DI JUAN DIEGO BOTTO
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Premessa:
Nelle ultime settimane il magistrato spagnolo Baltasár Garzón é oggetto di un’istruttoria presso il Consejo General del Poder Judicial (CGPJ, l’equivalente del nostro Consiglio della Magistratura). Il magistrato aveva iniziato un procedimento di giudizio contro il regime franchista, considerando che ci sono gli estremi di genocidio e di crimini contro l’umanitá, che non hanno prescrizione. In Spagna, i magistrati e i giudici possono essere messi sotto processo anche su istanza dei cittadini. La Falange Spagnola (che per quanto possa essere incredibile, esiste ancora) ha quindi richiesto di sospendere Garzón dai suoi poteri, basandosi sulla legge di amnistia del 1976, che sbarra la strada a qualsiasi giudizio storico. La Falange é riuscita per ora nel suo intento di fermarlo ed é possibile che il magistrato che provó a giudicare Pinochet venga sospeso a lungo.
Nella foto: Francisco FrancoGarzón ha ricevuto appoggio da tutti i piú noti artisti ed intellettuali spagnoli e latino americani, da molti inglesi, francesi e altri da tutto il mondo. C’è un presidio permanente davanti alla sede del CGPJ a Madrid e molti rettori di universitá hanno manifestato solidarietá.
Purtroppo, data l’involuzione che sta vivendo l’informazione nel nostro Paese, tutto questo da noi ha avuto pochissima eco. Praticamente nessuno ha preso posizione o mostrato solidarietá. Nell’occuparci solo del berlusca e dei fatti del nostro orticello stiamo perdendo il senso di ció che succede fuori dai confini. In questo caso, ancora una volta, il mondo intellettuale italiano é assente, forse troppo impegnato a seguire i NO-B-DAY, i RaiPerUnaNotte, le elezioni regionali o l’importantissima diatriba Fini-Berlusconi. Come no.
In questo quadro, sperando che possa aprire il velo dell’indifferenza, pubblico la traduzione dell’intervento di Juan Diego Botto su El Pais.
Riccardo Micco
22.04.2010
Che democrazia é, quella che ha un debito imperdonabile di piú di 113.000 desaparecidos?
La prima persona che sará giudicata per i crimini del franchismo é proprio l’unica che ha provato ad investigarli. Questo paradosso mette in dubbio la natura del nostro Stato di diritto e della nostra democrazia. La Transizione (gli anni dal ’75 al ’78, ndt) nacque come frutto del seguente patto: Stato di diritto, si, peró mettiamo da parte il genocidio e i crimini contro l’umanitá perché sia possibile avanzare. E cosí si sviluppó la nostra democrazia, mantenendo negli apparati dello Stato gli amministratori della dittatura.
La mia generazione (i nati del 1975) ha sempre pensato che era questione di tempo, che quando la democrazia avesse messo radici sarebbe arrivato il momento delle vittime. Quello che é successo é stato il contrario. Il procedimento del giudice Luciano Varela (giudice del CGPJ che ha istruito il caso contro Garzón, ndt) é l’equivalente della peggiore delle insabbiature. Peggio, perché in questo paese nessuno potrá piú far sedere i responsabili al banco degli imputati.
L’unica cosa che si chiedeva era dare protezione a vittime e familiari.
Chiediamoci che autoritá morale possieda uno Stato di diritto che giudica chi commette un assassinio ma non chi ne commette 100 mila; che ricerca una bambina scomparsa ma non decine di migliaia di persone; che condanna chi ruba un’auto ma non chi organizza una trama per rubare bambini. Su questa struttura é improbabile che qualcuno possa fidarsi delle sue istituzioni. Il modo migliore per garantire che nessun gruppo possa alzarsi di nuovo contro la democrazia é dimostrare che la giustizia sará implacabile con essi. Peró chi ha lottato per la Repubblica é stato premiato con una fossa comune e con l’oblio.
Secondo i sondaggi, la grande maggioranza degli spagnoli preferisce la democrazia alla dittatura franchista, che considera sanguinosa. Questo presuppone che qualsiasi governo in questi anni di democrazia era legittimato ad iniziare un compito che, purtroppo, nessuno ha intrapreso. Si trattava, semplicemente, di catalogare questi delitti per quello che sono e, ancora piú importante, offrire una riparazione alle vittime. Se lo Stato ha commesso crimini (e lo ha fatto, dalle forze dello Stato e nel nome dello Stato) é questo, senza dubbio, che deve assumersi la ricerca, la riesumazione dei corpi e la verifica di come furono eliminati i suoi cittadini. La visibilitá di quasi 1000 vittime del terrorismo di ETA é uno dei grandi meriti della democrazia spagnola; ma la lacerante invisibilitá degli almeno 113 mila scomparsi e migliaia di torturati, incarcerati, esiliati é uno dei suoi imperdonabili debiti.
Nella Storia, si ricorre spesso all’argomento dell’equidistanza: “Da entrambe le parti si commisero atrocitá”. Sí, molto probabilmente i repubblicani si resero responsabili di crimini di guerra. La veritá va ricercata ovunque. Peró, questo non puó mai oscurare il fatto storicamente nitido che la contesa ebbe un responsabile, una parte che si sollevó contro la democrazia e che questo sfoció in una guerra. Di piú, non si puó negare che ci fu durante la guerra e negli anni seguenti un piano sistematico per sterminare un gruppo politico e ideologico.
Nascondersi dietro l’argomento che entrambe le parti commisero atrocitá per livellare i contendenti sarebbe come affermare che non si possono giudicare i nazisti perché anche gli alleati commisero crimini. Senza dubbio lo fecero. E’ difficile pensare che i bombardamenti di Dresda non siano crimini di guerra. Ma questo non ripara nessuna delle atrocitá naziste.
Per sostenere che c’è stato abuso di potere (da parte di Garzón, ndt) il giudice Varela segnala che la Legge di Amnistia impedisce il giudizio dei crimini del franchismo. Bene, chiariamo che la stessa Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite chiede l’annullamento di quella legge, perché i reati di lesa umanitá e genocidio non possono essere soggetti ad amnistia. Sono reati considerati talmente gravi che non si permette ai politici il diritto di amnistiarli né di togliere alle vittime il diritto di avere giustizia. D’altra parte, l’interpretazione che colloca la Legge di Amnistia al riparo delle richieste delle vittime é contradditoria con gli articoli 10.2 e 96.1 della Costituzione in accordo con vari trattati e convenzioni internazionali sottoscritti dalla Spagna.
Varela sostiene poi che i reati sono prescritti, peró questo é possibile solo se si considera ogni caso individualmente, cioé se si nega l’esistenza di crimini di massa e quindi l’intenzionalitá del franchismo di commetterli, dato che i reati di genocidio e lesa umanitá non si prescrivono.
Varela dice anche che Garzón ha infranto la Legge sulla Memoria Storica, nell’usurpare cariche che non gli corrispondono, il che é falso, perché quella legge segnala nel suo decreto attuativo che le disposizioni della legge sono compatibili con l’esercizio delle azioni intraprese nel rispetto di leggi, trattati o convenzioni internazionali sottoscritti dalla Spagna.
Quando la giustizia copre una dittatura e nega ausilio alle sue vittime, quando si agisce alle spalle della volontá della maggioranza, che Stato di diritto é questo?
Che democrazia é questa?
Juan Diego Botto, (argentino, figlio di genitori desaparecidos, é un noto attore di teatro e cinema)
Fonte: http://www.elpais.com/global/
18.04.2010
Traduzione a cura di RICCARDO per www.comedonchisciotte.org