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La Redazione

 

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LA DISTRUZIONE CREATIVA

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A cura di Davide
Il 6 Ottobre 2005
43 Views

Guerre ed uragani sono una tragedia per i poveri, ma una benedizione per il grande capitale.

DI ALEJANDRO TEITELBAUM
Red Voltaire

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Nel suo libro “Capitalismo, Socialismo e Democrazia” (1942), l’economista Joseph Schumpeter affermava che “il capitalismo è, per sua natura, una forma od un metodo di cambiamento economico”, di sostituzione del vecchio col nuovo, che denominava “distruzione creativa” (nuovi consumatori, nuovi beni, nuovi metodi di produzione o trasporto, nuovi mercati, nuove forme d’organizzazione industriale, ecc.).
La guerra sarebbe la forma più drastica di “distruzione creativa” connessa al capitalismo. Altre forme di “distruzione creativa”, di cui beneficia il grande capitale, sono le grandi catastrofi, come lo tsunami ed i cicloni.
Il vicepresidente USA Dick Cheney fu, dal 1995 fino all’agosto del 2000, Direttore Esecutivo della Halliburton, la più grande impresa mondiale di servizi legata all’industria petrolifera. Nel seguito assunse la Vicepresidenza, ma continua a riscuotere dell’impresa: 194.852 dollari nel 2004. La Halliburton ha mantenuto strette relazioni commerciali con un’impresa petrolifera russa, la Tyumen Oil Co, accusata di essere legata alla mafia russa ed al traffico di droga.

Sotto la direzione di Cheney, la società Halliburton, in buona parte attraverso la sua sussidiaria Kellog Brown & Root, ha ottenuto contratti governativi per 2.300 milioni di dollari, la maggior parte di essi con l’Esercito, per costruire installazioni militari in Albania, Bosnia, Kosovo ed Haiti, tra gli altri luoghi (Cheney Led Halliburton to feast at Federale Trough. State Department questioned deal with firm linked to Russian mob, www.public-i.org. / story).

Nel seguito Halliburton ha acquisito una posizione dominante nella “ricostruzione” dell’Iraq. Nel marzo 2003, il Corpo Ingegneri dell’Esercito Statunitense ha incaricato Kellog Brown & Root (KBR), sussidiaria della Halliburton, della riparazione delle infrastrutture petrolifere irachene secondo le modalità definite dalla Halliburton tre mesi prima. Tutto ciò senza licitazione.

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La Halliburton passò dal diciannovesimo posto, tra i fornitori delle forze armate statunitensi nel 2002, al primo nel 2003, per un totale di 4.200 milioni di dollari, compreso il mantenimento e l’alimentazione delle truppe USA all’estero, affare che nel settembre 2004 rappresentava 8.600 milioni di dollari, incluse fatture gonfiate, 1.000 milioni di spese “sospette” e 422 milioni di spese “ingiustificate”, secondo una relazione della commissione politica democratica del Senato statunitense. La KBR fatturava 20.000 pasti al giorno e ne serviva 10.000, inclusi alimenti congelati scaduti da un anno.

“ … Praticamente tutti gli aspetti del contratto rimasero sotto il controllo dell’ufficio del Segretario della Difesa, Donald Rumsfeld. Questo mi sconvolgeva.” (Bunnatine Greenhouse, responsabile dell’attribuzione dei contratti dell’Ente Attribuzione Contratti del Corpo Ingegneri). (Quotidiano Le Monde, 30/06/2005: “Les démocrates relancent l’offensive contre les “passe-droits” accordés par l’administration á Halliburton ”).

Katrina, come lo tsunami, una “meravigliosa opportunità”

L’11 settembre 2005 dispacci d’agenzia della AFP, della Reuters ed il 12 del quotidiano La Jornada del Messico, informarono che la corporazione Halliburton cominciava ad essere segnalata nella Borsa Valori di New York come la più probabile beneficiaria dei principali contratti di ricostruzione di New Orleáns, il cui costo oscillerà tra i 100.000 ed i 200.000 milioni di dollari, secondo calcoli di compagnie d’assicurazione ed analisti.

In conseguenza, le azioni di questa compagnia, con sede a Houston, aumentarono il loro prezzo di più del 10% fino ad arrivare a 65 dollari a titolo. L’incremento nella quotazione spinse al rialzo l’indice Dow Jones della borsa newyorkese.

Il 3 settembre Halliburton annunciò che una delle sue sussidiarie, la Kellogg Brown e Root (KBR), aveva firmato un contratto con la Marina degli Stati Uniti per ristabilire l’energia, riparare tetti e rimuovere rifiuti in tre installazioni navali danneggiate da Katrina. Sempre la KBR realizza un bilancio dei danni in altre installazioni ubicate nel porto sferzato dall’uragano.

Il lavoro è realizzato in accordo con un contratto di 500 milioni di dollari firmato con la Marina nel 2004, il cui obiettivo è dotare di servizi questo ramo militare, in casi d’emergenza causati da disastri naturali o conflitti militari.

Un’altra impresa, la Shaw Group Inc., ha siglato contratti con la FEMA (Federal Emergency Management Agency) per 100 milioni di dollari e con il Corpo Ingegneri dell’Esercito per altri 100 milioni. La Bechtel National Inc., anch’essa parte del nucleo d’imprese vicine alla Casa Bianca [1], fu selezionata dalla FEMA per fornire abitazioni provvisorie alla gente sfollata a causa dell’uragano.

Joe Allbaugh è un “lobbysta” (persona con contatti d’alto livello, che si occupa di ottenere contratti alle imprese). Due dei suoi clienti sono precisamente la Kellogg Brown e Root (KBR), sussidiaria di Halliburton, e la Shaw Group Inc.

Joe Allbaugh diresse nel 2000 la campagna elettorale del binomio Bush-Cheney e successivamente Bush lo nominò direttore della FEMA, incarico che lasciò nel marzo 2003 per dedicarsi all’attività di “lobbysta”.

Come se non fosse sufficiente l’intenzione governativa di offrire la parte del leone dei contratti di ricostruzione ad imprese della prima cerchia presidenziale, nei primi giorni di settembre 2005, Bush dispose, col pretesto di ridurre i costi fiscali, che le compagnie costruttrici scelte dal suo governo a partecipare al recupero di New Orleáns non saranno obbligate a pagare i salari medi locali ai lavoratori che assumeranno, come prescritto dalla legge Davis-Bacon, vigente dagli anni ‘30 del secolo scorso.


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Una simile misura è stata denunciata in un editoriale del The New York Times come “un proclama vergognoso” ed una manovra “inaccettabile secondo qualunque criterio di decenza umana”, orientata a “condannare molti che di per se’ sono poveri, ed ora nullatenenti, a salari al di sotto del previsto, perpetuando con ciò la loro povertà”. [2]

Non si deve dimenticare che una delle conseguenze più devastanti della distruzione causata dall’uragano è, insieme alla perdita di vite e di beni, la disoccupazione di massa nella regione colpita e, di conseguenza, la disperata richiesta di lavori, anche temporanei. In tale circostanza, il governo di Bush pretende di apparecchiare la tavola affinché la Halliburton ed altri consorzi legati alla Casa Bianca ottengano guadagni astronomici e facciano affari privati con le finanze federali, vale a dire col denaro dei contribuenti e pagando retribuzioni infime ai poveri di sempre ed a coloro che sono rimasti ridotti in miseria per il passaggio di Katrina.

La gente più povera di New Orleans (in maggioranza neri) non poté fuggire dalla città prima dell’arrivo dell’uragano, per mancanza di mezzi (non avevano auto e le autorità non misero trasporti a loro disposizione). Altri, a Houston, avevano auto ma optarono per rimanere perché dovevano scegliere tra mangiare o pagare l’elevato prezzo della nafta per la loro automobile, se volevano muoversi. Nel frattempo i consorzi petroliferi (rappresentati nella squadra di Bush da Condoleeza Rice) raddoppiavano i loro profitti con l’aumento del prezzo del petrolio.

Ed il grande capitale non cessa di accumulare

In un articolo pubblicato sul quotidiano Le Monde del 5-6/9/2004 (Eric Le Boucher, Les multinationales sur leur tas d’or – Le multinazionali sul loro mucchio d’oro) si afferma che nessun avvenimento – guerre, attentati, ecc. – fa diminuire i profitti delle società transnazionali sui loro capitali: 15% negli Stati Uniti, 12% in Francia. A questo fine, tutti i mezzi sono buoni per abbassare i costi in caso di necessità. In totale 374 imprese dell’indice Standard & Poors hanno nelle loro casse 555.000 milioni di dollari di riserve.

Secondo la rivista Bussines Week, queste riserve sono aumentate dell’11% nel 2003 e, nonostante la recessione del 2001, si sono raddoppiate dal 1999. Bouygues, Exxon, Intel e British Telecom hanno ricomprato massicciamente le proprie azioni per far salire la propria quotazione. È un fenomeno mondiale. Il risultato è che i mezzi finanziari delle imprese superano le loro necessità ed il tasso del loro autofinanziamento aumenta: 115% negli Stati Uniti, 110% in Germania e 130% in Giappone… Le imprese potrebbero aumentare i posti di lavoro ed i salari, ma non è questo il caso…

Il comportamento mafioso quasi caricaturale della “banda dei quattro” (Bush, Cheney, Condoleeza Rice e Rumsfeld) non è aneddotico: è, al contrario, un rivelatore molto visibile del funzionamento reale del capitale monopolistico contemporaneo e delle elìte politiche al suo servizio.

Alejandro Teitelbaum è membro dell’Associazione Americana di Giuristi (AAJ)

Fonte:www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=20755
04-10-2005

Tradotto da ADELINA BOTTERO E LUCIANO SALZA

Note:

[1] Bechtel, è una gigantesca impresa transnazionale in posizione privilegiata per “ricostruire” l’Iraq, cioè per partecipare al saccheggio del patrimonio nazionale iracheno. Con Ronald Reagan alla Casa Bianca, gente della Bechtel è entrata nel gabinetto. L’allora presidente di Bechtel, George Shultz, fu Segretario di Stato; il consigliere generale della Bechtel, Caspar Weinberger, fu Segretario alla Difesa e W. Kenneth Davis, vicepresidente della Bechtel per lo sviluppo nucleare, occupò l’incarico di Vicesegretario all’Energia,

[2] Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, il 20 settembre chiese al governo federale, attraverso una lettera al presidente Bush ed ai leader del Congresso, l’annullamento della sospensione della Legge Davis-Bacon nelle aree devastate da Katrina sulla Costa del Golfo e nelle contee analogamente danneggiate in Florida. La legge Davis-Bacon richiede il pagamento di salari e benefici particolari nell’area geografica basandosi su di una determinazione del Segretario del Lavoro. Per statuto, i salari a New Orleans sono di $13.42 per ora per un falegname, $13.93 per un operatore e $9.25 per un bracciante generico. Secondo Bloomberg, questi salari assicurerebbero personale di qualità per i lavori di ricostruzione nel Golfo.

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