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La Redazione

 

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IN MESSICO LA DEMOCRAZIA STA FALLENDO

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A cura di Davide
Il 13 Aprile 2005
47 Views

Il governo di Fox fa arrestare il suo rivale alla presidenza

DI LAURA CARLSEN

Quando Vicente Fox pose fine al regno durato 71 anni del
Partito Rivoluzionario Istituzionale nelle elezioni presidenziali del 2000,
molti osservatori lo videro come l‚inizio di una transizione verso la
democrazia che era stata lungamente attesa. Adesso il presidente Fox, in uno
sforzo concertato con i membri del precedente partito dominante, ha chiuso le
porte a quella transizione.
Orchestrando una offensiva pseudo – legale contro il popolare sindaco di Città
del Messico, Andrés Manuel López Obrador, Fox non soltanto ha infranto le
speranze dei Messicani per una vera democrazia, ma ha anche dilapidato il
capitale politico che aveva guadagnato nel 2000.

Centinaia di migliaia di persone si sono riunite nella piazza centrale di Città
del Messico per protestare la decisione che è stata presa dal Congresso di
togliere a Lopez Obrador l’immunità dal perseguimento giudiziario che è
garantita agli ufficiali eletti. Il sindaco adesso dovrà affrontare un processo
dopo essere stato accusato di non aver presumibilmente rispettato un ordine
giudiziario riguardante la interruzione dei lavori ad una strada di accesso ad
un ospedale locale. Secondo l‚ufficio del procuratore generale federale, è
molto probabile che il governo metterà dietro le sbarre Lopez Obrador,
definendola come una misura preventiva e questo ancor prima che il processo
cominci.Secondo la grande maggioranza dei Messicani, il vero obiettivo del governo è
quello di impedire a López Obrador di diventare un candidato ufficiale nel
contesto elettorale del 2006. Al momento detiene un vantaggio del 15% nei
sondaggi di opinione.

Anche se Fox afferma che la decisione del suo governo di perseguire il sindaco
in sede giudiziaria è fondata su basi legali e che nessuno dovrebbe essere al
di sopra della legge, le specifiche del caso hanno lasciato pochi dubbi sul
fatto che il perseguimento è motivato politicamente. Esistono le prove che
dimostrano che il governo di Città del Messico non avrebbe commesso un errore.
Ma anche se fosse, è molto inusuale che un sindaco venga imputato per delle
infrazioni che sono state commesse da degli ufficiali del governo della città ˆ
e ancor meno che venga denunciato sulla base di una accusa minore.

Nel discorso da lui tenuto di fronte ai propri sostenitori prima di difendersi
al Congresso, Lopez Obrador ha dichiarato formalmente che cercherà di ottenere
la candidatura del suo partito, il Partito della Rivoluzione Democratica, da
qualunque luogo mi trovi. Con il suo annuncio, è diventato ufficiale che il
perseguimento legale del sindaco non solo rimuove dal proprio incarico un
ufficiale eletto dal popolo ma serve anche ad emarginare il candidato di punta
della opposizione sulla base di un tecnicismo.

Il sindaco ha annunciato la formazione di un ampio movimento per la
trasformazione per promuovere non solo la sua difesa ma anche la sua
piattaforma alternativa. Questa piattaforma critica in maniera diretta le
politiche economiche del governo e richiede una maggiore spesa sociale e
riforme politiche. Il programma di Lopez Obrador di ridurre le iniquità
economiche con il suo slogan “Prima I poveri” risuona ampiamente in questa
nazione di miliardari e di mendicanti.

Ha anche annunciato che si appellerà ai gruppi internazionali per i diritti
umani per combattere quella che ha chiamato questo enorme passo indietro della
democrazia Messicana. Fra la gente che protestava nella piazza centrale di
Città del Messico, il senso di tradimento nei confronti di un governo che era
stato eletto per inaugurare la transizione verso la democrazia era palpabile.
Le effigi del presidente hanno istigato disapprovazione e fischi. Commenti e
cartelli dipinti a mano in sostegno di Lopez Obrador riflettevano un inusuale
mistura di indignazione e di idolatria, e le emozioni sono volate alte.


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Potrebbe facilmente essere una mistura volatile. Ma il messaggio del sindaco ai
suoi seguaci è stato quello di mantenere la calma e di evitare di venire
indotti alla violenza. Siamo la maggioranza ha detto alla folla. Solo coloro
che sono nel torto ricorrono alla violenza. Nessuno sa che cosa succederà
adesso. Anche le implicazioni legali del voto non sono chiare.

Quello che è chiaro, è che il Presidente Fox e i partiti dominanti del paese
il PAN e il PRI hanno fatto precipitare il paese in una crisi politica per il
loro stesso interesse. Le elezioni del 2000 avevano offerto la premessa di
consolidare istituzioni democratiche dopo il potere da parte di un solo
partito. Da allora alcuni progressi sono stati fatti. Ma se il processo
democratico è manipolato per fini politici da quelli che sono al potere, allora
quella premessa di transizione è stata tradita.

Le società di Wall Street e gli esperti finanziari hanno messo in guardia i
politici Messicani riguardo alla persecuzione del sindaco. Pur non essendo
amici di quello che vedono come un politico populista, il maggior timore è che
la maneuver possa fallire e avere degli effetti di ritorno.

Noto per la sua austerità e per la propria integrità personale, il mantello del
martire politico è uno che si posa assai bene sulle spalle di Lopez Obrador.
Dalla prigione, il suo caso potrebbe trasformarsi nel simbolo di tutto ciò che
vi è di sbagliato oggi in Messico, facendo crescere enormemente la sua
popolarità e le sue prospettive per la presidenza.

Nel migliore di casi, un movimento proveniente realmente dal basso per la difesa
della democrazia e del volere popolare potrebbe guidare a riforme politiche di
cui da lungo tempo si sente il bisogno in Messico. Questa volontà dipende dalla
capacità del movimento di opposizione di preservare modalità di azione pacifiche
e democratiche e sul responso da parte di un governo le cui azioni più recenti
ne hanno messo in mostra l’irresponsabilità e una profonda mancanza di capacità
politica.

Laura Carlsen è Direttrice dell‚Americas Program for Interhemispheric Resource
Center. È laureata in Pensiero Sociale e Istituzioni (1980) alla Stanford
University e ha conseguito un master in Studi sull‚America Latina (1986) sempre
alla Stanford. Ha ricevuto una borsa di studio Fulbright per studiare l‚impatto
della crisi economica messicana sulle donne nel 1986 e da allora vive a Città
del Messico. Può essere raggiunta all‚indirizzo di posta elettronica:
[email protected]

Fonte:www.counterpunch.org/
Link:http://www.counterpunch.org/carlsen04092005.html
9/10.04.05

Tradotto da Melektro per www.peacelink.it e per www.comedonchisciotte.org

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