DI HS
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Prima che qualcuno ne venga a conoscenza e mi sputtani pubblicamente lo confesso…
“I confess…” avrebbe scritto l’immortale Graham Greene…
Sono un agente della CIA – nome in codice “Marziano” – esperto in ardite operazioni psicologiche sulla “rete”.
In passato ho lavorato per il KGB di Putin il quale mi ha allevato come se fossi stato suo Fratello (ahimè !), ma io ho sempre avuto una natura venale e non ho mai saputo resistere alle belle donne, alle auto sportive e alle ville più lussuose e i fottuti yankees – che Dio li abbia in gloria ! – pagano fottutamente bene.
In tutti questi anni ho ricevuto un incarico ben preciso, attaccare il premier italiano – un uomo che ha dato tanto all’Italia ! -, adoperandomi come agente di influenza al fine di preparare il terreno per determinare la caduta del Cavaliere. Nessuno mi ha mai spiegato il perché e ci sono volute certe illuminanti riflessioni a convincermi al pentimento.
Non potevo neanche lontanamente immaginare che la genialità potesse abitare questa sterminata galassia…
Non ci vorrà molto a scoprire come i miei articoli siano spesso ospitati su Twitter e che il gruppo del NBD ha pubblicato su Facebook il mio ultimo articolo “Quer pasticciaccio brutto…”.
E’ stato scritto: Twitter e Facebook sono controllati dalla CIA !
Però, a dirla tutta, c’è uno spiacevole inconveniente: se guardate bene sono in buona compagnia !
Purtroppo non è finita, cari teleutenti telematici, perché è necessario che sappiate un altro piccolo dettaglio che molti sanno, ma a cui sembra che nessuno osi accennare: Internet è il risultato di un progetto militare americano ideato fin dagli inizi degli anni Settanta che successivamente l’indomito Bill Gates ha provveduto a commercializzare.
Già riesco a vedere le vostre facce ! Tutti che si sentono liberi e belli digitando quattro tasti del computer, invece… Invece vi lasciano fare, perché fa comodo, perché siete controllati, forse perfino perché al confronto voi siete innocui… Forse perché in ognuno di voi può celarsi – suo malgrado per carità ! – un piccolo ed efficiente agente CIA (o dell’NSA o della DIA, ecc…).
A pensarci, quasi mi sento un po’ meno agente della CIA !
Ma io sono sinceramente pentito e voglio essere fustigato e fucilato sulla “piazza virtuale”.
Sempre ammesso che ne abbiate il coraggio…
Sempre ammesso che io sia…
Consapevolmente ed incontrovertibilmente…
Un agente della CIA…
Vogliate scusare il mio spirito un po’ burlone e giocoso a cui non ho saputo resistere. Ovviamente poi ognuno è libero di credere quel che vuole sul mio conto e se si vuole fare un’idea – e, per carità, se ha tempo ! – si rilegga quanto ho scritto. Quel che è certo è che non sono Berlusconi !
Bando alle facezie – ma lo scherzo cela qualche motivo di riflessione – mi ostino a fare la voce fuori dal coro e a stonare in quella che – almeno mi pare – una litania che rischia di diventare veramente stucchevole nell’attuale contesto.
Purtroppo sempre là andiamo a cadere: nelle braccia del nostro intrepido e inarrivabile Omino di Burro.
Prima qualche voce soffusa ma distinguibile sussurrava alle nostre orecchie che in fondo Berlusconi non era nessuno o poco più di un burattino nelle altrui mani. Magari un po’ ribelle e intemperante, oppure un limone già spremuto e, quindi, buono per essere gettato via da “quelli che contano” (americani, altri poteri forti, ecc…). Povero me ! – Io, meschino ! – ritenevo che Berlusconi facesse parte dell’establishment imprenditorial-politico-finanziario italiano ed internazionale anche se magari mal visto e digerito in quanto parvenus, uomo che ha il vizio di farsi da solo. Ovviamente se sei fuori dal CFR – Bilderberg – Trilateral non conti realmente un cazzo. Insomma abbiamo un premier che non conta un cazzo !
Povero lui e poveri noi… A guardarlo bene è un pochino pupazzesco, ma, a saperlo io mi sento il burattino del burattino del burattino del burattino del burattino, ecc… In quel che sentiamo e in quel che scriviamo dovremmo ritenerci tanto liberi ?
In conclusione Berlusconi è trattato alla stregua di un poveretto a cui – nel caso – rimane magari qualche amico nella mafia, fenomeno tipicamente provinciale derubricabile a qualche rozzo e tozzo spara fucile di quartiere. Ammesso che sia veramente così, non si può ignorare che le varie mafie producono fatturati da capogiro con la prostituzione, lo spaccio di cocaina – divenuta ormai fenomeno di massa -, i traffici di altre droghe, il business dei rifiuti, il contrabbando di armi e via andare. Inoltre in Italia le mafie meridionali sono ancora in grado di controllare e tenere sotto scacco ampie porzioni di territorio. Niente male quanto a provincialismo… Bisognerebbe invece chiedersi – ma è pura retorica – se quei latitanti della mafia sicula e della camorra napoletana che cadono nelle maglie della giustizia, quella parte più genuinamente “delinquenziale”, non sia altro che un paravento, un comodo specchietto per le allodole mentre la reale gestione del Potere rimane nelle mani di coloro che sanno e possono movimentare il denaro che, già frutto di esorbitanti proventi illeciti, entra comodamente nel circuito finanziario legale. Perché noi sappiamo bene che poi il denaro è “neutro”, non può puzzare mai e, anzi circola, fluisce e ondeggia comodamente fra i flutti delle transazioni finanziarie. Il Mercato stesso ha potenziato le mafie – e qui non si intende riferirsi solo a quelle italiane ovviamente – che, forse prime fra gli altri, hanno compreso la reale importanza della globalizzazione. Ma, insomma, non perdiamoci tempo e testa si tratta di quisquilie…
Da qualche tempo, però, il concertino ha cambiato il suo bravo registro.
Da lontano s’ode e più il tempo passa più s’alza di tono fino a tuonare nel suo serrato, progressivo e deflagrante unanimismo…
E’ un rombo di cannone che, ove lascia la sua scia, non risparmia vittime – intellettualmente parlando -.
E’ il coro della nuova professione un filino – poco poco – “berlusconiana” di (parte) del mondo alternativo-dietrologico-complottista di cui – disgraziatamente o per fortuna; parte a torto e parte a ragione – si reputa ch’io faccia parte…
Quale nuovo squillo s’ode da codesta tromba ?
Lo scenario è sostanzialmente questo: il nostro Omino di Burro, pardon Sua Emittenza Cavaliere, è vittima del complotto più annunciato forse degli ultimi centocinquant’anni – tanto per fare una cifra ma non lo so – ad opera della consueta e losca congrega angloamericamassonicosionista che vorrebbe spodestarlo per rimpiazzarlo con il più accomodante e sobrio Gianfranco Fini.
Il nostro l’avrebbe fatta fuori dal vaso cercando di consolidare un asse fondato sugli interessi politici e petroliferi e retto dai governi russo, libico e – appunto e dulcis in fundo ! – italiano.
Sembra la riproposizione – di casa nostra e rovesciato – del terribile Asse del Male (Iran – Iraq – Corea del Nord) lanciato dai consulenti ed esperti neocon di marketing politico, militare e strategico per giustificare la dottrina della “Guerra Infinita” dell’Amministrazione Bush jr. (“Georgie, passerai alla Storia !” mi par di sovvenire quel che declamava il prode Silvio). Di fronte alle vampate sataniche della novella Amministrazione USA e dei suoi alleati, il presunto asse Berlusconi – Putin – Gheddafi diventa al contrario, per i diretti interessati che fanno professione di presumibile “antiamericanismo”, l’Asse del Bene. L’annunciato complotto prevede la rimozione di Berlusconi entro marzo e, a sentirne parlare, coinvolge uno spropositato impiego di mezzi.
L’impiego dei giornali per screditare l’interessato, l’ovvio e strumentale uso politico della Magistratura – dato che il Nostro ha questo vizietto di cacciarsi in questi spiacevoli incidenti legali -, manifestazioni come il No Berlusconi Day che imitano quelle poste in essere nei territori dell’ex URSS, i parti effimeri e con fiato corto delle eterodirette rivoluzioni “arancioni”,” rosa”, ecc…
Naturalmente se non è possibile praticare la via legale si può far ricorso a quei mezzi drastici che con un Mattei e, magari, con un Moro hanno avuto tanto successo. Altrettanto naturalmente si moltiplicano i consueti allarmi, minacce vere, presunte e velleitarie… Sentenze di morte per via telematica, kamikaze piuttosto imbranati e pasticcioni, comunicati neobrigatisti, messaggi di Cosa Nostra… Povero me ! E io pensavo che il Berlusca fosse così amato, invece fuori fanno la fila !
E mi immagino i mattinali del Ministro Maroni ! Si aggiunge la CIA con le Sette Sorelline petrolifere, eppure il Cavaliere viaggia in lungo e in largo senza particolari cautele e senza dar segno di particolari preoccupazioni. Ma lo sa come Mattei è passato a miglior vita ?
Vero è, invece, che le minacce – in un momento di particolare difficoltà – sono sbandierate ai quattro venti e date in pasto alla stampa e, in genere, tale pubblicizzazione si rivela presto per quel che è realmente: opportuna e conveniente bufala. Le autentiche situazioni di allarme non vengono mai propalate enfaticamente dagli schermi, dai microfoni e dalla carte dei principali media.
Vi sovvengono gli allarmi “terroristici” che ogni tanto fanno capolino negli USA ?
Neanche tanto velatamente ci viene ripetuto che occorre difendere il prode Silvio, postmoderno Che Guevara de casa nostra, difensore di popoli ribelli, proletari e non allineati e, naturalmente, dell’”Italianità” – curioso per chi ha come referente principale una forza politica che pur di non vedere la bandiera italiana preferirebbe il daltonismo – dalle insidie della Perfida Albione.
Insomma…
Se ho ben capito…
Dato che i poteri forti, anglofoni, sionisti, massonici, ecc…ecc…ecc… complottano contro l’autonomia e l’onorabilità del nostro paese – uh ! Che parole forti con Silvio ! -, paese che si incarna nella figura dell’immarcescibile lider maximo non solo non è permesso fare alcunché che non sia gradito al Premier, ma sarebbe meglio stare zitti su tali questioni ed occuparsi d’altro.
C’è la Crisi…
C’è il Complotto…
C’è la necessità di garantire la Stabilità…
C’è la stagione delle Riforme – già me le figuro e quasi sto male ! -…
Quel che mi imbestialisce però è l’invito spesso poco amichevole che si rivolge a trattare altro che non siano le vicissitudini del Premier gaudente.
Insomma ciascuno scriva e parli di ciò che lo aggrada e, tanto meglio, se lo fa con il massimo di onestà e rigore intellettuale, ma quell’invito…
Non odora un pochino come un ipocrita e subdolo tentativo di censura, un altro modo per praticare la censura ?
Và bene e se, per caso, mi capita di scrivere del Premier ed è arduo trovare gli argomenti per poterlo mettere in una luce migliore (Ehi Silvio ! Noi ce la mettiamo tutta, ma anche tu – Cristo ! – datti da fare !), che succede ?
Niente…
Solo che è in corso un pericoloso complotto contro il Premier denunciato da valenti e acuti complottisti….
Per cui se solo ti azzardi a intingere la punta della penna nell’inchiostro nel migliore dei casi sei un “comunista” (Beh ! E sai che mi frega… Magari ci hanno pure azzeccato !)…
Nel peggiore…
Beh ! Nel peggiore sei un agente prezzolato della CIA (Minchia !!! E chi parla più ! Silvio sei in una botte di ferro e noi ti adoriamo !!!)…
Vediamo, invece, di analizzare in maniera più stingente l’argomento del Complotto…
Sul supposto “antisionismo” berlusconiano è piuttosto agevole obiettare che nulla si ricorda a memoria d’uomo che il Cavaliere abbia fatto per portare all’attenzione la questione palestinese anche se nell’ultimo periodo della sua vita Arafat pensò di tentare un approccio con l’attuale premier sapendo che quest’ultimo era stato grande amico dell’amico Bettino Craxi. Naturalmente non ne sortì nulla… Invece sorprendentemente pochi ricordano come, all’indomani dell’operazione militare israeliana in Libano, la corazzata berlusconiana si scagliò contro l’allora Ministro degli Esteri del governo Prodi Massimo D’Alema reo di aver incontrato rappresentanti di Hezbollah per sincerarsi dei danni provocati dai bombardamenti. Lo sventurato fu naturalmente accusato di sostenere i “terroristi” insieme all’intera compagine governativa. In poche parole ritenere che la linea politica berlusconiana sia invisa al sionismo è semplicemente argomento insostenibile e inesistente.
Certo il Nostro è sincero ammiratore sia di Putin e di Gheddafi apprezzandone le inclinazioni in varia misura autoritarie, ma concludere che esiste un’asse fra i tre ce ne corre, ma la domanda è un’altra… Ammettiamo tranquillamente che il Berlusca abbia intessuto una solida rete fra i tre, quanto è credibile una reazione americana ?
Per quel che riguarda la Russia, l’attuale amministrazione del democratico Barack Obama ha intrapreso una strada “cooperativa”, come anche, forse per più aspetti, con la Cina e ciò a scapito delle potenze europee che si trovano tagliate fuori dal disegno del nuovo assetto internazionale.
Putin ha consolidato il suo potere e, comunque, ha sostanzialmente vinto il confronto con le “rivoluzioni democratiche” foraggiate a suon di dollari ed euro. Di questo il nuovo Presidente USA è consapevole e altre sono le sue preoccupazioni che, oggettivamente, si concentrano nelle aree mediorientale e dell’Asia Centrale (Iran, Iraq, Afganistan), le stesse in cui il suo predecessore aveva avviato la sua politica bellicista. Ma neanche Bush jr si è arrischiato nell’operazione militare contro l’Iran essendo ben consapevole che dietro le spalle di quest’ultima si acquattavano Russia e Cina grandi esportatrici d’armamenti nel paese degli ayatollah. Al limite la carta da giocare è sempre quella delle opposizioni al regime. Comunque l’attenzione è rivolta altrove…
Gheddafi, poi, è un relitto politico, una specie di “morto vivente” a osservarlo nelle sue incursioni in Italia. Sorvoliamo sull’ambiguità del personaggio e della sua biografia – il regime libico non disturbava i sonni del MOSSAD e degli israeliani, anzi… -, ma è piuttosto evidente che i suoi fasti appartengono al passato e sull’agenda politica americana non se ne riscontra traccia. Sono lontani i tempi di Reagan e oggi il dittatore libico può presentarsi come un modesto e improbabile alleato nella fantomatica “guerra al terrore”. Ragazzi, è meglio regolare gli orologi…
L’intesa con Berlusconi è motivata soprattutto dalla politica di controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e sui mezzi è meglio non indagare…
A voler dare una sbirciatina alla storia passata e volendo essere pignoli, nonostante i suoi esibizionismi, Berlusconi non ha “inventato” i buoni e distesi rapporti diplomatici con la Russia e con la Libia. Pure in tempi di centrosinistra e per ragioni certamente più legate alla politica energetica e all’economia che alla politica internazionale tout court l’Italia – paese di solida tradizione filoamericana e inserito nella NATO – ha goduto di ottime relazioni coi suddetti paesi.
Come venditore e imbonitore di professione e più che ottime credenziali il Cavaliere potrebbe anche in futuro cercare di sfruttare “mediaticamente” un presumibile ruolo di mediatore fra USA e Russia – e, perché no ? magari pure fra gli americani e il leader libico – per rafforzare il consenso interno così come due legislature si presentò sotto tale veste nei rapporti bilaterali fra Bush jr e Putin.
Siete ancora così sicuri che il Cavalier Silvio Berlusconi costituisca un fastidio ed ostacoli le aspirazioni più o meno egemoniche targate USA o NATO ?
Mah !
Nessuna difficoltà ad ammettere che gli americani – l’attuale amministrazione per la precisione – preferiscono Gianfranco Fini, il postfascista che studia da neocon, a Silvio Berlusconi. Di quest’ultimo non è certo gradito il gretto populismo tutto teso a scavalcare ed azzerare le istituzioni e quell’esibizionismo che mescola galanterie burine e cabarettismo. Disturba certamente il fatto che una escort qualsiasi possa usufruire della possibilità di ricattare codesto premier… Figuriamoci nell’ambiente dei servizi segreti !
Per il Silvio (gulp!) nazionale il clima internazionale è mutato e il vento ha fatto il suo giro…
Sono lontani i tempi della coalizione filoamericana ed “occidentalista” della “guerra permanente al terrore”, delle tre B (Bush sr – Blair e Berlusconi a cui qualcuno ironicamente affiancava pure il nome di Bin Laden), di Bushlusconi come lo apostrofava quel mattacchione di Fulvio Grimaldi. Sono lontani i tempi della finta non belligeranza e dell’autentico attivismo del SISMI di Pollari sulle vicende legate alla guerra in Iraq come i documenti farlocchi sull’uranio del Niger acquistato d Saddam Hussein ! Ammazza quanto ha dato prova di antiamericanismo Berlusconi !
Però, è vero, il repubblicano gradito ai neocon Bush jr ha ceduto lo scettro USA e globale al democratico Barack Obama per una svolta “liberal”.
Però ci sono sempre molti però… Si sottovaluta troppo spesso il pragmatismo americano che è quasi naturalmente insito in ogni amministrazione e quella dell’”idealista” Barack Obama non fa eccezione. Avete presente quel che è successo in Honduras ove un golpe che ha affossato un governo democraticamente eletto è stato successivamente avvallato dagli yankees ?
Sono bastate nuove elezioni farsa per mettere la sordina alla scottante questione hondurena ove, praticamente sono state misurate le preoccupazioni democratiche americane ed occidentali certamente secondarie rispetto alle impellenti priorità geo –strategico – politiche.
Non è un caso che, tra i sostenitori della nuova presunta linea di cambiamento radicale alimentata da un’accorta, spettacolare e martellante campagna mediatica, molti comincino a storcere il naso sulla svolta di Mr. YesWeCan e della sciura Clinton. D’altronde l’establishment americano è l’establishment americano…
Forse non ve ne siete accorti, ma in questo paese, a partire dal Piano di Rinascita Democratica partorito dalla P2 e probabilmente anche in senso ambienti politici, finanziari, economici, massonici anche internazionali, si è consumato il “golpe permanente”, la distorsione inarrestabile della carta costituzionale e lo smembramento delle istituzioni fatte a pezzi innanzitutto da politici compiacenti.
L’Omino di Burro – con il suo seguito di ciuchi usciti dalla suo personale Paese dei Balocchi – rappresenta – almeno attualmente – la punta più alta di questo processo.
Immaginate quanto questo possa turbare i sonni dei Presidenti USA (da Nixon a Ford, da Carter a Reagan, da Bush sr a Clinton, da Bush jr a Obama) !
Assumiamo per assurdo che tale preoccupazione nei confronti del Cavaliere sia tale da richiedere una massiccia mobilitazione di risorse e dollari per determinarne la caduta ed insediare al suo posto il “fido” Fini. Quali sono le garanzie di riuscita di quella che, allo stato attuale, non sarebbe altro che un’operazione sgangherata ?
Occorrerebbe che Gianfranco Fini – sorta di Pinocchio ribelle della situazione che prende il largo dal Paese dei Balocchi – acquisisse una forza tale da imporsi come forza di attrazione per la maggioranza della PDL. Occorrerebbe che qualcuno gli mettesse a disposizione un bel gruzzolo per comprare quella maggioranza del Popolo Delle Libertà che finora si è schierata compatta dietro i vessilli del Biscione. Insomma quale maggioranza potrebbe coalizzarsi contro Berlusconi e a favore di Fini ? Semplicemente, per quanto possa essere apprezzato negli ambienti internazionali, la partita Fini la gioca nel suo paese ove non ha molti assi nella manica.
Potrebbe dargli una mano il PD che a più riprese ha dimostrato di apprezzare la metamorfosi del Presidente della Camera, ma giorno dopo giorno i piddini danno dimostrazioni ulteriori di un’ambiguità che, invece, odora quanto mai di accordi sottobanco con la solita scusa della Riforma Costituzionale, naturalmente di segno presidenzialista. Per costituzione e natura gli uomini del PD, con una significativa componente postcomunista, sono attendisti, passivi ed assolutamente incapaci di gesti clamorosi. Nel PD la “responsabilità” è diventato un alibi. Sostanzialmente pensano che Berlusconi abbia in mano il paese, che sia giusto che governi e che loro possano ritagliarsi una discreta rendita politica. E’ la mentalità del “perdente”, dell’ex comunista che non è ancora riuscito a liberarsi dei suoi complessi da sconfitto. E poi l’attuale PD o vecchio centrosinistra – escludendo le componenti minoritarie – non ha forse fatto del bipolarismo una bandiera, quel bipolarismo che contempla anche la presenza necessaria ed imprescindibile del Cavaliere come “altra alternativa democratica”. Ma se cade il Cavaliere si frantuma anche la PDL, si squaglia il bipolarismo e, di riflesso, si esaurisce la “scatola vuota” piddina. Quando la mia mente cerca di raffigurarsi i (numerosi) leader piddini quasi si materializza la parodia della tragedia shakespeariana (To be or not to be…).
C’è sempre Camomillo Napolitano… Gli americani potrebbero rivolgersi a lui per una sorta di “governo del Presidente” che guidi lo Stivale nella transizione di un eventuale dopo Berlusconi in attesa che Fini si faccia le ossa e raccolga la nuova maggioranza. Sul punto basta ripercorrere gesti e parole dell’imprevedibile pirotecnico Presidente della Repubblica per misurare ed avere l’idea di quanto può recare fastidio al Cavaliere. Mi permetto di suggerire una mio “vecchio” ed ironico racconto “Le funamboliche ed eroiche gesta del prode Camomillo”. Paradossale, ma qualche fatterello – senza essere modesti – mi dà ragione…
Per poter ribaltare la situazione ed andare a nuove elezioni con la sicurezza di una nuova maggioranza gli americani dovrebbero causare un evento altamente traumatico. Scartando la grottesca tesi dell’eliminazione fisica di Berlusconi (“come Mattei !”) dovendo il Nostro preoccuparsi più delle escort che non a killer prezzolati o terroristi su commissione nel suo personale comparto sicurezza, unica opzione possibile è quella processuale, quella che veramente teme. Occorre però tenere in giusta considerazione la circostanza che quella parte di Magistratura – in realtà molto minoritaria –, invisa per il suo attivismo recante fastidio ai poteri forti, è sotto scacco per il tiro incrociato delle pressioni, dei messaggi intimidatori e dei ricatti morali escludendo la più che decennale opera di discredito attuata dalla maggior parte dei media.
Ma, a pensarci bene, per cazzo gli americani dovrebbero allestire questo ambaradan per defenestrare il Cavaliere ? Al vuoto di potere, alla mancanza di alternativa, preferiranno sempre la stabilità magari precaria e il malgoverno sorretto dal consenso. Se questa delirante stabilità verrà meno, molto semplicemente, lasceranno che gli eventi compiano il loro corso senza affannarsi a dedicare tempo per la protezione dei precedenti detentori del potere. E’ già successo: nel 1974, nel 1981 e nel 1992-93. Molto probabilmente accadrà ancora… Non vengono tagliati i rami secchi, li si lascia marcire e se marciscono – poveri loro ! – forse è soprattutto per la loro intrinseca natura.
Non c’è alcun complotto e il destino crudele, cinico e baro con coloro che un tempo baciò e benedisse, è libero di compiersi…
Non potrebbe essere altrimenti… L’Italia è la portaerei americana e NATO nel Mediterraneo e conta un bel numero di basi militari dell’Alleanza. Da circa trent’anni la quasi totalità delle forze politiche che contano è filoamericana, filoinglese, filoisraeliana e filoNATO sia pure con ambiguità e doppiezze che, però, sono insignificanti rispetto a questo presupposto fondamentale per comprendere la collocazione internazionale del paese e la sua politica estera.
Inoltre un Parlamento più filoamericano di questo, nell’interezza delle sue componenti, non si poteva immaginare ! Perché allora l’attuale amministrazione dovrebbe darsi briga a favorirne lo scioglimento quando – discorso peraltro non secondario della stabilità a parte – dovrebbe fregarsi le mani per la soddisfazione. Quei partitini politici di sinistra appena un pochino “antiamericani” che procurano un fastidioso prurito sono fuori dai consessi che contano… Almeno per ora…
Perché, allora, affrontare l’ignoto ?
Invece al Berlusca non basta molto per far dimenticare agli americani le sue marachelle e per renderli felici: basta convincere il buon La Russa a mandare qualche soldatino in più in Afganistan per mantenere in piedi il giocattolino “democratico” dell’Alleanza…
Nel contesto di tale dissertazione non può mancare il No Berlusconi Day, supposto famigerato elemento di un complotto contro l’attuale premier…
A giudizio dello scrivente – ma le insinuazioni di un agente della CIA come me vanno tenute in debito conto con le dovute cautele – il NBD non è altro che la solita manifestazione molto istituzionale, molto composta, molto misurata e senza sussulti che farà sentire felici e “diversi” gli “antiberlusconiani”, ma, a conti fatti, non farà né caldo né freddo.
In sostanza una riproposizione dei “girotondini” ma con minore mordente, perché tutto molto annunciato e molto prevedibile…
Per quel che concerne intromissioni dei servizi americani vale né più né meno quanto ho scritto sopra. La “prova” di una riconducibilità a manovre americane nella iscrizione a Twitter o Facebook è francamente men che risibile se si guarda alla massa di coloro che vi accedono quotidianamente.
C’è, inoltre, una bella differenza fra la manifestazione in questione – il cui obiettivo dichiarato, francamente, ritengo condivisibile per la decenza – e le cosiddette “rivoluzioni rosa, arancioni”, ecc… Prendiamo le forme di opposizione in paesi come gli ex satelliti dell’URSS, dell’area balcanica, il Tibet, il Venezuela, l’Iran e Cuba. A differenza dell’Italia si tratta sempre di “territori da conquistare”.
In secondo luogo il sostegno a suon di dollari, euro e sterline si è concretizzato in molti casi nel documentato addestramento a “tecniche di opposizione” come è accaduto con OTPOR, l’organizzazione giovanile serba anti Milosevic. Lo stato dell’opposizione antiberlusconiana è molto più modesto e soft…
Naturalmente ciò non significa che quell’iniziativa si fregi di tutti i crismi della spontaneità e che i soldini non spuntino fuori, ma occorre solo un’occhiata alla home del relativo sito di NBD per rendersi conto di trovarsi di fronte alla sponsorizzazione della consueta pattuglia militante e non antiberlusconiana. Che, magari, spuntino laute “donazioni” – se spuntano – non dovrebbe sorprendere: le guerre di mercato vengono combattute giornalmente da grandi magnati che non disdegnano dal gusto di fottersi vicendevolmente. Fusioni, alleanze, cordate, ecc… I settori economico merceologici dei media, dell’audiovisivo, dell’editoria e dello spettacolo fanno gola per i capitali che fanno guadagnare e per il potere che conferiscono. Nel senso più ampio si può definire “industria della cultura e della comunicazione”… In tale ambito operano parecchi competitori del Cavaliere come lo storico avversario e tessera numero uno del PD De Benedetti o Murdoch.
Scaviamo…
Ma curiosità vuole, se siamo onesti “complottisti”, che ci tocchi anche scavare dalle parti del Cavaliere…
Le origini delle sue fortune, le scatole cinesi, le holding, ecc…
Suvvia !
Se il Berlusca è una povera marionetta – ma tale etichetta in uomo nella sua posizione e con la sua ricchezza è alquanto riduttiva – non interessa proprio a nessuno conoscere il burattinaio o i burattinai o, nel migliore dei casi, i suoi soci occulti ?
Tutto deve per forza ridursi ai consueti rapporti con gli scampoli di Cosa Nostra o i vecchi arnesi della loggia P2 ?
Veramente sicuri ?
Personalmente questa mancanza di curiosità la reputo curiosa…
Chissà, forse scopriremmo che quei soci misteriosi hanno relazioni di carattere finanziario anche con l’altra parte…
E che, puntando su ogni cavallo non possono perdere mai…
Chissà…
Sono forse queste le ragioni che rendono pressoché velleitario il Processo al Cavaliere ?
Domande a parte, il Nostro è vivo e ben presente e, almeno dal mio punto di vista, mi sento nel pieno diritto di detestare e criticare ciò che è, ciò che fa e ciò che pensa…
Sono un agente della CIA – e come me altri che avanzano simili argomenti – ?
Fate vobis e se rispondete affermativamente a questa domanda riflettete sul vostro grado di tollerabilità e sulle vostre opinioni in merito…
Riguardo alle autoaccuse che preventivamente ho mosso ritratto recisamente.
Devo essere fucilato sulla “piazza virtuale” o impiccato ?
Devo scegliermi la condanna ?
Chi avrà il coraggio di premere quel grilletto virtuale ?
Fate vobis…
Sono molto stanco…
E vado a dormire…
Ma prima rispondete alla mia domanda…
Chi è qui fra noi il vero agente della CIA ?
L’agente dall’Avana vi saluta
HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
3.11.2009