DI TRUMAN BURBANK
Comedonchisciotte
In mezzo al coma profondo del giornalismo italiano si registra anche qualche evento positivo. Se la carta stampata piange, sul web ci sono speranze: è partita anche in Italia Agora Vox, sito web orientato al giornalismo dal basso.
Il sito aveva aperto ai primi di settembre, ma la presentazione al pubblico è stata venerdì 3 ottobre a Roma, presso il cinema L’Aquila. Il tentativo di Revelli (il fondatore di Agoravox) era di creare un piccolo evento mediatico. La presentazione era curata ed anche il luogo scelto era simbolico perchè il cinema una volta apparteneva alla Banda della Magliana (poi sequestrato).
Dopo una presentazione iniziale di Revelli, che ha illustrato il suo modello (già realizzato in Francia) di giornalismo dal basso, di citizen journalism, in cui tutti possono partecipare alla scrittura del giornale on-line, Piccinini (il project manager) ha poi spiegato alcuni dettagli sulle logiche di selezione degli articoli.
Hanno poi parlato alcuni collaboratori di Agoravox.
Il giornalista napoletano Capezzuto, eroe per caso, ha raccontato le sue vicissitudini nel fare cronaca a Napoli e dintorni.
“La camorra ascolta il terreno ed intercetta i bisogni, ma l’emergenza rifiuti non è un fatto di camorra.”
Molto bello poi il contributo della gente di Chiaiano (www.Chiaianodiscarica.it) nel tentativo di informare su come si vuole realizzare una discarica in un luogo inadeguato, perchè densamente popolato, soprastante a falde acquifere e nelle vicinanze di più ospedali.
Interessante l’informazione che a Napoli ci sono diversi inceneritori (i cosiddetti termovalorizzatori nella neolingua del Grande Fratello) che sono in perfette condizioni, ma non sono mai entrati in funzione.
Per finire, radio mafiopoli, con Pino Maniaci e Giulio Cavalli, un tentativo di combattere la mafia siciliana prendendola in giro, mettendola in ridicolo. La tecnica è certamente efficace, ma molto rischiosa.
La presentazione del nuovo giornale era indubbiamente un evento commerciale, in cui si vende un marchio, un brand, (il giornale on-line) tramite l’utilizzo di miti (il citizen journalism).
La costituzione di agoravox in fondazione dovrebbe comunque garantire l’indipendenza dai poteri che condizionano i giornali mainstream.
Nel vendere miti si svaluta un po’ l’abilità del giornalista professionista di annusare, indagare e descrivere, la quale resta molto superiore a quella del comune cittadino. Ciò che uccide il risultato finale è il modello di business in cui si muove la stampa tradizionale, non la capacità dei giornalisti. Tutti i giornali sono ormai di proprietà di gruppi economici, comitati d’affari, che non ci tengono a dire la verità.
Lì dove il citizen journalism mi appare particolarmente interessante è nel suo radicamento sul territorio, nel suo potere arrivare nelle località più sperdute. Ciò al rischio di qualche superficialità. C’è sempre il problema dell’agenda setting: se gli argomenti di cui si parla restano quelli imposti dagli old-media, la voce della piazza rischia di essere un vacuo chiacchiericcio su temi preimpostati dal potere. A titolo di esempio, la Palestina, scomparsa dai media mainstream, mi appare pure assente in agoravox.
In definitiva il prodotto di Revelli ha buone possibilità e lui padroneggia bene le tecniche mediatiche di oggi. Va tenuta presente anche la geografia sociale dell’Italia, ben diversa da quella francese. Lì dove la Francia è un grande centro circondato da una periferia sterminata, l’Italia è una realtà policentrica.
Staremo a vedere i risultati.
Truman Burbank
Fonte: www.comedonchisciotte.org
5.10.08
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