DI GERALD CELENTE
L’attuale inondazione di migranti verso l’Europa è la peggiore dalla seconda guerra mondiale. Il Trends Research Institute prevede che questa crisi di migranti continuerà ad aggravarsi in modo significativo. La causa e gli effetti indicano chiaramente delle linee di tendenza verso una reale calamità umanitaria, disordini sociali e conflitti geopolitici che destabilizzeranno i governi di tutto il mondo.
Per circa due anni, navi cariche di profughi disperati che tentavano di raggiungere l’Europa sono naufragate mentre a Bruxelles si bisticciava su come gestire la valanga marina umana che si riversava sulle loro coste. Quasi tutte le coperture mediatiche sugli arrivi dei migranti – che a partire dal 2012 hanno iniziato ad intensificarsi – non hanno accennato al fatto che la situazione oggi si è ulteriormente aggravata, al punto che milioni di disperati continuano a rischiare la vita pur di fuggire dal proprio paese.
Infatti, come evidenziato dal titolo in prima pagina sul NYT di lunedì scorso (e ripetuto anche su altre testate europee) la questione spesso citata è, “Mentre l’Europa cerca risposte, continua la marea di migranti sulle sue coste”.
Si cercano risposte su come gestire l’ondata di profughi. La domanda che invece non ci si pone è : “Chi è responsabile di questa catastrofe?”.
Quella che ha portato prepotentemente alla luce il problema è stata la foto straziante di un bambino siriano morto, steso a faccia in giù, su una spiaggia in Turchia. Prima della Primavera Araba del 2011, che ha travolto gran parte del Medio Oriente, la Siria era una nazione relativamente pacifica. Purtroppo, a un certo punto, Stati Uniti, i loro alleati dell’ Europa occidentale e Lega Araba, hanno chiesto un cambio di regime e hanno sostenuto fazioni ribelli allo scopo di far rovesciare il governo; ne è seguita una sanguinosa guerra civile che ha distrutto questo paese un tempo prospero, lasciando dietro di sé una scia di 300.000 morti, 11 milioni di sfollati e 4 milioni di migranti in cerca di rifugio sicuro. Ma la Siria è solo una delle tante nazioni devastate dalla guerra da cui sono in fuga milioni di persone.
Come abbiamo scritto su Trend Journal in estate, circa due mesi fa: “Le implicazioni globali della guerra sono più costose in termini non solo di distruzione di massa di esseri umani e di perdita di denaro. La destabilizzazione attuatasi in tutta l’Africa – e le guerre condotte dagli Stati Uniti e dai loro alleati che hanno distrutto Iraq, Libia, Afghanistan, Yemen e Siria – hanno provocato un aumento vertiginoso del fenomeno migratorio verso l’Europa, che presto si rivelerà come il più numeroso in assoluto della storia del mondo.”
In Somalia, Sudan, Nigeria, Mali, Eritrea, Burundi, Costa d’Avorio…guerre civili e transfrontaliere, insurrezioni e rivolte stanno lacerando queste nazioni e costringendo milioni di persone a fuggire per salvarsi la vita.
Ma oltre all’istinto umano di combattere per la sopravvivenza, c’è la realtà economica di tutti i giorni. In tutto il mondo, in quei mercati un tempo in pieno boom, con i prezzi delle materie prime in rapida ascesa, oggi quei prezzi (e le valute) sono in discesa libera verso i minimi storici da 16 anni a questa parte. Dal Ghana al Venezuela, dall’Indonesia al Brasile, ancora molti altri milioni di persone cercheranno di fuggire dalla povertà e trovare un modo per guadagnarsi da vivere.
Le previsioni di Trend: con paesi economicamente instabili, in grado a malapena dii risolvere i propri problemi, sia che si tratti di migrazione verso l’Europa o di immigrazione negli Stati Uniti, il tema del “Qui non sono benvenuti” non solo sarà un tema politico scottante in gran parte del resto del mondo, ma sarà un fattore determinante nei risultati elettorali.
Gerald Celente è fondatore e direttore del Trends Research Institute, autore di Trends 2000 e Trend Tracking (Warner Books), e editore del The Trends Journal. Fa previsioni di tendenze dal 1980. Lavoro più recente: “Il crollo del ‘09”
Fonte: www.lewrockwell.com/
Link: https://www.lewrockwell.com/2015/09/gerald-celente/migrant-crises-to-worsen/
10.09.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63