DI ERIC TOUSSAINT
Global Research
Nel periodo tra luglio e settembre
2011 i mercati sono stati di nuovo scossi a livello internazionale.
La crisi è più dura in Europa, in particolare per i debiti
sovrani. Il CADTM (Comitato per l’Abolizione del debito del Terzo Mondo)
ha intervistato Eric Toussaint riguardo a diverse sfaccettature di questa
nuova fase della crisi.CADTM: La crisi ha già
raggiunto il picco?
Eric Toussaint: La crisi è tutt’
altro che finita. Anche se consideriamo solo l’aspetto finanziario,
dobbiamo essere consapevoli che le banche private hanno continuato a
fare un gioco estremamente pericoloso, che gli rende finché niente
andrà male, ma che è lesivo per la maggioranza della popolazione.
La quantità di asset negativi nei loro bilanci è enorme. Se
guardiamo solo le prime 90 banche europee, la realtà è che nei prossimi
due anni dovranno rifinanziare i debiti per la somma astronomica di
5400 miliardi di Euro, che rappresenta il 45% della ricchezza prodotta
annualmente dall’Unione Europea. I rischi sono colossali e le politiche
adottate dalla BCE, dalla Commissione Europea e dai paesi membri dell’
UE non risolveranno niente; anzi, faranno il contrario.
Va sottolineato un aspetto centrale
dei rischi presi dalle banche europee; esse finanziano una parte significativa
delle loro operazioni ottenendo prestiti in dollari a breve termine
in dollari da finanziatori nordamericani conosciuti come i “fondi
a breve termine degli Stati Uniti” ad un tasso inferiore di quello
della BCE. In più, tornando al caso della Grecia, come possono le banche
europee accontentarsi di un 0,35% su tre mesi quando devono prendere
a prestito dalla BCE all’1% annuo? Hanno sempre finanziato i loro prestiti
agli stati europei e alla compagnie usando prestiti che loro stessi
prendevano dai money market funds statunitensi, e continuano a farlo.
Ora, questi money market funds si sono spaventati per quello che è
successo in Europa e per le dispute fra Repubblicani e Democratici sul
debito pubblico USA. Così da giugno 2011, quella fonte di finanziamento
a bassi interessi si è prosciugata, e la cosa ha danneggiato fondamentalmente
le più grandi banche francesi. Questo è stato quello che ha fatto
precipitare la Borsa e ha portato all’aumento della pressione sulla
BCE per ricomprare i loro bond e così rifornirli con nuova moneta.
Questo dimostra la portata dell’effetto a catena tra le economie di
Stati Uniti ed Europa. Inoltre spiega il costante contatto fra Barack
Obama, Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, la BCE, il FMI e le maggiori
banche, dalla Goldman Sachs alla BNP Paribas e Deutsche Bank. Un crollo
della fluidità dei prestiti di dollari verso le banche europee potrebbe
causare una crisi molto seria nel vecchio continente, proprio come le
difficoltà incontrate dalle banche europee nel ripagare i loro creditori
negli Stati Uniti potrebbero innescare una nuova crisi a Wall Street.
Dal 2007-2008 le banche e i grandi
investitori hanno spostato le loro speculazioni dal mercato immobiliare
(dove hanno creato una bolla scoppiata in quasi una dozzina di paesi,
inclusi gli Stati Uniti) al mercato del debito pubblico, al mercato
delle valute (dove un equivalente di 4 triliardi di dollari cambia mano
ogni giorno, il 99% a fini esclusivamente speculativi) e al mercato
delle risorse primarie (petrolio, gas, minerali, prodotti alimentari).
Queste nuove bolle possono scoppiare da un momento all’altro. Un possibile
innesco potrebbe avvenire se la Federal Reserve decidesse di
alzare il tasso d’interesse (seguita dalla BCE, dalla Banca di Inghilterra,
eccetera). A questo proposito, nell’agosto del 2011 la Fed ha
annunciato la propria intenzione di mantenere il tasso base vicino allo
zero fino al 2013. Tuttavia altri eventi possono scatenare una nuova
crisi bancaria o un crollo della borsa. Gli eventi di luglio-agosto
2011 ci hanno mostrato che è il tempo di radunare le nostre energie
per evitare che le istituzioni finanziarie facciano altri danni.
L’entità della crisi è
determinata anche dal volume del debito pubblico statunitense e dal
modo in cui viene finanziato in Europa. I banchieri europei detengono
più dell’80% del debito totale di una serie di paesi dell’UE in difficoltà,
come Grecia, Irlanda, Portogallo, i paesi dell’est Europa, Spagna e
Italia. In volume il debito pubblico italiano è di 1500 miliardi di
Euro, più del doppio della somma del debito di Grecia, Irlanda e Portogallo.
Il debito pubblico spagnolo ha raggiunto i 700 miliardi di Euro,
cioè circa la metà di quello Italiano. L’aritmetica è facile: i debiti
pubblici di Spagna e Italia sommati insieme sono 3 volte la somma di
quelli di Grecia, Irlanda e Portogallo. Come abbiamo visto, a luglio-agosto
2011, mentre ogni paese continuava a saldare i suoi debiti, diverse
banche sono quasi collassate. La BCE è dovuta intervenire per salvare
la situazione. La struttura finanziaria delle banche europee è così
fragile che una attacco attraverso la borsa di New York basta per tirare
giù tutto. Per non parlare di cosa succederebbe se la borsa di Wall
Street crollasse, ipotesi da non scartare.
Per ora, ad eccezione di Grecia, Irlanda
e Portogallo, gli Stati sono riusciti a rifinanziare i loro debiti con
nuovi finanziamenti quando i prestiti sono andati in scadenza. La situazione
è peggiorata significativamente negli ultimi mesi. Fino a luglio
e i primi di agosto 2011, i tassi di interesse richiesti dai grandi
investitori per permettere a Italia e Spagna di rifinanziare i loro
titoli a dieci anni sono letteralmente esplosi fino a raggiungere il
6%. Ancora una volta la BCE è dovuta intervenire, comprando una gran
quantità di obbligazioni spagnole e italiane per soddisfare i banchieri
e gli altri grandi investitori e per abbassare i tassi di interesse.
Per quanto ancora? L’Italia dovrà prendere in prestito circa 300 miliardi
di Euro ad agosto 2011 e luglio 2012, quanto gli servirà per onorare
le obbligazioni in scadenza nel breve periodo. Le necessità della Spagna
saranno notevolmente minori, circa 80 miliardi di Euro, comunque una
bella somma. Come si comporteranno i grandi investitori nei prossimi
dodici mesi, e cosa accadrà se le loro condizioni di prestito nei money
market funds nordamericani diventeranno più rigide? Molti altri eventi
potrebbero aggravare la crisi internazionale. Una cosa è certa: le
attuali politiche della Commissione Europea, della BCE e del FMI non
porteranno a un risultato favorevole.
CADTM: In diverse occasioni ha
scritto che il debito privato è
stato di gran lunga maggiore del debito pubblico. Per ora ha parlato
del debito pubblico.
Eric Toussaint: Non c’è ombra
di dubbio che i debiti privati siano maggiori dei debiti pubblici. Stando
agli ultimi rapporti del McKinsey Global Institute, la somma
totale dei debiti pubblici mondiali è di 117 triliardi di dollari, circa
tre volte la somma di tutti i debiti pubblici, che è di 41 triliardi
di dollari. C’è un grande rischio che le compagnie private, comprese
banche ed altri grandi investitori, non saranno in grado di ripagare
i loro debiti.
Banchieri, amministratori delegati
di altre compagnie, media tradizionali e governi discutono solo
del debito pubblico ed usano il suo incremento come pretesto per giustificare
nuovi attacchi ai diritti sociali ed economici della maggior parte della
popolazione. L’austerity e la riduzione del disavanzo pubblico
tagliando con l’accetta la spesa sociale e quella i budget per il sociale
e l’ occupazione per i servizi civili sono diventati l’unica soluzione
per raccogliere fondi, assieme alle privatizzazioni e a sempre più
tasse per i consumatori. In Europa, per salvare le apparenze alcuni
governi hanno aggiunto una piccola tassa ai ricchi e stanno parlando
di tassare le transazioni finanziarie.
Ovviamente l’aumento del debito pubblico
è il risultato diretto di trent’anni di politiche neoliberiste.
Queste hanno usato i prestiti per finanziare le riforme fiscali a favore
dei ricchi e delle grandi aziende private. Hanno salvato le banche e
le grandi imprese pagando con i soldi dello stato i loro debiti e le
loro perdite. A causa della recessione ci sono stati cali delle entrate
fiscali e un incremento nella spesa pubblica per aiutare le vittime
della crisi. L’effetto combinato di questi diversi fattori è stato
quello di aumentare il debito pubblico. Tutto si riduce alle politiche
sociali deliberatamente ingiuste che favoriscono sistematicamente solo
una classe sociale. Poche briciole vengono lasciate alla classe media
per tenerla tranquilla. Dall’altra parte, la maggioranza della popolazione
è stata colpita da queste politiche e vede i suoi diritti calpestati.
Questo è il motivo per cui il debito pubblico deve essere visto come
illegittimo a livello mondiale. E questo è il motivo per cui mi sono
focalizzato sul debito pubblico in questa intervista, perché noi dobbiamo
assolutamente trovare una soluzione positiva a questo problema.
Fonte: Has the Economic Crisis Reached its Peak?
28.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO