Secondo i risultati di una ricerca dell’Università di Medicina di Bialystok, condotta dai professori Marcin Moniuszko e Mirosław Kwaśniewski, la genetica sarebbe tra i fattori maggiormente determinanti la gravità della Covid19 insieme a età, peso e sesso.
Come si apprende dal sito dell’Università di Bialystok, attraverso questo studio – Analisi del genoma del virus SARS-CoV-2 e del genoma dei pazienti con COVID19 per sviluppare una serie di marcatori genetici che determinano la suscettibilità individuale all’infezione da coronavirus SARS-Cov-2 e la gravità del corso COVID19 – è stata identificata una variante genetica localizzata nel cromosoma 3 degli esseri umani che aumenta di più di due volte il rischio di decorso grave e morte per COVID19.
Si stima che questa variante sia presente in almeno il 14% della popolazione Polacca, mentre scende al 9% circa la possibilità di incontrarla nel genoma della popolazione europea. Tale scoperta, secondo i ricercatori, può aiutare nell’identificazione precoce dei pazienti più vulnerabili.
“Avere una delle versioni del gene localizzato sul cromosoma 3 fa sì che in caso di infezione da coronavirus (queste persone) abbiamo più del doppio delle probabilità di essere infettati o addirittura di morire per COVID19.”
La ricerca è stata sostenuta dal Ministero della Salute e finanziata dall’Agenzia di ricerca medica polacca. In occasione della conferenza di presentazione dei risultati, ringraziando gli scienziati per l’importante scoperta, il Ministro della Salute, il dottor Adam Niedzielski, ha affermato che presto saranno disponibili dei test per rilevare tale variante genetica, affinchè possano essere identificati rapidamente i pazienti “più fragili” in base a questo nuovo fattore di valutazione. Tale possibilità è stata confermata dal presidente dell’Agenzia di ricerca medica, Radoslaw Sierpiński, secondo cui tale test potrebbe essere disponibile sul mercato già nei prossimi mesi.
Per quanto abbiamo sempre sostenuto che l’approccio medico/scientifico alle cure dei pazienti debba sempre tener presente le differenze sostanziali che esistono tra tutti gli individui, rispettando il principio secondo cui non esiste un’unica cura per tutti ma ogni corpo reagisce in base alle proprie peculiarità, ed è nel capire tali differenze e predisposizioni che si vede la bravura del medico, i risultati di tale ricerca – se sfruttati nel modo sbagliato – possono creare delle nuove discriminazioni all’interno della popolazione.
Il campanello d’allarme che vogliamo far trillare è chiaro. Se il governo polacco, ma in generale qualsiasi governo, dovesse utilizzare i risultati dei test genetici per imporre delle limitazioni o degli obblighi, come quello vaccinale, a coloro che hanno maggiori predisposizioni all’aggravamento della malattia, assisteremmo a delle misure politico/sanitarie totalitariste fatte ricadere su persone che hanno avuto la sfortuna di nascere con una mutazione genetica, entrando così in un nuovo livello di distopia a cui oggi ancora – fortunatamente – non siamo arrivati.
“Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere”, diceva Igor in Frankenstein Junior.
Massimo A. Cascone, 30.01.2022
Fonte: https://www.precisionvaccinations.com/un-common-gene-indicates-covid-19-risk