DI CARLO GAMBESCIA
Quando si finge di non avere più nemici, quelli risoluti e in armi, si rischia la deriva.
Si pensi all’Europa Occidentale dopo il 1945. Ha retto per circa un quarantennio, in termini di coesione interna, dopo trent’anni di guerre intestine. Per iniziare a dissolversi, appena l’ Unione sovietica ha mostrato i primi segni di cedimento. E attenzione: il processo di dissoluzione politica (legato alla mancata designazione del nemico “mortale”, come impongono le “leggi” del politico) è stato indipendente dallo sviluppo della cosiddetta Europa di Maastricht. Fondata sostanzialmente sul predominio non dei popoli ma di alcune ristrette oligarchie politiche, economiche e finanziarie.
Di regola, i processi di unificazione sociale, e a maggior ragione politica, devono sempre avvenire contro qualcosa o qualcuno, altrimenti rischiano di non essere tali, o comunque di favorire i pochi rispetto ai molti. E soprattutto i veri nemici. Ovviamente, un qualche nemico, fittizio deve continuare a esistere, anche per tali comunità in vacanza dalla storia. E così è stato anche per noi.
Nel caso dell’Europa, post-1991, si è avuta l’invenzione di sana pianta di un nemico, che quantomeno non era il nostro: il fondamentalismo islamico. Che è stato così ufficialmente dichiarato nemico dei Diritti Universali dell’Uomo, con l’iniziale maiuscola. Naturalmente, per non dispiacere a quello che invece poteva (e per alcuni doveva) diventare il nemico vero: gli Stati Uniti. E a dire il vero, lo strumento dei diritti dell’uomo, da agitare come una spada, in funzione “antiterroristica” ha colto nel segno. Per un verso ha rinsaldato l’alleanza tra gli Usa e l’Europa, e per l’altro ha permesso di propugnare, su un altro versante, una serie di battaglie inoffensive come quelle sull’abolizione della pena di morte, sui diritti civili più controversi, sulla laicità dello stato, eccetera.
In Italia, questo tipo di tecnica sociale e politica, diffusasi dopo scomparsa dell’Unione Sovietica e conseguentemente del Partito Comunista Italiano, gode tuttora di larghissimo prestigio. Si pensi alla battaglie sull’abolizione della pena di morte (veri colpi di spillo per gli Stati Uniti), oppure all’accento posto sui diritti civili, eccetera. Il prestigio sociale di questa tecnica di “disorientamento” è così ampio, che destra e sinistra ormai si assomigliano come due gocce d’acqua. Come testimoniano i provvedimenti, presi a Firenze contro i lavavetri… Misure decisamente di destra, applicate invece dalla sinistra… Questo fenomeno potrebbe essere definito blairsarkosysmo . Una “prassi politica” che sul piano delle relazioni estere implica l’atlantismo assoluto. Un fatto, questo, da non dimenticare mai.
Ma il fenomeno indica anche due cose.
In primo luogo, l’incapacità di designare il nemico vero, che nel caso dei lavavetri rinvia ai processi di globalizzazione di un mano d’opera sempre più disperata; processi imposti dagli Stati Uniti che scorgono nell’Europa un prolungamento del proprio spazio politico-economico: una specie di “area di parcheggio” (temporanea), per un’immigrazione che altrimenti prenderebbe subito d’assalto gli Usa. E purtroppo, l’ incapacità europea di individuare il nemico nella globalizzazione “americana”, e perciò di erigersi a spazio economicamente e politicamente autocentrato, moltiplicherà negli anni a venire il numero degli immigrati clandestini. E questo a prescindere dalla severità degli eventuali provvedimenti blairsarkosysti attuati contro i lavavetri. Il problema è strutturale: nel senso che riguarda l’essenza del politico.
In secondo luogo, svela la natura profondamente ipocrita dell’intero dibattito politico, che ormai verte solo su questioni marginali, ad esempio di tipo fiscale e giuridico Si cerca, insomma, secondo un meccanismo politico e mediatico consolidato, di spostare l’attenzione dai grandi problemi, come i costi della globalizzazione americana (per alcuni di tipo imperiale), ai problemi marginali, come quelli dei lavavetri, giocando, a sinistra come a destra, sul malcontento della gente comune (che invece è un tipico fenomeno di folla: irrazionale…), oppure sulle gratificazioni di tipo consumistico e divistico.
Il che spiega perché i riflettori dei media restino sempre puntati sulla legge finanziaria, sui problemi fiscali, su Lady Diana, su Corona, sugli scandali politici, sui delitti, sul calcio, eccetera. Non solo non si vuole far pensare la gente, ma si cerca di non far capire ai cittadini che la politica, la grande politica, ha sempre necessità di un nemico. E che quindi l’Italia e l’Europa potranno ritrovare forza e coesione solo designando il nemico.
Quello vero. Iniziando intanto dal blairsarkosysmo
Carlo Gambescia
Fonte: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com
Link: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2007/08/la-colpa-dei-lavavetri-o-del.html
30.08.07