal FEMA, dal NIST e dal Rapporto della Commissione sull’ 11-9 dove la conservazione della quantità di moto e i tempi di caduta non sono stati analizzati” (Jones, 2006; until then available at http://www.physics.byu.edu/research/energy/htm7.html).
[24] Ciascuna colonna, oltre ad essere almeno di 36 per 16 pollici, aveva muri che erano spessi almeno 4 pollici alla base, appuntiti nei piani superiori che avevano meno peso da supportare. Fotografie delle colonne possono essere viste a pagina 23 di Hufschmid, 2002. La ragione di dire “almeno” in queste affermazioni è che Jim Hoffman ha recentemente concluso che alcune di esse erano persino più grandi. Riferendosi al suo articolo “The Core Structures: The Structural System of the Twin Towers,” 9-11 Research.wtc7.net, n.d. [http://911research.wtc7.net/wtc/arch/core.html], egli ha scritto (e-mail del 26 Ottobre 36″ X 16″, 2005): “Precedentemente dicevo che le colonne centrali avevano dimensioni esterne di 36″ X 16″, ma ora penso che almeno un terzo di esse avesse dimensioni di 54″ X 22″, secondo alcuni vecchi articoli in Engineering News Record e fotografie che ho preso di immagini ravvicinate esposte nello Skyscraper Museum in Manhattan…Inoltre, secondo l’ illustrazione in Engineering News Record, lo spessore dell’ acciaio alle basi era 5” e non 4”.”
[25] E, come dice Hoffman (2005), l’ affermazione del NIST su questi fuochi tremendamente caldi nel nucleo è particolarmente assurda dato il fatto che il nucleo “aveva molto poco carburante; era lontano da ogni sorgente di aria fresca; aveva grandi colonne di acciaio per condurre via il calore; e non mostra prova di incendi in alcuno dei video o delle foto.” Tutta l’ evidenza, in altre parole, suggerisce che nessuna delle colonne centrali avesse raggiunto (per l’incendio) le alte temperature raggiunte da alcune delle colonne perimetrali.
[26] Il NIST poggia la sua teoria largamente sull’ idea che il crollo è iniziato col cedimento delle travature. Essendo molto più piccole e anche meno interconnesse, le travature sarebbero state molto più facili da scaldare, perciò non è sorprendente che il Rapporto NIST si concentra su di esse. Per provare a far funzionare la sua teoria, però, il NIST afferma che le travature divennero più calde rispetto a quanto supportato dalle loro stesse prove. Cioè, sebbene il NIST non abbia trovato prova che alcuna parte di acciaio sia diventata più calda di 1112°F (600°C), esso afferma che alcune delle travature di acciaio fossero state scaldate sino a 1,292°F (700°C) (2005, pp. 96, 176-77). Un supposto argomento scientifico non può aggiungere arbitrariamente 180°F solo perchè gli capita di averne bisogno. In ogni caso, a parte il fatto che questa cifra non è per niente supportata da prove, la teoria del NIST dipende infine sull’ affermazione che le colonne centrali hanno ceduto come “risultato sia del cedimento delle congiunture sia della frattura delle stesse colonne,” perché esse erano “significativamente indebolite da …effetti termici” (2005, pp. 88, 180). Ma non c’è spiegazione di come queste colonne massicce si sarebbero potute “spezzare” pure se le temperature fossero arrivate a quei livelli. Come viene detto da uno studio pubblicato nel Regno Unito: “L’espansione termica e la risposta di tutta la struttura a questo effetto non è stato ancora descritto dal NIST” (Lane and Lamont, 2005).
[27] La citazione sullo RDX è in in Tom Held, ‘Hoan Bridge Blast Set Back to Friday,’ www.jsonline.com (Milwaukee Journal Sentinel), Updated Dec. 19, 2000 (http://www.jsonline.com/news/metro/dec00/hoan20121900a.asp ). La citazione sullo DREXS è nel video di Hufschmid “Painful Deceptions” (www.EricHufschmid.Net).
[28] In questa affermazione Hoffman dice che gran parte delle sezioni non sembrava essere più lunga di 30 piedi. Ha dopo rivisto ciò, dicendo che, a giudicare da una immagine aerea presa 12 giorni dopo gli attacchi, gran parte dei pezzi sembrava essere lunga tra i 24 e i 48 piedi con solo pochi sopra i 50 piedi. Ha anche notato che “le lunghezze dei pezzi sono poco somiglianti alle lunghezze delle parti di acciaio che si sa aver fatto parte della costruzione,” che significa che non si poteva ragionevolmente dedurre che i pezzi si sono semplicemente rotti nelle loro giunture (e-mail, 27 Settembre 2005).
[29] L’evidenza disponibile, dice Hoffman (2003), suggerisce che in effetti le particelle di polvere fossero molto piccole — dell’ ordine di 10 micron.
[30] Hoffman (“The Twin Towers Demolition”) dice che le nubi si sono espanse sino a cinque volte il diametro delle torri nei primi dieci secondi. La demolizione del Kingdome può essere vista sul sito di Controlled Demolition, Inc. (http://www.controlled-demolition.com/default.asp?reqLocId=7&reqItemId=20030317140323).. La demolizione della Reading Grain Facility può essere vista su ImplosionWorld.com (http://implosionworld.com/reading.html).
[31]Jim Hoffman, “The Twin Towers Demolition.”
[32] Per una evidenza visuale di ciò e delle precedenti caratteristiche (eccettuato l’ acciaio spezzato), vedi Painful Questions; di Hufschmid e il suo video video “Painful Deceptions” (reperibile a www.EricHufschmid.Net); il sito web di Jim Hoffman (http://911research.wtc7.net/index.html); e il sito web di Jeff King (http://home.comcast.net/~jeffrey.king2/wsb/html/view.cgi-home.html-.html)
[33] Bollyn dice (e-mail del 27 Ottobre 2005) che queste affermazioni sono state fatte da lui personalmente durante una intervista telefonica con Tully e Loizeaux, probabilmente nell’ estate del 2002. Bollyn ha aggiunto che sebbene non sia certo sulla data delle interviste telefoniche lui è sempre “molto preciso riguardo le citazioni” (http://www.americanfreepress.net/09_03_02/NEW_SEISMIC_/new_seismic_.html).
[34] Il Professor Allison Geyh (2001) della Johns Hopkins, che faceva parte di un team di inquirenti per la salute pubblica che visitò il sito poco dopo l’11-9, ha scritto: “ In alcune sacche che adesso vengono scoperte hanno trovato acciaio fuso”. Il Dr Keith Eaton, che un po’ dopo girò il sito con un ingegnere, ha detto che gli sono state mostrate diapositive di “acciaio fuso che ra ancora ardente settimane dopo l’evento” (Structural Engineer, 2002, p. 6). Herb Trimpe (2002), un diacono Episcopale che ha servito come cappellano a Ground Zero , ha detto: “Era davvero più caldo sul luogo. Gli incendi, sino a 2,000 gradi, sono bruciati sottoterra per un po’ di tempo…ho parlato con molti appaltatori e dicono …che le fasce erano state totalmente fuse per il calore.”

[35] Questo articolo in Popular Mechanics è, per essere diretti, spettacolarmente di scarsa qualità. Oltre ai problemi fatti notare qui e alla nota 11, sopra, e alla nota 29, sotto, l’ articolo fa questa sorprendente affermazione: “Nella decade prima dell’ 11-9, il NORAD ha intercettato solo un aereo civile sul Nord America: il Learjet del golfista Payne Stewart nell’ Ottobre del 1999.” In realtà, come sanno i veri ricercatori sull’ 11-9, la FAA ha riportato in un comunicato stampa del 9 Agosto 2002, di avere fatto partire i caccia 67 volte tra il Settembre 2000 e il Giugno 2001, e il Calgary Herald (13 Ottobre 2001) ha riferito che il NORAD ha mandato caccia 129 volte nel 2000. Per estrapolazione, possiamo inferire che il NORAD ha lanciato i caccia più di 1000 volte nei dieci anni prima dell’ 11-9. L’ affermazione di Popular Mechanics potrebbe essere vera solo se in tutti questi casi, tranne che per l’ incidente di Payne Stewart, i caccia siano stati richiamati alla base prima di avere veramente intercettato l’ aereo in questione. Questo è piuttosto improbabile, specialmente alla luce del fatto che il Maggiore Mike Snyder, un portavoce del NORAD, ha detto al Boston Globe alcuni giorni dopo l’ 11-9 che “i caccia del NORAD di consueto intercettano gli aerei” (Johnson, 2001).
Del perchè Popular Mechanics abbia pubblicato un articolo tanto pessimo, un indizio è forse fornito dal fatto che il “ricercatore anziano” dell’ articolo era il 25enne Benjamin Chertoff, cugino di Michael Chertoff, il nuovo capo del Department of Homeland Security (vedi Bollyn, 2005a). Un altro fatto rilevante è che questo articolo è stato pubblicato poco dopo un golpe in questo magazine di proprietà della Hearst, in cui fu rimpiazzato l’ editore capo Security (vedi Bollyn, 2005b). L’ articolo di “debunking” del giovane Chertoff è stato a sua volta effettivamente screditato da molti autentici ricercatori sull’ 11-9, come Jim Hoffman, “Popular Mechanics’ Assault on 9/11 Truth,” Global Outlook 10 (Spring-Summer 2005), 21-42 (che era basato su “Popular Mechanics’ Deceptive Smear Against 9/11 Truth,” 911Review.com di Hoffman, 15 Febbraio 2005 [http://911review.com/pm/markup/index.html]), e “Reply to Popular Mechanics re 9/11,” http://www.serendipity.li/wot/pop_mech/reply_to_popular_mechanics.htm di Peter Meyer). A dire il vero, gli articoli di Hoffman e Meyer, pur essendo d’accordo su molti punti, hanno differenti approcci a riguardo di alcune delle questioni sollevate. Ma entrambi gli articoli mostrano che Popular Mechanics dovrebbe chiedere scusa ai suoi lettori per avere pubblicato un articolo così enormemente difettoso su un argomento così importante.

Fonte: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=GRI20060129&articleId=1846

Traduzione di Alcenero per comedonchisciotte.org

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