DI GEORGE MONBIOT
A proposito della Banca Mondiale assistiamo a un consenso quasi unanime della sinistra che non si vedeva più da tanto tempo. Tutti quelli che temono l’arrivo di Attila nelle vesti di Wolfowitz, compreso il Wall Street Journal, considerano la sua designazione a direttore della Banca Mondiale una vera catastrofe. Tutti meno il sottoscritto.
Secondo i loro timori la Banca Mondiale, con Wolfowitz, farà solo gli interessi dell’America. Se invece fosse stato scelto un altro presidente avrebbe fatto gli interessi dei poveri del mondo. Joseph Stiglitz, ex componente e direttore dell’ufficio finanziario, avrebbe preferito Ernesto Zedillo, ex presidente del Messico. In un articolo di fondo del Guardian si indicava Colin Powell o, se fosse stato possibile, addirittura Bono. Ma tutte queste paure stanno soltanto a indicare che esiste soltanto un grosso abbaglio sul ruolo e la funzione dell’organismo che verrà guidato da Wolfowitz.
La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale sono creature dell’economista americano Harry Dexter White. Incaricato dal Tesoro americano di condurre i negoziati della ricostruzione post bellica, White ha passato tutto il 1943 facendo cozzare fra di loro le teste delle altre nazioni. Erano tutti spaventati dalle sue proposte. Sosteneva che, anziché sui paesi creditori, il peso della stabilità economica mondiale doveva essere caricato, da parte di queste istituzioni, sulle spalle dei paesi indebitati e con i bilanci in negativo. Insisteva anche con la tesi, a proposito del voto, che: “Hanno più voti coloro che mettono più soldi.” Prima dell’incontro di Bretton Woods nel 1944, aveva deciso che: “Gli Stati Uniti dovevano avere abbastanza voti da poter bloccare tutti gli altri paesi. ”
A tutt’oggi sono ancora in vigore sia il sistema di voto antidemocratico sia il diritto di veto USA. Il risultato è che un’istituzione che dovrebbe lavorare a favore dei paesi poveri viene guidata dai paesi ricchi. Secondo White i debiti delle nazioni dovevano essere riscattabili in oro, l’oro convertibile in dollari, e i tassi di scambio dovevano essere ancorati al dollaro. Il risultato è stato che si sono poste le fondamenta del predominio mondiale del dollaro. White decise anche che le sedi del FMI e della Banca Mondiale dovessero essere situate a Washington.
All’epoca nessuno dubitava che queste istituzioni fossero al servizio degli USA, però col tempo la realtà è stata sottoposta a una cura di bellezza. Anche il pur ammirevole Stiglitz crede che la banca sia figlioccia dell’economista inglese John Maynard Keynes (il quale in realtà è stato uno dei suoi più fieri oppositori). Quando Noreena Hertz ha scritto, proprio su queste pagine, il mese scorso che “l’amministrazione Bush è molto lontana dagli obiettivi e dal mandato che la banca ha sposato”, non poteva essere più in errore.
Dal punto di vista dei paesi poveri finora non c’è mai stato un buon presidente della Banca. Nel tentativo di far emergere le differenze con Wolfowitz sembra sia diventato di moda guardare al passato nel regno di un altro falco del Pentagono, Robert McNamara. Sembra che sia stato, secondo le parole dell’Observer: “uno dei più ammirati ed efficaci presidenti della Banca Mondiale.” Ammirato a Washington, forse. McNamara è stato il presidente che ha indirizzato quasi tutti i prestiti della banca verso grandi imprese di prestigio (autostrade, porti, dighe), trascurando cause meno nobili come la sanità, il sistema educativo, le bonifiche. Quasi tutti i suoi principali progetti sono stati, da un punto di vista economico o sociale, o tutti e due, dei fallimenti catastrofici.
Secondo lui la Banca non doveva concedere prestiti per le riforme agrarie perché “avrebbero danneggiato la base di potere dei gruppi di elite tradizionali”. Invece, come viene descritto nel libro di Catherine Caufield ‘Masters of illusions’, la banca avrebbe dovuto consentire di: “ ottenere nuove terre abbattendo le foreste, prosciugando le paludi e costruendo strade in zone che erano isolate”. In questo modo ha provocato la bancarotta di Mobutu e Suharto, ha eliminato le foreste del Nepal, rovinato l’Amazzonia, e provocato il genocidio in Indonesia. I paesi per i quali ha lavorato sono rimasti carichi di debiti senza fine, con gli ambienti devastati, una povertà dirompente e governati da dittature pro-USA.
Veramente, a parte il linguaggio che gli USA utilizzano per avanzare le proprie richieste, è cambiato ben poco. Nell’ultima riunione, durante la quale è stata confermata la nomina di Wolfowitz, la direzione generale ha deciso di approvare la costruzione di una diga a Nam Theun nel Laos. Questo provocherà lo sradicamento di 6.000 persone, con danni estesi ad altre 120.000, la distruzione di un ecosistema importante, e tutto ciò per produrre dell’elettricità che non andrà a favore del Laos ma del suo vicino più ricco: la Tailandia. Ci saranno anche enormi contratti di lavoro per le ditte occidentali. La decisione non è di Wolfowitz ma del suo predecessore, l’attuale presidente, Fra i due wolf (‘lupi’, in inglese, ndt) ci sarà poca differenza. Il problema non è costituito dalla gestione della banca, ma dalla sua direzione generale, che è dominata da USA, UK e altre nazioni ricche.
La nazionalità del presidente, che ha provocato tanta reazione negativa, è di valore solo simbolico. Certamente sembra ingiusto che tutti i presidenti della Banca siano americani, e tutti quelli del Fondo Monetario siano europei. Però non è importante sapere da dove provenga il tecnocrate che applicherà le decisioni del Tesoro americano, è importante rendersi conto che si tratta di un tecnocrate che eseguirà gli ordini del Tesoro americano.
La designazione di Wolfowitz è una buona notizia per tre motivi. Anzitutto mette in risalto la natura profondamente ingiusta e antidemocratica di chi gestisce le decisioni della Banca. La sua presidenza sarà un richiamo costante al fatto che questa istituzione, la quale, rivolgendosi ai paesi contro i quali agisce a proprio arbitrio, definisce il proprio operato l’esercizio di “buon governo e democratizzazione”, è gestita come una monarchia medioevale.
Il secondo motivo è che demolisce il riformismo senza speranza di uomini come Stiglitz e George Soros i quali, palesemente ignorando il fatto che gli USA possono impedire qualunque tentativo di eliminare il loro veto, si agitano nell’attesa che un istituzione creata per aumentare il potere USA possa trasformarsi magicamente in una istituzione al servizio dei poveri. Se il tentativo di Stiglitz di manovrare la presidenza avesse avuto successo, avrebbe semplicemente dato credibilità a una istituzione illegittima, aumentandone i poteri. Con Wolfowitz in carica, la sua credibilità cade a precipizio.
Meglio ancora sarebbe se i neo-con fossero così stupidi da usare il loro ‘wolf’ per eliminare la banca. Clare Short si lamenta che “è come se stessero cercando di far fallire il nostro sistema internazionale”. Che tragedia! Mi metterò a piangere per tutto il tempo.
Martin Jacques ha argomentato in modo convincente su queste pagine, la settimana scorsa, che i neo-con stanno “ordinando al sistema mondiale di prendere nota dei loro nuovi poteri e interessi”. La designazione di Wolfowitz è, secondo lui, uno dei “mezzi per rompere il vecchio ordine.”
Però ciò sottolinea il paradosso non riconosciuto del pensiero neocon. Essi vogliono buttare giù il vecchio ordine multilaterale e sostituirlo con uno nuovo, solo USA. Quello che non capiscono è che il sistema “multilaterale” è nei fatti una proiezione all’esterno dell’unilateralismo USA, impacchettato in bella maniera per accontentare un po’ gli altri paesi in modo che non lo combattano. Come i loro oppositori i neocon non arrivano a capire che Roosevelt e Truman già si erano cuciti addosso, per gli interessi americani, un bell’ordine internazionale. Vogliono sostituire un sistema egemonico già collaudato ed efficace con un altro non collaudato e (siccome le altre nazioni lo combatteranno) dagli esisti incerti. Tutti quelli che credono nella giustizia mondiale devono fare loro i migliori auguri di buona riuscita.
George Monbiot
Fonte: www.commondreams.org/
8.04.05
Per maggiori informazioni sull’autore: http://www.monbiot.com/.
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da VICHI
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