Fonte: www.newsphera.it
Migliaia di utenti della telefonia mobile subiscono il prosciugamento del proprio credito, a causa della funzione “WAP”. (Wireless Application Protocol).
Il protocollo di comunicazione è usato da tutte le maggiori società di telefonia mobile e consente ai cellulari di connettersi ad appositi siti WAP, sfruttando la rete Internet. Il caso che citiamo in questo articolo è riferito alla connessione Wap di TIM.
La connessione avviene tramite il riconoscimento automatico della SIM card TIM inserita nel telefonino (non è quindi richiesta nessuna password). Quando l’utente si accorge di essere entrato in connessione è ormai troppo tardi.
Il comando di connessione WAP si trova in tutti i telefonini, è costituito da una serie di protocolli che permettono una navigazione in rete del tutto simile a quella a cui siamo abituati, ma senza l’ausilio del personal computer.
Il protocollo è usato ormai da tutti i gestori di telefonia mobile, e al momento dell’acquisto tutti i cellulari risultano già abilitati.
Nella maggior parte dei casi, data la complessità delle molteplici funzioni, l’ignaro acquirente non conosce né la funzione WAP, né il modo per disabilitarla. Per cui, accade che il comando di connessione spesso parte per errore, e anche se subito si procede a chiudere, ormai la frittata è fatta: è scattato l’addebito di 3 euro.
Le società che gestiscono la telefonia mobile hanno deciso, non si sa bene per quale concessione divina, che i tre euro debbano essere addebitati indipendentemente dalla quantità di KB di traffico e dalla durata della connessione. Per cui anche per 1 KB e per 1 secondo sono sempre 3 euro. Qualche volta si riesce ad essere veloci nel disabilitare la connessione e allora la registrazione di traffico rimane a zero e non viene addebitato nulla.
Se si ha la pazienza di visitare i centinaia di forum che in rete trattano questo argomento ci si accorge di quante persone “piangono” la scomparsa del proprio credito senza conoscerne il motivo.
Se per esempio si acquista un nuovo telefonino, magari uno “smart” con il touchscreen, e si cerca di prenderci confidenza, state certi che la funzione Wap vi parte numerose volte. Ma la cosa veramente singolare è che se si accede alla propria pagina personale, ad esempio tim.it-119, e si va a controllare “Il dettaglio del tuo traffico” alla prima opzione (voce) non risultano gli addebiti per la connessione WAP. Per visualizzare l’addebito wap si deve selezionare la categoria di traffico “Dati / Servizio a contenuto” altrimenti non si vede l’addebito del servizio. Altra cosa straordinaria è che se è stata abilitata la “Soglia di spesa per traffico dati” in ottemperanza alla Delibera 326/10 dell’AGCOM, e in fase iniziale non si è fatta nessuna telefonata, si può vedere che viene riportata una spesa di 0,00 euro dei 60,50 Euro mensili, anche se il credito è stato prosciugato dalle connessioni “WAP” non desiderate.
A titolo di esempio, la tabella che segue è il report del traffico di una scheda prepagata Tim acquistata il giorno 17 ottobre 2012: “Tim Card SENZA SCATTO”, con un costo di 10 euro di cui 5 euro di credito disponibile. Già nello stesso giorno di acquisto il credito è sceso a 2 euro senza che l’ignaro acquirente ne sapesse nulla. Si vede molto chiaramente dalla brevità delle connessioni “Wap” che non sono delle connessioni intenzionalmente volute. Stranamente, anche se nello stesso giorno l’accesso in WAP si è ripetuto per ben 10 volte, non ci sono ulteriori addebiti perfino negli accessi con volume superiore a zero. Come se il sistema si fosse moderato nell’addebitare i 3 euro previsti. Una sorta di software con un algoritmo “pietoso”. Poi però nei giorni successivi l’algoritmo si è scatenato e non ha perdonato neanche la connessione di 1 KB.
In totale questa scheda prepagata, anche se non ha effettuato nessuna telefonata, si è ritrovata a zero credito anzi a -4 euro, dato che era partita con un credito di 5 e gliene sono stati addebitati 9. A questo punto ci aspettiamo che alla prossima ricarica, i -4 euro se li prendano, tanto chi glielo impedisce… fanno come gli pare!
Da notare che ci sono numerosi accessi con il volume a 0,00 KB, e ciò a riprova che sono partiti in modo indesiderato. La Tariffazione” viene definita “New Flat Day free”. Non si capisce come per 1 KB di traffico si possano far pagare 3 euro mentre per 510 KB niente.
Questa tariffazione è molto strana
Quando l’utente in questione, si accorge del credito a zero senza aver fatto nemmeno una telefonata, dopo alcuni giorni e dopo molti tentativi inutili per mettersi in contatto con il servizio clienti del 119, finalmente recandosi in un centro Wind riceve un prezioso aiuto dall’operatore del centro.
È solo grazie a lui che il problema è stato risolto. La disabilitazione della funzione WAP può essere effettuata localmente con le seguenti operazioni: IMPOSTAZIONI > WIRELESS RETE > RETI MOBILI > USA DATI E PACCHETTI – Disattiva. (L’esempio si riferisce ad uno Smartphone Samsung Galaxy ACE GT-S5830). A proposito… sempre il ‘nobile’ operatore Wind suggerisce che mettersi in contatto con un operatore del 119 risulta facile attraverso l’opzione “smarrimento”. Pare che in questo caso qualcuno risponda.
Nelle descrizioni della pagina web di Tim “119.it mobile – versione WAP non c’è nessun accenno circa i costi di addebito di 3 euro per ogni connessione avvenuta. Non c’è scritto che senza avere attivato una opzione a pagamento il costo per un accesso è di 3 euro. Ma quanti conoscono i “pacchetti” citati nel manuale di Samsung galaxy?
E quanti conoscono la connessione WAP? È una situazione drammatica! Il “ladrocinio” che si continua a perpetrare ai danni dei consumatori è enorme. Noi della redazione di Newsphera invitiamo i lettori – coloro che hanno la possibilità di verificare il proprio traffico – a mettersi in
contatto con noi attraverso la mail
[email protected]. Sarebbe interessante conoscere altre storie analoghe a questa. Crediamo che l’entità del fenomeno sia vasta e forse una denuncia all’AGCOM potrebbe costringere sia i costruttori che i gestori della telefonia mobile nel porre un limite a questo spreco di denaro a carico degli utenti, semplicemente obbligando i gestori a rendere questo servizio abilitato con uno specifico consenso, o ad inserire obbligatoriamente una password di accesso.
Fonte: www.newsphera.it
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29.10.2012