DI TITO PULSINELLI
selvasorg.blogspot.com
Fini, D’Alema, post-fascisti, post-comunisti, post-tutto: ancora uno sforzo per essere uomini (di Stato). Please!
Amazzoni, show, cavalli arabi, hostess, folklore sono le uniche parole che fuoriescono dalla bocca dei politici e dai titoli dei giornali. Parlare di petrolio, gas, è tabù! “Disneyland” rincara il post-fascista Fini, alludendo al suo Paese di nascita, a suo avviso succube della “..logica commerciale”. I post-comunisti, invece, criticano persino lo storico ed esemplare risarcimento danni con cui l’Italia pone riparo ai crimini inflitti dal colonialismo.
Il resto del cabaret-Montecitorio intona un coro monocorde sui “diritti umani” calpestati dalla Libia, quegli stessi -però- di cui dimenticano di chieder conto ai loro sponsor di Washington per il business petrolifero con la feudale monarchia assoluta dell’Arabia saudita. Si, quella che lapida e mozza le mani. O con gli altri regimi di feudalismo relativo degli emirati.I Di Pietro, Fini, Casini, Buttiglioni e troppi ecc, accettano che pecunia no olet solo quando Londra libera un prigioniero libico condannato per terrorismo, pur di assicurare contratti e giacimenti alla malconcia BP. Sono inflessibili moralisti e feroci oppositori quando l’Italia compie dei passi nella medesima direzione. L’Italia, non Berlusconi, nè governicchi dell’una o altra fattura. Giustificano, difendono sempre quel che fanno i loro sponsor, mai quel che intenta fare l’Italia per assicurare la diversificazione delle fonti di approvigionamento energetico.
I post-tutto la buttano sempre in politichetta perchè sono orfani di una visione geopolitica che assicuri maggiore autonomia all’Italia, per lo meno nell’aerea mediterranea. Orfani volontari, perchè sempre ne adottano una di importazione: Mosca, Washington o Bruxelles/EuroNATO. In nome dei diritti umani che Washington e Londra non rispettano -nè in casa nè altrove- vorrebbero che l’Italia dicesse no alla Libia, no alla Russia, no al Venezuela e no all’Iran. Che Fini,D’Alema,Bocchino&Casini di pietra dicano apertamente dov’è lecito comprare gas e il petrolio.
La soluzione offerta dall’oleodotto Nabucco è truffaldina. Che ci mettono gli Stati Uniti in questo affare? Solo il tubo. Gli europei ci mettono i soldi, gli idrocarburi li forniscono i centro-asiatici, gli altri incassano e controllano. Con la tuberia si garantirebbero a buon mercato il controllo strategico sull’Europa del sud e l’egemonia totale sull’Italia, già oberata da oltre 100 basi militari. Meglio, molto meglio, intavolare accordi direttamente con i Paesi esportatori di idrocarburi, prendendo esempio dai governi che si susseguono a Londra, Washington e Berlino.
Quattro dati sono immutabili: l’Italia ha una dipendenza totale; USA importa petrolio e non può venderci nulla; gli energetici ce li hanno quelli che ci li hanno (non quelli che si desiderebbe che li avessero); c’è il multipolarismo e i rapporti di forza globali sono mutati, non a favore degli “occidentali”.
L’asse strategico si è spostato verso l’oriente, Roma deve tenerne conto e recuperare una minima iniziativa geopolitica. L’economia è diventata una variabile subordinata alle relazioni internazionali e alla sovranità reale dei grandi blocchi macroregionali. E’ necessaro scegliere se appartenere all’Europa o agli Stati Uniti d’Occidente. Raffozare l’autonomia del blocco europeo o suicidarsi nel grande mercato transatlantico. Fini, D’Alema, post-fascisti, post-comunisti, post-tutto, ancora uno sforzo per essere uomini (di Stato)!
vedi: Il partito di “Repubblica”, il colonnello e il doppiopesismo dei compromessi
Tito Pulsinelli
Fonte: http://selvasorg.blogspot.com
Link: http://selvasorg.blogspot.com/2010/08/italia-amazzoni-cavalli-arabi-e.html
30.08.2010