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La Redazione

 

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LA CORRIDA – COME DISEDUCARE I FIGLI
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A cura di Davide
Il 28 Settembre 2008
87 Views

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DI CARMELO R. VIOLA
La gazzetta di Noto

A Forum, il noto interessante programma giudiziario di Canale 5 di Mediaset, nella giornata di ieri, 17 settembre, si è celebrata una causa in cui una moglie separata accusa il proprio marito di avere portato i propri due figli, decenni o poco più, ad assistere alla corrida e ad altre manifestazioni di “violenza ludica” contro gli animali come la corsa dei tori di Pamplona, in Ispagna, s’intende. La donna, preoccupata e addolorata – e con ragione – chiede l‘affido dei due figli, ritenendo il marito, tra l’altro acceso fanatico cacciatore, inidoneo all’educazione dei figli stessi.

Non mi aspettavo che la giudice accogliesse la richiesta della donna contro la recente legge sull’affido condiviso, che ripristina la corresponsabilità dei genitori anche se separati. Tuttavia, la sua sentenza mi ha amaramente sorpreso. Costei, infatti, non solo non ha tenuto conto della “condivisione della responsabilità genitoriale” (anche in istato di separazione) in caso di fatti notevoli come quello in questione, ma ha aggiunto, nella inspiegabile ignoranza della psicologia dell’età evolutiva, che non c’è nulla di male nel fare assistere i minori a spettacoli del genere, perché si tratta – sia pure intercalando un “purtroppo” – di una realtà sottintentendo che come tale può essere palesata ai figli e concludendo che questi, quando saranno adulti, potranno scegliere da sé le linee del proprio comportamento.

Dipendesse da me, rimanderei tale giudice a sostenere la tesi di laurea proprio sulla psicologia dei minori su cui ogni esperienza emotiva può lasciare tracce indelebili in termine di appetizione e di assuefazione. La giudice, con una sola sentenza, ha disatteso in parte una legge specifica ed ha ignorato la dinamica di formazione dell’adolescente così offendendo il Diritto.

La corrida è una delle vergogne sanguinarie e orrende non solo della Spagna – non per niente culla dell’Inquisizione cattolica – ma del mondo intero, perché eleva a spettacolo, naturalmente divertente e distensivo (sic!), la sofferenza, l’agonia e la morte di animali, capaci di sentire e soffrire con tanto di sangue colante, davanti ai quali il torero, in quanto uomo, appare il simbolo della viltà per una bestia che non si può battere ad armi pari.

Se la visione di siffatta vergogna, sanguinaria ed orrenda, solo perché è una realtà, può servire alla formazione caratteriale degli adolescenti, si può affermare, con altrettanta analogia e senza tèma di smentita (meno che mai da parte della giudice di Forum), che anche la vista di ogni altra realtà, solo perché tale – come la guerra, le mafie, la tortura, la variegata criminalità oltreché la caccia, anche grossa, per diporto – può essere altrettanto utile alla formazione dei nostri figli e nipoti e che pertanto i genitori farebbero bene a cercare ogni occasione di visione di tali realtà da parte dei minori. Tanto per meglio intenderci: la frequentazione di ambienti malavitosi e, in paesi esteri, la vista di pene e supplizi pubblici!

Devo dire che la sentenza – che mi è toccato sentire per bocca di una donna – è una sintesi di affermazioni che fanno a pugni non solo con il diritto di famiglia ma anche con la logica del senso comune. Già da tempo non occorre essere più animalisti – nel senso di particolarmente inclini all’amore e, ove possibile, dediti alla cura di animali – per comprendere che l’amore dell’uomo – la sintonia bioaffettiva, che è solo un livello superiore dell’evoluzione della specie – passa attraverso la sensibilità per ogni soggetto vivente e sofferente, anche non umano (attraverso l’empatia della materia che sente e soffre), di cui ci ha dato un saggio patetico un tale Francesco Bernardone, caduto in depressione e catturato e sfruttato dalla Chiesa come santo.

Se vere e proprie necessità alimentari e talora farmacologiche, per quanto discutibili – comportano l’uccisione di animali, altra cosa è far tacere il bel canto di un uccellino che addolcisce l’aria di una campagna o di un bosco per il solo piacere di una ridicola miserabile cattura. L’uomo con il fucile è soltanto un animale tecnologico della giungla, che dice perfino di amare – lui! – gli animali e la natura! Per manifestazioni come la corrida non ci sono attributi sufficienti a sottolineare l’idiozia paranoica e criminale di chi le organizza e le esercita. E qui, una volta tanto, non c’entra il sentimentalismo: c’entra solo la civiltà, tanto più putrescente quanto più il papa – il referente unico di Dio sulla Terra, e che sostiene essere l’uomo fatto a immagine e somiglianza del Dio stesso – finge di non vedere.

Carmelo R. Viola
Fonte: http://www.lagazzettadinoto.it/
Link: http://www.lagazzettadinoto.it/VIOLA.htm
Settembre 2008

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