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La Redazione

 

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IRAN:LE 10 COSE PIU' IMPORTANTI CHE DOVRESTI SAPERE SULL'IPERINFLAZIONE

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A cura di Davide
Il 10 Ottobre 2012
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L’iperinflazione Mensile tocca il 70%

DI MICHAEL SHEDLOCK


L’embargo petrolifero contro l’Iran ha funzionato, se per “funzionare” intendiamo aver distrutto il Rial iraniano, che è caduto del 33% in una settimana, il 57% in tre mesi e il 75% in un anno rispetto al dollaro USA.
Mercoledì scorso, al bazar di Teheran è finita con centinaia di manifestanti che si sono scontrati con la polizia antisommossa che ha usato i gas lacrimogeni e i manganelli contro chi protestava per la durezza della crisi valutaria.

A seguito, “NON C’E’ IPERINFLAZIONE IN IRAN: LA VERA STORIA E’ MOLTO PIU’ INTERESSANTE”
( Matthew Boesler, businessinsider.com);

Iran currency crisis sparks Tehran street clashes

Il giorno dopo che il presidente Mahmoud Ahmadinejad aveva fatto un appello alla piazza per riportare la calma, nel Gran Bazar – il cuore pulsante dell’economia di Teheran – tutti i commercianti sono scesi in sciopero, tante aziende hanno spento le luci e proprietari si sono riuniti in gruppi sparsi cantando slogan contro il governo in risposta al crollo del rial, che ha raggiunto il livello più basso di questa settimana.
“Mahmoud [Ahmadinejad] traditore … lascia la politica”, hanno gridato alcuni manifestanti, secondo i testimoni che hanno parlato al Guardian. Altri slogan sono stati “Lascia in pace la Siria e pensa a noi”, ha scritto il sito web Kaleme.com dell’opposizione.

“I bazaaris” hanno gridato ‘Allahu Akbar’ [Dio è grande] appena tutti hanno chiuso i negozi “, ha detto un testimone. “E ‘impossibile fare affari in questa situazione.” Alcuni video amatoriali postati su YouTube, che hanno ripreso le proteste di mercoledì, hanno mostrato i manifestanti che incitano i bazaaris a chiudere i negozi per solidarietà. Subito le forze di sicurezza sono state inviate sedare le proteste.

“Hanno usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti in Ferdowsi Street e hanno anche bloccato le strade vicine alla zona delle proteste, per evitare che altra gente si unisse”, ha detto un altro testimone, che ha chiesto di rimanere anonimo. “Alcuni vetrine in quella zona sono state distrutte e qualche cassonetto dato alle fiamme.” Un certo numero di manifestanti è stato arrestato, secondo Kaleme.

Mercoledì scorso, molti agenti e ufficidi cambio in tutto il paese si sono rifiutati di cambiare dollari e qualche sito Web di riferimento si è anche rifiutato di annunciare i tassi di cambio.

Hillary Clinton, ha tirato la pietra e ora nasconde la mano

Il premio per il miglior lavaggio delle mani della giornata va a Hillary Clinton, che ha dichiarato: “Hanno preso le loro decisioni di governo che hanno avuto un impatto sulle condizioni economiche interne del Paese, cose che non hanno niente a che fare con le sanzioni”

L’Iran ha indubbiamente preso molte decisioni economiche sbagliate (come ogni altro paese del pianeta), ma è estremamente disonesto definire questo come “non ha niente a che fare con le sanzioni”.

L’inflazione Mensile al 70%

Steve Hanke, docente di Economia Applicata presso la Johns Hopkins University, ha seguito la crisi monetaria iraniana ha inviato qualche sua considerazione

“Per mesi, ho seguito il crollo del rial iraniano, ho monitorato il mercato nero dei tassi di cambio che si applicavano al bazar di Teheran. Secondo i dati più recenti, si stima che l’Iran stia vivendo un tasso di inflazione mensile di circa il 70%, quindi l’iperinflazione ha colpito l’Iran.

Ecco un grafico che raffigura il grado di povertà nel paese.Free Image Hosting at www.ImageShack.us

Dal momento che USA e E.U. hanno applicato le prime sanzioni contro l’Iran, nel 2010, il valore del rial iraniano (IRR) è precipitato, producendo sofferenze indicibili a tutto il popolo iraniano. Quando una moneta crolla, si può essere certi che anche tutti gli altri parametri economici si stanno muovendo in una direzione negativa. In effetti, tenendo presenti gli ultimi dati di cambio al mercato nero iraniano, si può stimare un tasso di inflazione mensile che ha raggiunto il 69,6%. Con un tasso di inflazione mensile tanto alto (oltre il 50%), l’Iran si trova indubbiamente in iperinflazione.

Quando il presidente Obama ha firmato le sanzioni omnicomprensive contro l’ Iran, tutti i parametri ufficiali, nel mese di luglio 2010, mostravano che il rial iraniano, al cambio ufficiale, aveva un tasso di cambio verso il dollaro USA, molto vicino alla quotazione del mercato nero. Ma, come si rileva dal grafico, i tassi ufficiali e quelli del mercato nero si sono sempre discostati a partire dal luglio 2010. Questo declino ha cominciato ad impennarsi il mese scorso, quando gli iraniani hanno visto un drastico eimprovviso abbattimento del 9,65% del valore del rial, durante un fine settimana (08-10 settembre 2012). Poi la caduta libera è continuata e il 2 ottobre, il mercato nero dei tassi di cambio ha raggiunto 35.000 IRR per 1. USD – un tasso che riflette un crollo del 65% del rial, rispetto al dollaro USA.

Il cambio del Rial iraniano al mercato nero

Free Image Hosting at www.ImageShack.us

Riflessioni sulla guerra economica

Gli Stati Uniti hanno dichiarato una guerra economica contro l’Iran e ora stanno incassando il pedaggio. Sarebbe meglio questa guerra economica o quella dell’esercito che Mitt Romney sarebbe determinato a inviare ? non va bene nemmeno questa. Certo, l’ultima cosa di cui Stati Uniti e il mondo hanno bisogno è un’altra insensata guerra in Medio Oriente.

Ancora una volta si deve notare che l‘iperinflazione è essenzialmente un evento politico. Nella Germania di Weimar è stata innescata per recuperare i danni di guerra, nello Zimbabwe con la confisca delle proprietà accompagnata dalla fuga di capitali (compreso il capitale umano), e in Iran con l’embargo degli Stati Uniti e dell’Europa (un chiaro atto di guerra).

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In breve ecco 10 cose sull’iperinflazione iraniana

  1. Il Tasso di inflazione mensile reale in Iran è del 69,6%. — (il mese prima che le sanzioni entrassero in vigore (giugno 2010), il tasso di inflazione mensile era dello 0,698%.)
  2. Il Tasso di inflazione annua dichiarato in Iran è del 196%. –( a giugno 2010, il tasso di inflazione annuale (anno su anno) è stato 8,25%).
  3. Con questa inflazione mensile i prezzi raddoppiano ogni 39,8 giorni— (per alcune merci, come il pollo, i prezzi possono raddoppiare ad un ritmo ancora maggiore).
  4. L’ inflazione giornaliera è pari al 1,78%.— (Negli Stati Uniti è l ‘1.69% annuo).
  5. Dopo l’iperinflazione l’Iran, secondo il Hanke Misery Index , è passato da un livello di povertà di 106 (10 settembre) a 231 (2 ottobre).
  6. L’Iran è il primo paese in Medio Oriente a vivere una iperinflazione — ( il settimo paese musulmano )
  7. L’iperinflazione dell’Iran è il terzo episodio del 21° secolo. — ( Il primo è stato lo Zimbabwe, nel 2008, il secondo la Corea del Nord, dal 2009-11).
  8. Dal luglio 2010, dopo le sanzioni il rial si è deprezzato del 71,4%. — (allora, al mercato nero IRR / USD era molto vicino al tasso ufficiale di 10.000 IRR per USD. Sul mercato nero lo scorso 2 ottobre un USD si cambiava per 35.000 IRR).
  9. Se continua l’iperinflazione dell’Iran questo è il 48° caso peggiore nella storia — (Oggi il Rial iraniano viene subito dietro l’Armenia, che ebbe un picco di inflazione mensile del 73,1%, nel gennaio del 1992).
  10. Il Rial iraniano è oggi la moneta meno apprezzata in tutto il mondo (in termini nominali)– ( Nel settembre 2012, il rial ha superato il dong vietnamita, che attualmente ha un tasso di cambio di 20.845 VND per un USD).

Michael Shedlock
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info

Fonte : http://www.financialsense.com/

Link : http://www.informationclearinghouse.info/article32678.htm
7.ott. 2012

Link http://www.financialsense.com/contributors/michael-shedlock/hyperinflation-hits-iran-monthly-70-percent-inflation-rate
4.ott. 2012

Traduzione e adattamento per ComeDonChisciotte a cura di ERNESTO CELESTINI

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NON C’E’ IPERINFLAZIONE IN IRAN: LA VERA STORIA E’ MOLTO PIU’ INTERESSANTE

DI MATTHEW BOESLER
businessinsider.com

Contrariamente a quanto riportato, non c’è l’iperinflazione in Iran in questo momento.
Infatti, le sanzioni occidentali imposte al commercio di petrolio iraniano stanno fallendo miseramente l’obiettivo.

E un crollo di regime – o anche un’altra sollevazione popolare come quella del giugno 2009 – sembra più lontano che mai.
Nel frattempo, il regime Iraniano sta usando le attuali sanzioni impostegli dall’Occidente come arma per indebolire la sua minaccia interna più pericolosa – la classe media iraniana composta di persone istruite, relativamente filo-occidentali.
Così, la guerra economica che l’Occidente sta conducendo contro l’Iran per indebolirne il regime, in realtà ne sta potenziando il potere di controllo.
Prima di arrivare a questo, però, diamo uno sguardo al motivo per cui non vi è alcuna iperinflazione in Iran – perché quello che viene confuso come iperinflazione dagli osservatori esterni e dalla stampa in questo momento è in realtà il meccanismo attraverso il quale i leader iraniani stanno stringendo la morsa sulla società iraniana.


Il crollo del rial iraniano

Questa settimana il rial iraniano è andato assolutamente in caduta libera nei confronti del dollaro. Di seguito è riportato un grafico della moneta fino a mercoledì o giù di lì, quando negli uffici di cambio sono scoppiate le proteste e sui siti web di trading le quotazioni sono state oscurate a causa del forte crollo della moneta.

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Solo poche settimane fa, meno di 25.000 rial erano scambiati per un dollaro. Adesso il cambio si aggira sui 35.000.
Questo grafico ha indotto molti osservatori a confondere la situazione attuale dell’Iran con l’iperinflazione. Il fatto è, però, che i dollari degli Stati Uniti non sono in realtà un mezzo di scambio essenziale nell’economia iraniana, e l’Iran mantiene ancora il controllo sul tasso di cambio ufficiale – più vicino ai 12.000 rial per dollaro – che si applica alla maggior parte delle operazioni giornaliere.

Il regime iraniano è quindi in grado di incanalare nella direzione voluta il maggior peso delle sanzioni, evitando conseguenze incontrollate.

Dr. Djavad Salehi-Isfahani, un economista della Virginia Tech e membro del Brookings Institution esperto in Medio Oriente, ha detto a Business Insider che “ciò che il governo [iraniano] sta cercando di fare è assicurarsi che il targeting delle sanzioni vada ai ricchi, in modo che sia la classe media iraniana – e non la classe popolare – la vittima delle sanzioni occidentali.”

Le classi inferiori politicamente importanti – che rappresentano una quantità significativa di elettori – sono protette dalla svalutazione del dollaro, perché la loro vita quotidiana non coinvolge i dollari.
Salehi-Isfahani ha detto a Business Insider “La moneta iraniana ha un buon valore per le persone povere. Vanno al lavoro, prendono il loro salario giornaliero, vanno a comprare il loro pane e pollo,
Dr. Juan Cole, storico sociale dell’University of Michigan ed esperto in questioni Mediorientali, si dichiara d’accordo : “Il fatto è che le uova in Iran non si pagano in dollari.”

Per capire come e perché il regime sta usando questa dinamica per colpire e indebolire la classe media iraniana, poi, dobbiamo rivedere alcuni principi fondamentali sull’economia iraniana.

Come funziona veramente il sistema valutario iraniano

Il governo iraniano, fino a quando le sanzioni occidentali a luglio hanno cominciato a dispiegare pienamente i loro effetti, stava incamerando miliardi di dollari USA in seguito alla vendita di petrolio ai paesi occidentali.

Le sanzioni, che hanno stroncato le esportazioni petrolifere iraniane verso l’Occidente e di fatto hanno escluso l’Iran dal sistema finanziario internazionale, hanno arrestato il flusso di dollari nel paese, ma dalle precedenti vendite di petrolio la banca centrale ha accumulato una quantità di riserve che non sono state pompate nell’economia (c’è poca trasparenza su questo genere di cose, quindi la quantità esatta di dollari attualmente posseduti dalla banca centrale iraniana non è esattamente nota).

Il dottor Salehi-Isfahani ha spiegato che negli altri paesi il cambio viene negoziato tra gli operatori in mercati valutari aperti. In Iran, invece, i dollari sono forniti all’economia dai fondi petroliferi del governo.

Ciò significa che l’Iran può effettivamente scambiare il rial contro il dollaro al valore che desidera – almeno, fino a quando ha ancora dei dollari.

E questo è esattamente ciò che il regime sta facendo. Ha quello che viene chiamato un sistema di “tasso di cambio multiplo” del rial.
Questo sistema permette al governo di sussidiare i prezzi su alcuni beni critici, come il cibo, mantenendoli relativamente accessibili alle classi inferiori politicamente importanti.
Salehi-Isfahani ha spiegato come funziona in un articolo.

La Banca Centrale dell’Iran ha classificato una lunga lista di prodotti in categorie con priorità da 1 a 10, lasciando al mercato parallelo tutte le altre necessità. Priorità 1 e 2 sono cibo e medicine, transate al tasso di cambio ufficiale di 12.260 rial per dollaro, seguite da altre categorie con priorità più basse, che sono per lo più beni intermedi utilizzati nella produzione industriale.

Questo ci porta al mercato parallelo, in cui i dollari sono negoziati liberamente in base ai tassi di mercato – ed è qui che il rial ha visto il suo crollo nei confronti del dollaro nelle ultime settimane.

Il mercato valutario parallelo distrugge la classe media iraniana

Come il dottor Salehi-Isfahani ha descritto nel suo articolo, alcune merci sono considerate “bassa priorità” dal governo, il che significa che il governo può essere meno disposto ad elargire dollari dai suoi fondi petroliferi ad un importatore che vuole importare prodotti industriali piuttosto che ad un importatore di materie prime alimentari.

Ciò significa che gli importatori alla ricerca di dollari per scambiare i loro rial in dollari e importare articoli più specializzati spesso devono rivolgersi altrove. Così si rivolgono al mercato parallelo.

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La foto accanto mostra il Gran Bazar nella capitale iraniana di Teheran. E’ in luoghi di questo genere che gli operatori del Bazaar hanno i loro uffici di cambio che compongono il mercato parallelo.

Massicce proteste anti-regime sono scoppiate al Grand Bazaar all’inizio di questa settimana, quando la classe media iraniana, compresi gli operatori del Bazaar, hanno manifestato contro il crollo del rial, che ha costretto i negozi di cambio valuta a chiudere.

Dr. Cole ha spiegato a Business Insider perché i Bazaari e la classe media iraniana sono così arrabbiati:
La caduta del rial sul dollaro avrebbe principalmente l’effetto di rendere più costose le importazioni in dollari. E così sta avvenendo, ma le importazioni in dollari non sono tutto per l’economia, quindi l’impatto sarebbe settoriale.

Ora, c’è un gruppo di persone che sono commercianti di import-export, o cambiavalute, o il loro sostentamento dipende dal trattare in dollari. Così quelli che possedevano rial sono colpiti gravemente.

Cole ha avvertito che, di conseguenza, la distruzione della classe media è “un processo che potrebbe aver avuto inizio con gli eventi di questa settimana”.
Tuttavia, senza dubbio il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad già da un bel po’ di tempo sta ponendo le basi per questo.
[………….]

Quindi, ancora una volta, le sanzioni hanno una portata limitata sull’inflazione in Iran, ma è la classe media – la più attiva nel commercio denominato in dollari – che ne sta subendo i contraccolpi.
Nel frattempo, il controllo del regime sulla popolazione è in aumento.

Il potere del regime iraniano

Mentre la classe media soffre a causa di un’alta (non iper) inflazione e per gli effetti delle sanzioni occidentali, la posizione del governo è sempre più forte.

Ricordiamo che nel 2009, a seguito della rielezione di Ahmadinejad alla presidenza per un secondo mandato di quattro anni, le manifestazioni di massa di elettori iraniani del ceto medio arrabbiati per i brogli elettorali hanno catturato l’attenzione del mondo per settimane.

Le immagini di questo tipo sono stati trasmesse in tutto il mondo come i manifestanti sono scesi per le strade coi loro telefoni cellulari per diffondere la notizia sui social network come Twitter e Facebook, mentre il regime cercava di reprimerli.

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Il ricordo del 2009 ha indotto alcuni a ipotizzare che il crollo del rial – che è chiaramente frainteso – potrebbe portare ancora ad un momento simile in Iran.
Ma non sembra che sarà così. Dr. Cole ha detto a Business Insider che le sanzioni occidentali, lungi dal destabilizzare il governo iraniano, stanno aiutando il regime.
Il calo del commercio in dollari ricade più duramente sulla classe media, come dimostrano gli eventi di questa settimana passata.
E le classi inferiori sono conquistate con le politiche monetarie espansive.

In un’analisi schiacciante del corso attuale della politica occidentale, Cole ha detto:
Personalmente, penso che le sanzioni in sé e per sé è piuttosto improbabile – non impossibile, ma piuttosto improbabile – che possano modificare il comportamento del regime né provocare un cambiamento. E’ abbastanza raro che le sanzioni da sole possano raggiungere questi obiettivi.
E ancor più in uno stato produttore di petrolio – perché il petrolio è fungibile – anche se si può impedire alle persone di acquistare petrolio iraniano apertamente, il petrolio è veramente facile da contrabbandare.
L’abbiamo visto con le sanzioni contro l’Iraq nel 1990. La gente metteva benzina sul camion e semplicemente guidava verso la Turchia o la Giordania. Il partito Baath ha imboscato miliardi e miliardi di dollari dal contrabbando di petrolio, per tutto il tempo in cui le severe sanzioni erano in corso. Quindi, le sanzioni hanno distrutto la classe media irachena e ridotto l’Iraq in qualche modo ad un paese del quarto mondo. Ma, il governo è rimasto indenne in quanto possedeva il petrolio, e poteva fare contrabbando, e così via.

Probabilmente la stessa cosa vale per l’Iran. Credo che le sanzioni potrebbero ridurre sostanzialmente il tenore di vita della classe media iraniana nel tempo, ma sembra improbabile che possano indebolire il governo.
L’altro problema è che se si distrugge la classe media iraniana – un processo che potrebbe essere iniziato con gli eventi di questa settimana – quello che l’occidente sta facendo è privare le persone più attive nella società delle risorse con cui sfidare il governo.
Quindi, se il governo sta ancora ricevendo miliardi di proventi del petrolio, e la classe media viene devastata, la classe media non ha risorse, e il governo diventa ancora più potente nella società.
Ancora una volta, questo è quello che è successo in Iraq. Quindi, penso che le sanzioni sono probabilmente contro-rivoluzionarie.

Cole ha concluso dicendo:
Penso che le persone che avevano i soldi per fare politica e influenzare i candidati e magari mettere su le manifestazioni stanno diventando sempre più povere, e non dispongono di risorse del genere.
Ho paura di pensare che le sanzioni probabilmente riusciranno a prevenire, piuttosto che incoraggiare, una “primavera iraniana”.
Il dottor Salehi-Isfahani ha detto a Business Insider, “Dal 2009, è diventato evidente che classe media iraniana non sta con questo governo”, e che, “quando sono arrivate le sanzioni, il governo ha usato il suo potere di allocare valuta estera per garantire la sua base, mentre le persone che soffrono sono le persone che sono ideologicamente, in un certo senso, alleate con l’Occidente”.
“Sono orientate in senso occidentale – vogliono un governo di compromesso, in modo da poter viaggiare all’estero e avere un sacco di cose”.

L’Occidente si rende conto di quanto sia controproducente la sua politica contro l’Iran?

Versione originale:

Matthew Boesler
Fonte: www.businessinsider.com
Link: http://www.businessinsider.com/actually-there-is-no-hyperinflation-in-iran-2012-10?utm_source=sailthrusuggest&utm_medium=rightrail&utm_term=&utm_content=&utm_campaign=recirc
6.10.2012

Versione italiana:

Fonte: http://vocidallestero.blogspot.it
Link: http://vocidallestero.blogspot.it/2012/10/non-ce-iperinflazione-in-iran-la-vera.html
8.10.2012

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