DI SHERIF EL SEBAJE
Salamelik
In questo paese delle meraviglie che è l’Italia, i cosiddetti “Mezzi di Informazione” sono riusciti a trasformare una strage che non aveva niente a che vedere con l’Islam in una strage islamica.
Alcuni giorni fa, un kamikaze – apparentemente integrato nella società che lo accoglieva – ha commesso una strage con motivazioni anti-sistema occidentale. Negli Stati Uniti, uno studente sud coreano di 23 anni – Cho Seung-hui – ha ucciso a sangue freddo 32 studenti e professori del Virginia Tech, ferendone altri 28, prima di suicidarsi: la più grave tragedia nella storia delle università americane, che pure non sono estranee a simili fenomeni.
Immigrato dalla Sud Corea nel 1992, cresciuto in un sobborgo di Washington e arrivato al Politecnico della Virginia per studiare disegno creativo, Cho Seung-hui non era Musulmano (Miracolo!). E nemmeno un convertito all’Islam. Non leggeva il Corano e non frequentava nemmeno le moschee (Alleluia!). Eppure la strage di innocenti l’ha commessa, lo stesso, confessando che «Non sono stato costretto a farlo. Avrei potuto andarmene. Avrei potuto scappare. Ma no, non scapperò più. Devo farlo, non per me, ma per i miei figli, per i miei fratelli e le mie sorelle. Immaginate cosa prova chi si sente umiliato e messo su una croce? Le vostre Mercedes non erano abbastanza? I vostri gioielli non erano sufficienti? I vostri depositi bancari? La vostra vodka e il vostro cognac non bastavano? Non bastavano per riempire il vostro bisogno di edonismo? Avevate tutto».Infine, Cho conclude svelando il nome di colui che avrebbe ispirato il suo atto estremo: «Avete saccheggiato il mio cuore, violentato la mia anima, torturato la mia coscienza, pensavate che fossi un ragazzo patetico da estinguere ma grazie a voi muoio come Gesù Cristo per ispirare generazioni di deboli e senza difesa». Quindi aggiunge: «Gesù ha amato crocefiggermi, mettermi un cancro in testa, terrorizzare il mio cuore e strappare la mia anima». Ovviamente Gesù non ha niente a che fare con questo delirio. Ma, almeno per una volta, un folle confessava di essersi ispirato alla religione cristiana per compiere un massacro. In realtà non si tratta né della prima né dell’ultima volta: si trattava, però, di quella più pubblicizzata, essendosi consumata in un ateneo statunitense. Ma in questo paese delle meraviglie che è l’Italia, i cosiddetti “Mezzi di Informazione” sono riusciti a trasformare una strage che non aveva niente a che vedere con l’Islam in una strage islamica.
Sul Corriere, Guido Olimpio
– che già in passato ci aveva spiegato che i giovani musulmani kamikaze si camuffano vestendosi all’occidentale,
e non con il consueto turbante piumato, scimitarra d’oro e anello di rubini al naso –
ci spiega che le immagini inviate dallo stragista alla NBC
“ricordano quelle che vengono da fronti di guerra. Dall’Iraq all’Afghanistan. Cho vi compare armato fino ai denti, in atteggiamenti minacciosi”. Eppure anche un bambino si renderebbe conto che quelle immagini e quelle pose, in realtà, ricordano più che altro
i film di azione e i videogiochi statunitensi,
da Lara Croft a Rambo. Non pago di quella spiegazione, aggiunge:
“Se si legano queste foto alle parole pronunciate dallo studente si può fare un parallelo con quanto sostengono i terroristi: abbiamo ucciso perché «ci avete costretto a farlo». Poi, esattamente come fanno gli estremisti tagliagola, ha celebrato altri due «martiri», i responsabili della strage nel college di Columbine”. Dove sia finito Gesù Cristo in mezzo a tutto questo, vallo a sapere.
Ma non è mica finita qui.
Maurizio Molinari, corrispondente estero de La Stampa
,
ci informa che sulla lettera contenente il manifesto multimediale alla tv Nbc, c’era scritto al posto del mittente
“«A. Ishmael» e sul proprio braccio scarabbocchia un simile «Ismael Ax» (Ascia di Ismaele) con un riferimento ambiguo: forse alla distruzione degli idoli di cui parla il Corano, a un videogame oppure ad un cantante noto in Turchia“. Più avanti, Molinari conferma di essere ossessionato dal
“misterioso «Ismael»”. Ovviamente che Ismaele fosse anche un personaggio biblico, non gli è nemmeno passato per la mente. E allora lo faccio io – per spiegare al Sig. Molinari che non è necessario ispirarsi al Corano o ad un cantante in Turchia per commettere stragi. Basta aprire
l’Antico testamento, Geremia 41, per leggere:
“Ora, nel settimo mese, Ismaele figlio di Natania, figlio di Elisamà, di stirpe reale, si recò con dieci uomini da Godolia figlio di Achikàm in Mizpà e mentre là in Mizpà prendevano cibo insieme, Ismaele figlio di Natania si alzò con i suoi dieci uomini e colpirono di spada Godolia figlio di Achikàm, figlio di Safàn. Così uccisero colui che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese. Ismaele uccise anche tutti i Giudei che erano con Godolia a Mizpà e i Caldei, tutti uomini d’arme, che si trovavano colà. Il secondo giorno dopo l’uccisione di Godolia, quando nessuno sapeva la cosa, vennero uomini da Sichem, da Silo e da Samaria: ottanta uomini con la barba rasa, le vesti stracciate e con incisioni sul corpo. Essi avevano nelle mani offerte e incenso da portare nel tempio del Signore. Ismaele figlio di Natania uscì loro incontro da Mizpà, mentre essi venivano avanti piangendo. Quando li ebbe raggiunti, disse loro: «Venite da Godolia, figlio di Achikàm» Ma quando giunsero nel centro della città, Ismaele figlio di Natania con i suoi uomini li sgozzò e li gettò in una cisterna. Fra quelli si trovarono dieci uomini, che dissero a Ismaele: «Non ucciderci, perché abbiamo nascosto provviste nei campi, grano, orzo, olio e miele». Allora egli si trattenne e non li uccise insieme con i loro fratelli. La cisterna in cui Ismaele gettò tutti i cadaveri degli uomini che aveva uccisi era la cisterna grande, quella che il re Asa aveva costruita quando era in guerra contro Baasa re di Israele; Ismaele figlio di Natania la riempì dei cadaveri“.
Sherif el Sebaje
Fonte: http://salamelik.blogspot.com
Link: http://salamelik.blogspot.com/2007/04/ismaele-e-la-strage-al-virginia-tech.html
23.04.2007
VEDI ANCHE: SEUNG-HUI CHO, UN CASO DI CONTROLLO MENTALE?
LA STRAGE DI VIRGINIA TECH E PSICOFARMACI