DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero Pensiero
E’ lui, il grande trionfatore di queste elezioni regionali, in Emilia e in Calabria.
L’uomo per tutte le stagioni.
L’esponente italiano -dopo e insieme a Mario Draghi- più importante e rappresentativo del compatto fronte neoconservatore, neo-aristocratico e reazionario, che intende portare fino in fondo il piano strategico delle elite privilegiate della finanza, per il definitivo asservimento dei popoli, quello che i massoni progressisti definiscono “un controiniziato”.
E’ il suo sogno che comincia a realizzarsi.
Quello che si era lasciato sfuggire (vera e propria imperdonabile gaffe) nel febbraio del 2012, quando si sentiva (a ragione) fortissimo ed ebbe a dire “è il parlamento che inceppa la via delle riforme strutturali, bisognerebbe aggirarlo per evitare che frenino lo sviluppo”.
Il nostro bravo Mario Monti, che in un convegno dell’alta finanza a Milwaukee, in Usa, nel settembre del 2013, spiegava che il “vero problema dell’Italia consiste nel fatto che si vota troppo spesso e sono ancora troppi ad andare a votare”.
E’ il sogno di ogni oligarca.
Riuscire a ridurre talmente tanto la percentuale dei votanti, da avere la possibilità di poter effettuare dei veri e propri colpi di stato senza sparare neppure un colpo e -ciò che più conta- senza che neppure la gente se ne renda conto. E quando lo capirà, sarà ormai troppo tardi.
Se l’obiettivo è riuscire ad arrivare al 65-70% di astensionismo alle politiche, su 14 milioni di voti validi, ne saranno sufficienti poco meno di 6 milioni per avere il potere assoluto, con il quale deliberare senza nessun ostacolo.
Il 63% di astenuti in Emilia, neppure sanno di aver votato per Mario Monti.
Così funziona il mondo nella società del Grande Fratello.
Così funziona la società che ha vissuto il più vasto e grande genocidio culturale mai perpetrato in una società colta, evoluta, ricca, com’era un tempo quella italiana.
Questa è la tesi -alla quale aderisco in pieno- della sinistra radicale statunitense e sudamericana.
Nel più grande laboratorio sociale d’Europa -l’Italia lo è sempre stato- la latitanza sul territorio della più grande forza d’opposizione radicale antisistema (il M5s) provoca e determina automaticamente l’autostrada preferenziale per l’avanzata della Grande Destra, l’autentico populismo di bassa lega che preannuncia e avverte quale sarà il prossimo e imminente scenario politico internazionale, di qui a pochi mesi, quando esploderà la più grande crisi finanziaria mai esistita in occidente e l’Italia verrà chiamata alle urne.
Travolta e stravolta da nuovi arresti e nuovi scandali; sgomenta e sconcertata dinanzi alle continue denunce di nuove ruberie, di eterni sprechi, di nessuna proposta pragmatica all’orizzonte, la gente si riverserà avvilita all’interno del proprio bozzolo esistenziale privato, nell’estremo tentativo di salvare il salvabile pur di sopravvivere in un qualche modo.
Non si fideranno più di nessuno, non crederanno più a nessuno, non avranno voglia di seguire più nulla, perché ne avranno tutti le palle strapiene: si saranno arresi dichiarando “fate come vi pare, tanto non cambia mai nulla”.
Meno gente va a votare, meglio è per la pattuglia clientelare che gestisce i quotidiani brogli e imbrogli del sistema bancario italiano ormai giunto al collasso imminente.
Senza nessuna proposta pragmatica alternativa all’orizzonte, brinda la Destra festeggiando la definitiva dissoluzione della Sinistra italiana, suicidatasi con enfasi, travolta dalla propria perversione di autentico masochismo socio-politico.
E Renzi può incassare adesso in Europa una bella cambiale in bianco.
La fase finale della rivoluzione neo conservatrice sta iniziando, perché la gente oltre a non farcela più, davvero non ne può più.
Perché quelli di sinistra vanno ancora a sinistri convegni della nuova sinistra, tenuti da residui della vecchia sinistra che ha partecipato alla gestione del potere partitico pur di raccattare qualche briciola di sovvenzioni statali alle loro riviste, enti, case editrici, fondazioni benemerite, spesso roba inutile pagata con soldi pubblici. E li applaudono pure, e si esaltano e si commuovono quando si parla di Putin e della Russia, il quale -dal canto suo- da bravo pragmatico annuncia “l’alleanza strategica di ferro” con Marie Le Pen e Matteo Salvini, definendoli “le due autentiche garanzie per la democrazia dei popoli europei contro lo strapotere dell’imperialismo americano” mostrando la sua generosità con un contributo (definito “iniziale”) di 9 milioni di euro per sostenere il Front National in Francia e la Lega Nord in Italia.
Il nuovo presidente della regione Emilia Romagna ha ottenuto il 16,9% dei voti dei residenti nella sua regione: in una realtà come questa, non c’è più bisogno neppure di fantasticare un colpo di stato.
E’ il paradosso dell’Italia becera e analfabeta, innamorata della propria ignoranza, l’Italia che disprezza l’Arte e la Cultura, che ha sostituito l’apparenza alla sostanza, l’appartenenza alla competenza e la visibilità al merito.
Vince dovunque questa Italia.
E’ la carne da cannone della neo-aristocrazia imperiale della società mediatica post-moderna.
Ma non lo sanno.
Neppure se ne accorgono.
Non possono saperlo perché hanno scelto di non dotarsi di potenti strumenti.
A questo serve il genocidio culturale.
Tutti gli altri dati numerici mi lasciano indifferente.
E’ robetta da bar.
Il caro leader si lecca i baffi, e ha ragione a farlo.
Volevate quest’Italia, quest’Italia avete oggi.
E i tedeschi non c’entrano nulla.
Neppure gli americani.
Neanche i russi.
Nel 2013 l’indice di lettori in Italia è diminuito del 32% rispetto all’anno precedente.
E’ il paese più ignorante d’Europa.
Perché mai dovrebbero andare a votare?
Così la penso io
Sergio D Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/11/la-destra-neo-aristocratica-planetaria.html
24.11.2014