DI CARMINE R. VIOLA
La circostanza che più indigna e deprime è la complicità, dichiarata o di fatto, del mondo con la più potente criminocrazia che la storia conosca e che si presenta come fautrice di democrazia e di giustizia analogamente a come i più incalliti criminali gridano la propria innocenza o ragione anche quando hanno le mani fatte di sangue.
Il termine criminocrazia non è una voce “colorita” ma la definizione scientificamente esatta d una realtà che conta ormai parecchi secoli di mostruosità e di vergogne ma è sufficiente decorrere da Hiroshima (1945), quando il criminocrate in capo dell’epoca, il cravattaio Truman, ordinò il genocidio atomico di Hiroshima, e, qualche giorno dopo, di Nagasaki, producendo centinaia di migliaia di morti civili e di ustionati alcuni dei quali soffrono ancora, con il pretesto, del tutto incompatibile con la logica della stessa guerra, di piegare il Giappone, di fatto per annunciare al mondo che la superassociazione per delinquere yankee era già in possesso della più potente arma di distruzione di massa, e soprattutto per intimorire il “nemico” sovietico con un atto di deterrenza preventiva. A tal fine sarebbe bastato il primo olocausto ma il criminale costituzionale ama compiere il crimine anche per il solo piacere di farlo. Dal secondo sacrificio, non suscettibile di alcuna giustificazione tanto meno bellica, i criminocrati yankee guadagnarono l’epiteto-gogna di “barbari di Nagasaki” del che pare che vadano fieri come capita al criminale tipico del Lombroso, il quale (il criminale) s’identifica con il male che fa in quanto entità patologica e degenere.
Il potere yankee sarebbe dovuto non nascere mai per il bene dell’umanità ma questa considerazione ha lo stesso valore di chi dice che i cataclismi naturali non dovrebbe avvenire. I cataclismi naturali continuano ad avvenire – anzi, ad aumentare – come è vero che il crimine è al potere con sede centrale negli USA con un corollario di Stati segugi e servili “da voltastomaco”. Il nostro Stato è uno di quelli: si preoccupa di rintracciare qualche sospetto “terrorista” nel momento in cui è al servizio del centro mondiale del terrorismo.
Il Vietnam è un’altra “perla di vergogna” della criminocrazia yankee, davanti alla quale la più spietata delle “mafie” (che mafie non sono ma varianti paralegali della criminalità capitalista) è un gioco per bambini.
In Vietnam i criminocrati USA condussero una guerra (puntualmente non dichiarata) fatta di soli crimini, i più inumani dopo quelli atomici, perché consumati con armi chimiche, batteriologiche e biologiche, la più grande delle quali fu certamente il famigerato napalm, e crimine essendo lo stesso fine della “guerra”: ingerirsi per imporre il regime predonomico (o dell’agonismo predatorio ex giungla), contesto ideale per coloro che vogliono solo acquistare potere e ricchezza sfruttando con ogni mezzo possibile il proprio simile – e la stessa natura.
Il fine è dunque quello di perpetuare l’animalismo della foresta in versione antropomorfa. Tale animalismo, che è poi il capitalismo comunque strutturato, lo chiamano democrazia giocando sulle apparenze della pratica elettorale e chiamano Stato di diritto il potere politico costituito solo perché esercita e fa esercitare la criminalità predatoria (predonomica) secondo le regole stabilite dal parlamento.
Il signor Montezemolo, presidente della Confindustria (corporazione dei predatori industriali) ha ricordato recentemente l’unico problema etico dello sfruttatore, che è quello di seguire le norme legali. Arricchirsi oltre misura, ovvero sottrarre ricchezza alla collettività producendo povertà, è lecito (e perfino encomiabile) se viene fatto secondo le norme legali!.
Tutto il contenzioso della storia della specie umana si risolve nella contrapposizione tra coloro che vogliono la perpetuazione della legge dell’animalità, avendo perso dell’animale solo l’aspetto esteriore (e che costituisce la destra vera e propria) e coloro che vorrebbero essere solo uomini, realizzando l’economia propriamente detta che è il vero socialismo (e che costituisce la sinistra scientifica).
L’Iraq riassume tutte le vergogne passate e costituisce certamente la più grande di quelle presenti. I criminocrati yankee hanno invaso e massacrato uno Stato sovrano con una serie di pretesti falsi, il primo dei quali era quello di punire Saddam Hussein, descritto come il peggiore despota sanguinario ma che è probabilmente un apprendista rispetto a Bush. Con quello secondo cui quel paese fosse sostenitore di Al Qaeda di bin Laden; che colà vi fossero armi di distruzione di massa: tutte menzogne, una più grottesca e ridicola delle altre, tenendo conto che, comunque, nessun crimine dello Stato iracheno avrebbe conferito a nessun altro Stato la veste giuridica d’intervenire, meno che mai al potere criminalterroristico dell’Unione Stati Yankee d’America. L’ha fatto contro varie sia pur deboli resistenze del mondo e in assenza dell’assenso dell’ONU, che proprio in quel momento stava conducendo un’inchiesta sulle pretese ami di sterminio segrete. Non è tutto. Ciò che i fuori legge yankee, autentici gangster del vecchio Far West, hanno fatto seguire ad oltre dieci anni di embargo (causa di centinaia di migliaia di bambini morti per carenza di alimenti e farmaci di prima necessità) è una teoria di mostruosità che gridano vendetta al cospetto della storia e della specie umana. Hanno cominciato ad impiegare le bombe più potenti e sofisticate: da quelle a frammentazione a quelle condite di uranio impoverito, tutte definite “intelligenti” ma così intelligenti da distruggere indiscriminatamente uomini e cose, militari e civili, decine di migliaia di donne, vecchi e bambini; innumer strutture urbane e monumenti storici. Hanno catturato e torturato; hanno corrotto i deboli e disonesti del luogo inducendoli ad organizzare un potere fantoccio USA-cratico, detto arbitrariamente democratico; hanno prodotto decine di migliaia di vedove, di orfani e di mutilati (particolarmente pietosi i bambini); hanno portato il caos all’interno di quello Stato, mettendo perfino gli uni contro gli altri.
La disgregazione strutturale di uno Stato, che è un organismo fisiologico vivente sui generis, è un crimine per antonomasia contro l’umanità. Infine, hanno martirizzato Falluja – ove si era organizzata una legittima gloriosa resistenza partigiana – con l’uso massiccio e indiscriminato dell’erbicida napalm, aggiornato e ribattezzato MK77, producendo un autentico genocidio. Ma si potrebbe dire, per rendere il crimine con tinte realistiche, una vera e propria mattanza di fuoco di esseri umani.
Il documentario (Rainews 24)) di Sigfrido Ranucci sulle “scorribande criminali dell’impero angloamericano” in Iraq è ormai incontestabile perché basato su riprese visive e sostenuto da testimoni viventi, e tutte le menzogne – crimini esse stesse – sono cadute una dopo l’altra. Come le innumeri menzogne, spesso diaboliche, di cui si nutre da sempre la politica estera del Pluristato “a stelle e strisce”, già ribattezzato “a croci e lettighe”, i cui rappresentanti non hanno vergogna di sé stessi. La prima affermazione menzognera è che a Falluja ci fossero dei “nemici”. Nemico è colui che ci ha fatto del male o, sul piano militare, colui che ne prende le difese sia pure per costrizione. Gli iracheni di Falluja erano soltanto dei patrioti che difendevano la loro patria contro nemici veri e propri, barbari invasori e distruttori. Il fatto è che le forze militari yankee sono tanto potenti quanto vili. Se tali forze avessero affrontato i resistenti di Falluja ad armi pari, ne sarebbero usciti con le ossa rotte. Ma ad una potenza criminale non si addicono l’onore e la lealtà, bensì solo vincere non importa in quale maniera animalesca e inumana.
Secondo l’ex “compagno” radicale, Massimo Teodori, filoyankee che più yankee non si può, colà ci sarebbero stati (sentite!) 20 mila terroristi. C’è da chiedersi se costui non sia andato per caso a contarli. Ce ne vuole di coraggio. La cosa mi è sembrata “grossa”, in verità, come si suol dire e, per scrupolo di coscienza gli ho mandato una email per averne conferma o meno, ma costui, forse disturbato in un momento in cui recitava giaculatorie davanti ad un’immagine di Santo Silvio (santo per autocanonizzazione), non mi ha risposto. Tuttavia, anche se di terroristi (ovvero di controterroristi) si fosse trattato, nessuna corte internazionale avrebbe potuto autorizzare l’eliminazione chimica a tappeto di tutti gli esseri viventi di un territorio meno che mai con un’arma che trasforma i corpi di ogni organismo biologico in torce viventi secondo la più terrificante fantasia dantesca e meno che mai affidarne il compito ai maestri storici del vero terrorismo. Simili armi sono vietate dalla coscienza dell’uomo (vero) prima che da protocolli internazionali (per esempio dalle Convenzioni del 1980 e del 1997). Pertanto, viene il dubbio che non si abbia a che fare con uomini ma piuttosto con animali antropomorfi (antropozoi di primo stadio) dotati di intelligenza diabolico-robotica surrealmente criminale che li induce ad affermare, con altrettanto criminale ipocrisia, che simili armi sono lecite solo perché i protocolli che le condannano (ma basterebbe la coscienza, ripetiamo) non sono stati sottoscritti da loro. Ancora non è stato istituito il premio Nobel per la criminalità razionale ovvero per il genio di crimini contro l’umanità.
Tutta la storia USA – repetita iuvant – ci dimostra che ci troviamo davanti ad un vero bubbone maligno, ovvero davanti ad una sconfinata fogna a cielo aperto. Non può lontanamente suggerirci l’idea di democrazia quel potere il cui gioco elettorale e parlamentare, comunque “pluralistico”, consente la legittimazione di crimini contro l’umanità. In ogni caso non può esserci democrazia su una base predonomica ovvero pseudo-economica, dove la distribuzione dei prodotti del lavoro non avviene egualitariamente in applicazione del diritto naturale ma solo in rapporto alla concorrenza predatoria di tutti contro tutti.
Se fosse applicabile la legge biblica del taglione i vari Bush e scagnozzi complici sarebbero già stati bruciati vivi come i bambini di Falluja, il che tuttavia sarebbe poco o inutile per jene antropomnorfe della fattispecie. A costoro si addirebbe l’essere rinchiusi in appositi serragli e trattati con ogni cura come animali da circo. Ci sono cani che muoiono di pena per i padroni e non conosciamo tutto circa l’affettività degli animali superiori propriamente detti, ma i vari Bush e “busciòfili”, animali anaffettivi, continuano a vivere sorridenti e a fare sogni tranquilli pur sapendo di essere responsabili delle più efferate atrocità a carico di loro simili, il più spesso innocenti quando non anche inermi.
Il caso Iraq è il nonplusultra della barbarie antropozoica della criminocrazia anglo-americana. E il suo corollario di sostegno è peggiore della barbarie stessa proprio perché le offre la possibilità di giustificarsi e di continuare a delinquere. Il nostro ministro della Difesa (ma non dell’art. 11 della Costituzione e della Costituzione stessa), “affettuosamente” sensibile agli interessi yankee nel mondo, specializzato in barzellette demagogico-claunesche, appena saputo (solo ora?) del genocidio al fosforo bianco, detto anche Willie Peter, di Falluja, si è detto favorevole al ritiro delle nostre “inservienze militari”, camuffate dietro la denominazione esilarante di forze umanitarie (come le bombe, appunto) dall’Iraq con – sentite – l’accordo degli alleati (laddove “alleati” sta per padroni anglo-americani), il che significa riconfermare, attraverso una barzelletta oscena, appunto, sottomissione, obbedienza e fedeltà alla superpotenza yankee.
Vero è che l’abbandono dell’Iraq a se stesso, al punto in cui siamo, potrebbe peggiorarne la situazione, ma è altrettanto vero che se l’Iraq ha oggi bisogno di aiuto per la ricomposizione degli equilibri interni, a dargli quest’aiuto non possono essere quelle stesse forze “fuori legge” che quegli equilibri hanno rotto per la sola ragione non detta che è il derubare quel paese delle risorse del petrolio e di usarlo come postazione strategica per il dominio del mondo.
Proprio l’ONU avrebbe dovuto capire tutto questo. Ma proprio l’ONU, semmai sia esistita come ente al di sopra delle parti, da tempo immemore è poco più di una sigla che camuffa uno strumento nelle mani dei responsabili politico-militari della fogna USA con l’acquiescenza pusillanime degli Stati membri ciascuno dei quali copre interessi vergognosi dietro lo scudo di una falsa autonomia e di una falsa giustizia. Così il Consiglio di Sicurezza ha votato all’unanimità (sic!) la risoluzione che autorizza le truppe di occupazione abusiva dell’Iraq, di restarvi ancora per un altr’anno (sottinteso: salvo proroghe a catena) sotto la guida – sentite – di quella stessa criminocrazia politico-militare yankee, responsabile del disastro totalitario di quel paese e delle atrocità di Falluja. E’ ovvio che tali truppe siano le meno legittimate e le meno gradite com’è vero che gli attentati quotidiani contro di esse, come ha appena ammesso il Pentagono, sono aumentate di quattro volte! Ma che può importare ad un antropozoo in odore ancora di giungla, la salute dei suoi concittadini? Per costui i cittadini sono dei numeri e i militari soltanto armi in carne e ossa che possono essere sempre “prodotte” come le munizioni.
Fa venire il voltastomaco la complicità di membri dell’Onu con diritto di veto come la Francia, la Russia e la Cina. Non diciamo del Regno Unito (Inghilterra), che è la radice storica e l’altra faccia di yankeelandia. Il comportamento dei paesi segugi o sudditi volontari, detti claunescamente alleati, non è meno stomachevole. Vedere il rappresentante politico del Giappone -una specie di maschera teatrale – scodinzolare attorno a Bush c’induce a pensare che il resto del mondo – con qualche rara aurea eccezione, magari sommersa – non è moralmente migliore della più grande “mafia” imperiale della Terra. Infatti, il solo rispetto della memoria del doppio olocausto atomico vorrebbe che in terra nipponica non mettesse piede in forma ufficiale nessun rappresentante politico di quel potere-gangster che bruciò gratuitamente le città di Hiroshima e Nagasaki.
Certo, si cerca anche di salvare la faccia della sedicente ONU, la quale qualche volta simula una divergenza del tutto ininfluente nella strategia criminale globale dei “padroni del mondo” che, nel caso specifico, è la riconferma della gestione militare-amministrativa dell’Iraq a quegli USA che ne hanno fatto un inferno. Ciò che avrebbe dovuto deliberare l’ONU è ben altro: è la condanna degli USA al sostegno totale dei costi per la ricostruzione materiale dell’Iraq; alle indennità per tutte le vittime, militari e civili; alla pensione per tutte le vedove; al mantenimento di tutti gli orfani; alla cura a vita di tutti gli ammalati di radioattività ed altro e soprattutto dei mutilati in particolare bambini. E ancora alla liberazione immediata di tutti i prigionieri – catturati in tutta illegalità e illegittimità – a partire da Saddam Hussein, dei detenuti sottoposti a condanne e processi senza averne alcuna veste giuridica, tenendo conto che qualunque possano essere stati i torti (o crimini) del potere iracheno, nessuno Stato in quanto tale sarebbe competente a giudicarlo e condannarlo ma solo una commissione internazionale, opportunamente legittimata in grado di colpire i soli responsabili ma, nel nostro caso, anche i responsabili del paese aggressore. Inoltre, la stessa ONU avrebbe dovuto istituire una specie di tribunale di Norimberga per processare e condannare, sia pure simbolicamente, i responsabili USA per tutti i loro crimini, compreso quello dell’eventuale uccisione di avvocati difensori di Saddam (come si afferma da qualche parte) e condannare il Pluristato aggressore a sostenere tutti i costi dei processi, della gestione internazionale e del ripristino della fisiologia di uno Stato sovrano.
Tali commissione e tribunale non può esistere se non come prodotto di una ONU, ridiventata sé stessa, efficiente e non più condizionata ed usata dai più forti e meno che mai dal veto di chicchessia. Se gli USA dovessero pagare tutto il danno causato al solo Iraq, pur senza potere riportare in vita le vittime né guarire patologie irreversibili e mutilazioni prodotte anche attraverso un decennio di embargo criminale – geno-infanticida – legittimato da una ONU, ignobile caricatura di sé stessa – forse metà delle ricchezze di yankeelandia e della complice Inghilterra, non basterebbe, il che significa che ci troviamo davanti a danni antropologici irreparabili, che i nostri politici – se non fossero solo “animali di potere” -dovrebbero condannare senza mezzi termini e senza tregua. Davanti al male maggiore dell’umanità – costituito dall’animalismo yankee – diventa quasi ridicolo insistere sulle mafiee sulle dittature, le quali ultime di per sé non sono necessariamente un male, se si tiene conto che qualunque potere – vedi quello nostrano in atto – è una dittatura sui generis! L’animalismo yankee, che prende a pretesto il terrorismo, è la fonte storica e attuale del terrorismo scientifico.
Nel mio lavoro (Dalla predonomia allo Stato economico), che costituisce il Quaderno 21 del Centro Studi Biologia Sociale, è inserita una denuncia dei responsabili criminali dell’Iraq alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja. Tale denuncia è formulata con una serie di domande, che contengono la risposta di condanna. La Corte avrebbe dovuto rispondere a quelle domande, ma facendolo avrebbe confermata la colpevolezza dei denunciati e quindi ha preferito rispondere al sottoscritto, emulando l’ipocrisia dei criminali in causa, di non essere abilitata a prendere in considerazione la denuncia di un privato. Ma la verità è che quella Corte, creatura e serva dell’imperialismo anglo-americano, non può processare sé stessa.
La conclusione di queste considerazioni non è incoraggiante. Io sono possibilista e non amo il pessimismo ma non posso non prendere atto della realtà, che non è un’opinione. La civiltà è in crisi e i suoi dati clinico-patologici si chiamano più o meno: autocrazia criminale anglo-americana; “segugismo” politico di Stati incapaci di essere dignitosamente sé stessi; neoliberismo (cioè ritorno alla predonomia animale, da cui nasce la prepotenza criminale de più forti); crescente ingerenza clericale nel e contro lo Stato laico; caotizzazione ideologica a proposito di diritto, di democrazia, della vera sinistra e della necessità biologica del vero socialismo attorno ad uno Stato nazionale, cioè dotato di personalità autonoma; ottundimento e corruzione di massa con il ludismo godereccio della giornata (tifo sportivo, consumismo, agonismo verso il maggiore successo personale, ecc) e una serie di suggestioni paraipnotiche, la peggiore delle quali è certamente la sudditanza fideistica a un istituto che pretende di rappresentare Dio e di realizzarne a volontà ma che riesce solo a riportare l’uomo ai tempi del totemismo; aggressione indiscriminata della natura per fini di profitti e la crescente risposta catastrofica – sempre più cataclismica – della stessa. L’incontro mellifluo del papa e di san Silvio (come da autodefinizione) – ovvero di due animali di potere – riassume tutto questo sottoscrivendo il viatico della lenta ma inesorabile estinzione della specie.
Una terapia d’urto di recupero globale potrebbe essere un nuovo 1789 (magari senza ghigliottina) ma esso richiede condizioni psicologiche e mentali adeguate. Al momento è l’umanità nel suo insieme che distrugge sé stessa per marasma morale. Il futuro prossimo ci dirà qualcosa di meno vago su questa umanità ammalata di antropozoismo cronico (adolescenza bloccata), di culto tecnologico e di viltà patologica con riferimento specifico agli USA e a paesi sudditi come il nostro.
Mi auguro che uomini liberi, giuristi e studiosi onesti e coraggiosi del mondo (ce ne sono anche se sommersi ed emarginati) diano vita ad una specie di commissione internazionale di denuncia e condanna dei responsabili massimi di cotanto scempio del consorzio umano, affinché questi vengano indotti alla rinuncia della loro attività umanicida, messi alla gogna morale ed esposti al ludibrio del mondo. Tali personalità, degni rappresentanti della nostra specie, dovrebbero soltanto cercare di comunicare e di costituire una forza trasversale di oppozizione incruenta (nonviolenta) contro la zavorra animalesca della civiltà dell’Uomo.
Per prima cosa bisognerebbe insistere perché il filmato “La strage nascosta” di Ranucci, di Rai News 24, andata parzialmente in onda nella mattinata, venga trasmesso anche nelle ore serali di massimo ascolto, e che venga pubblicizzato e diffuso massicciamente perché sempre più gente sappia la verità su Falujia, la verità dell’azione “scuoti e cuoci” (sic!), ovvero sulla mattanza a base di bombe al fosforo bianco, verità che richiama per stretta connessione tutta la verità di sessant’anni di barbarie yankee (da Dresda, Hiroshima ai nostri giorni). Le tremende capacità distruttive dell’ MK77 sono state descritte molto bene anche dal noto scrittore Noam Chomsky.
Da cotanta fogna, dentro cui guazzano indifferenti gli animali del crimine in nome della democrazia, si leva ancora la voce di Bush che, in visita in Cina (altra scena oscena di scodinzolamento servile!), dichiara, la bocca lorda di materiale escrementizio putrefatto: “Resteremo in Iraq fino alla vittoria”. L’analisi di siffatto vaneggiamento a proposito di un Iraq che é già un inferno proprio per effetto di forze militari fuori legge, non può essere che di natura clinico-psichiatrica e suggerire come soluzione logica l’internamento in un manicomio criminale. Se la parte sana, vigile e determinata dell’umanità non saprà sollevarsi contro antropozoi pazzi di potere, non ci rimane che aspettare il peggio.
Carmine R. Viola
Fonte:www.rinascita.info
Link:http://www.rinascita.info/cogit_content/rq_analisi/Lacriminalitbiochimicadelp.shtml
23.11.05