INDIPENDENZA DEL KOSOVO, UNO SCENARIO INQUIETANTE

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DI MASSIMO FINI
Il gazzettino

Prima di Natale gli albanesi kosovari sono decisi a proclamare l’indipendenza del Kosovo. A prescindere da come vadano a finire le stanche trattative che si tengono da mesi a Vienna con la intermediazione della Ue. Del resto la proposta ultimativa che la Ue ha fatto ai serbi è che Belgrado firmi un trattato dove non si parla formalmente di indipendenza del Kosovo ma a quest’ultimo viene dato un seggio all’Onu (che è la soluzione adottata nel 1972 per la Ddr). Se non è zuppa è pan bagnato.

E’ giusto che il Kosovo diventi indipendente? Per capirlo bisogna rifarne la storia. Alla fine degli anni ’90 in Kosovo si confrontavano due ragioni: quella dell’indipendentismo degli albanesi kosovari, diventati nel tempo, la maggioranza, perchè più prolifici, e quella della Serbia a mantenere la sovranità su un territorio che da secoli era, storicamente e giuridicamente, serbo, che era anzi considerato “la culla della Nazione serba”. Il braccio armato dell’indipendentismo kosovaro, l’Uck, foraggiato dagli Stati Uniti, faceva guerra di guerriglia e uso, com’è in tutte le lotte partigiane, del terrorismo. La Serbia rispondeva con una dura repressione, poliziesca e militare. Ne aveva diritto? Facciamo un’ipotesi fantapolitica, ma neanche troppo.

Poniamo che, fra cinquant’anni, in Piemonte gli islamici diventino la maggioranza e pretendano la separazione di quella regione dal nostro Paese e la sua indipendenza. Avrebbe l’Italia il diritto di difendere, anche con le armi, l’integrità del suo territorio? Io credo che non ci siano dubbi. Perchè un territorio non appartiene solo a coloro che lo abitano e ci vivono in quel momento, ma anche alle generazioni che lo hanno abitato, vissuto, lavorato nel passato e reso quello che è. E’ vero che in un anno e mezzo c’erano stati, ad opera di gruppi paramilitari serbi, due eccidi di civili, a Racka e in un’altra cittadina kosovara, in cui erano morte 205 persone. Una brutta vicenda, ma niente di nemmeno lontanamente paragonabile a quanto avviene da decenni in Palestina o al genocidio perpetrato dai russi in Cecenia (un quarto della popolazione eliminato). Non importa, gli americani avevano deciso che il torto stava solo dalla parte dei serbi.

Nella primavera del 1999 la Nato, con l’Italia di D’Alema nella poco dignitosa parte del ‘palo’, violando il principio di diritto internazionale fino ad allora mai messo in discussione, della non-ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano, bombardò per 72 giorni una grande capitale europea come Belgrado. Finchè i serbi furono costretti a cedere. In Kosovo fu imposta un’amministrazione neocoloniale, a guida Nato, che avrebbe dovuto garantire la convivenza fra le due etnie. Il progetto è miseramente fallito. In Kosovo si è realizzata (dopo quella del presidente croato Tudjman: ottocentomila serbi cacciati, in un sol giorno, dalle “Krajne”) la più grande ‘pulizia etnica’ dei Balcani: di 360 mila serbi ne sono rimasti sessantamila, 150 chiese e monasteri ortodossi sono stati dati alle fiamme. Una guerra, quella scatenata nel 1999 dalla Nato contro la Serbia, che oltretutto ha favorito nei Balcani quella componente musulmana che oggi provoca tante reazioni “Fallaci style”. Ma i serbi continuano ad essere “i cattivi”.

In un recente discorso a Tirana, Bush ha promesso agli albanesi l’indipendenza del Kosovo. Il presidente americano non sembra rendersi conto delle conseguenze. Con quale dirittto e con quale faccia ci si opporrà, d’ora in poi, all’indipendentismo dei curdi di Turchia che, a differenza degli albanesi kosovari, abitano una regione che è da sempre loro tanto che si chiama Kurdistan? O all’indipendentismo ceceno? O corso? O basco? O agli indipendentismi, serbi, bulgari, rumeni, valacchi, che serpeggiano in varie zone dei Balcani dove queste etnie sono minoranze all’interno dei rispettivi Stati ma maggioranze nelle loro specifiche regioni? L’indipendenza del Kosovo può essere il detonatore di una gigantesca polveriera in Europa. Gli Stati Uniti se ne possono fregare. Noi europei no.

Massimo Fini
Fonte: http://www.massimofini.it/
Uscito su “Il gazzettino” il 09/11/2007

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