La redazione non esercita un filtro sui commenti dei lettori, a meno di segnalazioni riguardo contenuti che violino le regole.

Precisa che gli unici proprietari e responsabili dei commenti sono gli autori degli stessi e che in nessun caso comedonchisciotte.org potrà essere considerato responsabile per commenti lesivi dei diritti di terzi.

La redazione informa che verranno immediatamente rimossi:

Messaggi che entrano automaticamente in coda di moderazione per essere approvati prima di pubblicarli o vengono sospesi dopo la pubblicazione:

Nota: se un commento entra in coda di moderazione (e quindi non appare immediatamente sul sito), è inutile e dannoso inviare di nuovo lo stesso commento, magari modificando qualcosa, perché, in questo caso, il sistema classifica l’utente come spammer e non mostra più nessun commento di quell’utente.
Quindi, cosa si deve fare quando un commento entra in coda di moderazione? bisogna solo aspettare che un moderatore veda il commento e lo approvi, non ci sono altre operazioni da fare, se non attendere.

Per qualsiasi informazione o comunicazione in merito, scrivere alla redazione dal modulo nella pagina dei Contatti

Una persona può avere un solo account utente registrato nel sito.

Commentare con utenti diversi è una pratica da trolls e vengono immediatamente bannati tutti gli utenti afferenti ad un’unica entità, senza preavviso.

SANZIONI IN CASO DI VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO STABILITE DALLA REDAZIONE CDC:

1) Primo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e cancellazione del commento.

2) Secondo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente ammonizione: l’account del commentatore verrà sospeso temporaneamente per 72 ore previo avviso individuale

3) Terzo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente blocco dell’account con l’impossibilità permanente di accedere al portale web

Consigliamo caldamente di leggere anche la pagina delle F.A.Q. le domande frequenti e la nostra Netiquette

La Redazione

 

1 / 142 Pagine

I piu' letti degli ultimi 7 giorni

LA CULTURA DEVE ESSERE COSMOPOLITA; L’ECONOMIA POLITICA DEVE ESSERE NAZIONALE

blank
A cura di Truman
Il 22 Maggio 2013
243 Views
243 Views
blank

DI STEFANO D’ANDREA
Appello al popolo

Perché il sistema finanziario deve essere nazionale, ossia chiuso?

Perché uno stato sovrano, libero di disciplinare la quantità di moneta immessa nel sistema, da se stesso o dalle banche commerciali, nonché le modalità di immissione, tanto più se molte banche commerciali (o almeno le grandi) sono pubbliche, non ha alcun bisogno di consentire che l’attività economica pubblica o privata sia finanziata da denaro creato all’estero.

Questa evidenza, lapalissiana, è negata, o meglio rimossa, da quasi tutti i mezzi keynesiani, compresi i neokeynesiani, che da tempo spadroneggiano sulla rete, ricevendo grande successo.

Molti di essi sono statunitensi e quindi abituati a ragionare su un sistema che non ha le caratteristiche e i problemi degli altri. Se negli Stati Uniti c’è una crisi finanziaria, i capitali accorrono negli Stati Uniti o comunque non scappano; mentre se la crisi finanziaria si verifica in Italia, i capitali scappano. Questa e altri simili constatazioni dovrebbero indurre le persone di buon senso ad applicare la massima: ” coloro che, discorrendo di temi economici, recano l’esempio degli Stati Uniti o sono sciocchi, se sono in buona fede, o sono impostori, se sono in mala fede“.

Tuttavia, molti mezzi-keynesiani o mezzi-neokeynesiani sono italiani o europei. Essi vorrebbero essere eterodossi, senza contestare il principio globalistico. Insomma vorrebbero accogliere tutti i fondamenti dell’economia cosmopolita e poi fare gli eterodossi sui corollari o su quelli che credono (o fingono di considerare) principi e che invece non sono principi, perché al di sotto di essi si trovano le vere fondamenta.

Capita allora, nel rileggere la “Lettera degli economisti”, dalla quale appresi molto, perché io non sono né un economista né uno studioso di economia, di rinvenire un commento di un umile professore di materie giuridiche, che aveva previsto meglio di tutti gli economisti ciò che sarebbe avvenuto e avverrà: ” Condivido molte delle proposte politiche degli economisti. Saranno gli Stati ad attuarle, prima o poi. Oggi giuridicamente non possono perché hanno ceduto sovranità alla UE. Quest’ultima, astrattamente può tutto, come dimostra la decisione di acquistare i titoli degli stati, anche in deroga all’ordine giuridico europeo: è il Sovrano che decide nello “stato di eccezione”. Ma l’Ue non prenderà quelle decisioni e si disintegrerà o si trasformerà in un ordinamento, simile a quello attuale, con minori vincoli per gli Stati e minore ampiezza spaziale “.

Il problema è che gli economisti critici non capiscono o fingono di non capire o non vogliono capire – per non apparire chiusi e gretti (ma in realtà intelligenti) e per gioire nel dichiararsi globalisti – che un controllo politico sull’economia, necessario per agire sulla redistribuzione della ricchezza, per evitare squilibri o bolle, ovvero per perseguire una linea severamente ambientalista, può aversi soltanto in uno Stato sufficientemente chiuso, anzi direi molto chiuso , nei limiti del possibile, sotto il profilo economico . Per esempio, accettata la concorrenza bancaria con banche di Stati esteri (era la nostra condizione prima dell’euro), lo Stato, anche se formalmente “sovrano”, perde (di fatto) gran parte del potere di disciplinare il risparmio ed il credito. Non serve essere economisti per capire questa ovvietà. Però non riesco a capire perché gli economisti critici non pongano questa ovvietà a presupposto delle loro analisi e soprattutto delle loro proposte.

Eppure Keynes era stato così chiaro: ” Sono perciò più d’accordo con quelli che vorrebbero ridurre l’intreccio economico tra le nazioni che non con quelli che lo estenderebbero. Idee, conoscenza, arte, ospitalità, viaggi: queste sono le cose che per loro natura dovrebbero essere internazionali. Ma cerchiamo di far sì che i beni vengano prodotti al proprio interno quanto più ragionevolmente e convenientemente possibile; e soprattutto che la finanza sia essenzialmente nazionale” (Keynes, Autosufficienza nazionale, 1933).

Insomma la cultura deve essere cosmopolita; l’economia politica deve essere nazionale.

Anzi, a ben vedere, occorre essere più precisi: quasi tutti gli economisti che oggi stanno avendo successo, non sono mezzi keynesiani; sono falsi keynesiani, perché la parte delle proposte di Keynes che essi trascurano è il presupposto o fondamento della parte che essi accettano. Per essi tutto si riduce a suggerire un po’ di politiche espansive, nei limiti del globalismo e delle possibilità concesse da quel fronte avanzato (il più avanzato) del globalismo che è l’Unione europea. Ecco perché per risolvere i problemi di una nazione propongono ingenuamente politiche economiche ad altre nazioni – esempio tipico: “se la Germania elevasse i salari, l’Italia risolverebbe parte dei propri problemi”. E’ un assurdo logico che deriva dall’accettazione dell’economia politica cosmopolita.

Stefano D’Andrea

21.05.2013

Link: http://www.appelloalpopolo.it/?p=8920

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Notifica di
2 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments

FORUM DEI LETTORI

RSS Come Don Chisciotte Forum – Argomenti recenti



blank