LA CHIESA E IL RELATIVISMO CULTURALE

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DI DAVIDE POCCHIESA

Ratzinger si dice in contrasto acerrimo con il relativismo culturale.

Innanzitutto, con relativismo si intende ogni concezione filosofica che considera la realtà non conoscibile in se stessa ma soltanto in relazione alle particolari condizioni in cui i suoi fenomeni vengono osservati, e non ammette perciò verità assolute nel campo della conoscenza o principi immutabili in sede morale.

Nello specifico, il relativismo culturale nasce con gli inizi del 1900. Fino ad allora si credeva che esistessero popoli con cultura e altri senza. Popoli barbari. Popoli selvaggi. La visione del mondo è quella occidentale: etnocentrica, cioè che pone se stessa al centro di ogni ragionamento, presupposto e metro di ogni paragone. Fino al 1900 gli antropologi, e gli studiosi tutti, di fronte a delle culture che sembravano divergere tanto dai valori della cultura occidentale, le classificavano appunto come barbare, ossia: senza cultura.
Per esempio, se gli studiosi di allora avessero assistito al gioco della palla delle popolazioni olmeche dove il perdente viene sacrificato, come avrebbero reagito? In realtà, il perdente si sacrificava volontariamente perché aveva fatto cadere la palla che rappresentava il sole. In altre zone (Chichen Itza) si sacrificava il vincitore perché era un onore poter giocare di fronte al sovrano, e alla divinità (che molto probabilmente, questo non lo so, si incarnava nel o sceglieva il sovrano). La verità è che questi popoli avevano una loro cultura tanto densa e tanto logica! La cultura assegna i valori alle cose, alle azioni, guidandole. Giro a destra o a sinistra? Una mente potrebbe impazzire senza una guida, a destra o a sinistra? E uguale? È casuale? Se è casuale allora anche l’uomo è casuale, è minuscolo. E una società dove ognuno svoltasse a caso o a destra o a sinistra non sarebbe unita (forse non avrebbe neppure capi perché senz’ordine non c’è controllo).
(l’Italia è una società complessa che si basa su una costituzione che non è altro che un elenco di valori).

Dicevo, l’occidente partiva da un presupposto assolutistico, ciò che era diverso dai suoi valori era inferiore. Il principio è che l’occidente si era auto-proclamato unico detentore del sapere “universale”.

Il relativismo culturale è l’idea che gli elementi di una cultura debbano essere compresi e giudicati nell’ambito della stessa cultura. Non esiste una cultura superiore o inferiore ad un’altra.

Perché allora Ratzinger sembra avercela tanto con questa conquista del nostro pensiero?

La chiesa universale di Roma è per eccellenza una istituzione (nessuno può dirmi che non è un’istituzione) che fornisce verità assolute, le parole che lei dice (mi sia permesso questo dubbio) esser state insegnate dai profeti prima, e dal Cristo poi.
Non entro nel merito del fatto che sia vero o meno che sia stato Gesù a dire quelle cose stesse, e neppure se Gesù era o no il DIO della trinità.
Quello che provo a spiegare io, è che le parole non sono entità astratte!! Non vivono al di fuori del tempo e dello spazio.
Mi spiego meglio, una parola è un suono fra i mille suoni possibili. GRDT è un suono, in italiano non è una parola. Rosso è una parola, ha in sè un suono, una sua rappresentazione ( R O S S O) ed un significato. Il significato di ROSSO non è neppure questo al di fuori del tempo e dello spazio. È l’espressione di una data cultura che assegna ad una porzione del flusso delle cose un significato.
Mi spiego meglio, PLAO è una parola del mio dialetto che non ha una corrispondente in italiano. La mia lingua (la lingua è l’espressione di una cultura) si è sviluppata in una valle avvolta dalle montagne che l’hanno resa diversa. Il processo di assegnazione di significato è diverso. PLAO è una sorta di pausa dal lavoro, pausa forse non dovuta, presa di nascosto. Non significa pausa come la diciamo noi, né ferie. Sottolinea una cultura nella quale il lavoro ha una centralità impressionante che coinvolge l’intero arco della giornata. In Italiano c’è una visione della vita differente.
Il significato e i simboli, quindi le parole, i testi sono legati alla realtà, sono un’entità vivente che col tempo si modifica.
Le parole che disse Cristo, ovviamente ora non hanno più lo stesso senso. La Bibbia, i vangeli.
Inoltre, già nel presente le parole vengono dal ricevente interpretate, in mille maniere differenti. Tutti lo sappiamo.
E allora, come fa Dio a basare le proprie “rivelazioni” su delle parole?
Le parole stesse sono Belzebu’, colui che divide. È la ragione (e la cultura) che divide il mondo in sfaccettature. CASA, SUONO , BELLO, BRUTTO, PUTTANA, MICOLOGICO, VANGELO, BRUM BRUM. Belzebù è la conoscenza, lo sappiamo tutti. Lo dice la Bibbia.
E allora come può Dio…?

La risposta che la Chiesa ha dato e che quindi sottolinea una delle sue ragioni d’essere, è che
La CHIESA interpreta la PAROLA DI CRISTO.

Che grande potere, Lei, solo lei INTERPRETA!!!
È come se soltanto lo Stato potesse fare opinione!!! È naturale e pacifico che appoggi l’interpretazione che non faccia traballare il suo regno.

Ma questo lo ritengo il male minore.

Il vero danno, e qui non mi riferisco soltanto alla chiesa cattolica, ma a TUTTE le religioni, a tutti i sistemi di pensiero, e a tutti i valori che si APPRENDONO… il vero danno è che queste sono verità preconfezionate che tolgono responsabilità alla gente impedendo una loro crescita!
La democrazia sarebbe un sistema di vita eccezionale perché assegnerebbe a tutti il potere (e quindi la responsabilità) di fare opinione e di intervenire sulla cosa pubblica. Ma ancora c’è qualcuno che governa al posto nostro, scarichiamo la responsabilità a qualcun altro e questo non ci permette di crescere come comunità. Questo mi sembra ovvio. Assodato.

In maniera maggiore avviene con le religioni
Ci sono dei buchi nella nostra vita, dei dubbi, cose che non sappiamo, da dove veniamo, chi siamo, perché viviamo!!
Noi ricerchiamo delle risposte, ed è forse, assieme alla ricerca di cibo, l’unica pratica VERA e BIOLOGICA (comune a tutte le culture) dell’uomo.

È come se io dicessi: L’UNIVERSO è NATO DA mmmmmmmmmmmm, IO QUANDO MORIRò mmmmmmmmmm etc etc..

La chiesa, in occidente, e le altre religioni tappano questi buchi!!! Deleghiamo ad altri la risposta.
Frasi come: ora Giovanni Paolo II è atteso alle porte del Paradiso da S. Pietro (detto al telegiornale da moltissimi intervistati), oppure: lo spirito santo ci guidi, ne sono un esempio.
Per me non vogliono dire assolutamente niente. Io non ci credo, ci credevo, ma perché me lo avevano insegnato e mi sembrava un dato per scontato. Qualcuno può crederci, ne ha tutto il diritto.
Può credere in Gesù e nella Trinità, nella Madonna o in Maometto. Ma aderire alla chiesa questo no, io lo trovo inammissibile perché ha l’effetto perverso (inteso come effetto diverso da quello per il quale si compie un’azione) di sostenere una istituzione, un potere, delle disparità (dove c’è potere ci sono sempre disparità).
Allo Stato aderisco ma è un’adesione economica ( e ugualmente mi rimprovero tanta pigrizia).
Non accetto che ci sia qualcun altro che giustifica il proprio potere sul bisogno di sacralità delle persone.
Fa ridere pensare che i faraoni legittimassero il loro trono dicendo di essere stati mandati da Dio, fa ridere pure pensare agli Olmechi come citavo prima. Come potevano farsi abbindolare in questa maniera? Siamo nel 2005 e abbiamo conquistato diritti incredibili, ma ancora si dice


Che il Papa riceve l’incarico da Dio di guidare la Chiesa e i fedeli. La Chiesa Universale.

Ci si chiedeva perché 3 milioni di persone fossero andate a Roma a rendere omaggio alla salma di Giovanni Paolo II.
È la voglia di risposte, il loro senso del sacro (risvegliato a causa di un sistema che ha eletto come proprio Dio un bene interscambiabile). E questo merita un rispetto profondo.
Ma non le risposte che hanno trovato! Queste pagano un prezzo troppo alto, che a lungo andare ho paura frenino il processo di emancipazione del singolo essere umano.

Davide Pocchiesa

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