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KUNSTLER: IL MONDO STA DIVENTANDO ANCORA PIU' TONDO E PIU' GRANDE

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A cura di Davide
Il 8 Dicembre 2010
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DI CHRIS MATESON
chrismartenson.com

Questa settimana l’ospite di “Straight Talk” è James Howard Kunstler (nella foto), autore e critico sociale. I suoi lavori più conosciuti includono “The Long Emergency”, in cui argomenta che il declino della produzione di greggio condurrà al declino della moderna società industrializzata ed obbligherà gli americani ad un ritorno a comunità di dimensioni minori, localizzata e semiagraria; “World Made By Hand” ed il suo seguito, “The Witch of Hebron”

1. Quando il cittadino medio americano si renderà conto del pericolo del picco del petrolio?

James Howard Kunstler: Quando una crisi comparabile all’ embargo del 1973 da parte dell’ OPEC — con code ai distributori e un massicio aumeto dei prezzi — li colpirà duro. Per ora, quella che io chiamo la psicologia degli investimenti precedenti è un enorme ostacolo alla capacità del pubblico di pensare con chiarezza. Con questo intendo principalmente i nostri costi affondati per i sobborghi, compreso di arredamento e accessori. Qui è dove abbiamo messo la nostra “ricchezza” negli ultimi 60 anni. Considero questi come tragici errori di investimento, di certo, perchè la ricchezza è andata dentro un regime di vita che non ha futuro. Lo scoppio della bolla immobiliare ha aggravato di molto il problema perchè sta svalutando tutto quanto.
Ma il risultato per ora ha solo generato più ansia tra il pubblico, il che che porta a più confusione, più dissonanza cognitiva, più staticità nell’ immaginario collettivo, e piu rumore politico — in breve, più ostacoli per un pensiero chiaro.

2. Non sembra esserci nessuna volontà politica di affrontare la realtà del picco del petrolio. Cosa può inclinare questa tendenza (prima di sbattere contro il proverbiale muro)?

JHK: In America la leadership è stata abissale su questi argomenti — e non solo in politica, ma negli affari, nei media, nell’ educazione, la comunità amibientalista, addirittura il clero. Per i politici, suppongo che le implicazioni del picco del petrolio siano semplcemente troppo dolorose. Semplicemente non possono elaborare nessuna formula vincente. Non ci andranno nemmeno vicino.

Sono abbastanza convinto che Dick Cheney e George Bush fossero informati sulla situazione petrolifera, in particolare alla sua relazione con la difesa nazionale. Dopo tutto, Robert Hirsch arrivò fragorosamente sulla scena con il suo report nel 2005, commissionato dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, e che fu soppresso velocemente perchè le sue conclusioni erano troppo ruvide. Bush fece occasionali commenti riguardo la nostra “dipendenza dal petrolio straniero” ma non ha avuto il fegato di dirlo ad alta voce, dopo tutto era un pupazzo delle lobby dell’ energia, e che per 10 anni ha fatto una campagna negando il picco del petrolio. Comunque, non ha voluto interrompere il fantastico boom degli ultimi anni determinato dal credito fino ai suoi ultimi mesi di mandato, quando le cose andarono davvero a rotoli.

Obama è un’ altra storia, certamente. Non poteva essere così poco informato da non sapere del picco del petrolio in molti dei suoi contorni e implicazioni, specialmente di fronte ai militari, che hanno rilasciato più di un report mentre è stato in carica. Così concludo che è una specie di affascinante canaglia. Non sono necessariamente dispiaciuto di aver votato per lui, perchè credo che McCain sarebbe stato peggio, intrecciato com’ è con la destra lunatica e la sua tossica aura di paranoica irrealtà.

Non è chiaro se i media siano troppo stupidi per capire la complessità della nostra difficile situazione potrolifera, o se sono solo dei corrotti lacchè dei vari interessi delle corporation. Probabilmente una combinazione di questi. E’ piuttosto difficile da capire, per esempio, l’ insignificanza del The New York Times — in particolare i suoi sapientoni, Krugman, Friedman, Brooks. I rapporti del Time sulla condizione petrolifera sono scarsi e fatui. Idem il Wall Street Journal. L’ informazione televisiva opera nella sua speciale fogna di idiozia, così uno non si aspetta mai troppo da li.

Da quando gli affari in America si svolgono sempre più come nel racket, uno non si può aspettare un comportamento corretto dal settore in questi giorni.

Ho visto il fallimento della comunità ambientalista da vicino. Due anni in fila al Aspen Enviromental Forum, ho ascoltato la crema del Green Movement che andava in estasi per tutti i nuove modi “verdi” di muovere le macchine all’ infuori della benzina. Vedete, la loro idea di base — come tutti gli altri in questa società — è che guidare la macchina incessantemente sia un diritto dato loro da Dio. Erano rapiti dall’ estasi tecnologica delle macchine elettriche, biodiesel e così via. Non hanno mai menzionato aree pedonali o trasporti pubblici. Proprio non lo considerano. Ritengo la loro posizione assolutamente vergognosa.

Il clero è un caso interessante. Si noti specialmente come persone della rinata Sunbelt siano i più accaniti difensori dei sobborghi e di tutto quello che ne consegue, compresa la dipendenza da auto e gli ingenti volumi di petrolio importato da inaffidabili nazioni straniere. Hanno raggruppato i sobborghi con la costituzione e Gesù e, per davvero, la loro visione delle cose è così incoerente e ridicola che deve davvero terrorizzare le persone educate delle altre nazioni che guardano come andiamo avanti.

3. Se fossi presidente e avessi pieni poteri, quale sarebbe il tuo piano energetico?

JHK: – Avvierei un dibattito pubblico sulla questione che, se si va avanti con un prgramma di energia nucleare, bisogna considerare bene i rischi correlati — ma, francamente, non ci possono essere altri modi per tenere le luci accese per circa un decennio. Può darsi che siamo troppo a corto di capitale per portare avanti un programma del genere, o che la nostra società nei prossimi anni possa essere troppo disordinata per eseguirlo, o possiamo decidere che il rischio non valga la pena, però la discussine deve cominciare ora.


   – Indirizzerei le principali risorse per riparare il sistema ferroviario passeggeri convenzionale, perchè l’ aviazione commerciale come la conosciamo non continuerà per altri 10 anni, e lo stesso per l’ Happy Motoring, questa è una grande nazione di dimensioni continentali. Se non otteniamo un sistema ferroviario regolare, non potremo andare da nessuna parte. Dovremmo solo mettere da parte le nostre fantasie su treni ad alta velocità e lievitazione magnetica. Siamo troppo in bolletta per questo e dobbiamo sbollire la nostra tecno-grandiosità. Ma credetemi, gli Americani saranno deliranti di felicità se fra 10 anni potranno viaggiare da Des Moines a Chicago ad 80 miglia orarie precise. Durante gli anni di Obama, abbiamo stupidamente riversato le nostre decrescenti risorse nella costruzione di nuove autostrade. Questa follia deve finire. Io promuoverei il trasporto pubblico su scala municipale minore così da usare i treni regolari.

   – Inizierei il lavoro di riabilitare le nostre vie di navigazione interne così possiamo spostare più merci in giro per la nazione via nave — e in particolare riabiliterei le strutture portuali che sono state per la maggior parte rimosse in posti come St. Louis e Cincinnati e nei pressi dei Grandi Laghi.

   – Porrei l’ accento sulle comunità pedonali. Preparerei la nazione per la possibilità di un razionamento di benzina, dal momento che gli eventi potrebbero spingerci in criticità in ogni momento.

   – Inizierei la chiusura di decine di inutili basi militari oltremare e terminerei il progetto di costruire una nazione in Afghanistan poichè non ci sono possibilità che noi possiamo controllare terreni o popolazioni oltre il breve periodo.

   – Indirizzerei il Procuratore Generale degli Stati Uniti ad investigare su Bank of America, JP Morgan, Goldman Sachs, e altre grandi banche in connessione con le enormi truffe dei prestiti per la casa e nella carolarizzazione dei mutui — perchè lo stato di diritto richiede che qualcuno sia ritenuto responsabile per la demolizione del sistema bancario.

4. Ora tira fuori la tua sfera di cristallo. Quale è lo scenario più probabile che vedi nel gioco dell’ approvigionamento mondiale di eneregia dei prossimi decenni?

JHK: Io vedo gli USA oscurati dagli eventi. Importiamo circa 3/4 del petrolio che usiamo e proviene da posti poco raccomandabili. Le idee derivate dalla Jeff Brown’s Export Therory ci dicono che i tassi di esportazione del greggio sicuramente scenderanno a picco e molto presto. In poco tempo, le nazioni esportatrici dovranno chiedersi se tenere da parte un po’ del loro petrolio per loro.

Nel frattempo, la Cina è molto impegnata nello spendere le sue riserse di cambio estere in contratti petroliferi a “clienti privilegiati”, più o meno accaparrandosi una bella fetta di mercato. Io credo questo porterà ad un conflitto tra noi e loro. Noi possiamo anche invocare la dottrina Monroe sulle acquisizioni petrolifere cinesi fuori dal Canada.

Inoltre, intanto, vedremo la retroazione continua di distruzione di domanda portare alla disruzione di scorte, come l’industria petrolifera diventa affamata di capitali per raggiungere una nuova produzione per compensare gli esaurimenti globali, e che porterà ad incontrollate oscillazioni del prezzo del greggio — tutto questo spingerà l’ industria globale del petrolio —
produzione e mercati — ad una instabilità fatale. L’ accusa di Nicole Foss a questa dinamica è un eccellente punto di riferimento.

Le prospettive per le gravi malefatte geopolitiche attorno a questo sono enormi, naturalmente, ed in qualche modo significano guerra — e sarà chiaramente una guerra per le risorse scarseggianti. Inoltre, di sicuro, non puoi gonfiare il potenziale per disordini in Medio Oriente. Il re dell’ Arabia Saudita è ben al di sopra degli 80 anni di età ed anche il suo successore è vecchio e malato. Suggerirei che possiamo vedere una rivolta sciita sul lato occidentale del Golfo Persico (che è la parte araba) che potrebbe portare al crollo della famiglia reale Saud ed innescare una lotta importante in tutta la regione.

Attualmente c’è molta confusione sul gas di scisto negli Stati Uniti, ma penso che ci deluderà, dal momento che richiede enormi e continui capitali d’ investimento, e i capitali saranno sempre più scarseggianti. E questo è per non menzionre altri problemi e rischi associati al gas come il fracking (hidraulic fracturing), fino ad estreme forme di inquinamento di falde sotterranee o ad incrementi di casi di tumore.

In conclusione: in 10 anni o meno gli USA saranno affamati di risorse energetiche e probabilmente saranno con il sedere per terra.

5. L’economia è un casino. Quale è la migliore soluzione possibile per questo e come è potuto accadere?

JHK: La miglior soluzione possibile potrebbe essere un tranquillo reset su una attività di dimensioni minori —  l’ intero blocco di ridimensionamento e rilocalizzazione. E’ difficile vedere che sta succedendo in maniera viscida.

Sarà molto doloroso perche stiamo parlando di liquidazione e di riduzione della leva finanziaria oltre i livelli della Grande Depresisone. Dobbiamo permettere una pulizia dei cattivi investimenti, questo significa non solo la carta “tossica” dalle colossali truffe di Wall Street, ma molte delle infrastruttusre dei sobborghi stessi, che anche ora stanno perdendo valore nonostante i massicci sforzi governativi per sosteneree i prezzi delle case e fingere che le perdite immobiliari non siano accadute. Questo processo di compensazione è così grande che è difficile immaginare un modo dove potrebbe verificarsi senza grossi disordini politici — inclusa la possibile rottura degli USA in regioni autonome minori. Stiamo guardando il fallimento istituzionale ad un livello mai immaginato prima: pensioni e sicurezza sociale perdute, compagnie assicurative e banche che collassano, il sistema sanitario in caos, la rete di programmi sociali sta davvero sparendo. Si tratta di un collasso economico globale ben oltre le dimensioni del collasso sovietico che, ci dice Dimitri Orlov, almeno permise alle persone di rimanere nelle proprie c ase e di andare in giro sui mezzi pubblici quando tutto il resto fallì.

Un altra soluzione più preoccupante è un governo autoritario negli USA. Ora possiamo vederne lo stato larvale con questi tea-baggers, la destra teocratica ed un partito repubblicano ostaggio della John Birch Society — ma io sostengo, come ho scritto in The Long Emergency, che è più probabile che il governo federale diventi impotente ed inefficente, quindi incapace di effettuare un programma fatto da bifolchi nazisti, anche nel caso in cui questi personaggi raggiungessero la carica.

In ogni caso l’ America si troverà di fronte alla ricostruzione di tutti i pezzi piu importanti della sua economia su scala minore, agricoltura, commercio, trasporti, istruzione, sistema bancario, ditene uno. Questa risistemazione avverrà nauralmente  — se non voliamo al Regno dei Cieli — ma nessuno può dire quanto tempo il processo prenderà. Sappiamo che dopo il collasso di Roma, l’ Europa dell’ est ha resistito a circa 1000 anni di relative privazioni. Aggiungerei che le società sono organisimi essenzialmente emergenti e che questo re-set economico potrebbe quindi essere un fenomeno emergente — non qualcosa che richieda pianificazioni centralizzate o robe del genere.

Un notevole effetto collaterale di tutto ciò sarà una “pausa” della innovazione tecnologica, che sta distruggendo l’ ecosistema del pianeta Terra, nostra unica casa. La razza umana ha bisogno di una pausa da tutta questo danneggiamento magico-tecnologico, un periodo per riflettere su quello che abbiamo fatto e su come dovremmo comportarci con questa roba.
Non so nemmeno con certezza se è una pausa oppure se i giochi sono finiti per la tecnologia, e non sono convinto che abbiamo bisogno di sapere a questo punto.

6. Quali misure sono attualmente in preparazione per gli imcombenti anni “post-picco”? Cosa consigli a coloro che stanno semplicemente cercando di proteggere il potere d’ acquisto della loro ricchezza attuale?

JHK: Bene, a 62 anni ho già vissuto più a lungo di Babe Ruth, Mozart, Abe Lincoln, e George Gershwin, così tutto ciò che mi resta davanti è grasso che cola. Ma faccio tutto quello che posso per mantenermi in salute. Come direbbe Michael Pollan, mangio sopratutto piante. Conduco a una vita propositiva. Sono sempre aggiornato dal dentista. Ho fatto la scielta formativa di dove vivere più di 30 anni fa quando mi stabilii in una “strada principale” di una piccola città nello stato di New York. Il mio surplus è investito per ora in oro, il fondo fisico della Sprott, bond founed canadsi e australiani a breve termine (equivalenti in cash), e miniere di potassio. Affitto la mia casa, non preoccupandomi del collasso del mercato immobiliare. Ho acquisito il porto d’armi per lo stato di New York (non così facilmente). Ho alcune confezioni di riso integrale, lenticchie, curry in polvere, ecc. di scorta. Purtroppo 20 anni fa non avevo i capitali per prendere 40 acri ed un mulo, ma questa non è una cattiva idea per gli atri.

7. Sei in grado di dire (sia sulla base degli osservatori del tuo sito, libri venduti o qualsiasi altra fonte) in quale parte del paese/popolazione  i tuoi insegnamenti stanno facendo più presa?

JHK: Il mio unico indice è la dimensione e l’ umore del pubblico a cui parlo in giro per il paese. Il nord-ovest è sempre un posto attivo. Le persone che compaiono sono intelligenti, informate e interessate. Nella California del sud mi sembra di essere un perfetto sconosciuto. In parte del Midwest, come in Wisconsin e Minnesota, sembrano essere organizzati per una diversa economia, ma altre zone (nell’ Illinois rurale, Indiana e Ohio) sono assolute terre di zombie. New york City e Washington vivono nella loro bolla di Fantasyslands. La zona rundrale del New Engla è abbastanza a conoscienza del picco del petrolio, sebbene il centro Boston-Cambridge sia bloccato da una estasi tecnologica dei trasporti, probabilmente a causa della grandiosa cultura tecnologica del MIT. La malefica influenza di Harvard si mostra nella progettazione urbana e nell’ architettura, dove sono più preoccupati per la loro narcisa carriera che per la riparazione dell’ habitat umano. Dixieland è senza speranza, con la loro sottomissione agli evangelici e le disgrazie della loro demografia (cioè la “cracker colture” che celebra ignoranza e violenza). Sinceramente non seguo le vendite dei miei libri e il gestore del mio sito web consoce meglio di me le attività del sito.

8. Tu parli a tanta gente. Cosa è cambiato negli anni e cosa, semmai, ti da speranza in quelle correnti?

JHK: Devo dirti che credo che quasi nulla è cambiato nel corpo della politica, tranne forse i livelli di angoscia e disperazione dei singoli cittadini, provocata da calamità personali come la perdita del lavoro, debiti, espropriazione della casa, divisione familiare, ed effetti relativi al nostro collasso economico. Nel frattempo le distrazioni da tutto questo dolore e stress sono sempre più stupide — Ballando con le Stelle con Bristol Palin — potrebbe andare peggio?

Il signor Obama, che ho votato, non ha fatto quasi nulla per affrontare la nostra situazione energetica, e il disegno di legge di 2200 pagine sulla regolamentazione finanziaria che ha firmato fa ben poco per riformare i problemi della finanza — così, siamo quì, 8 mesi dopo il Fin-Reg e stiamo entrando in un altro stadio della crisi bancaria. Stiamo ancora assolutamente camminando nel sonno come sonnambuli verso il futuro. 

9. Sembra inevitabile che i sobborghi (con spostamenti di 60 miglia) e posti come Los Angeles soffriranno maggiormente il futuro picco del petrolio. Sei ancora del parere che certe regioni andranno meglio di altre?

JHK: Dovrebbe essere evidente. Voglio dire, paragonate Phoenix e Portland, Oregon. Phoenix sarà assolutamente bollita in pochi anni. Non possono far crescere nessun cibo lì senza costose ed eroiche irrigazioni. Hanno il problema dell’ acqua. Sono schiavi delle loro auto. Sono in un posto dove anche il venditore di hamburger ha bisogno dell’ aria condizionata per sopravvivere. E’ abbastanza inutile. Portland, d’ altra parte, si è trasformata in una delle migliori città percorribili a piedi degli USA e la valle del fiume Willamette è una delle microregioni dalla più alta produttività agricola del mondo. Gli esseri umani continueranno a vivere e prosperare in una certa misura in quella zona. Alla stessa maniera, credo che la regione dei Grandi Laghi sia sottovalutata in questi giorni. E’ un intero lotto di terreno ottimo, circondato dal mare interno più grande del mondo — una specie di Mediterraneo d’ acqua dolce. Rimango pessimista per Dixieland, che credo sarà incline alla violenza e ai disordini politici. In breve termine credo che diventerà quello che era prima della Seconda Guerra Mondiale: un ristagno agricolo. Ma, in realtà, ogni persona in ogni reagione del paese sarà toccata dal problema della lunga emergenza.

10. Che domanda non abbiamo fatto, ma avremmo dovuto farti? Quale è la tua risposta?

JHK: Sarà la Cina a dominare il mondo nel 21esimo secolo?

La pensano così molte persone. Io non ne sono così sicuro. Loro hanno problemi che sono maggiori dei nostri in ordine di grandezza con una popolazione esagerata, diminuzione delle acque dolci, inquinamento industriale, relativamente hanno scarse riserve di petrolio, e la legittimità del governo. Sono diventati importatori di alimenti.

Guardiamo loro e le loro recenti realizzazioni con soggezione — ed hanno fatto molta strada rispetto 30 anni fa, quando la maggior parte dei cinesi viveva come se fosse il 12esimo secolo. Ma sono giunti alla festa industriale molto tardi. Stanno facendo alcune scelte piuttosto stupide — come provare a mettere la loro intera nuova classe media in macchine su autostrade, tirando su migliaia di grattacieli. Il loro sistema bancario è possibilmente molto più corrotto e disfunzionale del nostro — da quando è gestito dallo stato,con scarse responsabiltà verso il credito. Come tutti i “Baby Boomer”, ricordo bene la pausa psicotica degli anni ’60, quando il paese impazzì sotto il vecchio, malato, paranoico Mao Tse-Tung — questo per dire che sono in grado di dare di matto su grande scala sotto stress. Si stanno espandendo nell’ arraffare risorse usando le loro riserve estere accumulate. In un futuro — per dire, se il sistema bancario globale implodesse e le loro riserve estere perdessero valore — mi domando se si espanderebbero militarmente per acquisire risorse, e di come il mondo potrebbe reagire.

In ogni caso, sono d’ accordo con il concetto di Tom Friedman, che il mondo è diventato definitivamente piatto. Il mondo sta per diventare più tondo e più grande di nuovo. Scopriremo — sopresa! — che l’ economia globale è un insieme di relazioni economiche transitorie, conseguita solo grazie a mezzo secolo di energia a basso costo e relativa pace fra le grandi nazioni. D’ora in poi, credo vedretele grandi nazini ritirarsi nei loro angoli del mondo. Non sto dicendo che non vedremo più scambi internazionali, ma sarà niente rispetto al nastro trasportore dala Cina al WalMart che abbiamo conosciuto negli ultimi 10 anni. E le eventualità di un conflitto sono molto alte.

Chris Mateson
Fonte: www.chrismartenson.com
Link: http://www.chrismartenson.com/blog/straight-talk-jim-kunstler-coming-cluster/47864
15.11.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO

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